I mass media ed il cùlo nel 2014 (1 Viewer)

Claire

ἰοίην
Ho visto la notizia stamattina e ne stavo parlando proprio ora con le mie compagne.

Che dire?

Abbiamo letto anche altri articoli e alcuni ci sembrano francamente esagerati. Si oscilla come sempre tra moralismi vari e dichiarazioni di libertà.

Tralasciando il mio personale parere e restando in tema "comunicazione", si ragiona su alcune domande:

E' vero che è un sedere autodeterminato, ma perché? Perché poverina non se la filava nessuno e così ha usato il fondoschiena, come dice l'espresso? Era un esperimento sociologico il suo, per vedere se così attirava di più che con discorsi politici? Forse erano i discorsi politici a mancare?
Fosse poi 'na cosa mai vista. Avessi visto un uomo così magari avrei colto la provocazione...
Interessante l'espresso che si focalizza sui media:
perché con un sedere è riuscita ad ottenere piu visibilità? Fosse stata un uomo avrebbe usato lo stesso mezzo con lo stesso successo?
 

Claire

ἰοίην
Mi vengono anche altre considerazioni. L'Espresso che parla di "muro di silenzio dei media" non si può leggere. Peraltro, anche lo stesso Espresso ama molto i fondoschiena femminili, sbattendoli in copertina (ricordo), per esempio, anche per parlare della crisi in Grecia :-o
 

Claire

ἰοίην
E poi, scusate, ma devo dir la mia :-o

Io personalmente sono esterrefatta da come tutte donne che fanno un lavoro intellettuale che può essere la politica o la giornalista (penso a Giulia Innocenzi di cui ho visto delle foto di recente di un vecchio servizio su VF ) poi scelgano di mostrare il loro aspetto fisico e di tradurlo in disponibilità sessuale per chi guarda così da sentirsi rispettate come modello estetico vincente. E' proprio l'interiorizzazione dello sguardo maschile sulla donna oggetto che ci frega.

Tutte, dalle donne politiche alle campionesse olimpiche non si sentono realizzate finché non ci mostrano la patonza!

E io ve lo dico chiaro: a me ste foto fanno schifo, perché qui si sta parlando di politica, di austerity, di disoccupazione, reddito, temi di genere a queste elezioni e a me di vedermele vendere con il culo di una pseudo sinistrorsa fa venire il voltastomaco per il cattivo gusto e l'idiozia. La politca sarebbe una cosa che pesa sulle vite di tutti, il culo tienitelo scoperto da qualche altra parte, non parlando di socialismo reale. :-o

La reazione più sorprendente, però, è quella di un gruppo di femministe, che hanno deciso di rispondere alle polemiche lanciando una campagna web dal titolo: "Ce lo chiede l’Europa: "il corpo è mio e ci faccio quello che voglio io"

A essere generosa mi verrebbe da dire che le proponenti di questa campagna di solidarietà con Paola Bacchiddu, tra cui spicca il nome di Angela Azzaro, stanno prendendo un grosso granchio. Anzi, direi che si stanno arrampicando sugli specchi per difendere l'indifendibile.

Non so in quale paese abbiano vissuto sinora le autrici di questo testo, ma il fatto è che qui il moralismo non c'entra proprio nulla. Presentare l'Italia come un paese in cui ci si scandalizza come delle suorine in un convento appena un seno trapela sotto la maglietta è semplicemente ridicolo.
E' ormai da qualche decennio che siamo tutti e tutte bombardati da immagini di seni, sederi, labbra, vagine, farfalline, caviglie, cosce, e ogni tanto persino peni, per gentile concessione.

La comunicazione è talmente saturata di sesso e sessualità che ormai le parti anatomiche circolano come significanti separati dal corpo a cui teoricamente dovrebbero appartenere, sono mezzi di scambio e comunicazione, contribuiscono a costruire e gestire affetti, e partecipano al generale feticismo delle merci.

Quello di cui alcune e alcuni si sono scandalizzati non è l'esposizione di un bel corpo seminudo. L'appello all'autodeterminazione c'entra come i cavoli a merenda. Quello di cui ci si scandalizza casomai è l'ormai evidente divorzio tra mezzo e contenuto.

Il problema non è se Paola Bacchiddu possa fare o meno quello che vuole del proprio corpo: del suo corpo faccia quello che le pare.

Non sono però così convinta che Paola Bacchiddu possa altrettanto legittimamente fare quello che le pare della sinistra.

E a questo punto una domanda si pone: l'uso di un sedere come di un feticcio atto a generare una determinata reazione emotiva (l'arrapamento, per essere espliciti), secondo la medesima logica per cui un sedere nudo sul cofano di una macchina contribuisce a generare desiderio per la merce in questione (la macchina), ha qualcosa a che vedere con "L'altra Europa"?

Se sì, sarei curiosa di sapere in seguito a quale discussione e processo di elaborazione collettive, Paola Bacchiddu si è sentita legittimata a fare uso del suo corpo per generare desiderio per la lista Tsipras. Sarei anche curiosa di sapere se in questo processo di discussione ed elaborazione collettive è stata analizzata la connessione tra questa scelta e un progetto su scala europea di autodeterminazione della donna e del suo corpo. Forse la lista Tsipras vuole suggerire che per autodeterminarci dobbiamo imparare a considerare le nostre parti anatomiche come mezzi, strumenti, o persino merci come suggerisce il post della Bacchiddu?

