IRAQ: gli USA finanziano Al Qaeda (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
Chi Arma la Vittoriosa Al Qaeda in Iraq? (Immagina, puoi). (di Maurizio Blondet)

15 giugno 2014 Di Maurizio Blondet



Nota di Rischio Calcolato: Questo post è tratto dalla rivista on-line EffediEffe sito di informazione a cui consigliamo caldamente un abbonamento (50€ spesi benissimo).
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E chi l’avrebbe mai detto? «Al Qaeda in Iraq s’è impadronita di Mossul e marcia su Kirkuk»; anzi, punta su Baghdad: non c’è dubbio che vincerà, è una potente armata di islamisti fanatici sunniti che di colpo si è manifestata armatissima, organizzatissima – e rovescerà il regime sciita di Al Maliki.
Chi l’avrebbe mai detto? Dopo tutti gli sforzi americani per cacciare Saddam, un milione di iracheni uccisi, centinaia di terroristi liquidati coi droni ad personam, migliaia di americani morti per portare la democrazia a quel petrolifero Paese, l’occupazione ultradecennale dell’Iraq da parte della NATO, l’armamento e l’addestramento delle forze armate dell’Iraq democratico… e questo è il risultato? Sta vincendo Al Qaeda, a cui la sola superpotenza rimasta ha dichiarato da dieci anni la guerra più spietata, allo scopo di distruggerla totalmente?

I media occidentali cadono dalle nuvole
: da dove viene fuori questa possente, inarrestabile armata jihadista? Non vogliamo tenervi sulla corda, perciò vi riferiamo la protesta del Generale di Brigata Abdelilah al-Bashir: siriano, ma nemico del regime di Assad, anzi membro di spicco della Free Sirian Army (FSA), il braccio combattente del «Governo in esilio» siriano, laico e secolare. Per tutti questi anni il Generale Al-Bashir s’è lamentato che gli americani non mandavano abbastanza armamenti alle sue forze anti-Assad; adesso che Washington ha cominciato a mandare armamenti a vagonate, il Generale si lamenta che gli USA scavalcano il suo FSA «e stanno consegnando direttamente le armi a vari gruppi di guerriglieri sul terreno», e con ciò «creano miriadi di signori della guerra in stile Somalia».


E chi l’avrebbe mai detto?

Gli agenti dell’America, questo faro della civiltà occidentale, il nemico mortale dei qaedisti, «distribuiscono direttamente gli armamenti nel fronte Sud e nel fronte Nord».



Sicché succede questo: la nuova versione di Al Qaeda, che oggi si chiama «Islamic State of Iraq and the Levant» (ISIL), è abbastanza forte e organizzata da puntare a creare uno Stato islamico «dalla Siria all’Iraq», il sognato califfato transnazionale. È abbastanza potente da condurre un’operazione gigantesca (e coordinata con l’offensiva siriana) fino a impadronirsi di Mossul, la terza città irachena, in quella zona altamente petrolifera che i curdi si erano ritagliata come ricca zona autonoma, nucleo di un Kurdistan indipendente.


Addio sogno di un Governo kurdo (e laico), addio sogno di un Governo laico in Siria al posto di Assad. E mi sa che stiamo per dare addio anche al Governo iracheno di Al-Maliki, che è sciita, sostenuto dalla maggioranza sciita e appoggiato dal vicino Iran, sciita.
Questa trasformazione di un Iraq «liberato» in roccaforte sciita non doveva piacere né agli americani né, diciamolo, ai monarchi sauditi. Per cui, ecco che d’improvviso una potente armata sunnita e wahabita, coordinata con gruppuscoli di tagliagole siriani, è apparsa di colpo. Vittoriosa, inarrestabile. La disfatta dell’esercito di Al Maliki, i cui soldati sono scappati come conigli, ha fatto cadere in mano ai jihadisti una quantità di armamento nuovo, ovviamente Made in USA: cingolati, corazzati, mitragliatici pesanti, missili anticarro e persino un terribile elicottero d’assalto Black Hawk.
E vuoi vedere che trovano degli addestratori che gli insegnano a pilotarlo?

