E poi, scusate, ma devo dir la mia
Io personalmente sono esterrefatta da come tutte donne che fanno un lavoro intellettuale che può essere la politica o la giornalista (penso a Giulia Innocenzi di cui ho visto delle foto di recente di un vecchio servizio su VF ) poi scelgano di mostrare il loro aspetto fisico e di tradurlo in disponibilità sessuale per chi guarda così da sentirsi rispettate come modello estetico vincente. E' proprio l'interiorizzazione dello sguardo maschile sulla donna oggetto che ci frega.
Tutte, dalle donne politiche alle campionesse olimpiche non si sentono realizzate finché non ci mostrano la patonza!
E io ve lo dico chiaro: a me ste foto fanno schifo, perché qui si sta parlando di politica, di austerity, di disoccupazione, reddito, temi di genere a queste elezioni e a me di vedermele vendere con il culo di una pseudo sinistrorsa fa venire il voltastomaco per il cattivo gusto e l'idiozia. La politca sarebbe una cosa che pesa sulle vite di tutti, il culo tienitelo scoperto da qualche altra parte, non parlando di socialismo reale.
La reazione più sorprendente, però, è quella di un gruppo di femministe, che hanno deciso di rispondere alle polemiche lanciando una campagna web dal titolo: "Ce lo chiede l’Europa: "il corpo è mio e ci faccio quello che voglio io"
A essere generosa mi verrebbe da dire che le proponenti di questa campagna di solidarietà con Paola Bacchiddu, tra cui spicca il nome di Angela Azzaro, stanno prendendo un grosso granchio. Anzi, direi che si stanno arrampicando sugli specchi per difendere l'indifendibile.
Non so in quale paese abbiano vissuto sinora le autrici di questo testo, ma il fatto è che qui il moralismo non c'entra proprio nulla. Presentare l'Italia come un paese in cui ci si scandalizza come delle suorine in un convento appena un seno trapela sotto la maglietta è semplicemente ridicolo.
E' ormai da qualche decennio che siamo tutti e tutte bombardati da immagini di seni, sederi, labbra, vagine, farfalline, caviglie, cosce, e ogni tanto persino peni, per gentile concessione.
La comunicazione è talmente saturata di sesso e sessualità che ormai le parti anatomiche circolano come significanti separati dal corpo a cui teoricamente dovrebbero appartenere, sono mezzi di scambio e comunicazione, contribuiscono a costruire e gestire affetti, e partecipano al generale feticismo delle merci.
Quello di cui alcune e alcuni si sono scandalizzati non è l'esposizione di un bel corpo seminudo. L'appello all'autodeterminazione c'entra come i cavoli a merenda. Quello di cui ci si scandalizza casomai è l'ormai evidente divorzio tra mezzo e contenuto.
Il problema non è se Paola Bacchiddu possa fare o meno quello che vuole del proprio corpo: del suo corpo faccia quello che le pare.
Non sono però così convinta che Paola Bacchiddu possa altrettanto legittimamente fare quello che le pare della sinistra.
E a questo punto una domanda si pone: l'uso di un sedere come di un feticcio atto a generare una determinata reazione emotiva (l'arrapamento, per essere espliciti), secondo la medesima logica per cui un sedere nudo sul cofano di una macchina contribuisce a generare desiderio per la merce in questione (la macchina), ha qualcosa a che vedere con "L'altra Europa"?
Se sì, sarei curiosa di sapere in seguito a quale discussione e processo di elaborazione collettive, Paola Bacchiddu si è sentita legittimata a fare uso del suo corpo per generare desiderio per la lista Tsipras. Sarei anche curiosa di sapere se in questo processo di discussione ed elaborazione collettive è stata analizzata la connessione tra questa scelta e un progetto su scala europea di autodeterminazione della donna e del suo corpo. Forse la lista Tsipras vuole suggerire che per autodeterminarci dobbiamo imparare a considerare le nostre parti anatomiche come mezzi, strumenti, o persino merci come suggerisce il post della Bacchiddu?
Ecco
Questa la mia personale opinione, che va al di là di una riflessione su come funziona la comunicazione di massa in Italia.