Ecco :-o
Questa la mia personale opinione, che va al di là di una riflessione su come funziona la comunicazione di massa in Italia.
 

doncraudio

intellettuale stronzissimo
non c'è amore più grande dell'amore del culo, il culo è il principale organo dell'amore laddove il cuore è soltanto un banale muscolo e il caz.zo un misero fuoco di paglia... solo quando avremo superato il disprezzo per il culo avremo cominciato a conoscere un po' di libertà...
 

f4f

翠鸟科
E poi, scusate, ma devo dir la mia :-o

Io personalmente sono esterrefatta da come tutte donne che fanno un lavoro intellettuale che può essere la politica o la giornalista (penso a Giulia Innocenzi di cui ho visto delle foto di recente di un vecchio servizio su VF ) poi scelgano di mostrare il loro aspetto fisico e di tradurlo in disponibilità sessuale per chi guarda così da sentirsi rispettate come modello estetico vincente. E' proprio l'interiorizzazione dello sguardo maschile sulla donna oggetto che ci frega.

Tutte, dalle donne politiche alle campionesse olimpiche non si sentono realizzate finché non ci mostrano la patonza!

E io ve lo dico chiaro: a me ste foto fanno schifo, perché qui si sta parlando di politica, di austerity, di disoccupazione, reddito, temi di genere a queste elezioni e a me di vedermele vendere con il culo di una pseudo sinistrorsa fa venire il voltastomaco per il cattivo gusto e l'idiozia. La politca sarebbe una cosa che pesa sulle vite di tutti, il culo tienitelo scoperto da qualche altra parte, non parlando di socialismo reale. :-o

La reazione più sorprendente, però, è quella di un gruppo di femministe, che hanno deciso di rispondere alle polemiche lanciando una campagna web dal titolo: "Ce lo chiede l’Europa: "il corpo è mio e ci faccio quello che voglio io"

A essere generosa mi verrebbe da dire che le proponenti di questa campagna di solidarietà con Paola Bacchiddu, tra cui spicca il nome di Angela Azzaro, stanno prendendo un grosso granchio. Anzi, direi che si stanno arrampicando sugli specchi per difendere l'indifendibile.

Non so in quale paese abbiano vissuto sinora le autrici di questo testo, ma il fatto è che qui il moralismo non c'entra proprio nulla. Presentare l'Italia come un paese in cui ci si scandalizza come delle suorine in un convento appena un seno trapela sotto la maglietta è semplicemente ridicolo.
E' ormai da qualche decennio che siamo tutti e tutte bombardati da immagini di seni, sederi, labbra, vagine, farfalline, caviglie, cosce, e ogni tanto persino peni, per gentile concessione.

La comunicazione è talmente saturata di sesso e sessualità che ormai le parti anatomiche circolano come significanti separati dal corpo a cui teoricamente dovrebbero appartenere, sono mezzi di scambio e comunicazione, contribuiscono a costruire e gestire affetti, e partecipano al generale feticismo delle merci.

Quello di cui alcune e alcuni si sono scandalizzati non è l'esposizione di un bel corpo seminudo. L'appello all'autodeterminazione c'entra come i cavoli a merenda. Quello di cui ci si scandalizza casomai è l'ormai evidente divorzio tra mezzo e contenuto.

Il problema non è se Paola Bacchiddu possa fare o meno quello che vuole del proprio corpo: del suo corpo faccia quello che le pare.

Non sono però così convinta che Paola Bacchiddu possa altrettanto legittimamente fare quello che le pare della sinistra.

E a questo punto una domanda si pone: l'uso di un sedere come di un feticcio atto a generare una determinata reazione emotiva (l'arrapamento, per essere espliciti), secondo la medesima logica per cui un sedere nudo sul cofano di una macchina contribuisce a generare desiderio per la merce in questione (la macchina), ha qualcosa a che vedere con "L'altra Europa"?

Se sì, sarei curiosa di sapere in seguito a quale discussione e processo di elaborazione collettive, Paola Bacchiddu si è sentita legittimata a fare uso del suo corpo per generare desiderio per la lista Tsipras. Sarei anche curiosa di sapere se in questo processo di discussione ed elaborazione collettive è stata analizzata la connessione tra questa scelta e un progetto su scala europea di autodeterminazione della donna e del suo corpo. Forse la lista Tsipras vuole suggerire che per autodeterminarci dobbiamo imparare a considerare le nostre parti anatomiche come mezzi, strumenti, o persino merci come suggerisce il post della Bacchiddu?

Ecco :-o
Questa la mia personale opinione, che va al di là di una riflessione su come funziona la comunicazione di massa in Italia.



mi approfitto di questo post per fare una riflessione

IMHO qui ognuno ha pieno diritto di dire la sua, quale essa sia
vale che ciascuno ha diritto di non essere d'accordo e di dirlo, senza offese e senza personalismi: si parli della opinione in sè e non di chi l'ha espressa
mia opinione certo ma inzomma la vedo così :)
ovviamente avete diritto di non essere d'accordo :D:D:D
 

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