O magari lo pilotano dei contractors della Blackwater, inopinatamente messisi al fianco dei jihadisti? Dietro compenso di 15 mila dollari al mese, come prendono in Ucraina?


Al Maliki, il caporione sciita di Baghad, chiede disperatamente nuove armi agli alleati americani per battere i terroristi islamici. Ma proprio in questo momento, gli americani stanno meditando di interrompergli le forniture militari. L’ha detto un tale Charles Lister, definito «a senior fellow» del Brookings Institute – una fondazione culturale vicina al partito democratico USA – che proprio in questi giorni s’è spostato a Doha per studiare gli «extremist groups»: a che pro armare Al Maliki, visto che i guerriglieri dell’ISIL (ex Al Qaeda) «già circolano sugli Humvees forniti dagli USA agli iracheni? Washington si deve domandare se continuare a sostenere l’esercito iracheno nella sua ultima battaglia contro il terrorismo».


Chi l’avrebbe mai detto?
Washington non ritiene di continuare la battaglia «contro il terrorismo». È la stessa Washington che in Siria arma direttamente i signori della guerra, distribuendo le armi sul terreno ai peggiori, onde formare una specie di Somalia nella (prima) civilissima e laica Siria. Sono quegli stessi ribelli che hanno lanciato armi chimiche in Siria, accusandone il regime, nella speranza di provocare l’intervento diretto americano e della NATO; false flag mandato a monte da Vladimir Putin.


Domanda: non sarà che gli americani lo fanno apposta?
Magari preferiscono i terroristi islamisti in quelle zone petrolifere. Magari gli fa comodo che gli sciiti influenzati dall’Iran perdano la presa sull’Iraq. Magari, avendo abbandonato l’Iraq e dovendo abbandonare l’Afghanistan, lasciano lì i loro complici a combattere quella che chiamano «proxy war», guerra per interposta persona. Che è più comoda e anche, infine, meno costosa.
Viene anche un altro dubbio: che stiano facendo la stessa cosa in Ucraina. Che anche lì la Victoria Nuland abbia armato e stia pagando (400 euro mensili) i giovani eroi di piazza Maidan, poi rivelatisi neonazisti tagliagole, detestati dalla massima parte della popolazione ucraina, anche quella che detesta i russi (ai Pravi, alle elezioni, hanno dato l’1,7%).
A proposito della Siria, il 16 giugno del 2013, Vladimi Putin, in visita a Downing Street, ha chiesto incredulo a David Cameron: «Pensate veramente di armare gente che hanno mangiato organi umani davanti al pubblico e alle telecamere? Sono queste le persone che volete vedere al Governo in Siria? Ciò non pare in rapporto con i valori umani predicati dall’Europa da secoli. Noi, la Russia, armiamo – fino a prova contraria – il Governo legittimo della Siria».
Vuoi vedere che dovrà ripetere lo stesso discorso per l’Ucraina? Magari anche là si prepara una guerra alla siriana?

Con milizie che si abbandonano ad atti di terrore puro e mangiano, magari, intestini dei russi davanti alle telecamere? Ad Odessa abbiamo avuto un assaggio di questi tipo di guerra.
Che poi, a ben pensarci, è impressionante il numero di terroristi «islamici» tornati dalla Siria, che si dedicano accanitamente ed esclusivamente a colpire un solo Paese infedele: la Russia.



Il FSB ha fatto sapere che dall’inizio del 2014, dunque in meno di sei mesi, ha dovuto liquidare 130 terroristi, fra cui 21 capi, e sventando in anticipo sei mega-attentati più «38 azioni criminali legate alle operazioni suddette»: ciò ha dimezzato il numero di attentati islamici anti-russi rispetto al 2013. Secondo RiaNovosti, «il FSB ha anche localizzato più di 160 depositi terroristi, sequestrando grosse quantità di armi e munizioni». Chissà chi gli forniva tutte queste armi, ai qaedisti anti-Putin?


