Franco 52
Banned
Borse, la situazione rimane fragile: l'apprensione sullo stato di salute delle banche vanifica ogni reazione, lasciando aperta la via del ribasso
Di Massimo Brambilla
Lo spunto di mercoledì 4, che ha portato i listini europei al test con il picco della settimana precedente (in molti casi coincidente con la prima importante resistenza di breve da varcare), già nella seduta successiva ha lasciato spazio ai realizzi innescati dal settore bancario e assicurativo: la nebbia che circonda i conti di Merrill Lynch ha infatti affossato dell'11% Bank of America, mentre le perdite relative all'ultimo trimestre 2008 notevolmente superiori alle attese ufficializzate giovedì 5 da Deutsche Bank e dal secondo colosso assicurativo mondiale Swiss Re lasciano intendere che le condizioni dei comparti finanziari permangono a elevato rischio.
A questo punto, per evitare il peggio, la soluzione "bad bank" appare inevitabile per tutto l'occidente; in caso contrario le borse e l'economia globale saranno mantenute sotto scacco dal comparto bancario e assicurativo, vanificando gli stimoli alla domanda messi sul piatto da tutti i paesi industrializzati.
Nella settimana in corso gli indici europei hanno quindi fallito nuovamente il test delle prime resistenze di breve periodo, che sostanzialmente corrispondono al 50% del recupero del terreno perso dopo il picco del 6 gennaio: per il Dax questo livello, il più significativo secondo la teoria di Fibonacci e Gann, passa a quota 4.600 punti (resa più corposa dalla resistenza statica ben visibile a 4.500 punti), per il Cac a quota 3.100, per l’S&P/Mib a ridosso di 19.000 e per l’Ftse100 di Londra a quota 4.300
A Wall Street la reazione, ad eccezione del Nasdaq, si è interrotta prematuramente, visto che lo stesso livello passa a 875 punti per l’S&P500, a quota 8.500 per il Dow Jones e a 1.550 punti per l’indice tecnologico.
La debolezza manifestata dal nuovo fallimento del test è in parte compensata dal ripiegamento del Vix sotto quota 45% e soprattutto dalla discesa dei future sul T-bond e Bund (che sintetizzano i corsi dei titoli di stato a lungo termine emessi dagli Usa e dalla Germania): quest’ultimo, in particolare, è giunto oggi a contatto con il significativo supporto presente a quota 121,50, il cui cedimento aprirebbe ulteriori spazi di arretramento dei prezzi; tali realizzi sul comparto obbligazionario potrebbero favorire una maggiore domanda di azioni. Se così non fosse, dovremmo registrare un salto nell’apprensione degli investitori nei confronti del livello di indebitamento (pubblico) degli emittenti, sulla cui crescita non si intravede ancora la fine.
Per i mercati azionari la partita è giocata sul filo del rasoio, perché i sostegni di importanza primaria, raggiunti in Europa il 23 gennaio scorso, non sono affatto lontani: per gli indici di Eurolandia il punto di riferimento rimane quota 4.000 del Dax, tracciata sul doppio minimo del 2008 e testata nuovamente il 23 gennaio, il cui cedimento aprirebbe nuovi spazi di discesa fino a 3.600 punti.
Wall Street è invece parzialmente protetta da un supporto intermedio (individuato a quota 805-800 dell'S&P500 e in area 1.430-1.400 del Nasdaq) prima che la sua violazione procuri un atterraggio sui minimi del 2008, posti a 741 punti per l'S&P500, a quota 7.500 per il Dow Jones e a 1.300 punti per il Nasdaq. Se ciò avvenisse in tempi brevi si dovrebbe mettere in conto una buona probabilità di vedere estesi questi minimi, giungendo a 715-700 punti per l'S&P500 e a 7.200-7.000 punti per il Dow.
Di Massimo Brambilla

A questo punto, per evitare il peggio, la soluzione "bad bank" appare inevitabile per tutto l'occidente; in caso contrario le borse e l'economia globale saranno mantenute sotto scacco dal comparto bancario e assicurativo, vanificando gli stimoli alla domanda messi sul piatto da tutti i paesi industrializzati.
Nella settimana in corso gli indici europei hanno quindi fallito nuovamente il test delle prime resistenze di breve periodo, che sostanzialmente corrispondono al 50% del recupero del terreno perso dopo il picco del 6 gennaio: per il Dax questo livello, il più significativo secondo la teoria di Fibonacci e Gann, passa a quota 4.600 punti (resa più corposa dalla resistenza statica ben visibile a 4.500 punti), per il Cac a quota 3.100, per l’S&P/Mib a ridosso di 19.000 e per l’Ftse100 di Londra a quota 4.300
A Wall Street la reazione, ad eccezione del Nasdaq, si è interrotta prematuramente, visto che lo stesso livello passa a 875 punti per l’S&P500, a quota 8.500 per il Dow Jones e a 1.550 punti per l’indice tecnologico.
La debolezza manifestata dal nuovo fallimento del test è in parte compensata dal ripiegamento del Vix sotto quota 45% e soprattutto dalla discesa dei future sul T-bond e Bund (che sintetizzano i corsi dei titoli di stato a lungo termine emessi dagli Usa e dalla Germania): quest’ultimo, in particolare, è giunto oggi a contatto con il significativo supporto presente a quota 121,50, il cui cedimento aprirebbe ulteriori spazi di arretramento dei prezzi; tali realizzi sul comparto obbligazionario potrebbero favorire una maggiore domanda di azioni. Se così non fosse, dovremmo registrare un salto nell’apprensione degli investitori nei confronti del livello di indebitamento (pubblico) degli emittenti, sulla cui crescita non si intravede ancora la fine.
Per i mercati azionari la partita è giocata sul filo del rasoio, perché i sostegni di importanza primaria, raggiunti in Europa il 23 gennaio scorso, non sono affatto lontani: per gli indici di Eurolandia il punto di riferimento rimane quota 4.000 del Dax, tracciata sul doppio minimo del 2008 e testata nuovamente il 23 gennaio, il cui cedimento aprirebbe nuovi spazi di discesa fino a 3.600 punti.
Wall Street è invece parzialmente protetta da un supporto intermedio (individuato a quota 805-800 dell'S&P500 e in area 1.430-1.400 del Nasdaq) prima che la sua violazione procuri un atterraggio sui minimi del 2008, posti a 741 punti per l'S&P500, a quota 7.500 per il Dow Jones e a 1.300 punti per il Nasdaq. Se ciò avvenisse in tempi brevi si dovrebbe mettere in conto una buona probabilità di vedere estesi questi minimi, giungendo a 715-700 punti per l'S&P500 e a 7.200-7.000 punti per il Dow.