Come dice la pubblicità: «Immagina, puoi».
La minaccia jihadista in Europa
Sono pochi giorni che il Governo USA, per bocca di Susan Rice (Dipartimento di Stato), ha ammesso di aver deciso di fornire «armi letali» ai ribelli siriani per accelerare la cacciata di Assad.
Ed immediatamente, è l’ISIL che, con una coordinatissima campagna di 6 settimane, sta procedendo (contemporaneamente alla guerra contro Assad in Siria, contro Al Maliki in Iraq) all’eliminazione di tutti gli altri gruppuscoli jihadisti armati rivali, essenzialmente ma non solo quelli della cosca Al-Nusra: ammazzandone oltre 600, strappando loro quattro campi petroliferi dell’area di Deir al-Zor, provocando la fuga dalle loro case di 130 mila civili (simpatizzanti coi jihadisti sconfitti). Lo scopo dell’ISIL è (scrive la Reuters) è di «estendere il suo controllo fino alla cittadina di Albukamal sul confine iracheno, onde rafforzare i collegamenti fra l’ala siriana e quella irachena» del medesimo ISIL.

Il Syrian Observatory for Human Rights riferisce che in ormai l’ISIL controlla «la riva nord-orientale dell’Eufrate quasi dal confine con la Turchia giù fino alla città di Busayra, 320 chilometri più a sud».
Sembra che insieme alle armi letali in quantità evidentemente generosa, l’ISIL abbia trovato anche un comando strategico evoluto, si direbbe quasi di tipo occidentale.

E non avete ancora visto niente.
Non so se ci avete fatto caso: i media europei hanno cominciato a lanciare il seguente allarme: ci sono 3mila combattenti islamici in Siria, nati e cresciuti in Europa dagli immigrati musulmani, con passaporti europei. Adesso questi sono di ritorno e vogliono commettere delitti in Europa, con le armi che hanno ricevuto ed imparato ad usare. Non è che se lo sono inventato, i media: hanno ricevuto le veline dai Ministri dell’Interno della UE che, il 5 giugno, si sono riuniti per fare il punto sullo spinoso pericolo: e pensare che lo devono sapere bene, visto che alcuni di queste partenze di giovanotti fanatizzati in Siria, le hanno favorite. Di parecchi hanno dossier e impronte digitali, li controllano da anni: come quel Mehdi Nemmouche, che secondo la versione ufficiale ha ucciso a Bruxelles, nel museo olocaustico locale, due agenti israeliani d’alto bordo. I servizi francesi lo conoscevano benissimo, e dopo il delitto a Bruxelles l’hanno recuperato (pardon, volevo dire: arrestato ) al suo ritorno in Francia, con le armi e tutto. In teoria, dovrebbero estradarlo in Belgio, dove ha commesso gli omicidi; ma Nemmouche ha rifiutato di essere consegnato ai belgi.
Così, farà le sue confessioni ai francesi. Più precisamente al Procuratore François Molins, un esperto della faccenda, che ha trattato già un altro criminale massacratore, Mohammed Merah, e che ha come tesi questa: sono lupi solitari, dei ragazzi radicalizzatisi in prigione, dove erano entrati da delinquenti comuni di mezza tacca.
È la solita storia dell’assassino solitario. Ricordatelo, quando cominceranno a fare attentati qui da noi.
 

tontolina

Forumer storico
Iraq. I risultati dei governi delle checche. Foto di esecuzioni di massa.




Giuseppe Sandro Mela.
2014-06-15.

I popoli hanno in fondo i governi che si meritano.
Un popola maschio e virile non accetterebbe mai un governo di debosciati.
Ma un popolo di drogati, alcolisti, effeminati pervertiti reclama ed impone un governo di debosciati, che assecondi i loro vizi mentali e fisici. Anzi, lo santifica e lo venera.
In Medio Oriente l’Occidente ha iniziato un’opera cui non avrebbe mai dovuto mettere mano, che ha condotto in modo del tutto irrealistico e sprovvido, utopico, nella speranza di far scorre non il proprio ma l’altrui sangue.
Adesso la situazione sembrerebbe completamente sfuggita di mano.
Guardiamo con cura queste immagini.
Quando gli islamici fondamentalisti si impadroniranno dell’Europa, e lo faranno perché gliela lasceranno questi imbelli europei, questa sarà la fine degli occidentali.
Alla tripudiante allegria dei gay pride faranno seguito le esecuzioni, e proprio a partire dalle checche, poi di tutti gli altri.
p.s. La visione delle fotografie, tratte dal Corriere della Sera, sarebbe sconsigliabile a chi si ostinasse a negare la realtà dei fatti.

Corriere. 2014-06-15. Iraq, esecuzioni di massa, sciiti massacrati dagli estremisti.
Gli islamisti «puniscono» soldati, agenti e persone sospettate di aver collaborato con le autorità: si parla di almeno 1700 vittime, ma potrebbe trattarsi di un massacro.

WASHINGTON – Lo avevano promesso e lo hanno fatto. Decine di soldati sciiti catturati dagli estremisti dell’Isis in Iraq sono stati giustiziati. Foto diffuse sul web dal movimento radicale mostrano i camion carichi di prigionieri, quindi gli uomini distesi in fosse comuni, quindi i mujahedin che aprono il fuoco.
Si parla di 1700 vittime, ma non c’è ancora un bilancio.
Già nella giornata di venerdì erano circolati i primi rapporti sulle esecuzioni sommari e fonti Onu avevano parlato di 17 persone passate per le armi dai militanti nelle zone “liberate”. Successivamente i vertici dell’Isis hanno annunciato la punizione estrema per i membri della comunità sciita. Dunque soldati, agenti e persone sospettate di aver collaborato con le autorità. Sui numeri c’è grande incertezza. Gli islamisti hanno sostenuto di aver catturato nella zona di Tikrit oltre 4 mila militari. Successivamente hanno affermato di averne uccisi 1700. Difficile verificare, ma non sarebbe una sorpresa se avessero eseguito il massacro.
I precedenti dell’Isis.
In un lungo video postato qualche mese fa su Internet per documentare le proprie azioni contro le forze irachene, l’Isis aveva inserito scene crude, con l’eliminazione a sangue freddo degli avversari. Sempre il movimento ha usato la crocifissione contro presunti nemici ed ha imposto il taglio della mano per i ladri insieme ad una serie di misure severe.
«Guerra di annientamento».
Nell’ottica dell’Isis non c’è comunque spazio per gli sciiti che vanno sterminati. I guerriglieri guidati da al Baghdadi lo hanno spiegato spesso nei loro documenti: è una guerra di annientamento . Al tempo stesso, con la campagna del terrore puntano a svuotare ampie zone del paese abitate dagli avversari. Per gli estremisti sunniti, inoltre, si tratta di una risposta dura alle vessazioni e violenze subite da parte delle autorità irachene. Una vendetta consumata con altro sangue.

 

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4 Infografiche dell’ISIS e della situazione in IRAQ e SIRIA

14 giugno 2014 Di Scenari Economici





Di seguito 4 infografiche che aiutano a capire la situazione in Iraq e Siria.
Apparentemente inarrestabili, i ribelli jihadisti dell’ISIS continuano la loro avanzata all’interno dell’Iraq. L’offensiva iniziata con la presa di Mossul, seconda città più importante del Paese, e la relativa fuga di mezzo milione di profughi civili, è continuata questo giovedì quando i fondamentalisti dell’ISIS si sono impadroniti della città di Tirkut. La complessità dello scenario, ha indotto diverse testate a raccontare quanto sta accadendo nel Medio Oriente con delle infografiche, alcune delle quali sono riproposte di seguito.

GPG
 

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insomma
Obama fornisce armi in abbondanza ai terroristi per espugnare completamente la Siria
e questi che fanno?
espugnano l'IRAQ
 

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Iraq, la situazione peggiora: anche le big del petrolio se ne vanno

In corso una «massiccia evacuazione» dello staff di Exxon Mobil, BP avrebbe già evacuato il 20% dei suoi.

Iraq, la situazione peggiora: anche le big del petrolio se ne vanno



Il presidente della Siria, Bashar al Assad, è oggi tornato ad accusare «l'Occidente» e altri Paesi di sostenere il «terrorismo» e di averlo fatto sviluppare, affermando - in apparente riferimento anche agli sviluppi in atto anche in Iraq - che questi stessi Paesi saranno poi colpiti dalla violenza jihadista come da un boomerang. Lo si apprende dall'agenzia ufficiale Sana, che cita un comunicato della presidenza siriana dopo l'incontro tra Assad e una delegazione nord-coreana a Damasco.
 

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Forumer storico
ma gli Usa non si limitano solo a questo fanno anche di peggio direttamente

da Su La Testa!: USA: GUERRA NUCLEARE CONTRO LA RUSSIA E OMICIDI DI INTELLETTUALI EUROPEI ANTINATO
USA: GUERRA NUCLEARE CONTRO LA RUSSIA E OMICIDI DI INTELLETTUALI EUROPEI ANTINATO



[FONT=&quot]di Gianni Lannes[/FONT]




[FONT=&quot]L’impero a stelle e strisce si sgretola, ma sta per scatenare pretestuosamente un conflitto nucleare contro la Russia, che sicuramente coinvolgerà in termini disastrosi il vecchio continente, ma soprattutto l’Italia (imbottita di ordigni atomici nordamericani in violazione del Trattato di non proliferazione nucleare). A marzo scorso, proprio dal belpaese sono partiti per gli States ben 20 chilogrammi di uranio arricchito e plutonio (provenienti anche dal centro Enea della Trisaia in Basilicata, dove era stata sempre negata ai magistrati inquirenti la presenza di questo materiale strategico). [/FONT]

[FONT=&quot]L'Europa dei governanti fantoccio balbetta e prende ordini da Obama: infatti, non ha la capacità di svincolarsi dalla Nato e di cacciare via per sempre le armate statunitensi, almeno fino a quando i popoli del vecchio continente non si renderanno conto di essere stati traditi e venduti.[/FONT]







[FONT=&quot]Perché i governi Letta-Renzi Letta hanno ceduto a Washington questi materiali fissili e non sono stati predisposti piani di sicurezza - come impone la normativa - a protezione della popolazione, dal momento che gli stessi hanno attraversato mezza Penisola?[/FONT]


[FONT=&quot]Perché l’agonizzante Europa ospita ancora dopo 25 anni dalla caduta del muro di Berlino, centinaia di bombe atomiche targate United States of America, attualmente in fase di potenziamento?[/FONT]



Capi di Stato e leader europei seduti alla tavola rotonda. A destra Renzi e, in senso orario, Barroso e Van Rompuy (Ue), Harper (Canada), Hollande (Francia), Cameron (Gb), Obama (Usa), Merkel (Germania) e Abe (Giappone). (Ansa)





[FONT=&quot]Perché gli Stati Uniti hanno tessuto una gigantesca ragnatela di basi militari in tutti e cinque i continenti?[/FONT]


[FONT=&quot]Perché l’Italia è occupata da 132 basi militari, di cui 27 segrete? Obama mentre parla di mondo senza armi nucleari, ha gonfiato la spesa militare oltre i livelli della guerra fredda. Ha esteso la famigerata dottrina Bush di attacco atomico contro qualsiasi nazione, ignorando il diritto internazionale. Il termine ufficiale usato dalla sua amministrazione è "dominio a tutto spettro", ovvero controllo di tutto e ovunque su mare, terra, aria e spazio. I documenti del Comando Spaziale USA puntano perfino a "negare ad altre nazioni l’uso dello spazio”.[/FONT]


[FONT=&quot]Ultima agghiacciante notizia: la CIA ha già pianificato l’eliminazione in Europa di chi risveglia la coscienza delle masse popolari. Attenzione: saranno fatti passare per incidenti, disgrazie e sparizioni. [/FONT]

[FONT=&quot]E tutti a cuccia: gli imminenti mondiali di calcio sono una straordinaria arma di distrazione di massa, mentre decolla la catastrofe finale e i servi battono le mani al padrone zio Sam. Dopo, però, non ci sarà scampo per nessuno. [/FONT]




alcuni riferimenti:​



















 

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Forumer storico
23 giugno 2014
da Iraq, centinaia di soldati trucidati - Tgcom24

Iraq, centinaia di soldati trucidati

Lo riferisce il portavoce del premier Maliki accusando jihadisti. Molti militari sarebbero stati anche impiccati. Gli estremisti avrebbero giustiziato anche decine di detenuti mentre venivano trasferiti da un carcere all'altro

13:58 - In Iraq "centinaia di soldati sono stati trucidati, decapitati o impiccati, a Salahaddin, Ninive, Dilaya, Kirkuk e nelle zone dove si trovano i jihadisti". Lo riferisce Qassem Atta, portavoce per gli affari di sicurezza del premier iracheno Nuri Al Maliki. Tra le vittime, anche decine di detenuti mentre venivano trasferiti da un carcere all'altro nella regione meridionale di Babel.
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Circa 70 corpi senza vita sono stati ritrovati nelle ultime ore a sud di Baghdad con fori di arma da fuoco al capo. Lo riferisce la tv panaraba Al Arabiya. Stando a quanto emerso, i corpi, rinvenuti nei pressi di Hashimiya, appartengono a detenuti uccisi dai miliziani.

Tv: "Qaedisti controllano altri 2 valichi confini" - Fonti governative irachene hanno conferto che i miliziani qaedisti hanno preso il controllo di altri due valichi frontalieri occidentali, uno con la Siria e uno con la Giordania. Lo ha riferito al Arabiya. Da domenica i combattenti dello Stato islamico dell'Iraq controllano il valico di al Walid con la Siria e quello di Turaybil con la Giordania. Le forze governative irachene si sono ritirate dalla città di Rutba, nella parte sud-occidentale della regione di al Anbar. Rutba è di fatto l'ultimo centro abitato prima dei valichi di Walid e Turaybil.
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21 persone giustiziate dai jihadisti



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Forumer storico
Iraq. Caos terrificante: tutti contro tutti. Gli Abrams non sono invulnerabili.




Giuseppe Sandro Mela.
2014-06-26.


Cerchiamo di ricapitolare a grandi linee.
L’Arabia Saudita ha speso un sacco di soldi per comprare i lanciarazzi Rpg ed i croati M-70 Osa per armare i ribelli contro Assad.
Questi se li sono presi e li hanno passati ai loro amici dell’ ISIS.
E così i ribelli sunniti, integralisti islamici, sono in grado di distruggere i carri armati Abrams che gli americani avevano venduto all’Iraq.
È vero che gli americano avevano fatto all’Iraq una patacca. I 140 Abrams che avevano loro fornito non avevano la corazzatura in uranio impoverito, anche se non erano poi fatti di latta.
Riassumendo. Un bell’ambientino.

RPG.
È un lanciagranate propulse anticarro di fabbricazione russa. Si noti come il design di questa arma sia stato suggerito ai russi da un tecnico francese. Il modello più distribuito è l’RPG-6, mentre i russi hanno a disposizione l’RPG-32. Apparentemente questo modello sarebbe in grado di distruggere anche MBT moderni come il T-90 e il Merkava Mk.2. Nell’Agosto del 2006 durante uno scontro a fuoco ad al-Amara in Iraq la testata di un RPG-29 distrusse, perforando la parte frontale dello scafo, un carro armato inglese di nuova generazione, il Challenger 2.
M-70 Osa.
È un lanciagranate anticarro, iugoslavo di concezione ma ora prodotto dagli epigoni, interamente in plastica rinforzata. Lancia razzi da 90 mm con un raggio di azione tra i trecento ed i quattrocento metri.

Sole 24 Ore. 2014-06-25. I Jihadisti in Iraq sbaragliano anche i tank americani.
Neppure i super tank americani Abrams sembrano poter fermare l’avanzata verso Baghdad dei miliziani jihadisti dello Stato Islamico di Iraq e Sham (ISIS).
Con l’arrivo a Baghdad dei primi gruppi di consiglieri militari statunitensi destinati ad affiancare i reparti dell’esercito iracheno in rotta sotto l’incalzante offensiva dei jihadisti, a Washington cominciano ad affluire informazioni sempre più dettagliate circa le battaglie delle ultime settimane e i report non sono certo incoraggianti.
“Abbiamo iniziato a dispiegare le prime squadre di valutazione”, ha dichiarato un portavoce del Pentagono, l’ammiraglio John Kirby, precisando che sono già 40 i consiglieri che hanno iniziato ad operare sul terreno.
Da quanto emerso tra le perdite subite dalle truppe irachene figurano inaspettatamente anche 5 super carri armati Abrams M1A1, gli stessi utilizzati dalle truppe statunitensi per conquistare l’Iraq nel 2003 e venduti negli in 140 esemplari all’esercito di Baghdad per potenziarne le capacità offensiva. Almeno 5 tank sarebbero stati distrutti bloccandoli e poi squarciandoli con esplosivo o perforandone la corazza con missili anticarro Kornet di produzione russa che le monarchie del Golfo Persico fornirono l’anno scorso ad alcune formazioni di ribelli in Siria. Rispetto agli Abrams in dotazione all’esercito statunitense, gli esemplari per l’esportazione sono meno sofisticati ma anche meno protetti perché non dispongono della corazzatura in uranio impoverito che rende il tank quasi invulnerabile.
Qualche immagine degli Abrams iracheni distrutti è stata postata nei video e nelle foto diffuse sul web dall’ISIS ma fonti statunitensi citate dal New York Times hanno riferito che nei combattimenti nella provincia di al-Anbar ameno altri 28 carri sarebbero rimasti danneggiati. Oltre ai Kornet i miliziani dell’ISIS dispongono di armi anticarro portatili come i lanciarazzi Rpg e i croati M-70 Osa provenienti anch’essi dagli stock di armi acquistate dall’Arabia Saudita per armare le forze siriane anti-Assad. Come sottolineano gli analisti del Jane’s di Londra, un così elevato numero di perdite tra i mezzi corazzati è spiegabile solo con un impiego improvvisato, senza la presenza della fanteria che dovrebbe accompagnare in azione i carri armati anche se è probabile che i soldati iracheni siano fuggiti davanti al nemico. Benché si tratti di mezzi nuovissimi consegnati tra il 2010 e il 2012 è emerso che molti carri Abrams iracheni hanno problemi di manutenzione legati alle scarse capacità dei tecnici iracheni che pure vennero addestrati dai contractors statunitensi. Difficoltà che potrebbero essere legate anche alla scarsa standardizzazione dell’esercito iracheno che impiega mezzi, velivoli e carri armati di diversa provenienza complicando così le linee di supporto logistico. Tra le perdite subite dalle forze di Baghdad figurano anche molti vecchi carri e cingolati russi del tipo T-55, BMP-1 e MTL-B, veicoli resistenti alle mine statunitensi MRAP, centinaia di “gipponi” Hummer e molti cingolati americani M-113.
Dati che confermano lo sbandamento delle forze irachene iniziato sei mesi or sono ad al-Anbar, proseguito a Mosul (60 mila tra poliziotti e militari in fuga davanti a un migliaio di insorti) ed evidente anche nelle battaglie degli ultimi giorni poco a nord di Baghdad.
Dall’inizio dell’anno, quando prese il via l’offensiva dell’ISIS ad al-Anbar, gli iracheni hanno perduto anche non meno di 6 elicotteri tra i quali alcuni Mi-24 da attacco di costruzione russa colpiti a quanto pare da missili antiaerei portatili SA-18 anch’essi forniti dai Paesi arabi (con il placet di Washington ai ribelli siriani. Altri 60 elicotteri sono stati danneggiati ma non è chiaro se siano stati riparati e abbiano ripreso a volare. Di certo anche in questo settore gli acquisti sono stati massicci quanto caotici. Basti pensare che solo nella categoria degli elicotteri da attacco Baghdad impiega i vecchi Mi-24 affiancati da più recenti MI-35 ma ha ricevuto anche i nuovissimi Mi-28, sempre russi, e ha ordinato gli Apache statunitensi. Miliardi buttati al vento.
 

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