Grillo al 24% di media, circa (2 lettori)

nogain

Forumer storico
Esatto ci mandavo 2 ministri e dicevo siamo venuti al posto dei ns marò :up::up:
sai che bordello avrebbero creato a livello mondiale, invece la codardia dei ns politici non ha eguali al mondo, fossero stati soldati degli americani dopo 1 gg veniva fatto un blitz e li riportavano a casa :wall::wall:
ci pensavo stamane.......si faceva un figurone internazionale.....e si dimostravano 2 palle di ferro :-o

invece siamo italiani :wall::wall:
 

ninjaxx

amico del maestro...
Stanno arrivando migliaia di Etiopi....

OSPITALETTO. La vittima è una studentessa di 20 anni. I carabinieri hanno arrestato un etiope per aver abusato di lei

La giovane è riuscita a telefonare alla mamma chiedendo aiuto Un immigrato 45enne è in carcere
 
a biccari un parco eolico di alerion in autorizzazione 126 mw.
energes biccari è per 75% alerion.
il resto c'è dentro il prof michele piano e suoi soci, aziende serissime.

SOCIETA’ ENERGES BICCARI


Procedura di V.I.A.



La Ditta ENERGES BICCARI s.r.l. ha trasmesso all’Ufficio Ambiente della Provincia di Foggia richiesta di attivazione della procedi assoggettabilità a VIA relativa alla realizzazione dì un parco eolico e delle relative opere e infrastrutture connesse nel territorio del produzione di energia elettrica da fonte eolica della potenza nominale di 126 MW, ai sensi della L.R. 11 del 12 aprile 2001.
Il Dirigente deI Settore, preso atto del parere espresso dal Comitato Tecnico per la V.I.A. nella seduta del 15 GENNAIO 2013, ha determinato, con atto n. 100 del 24/01/2013 di assoggettare alla procedura di VIA il progetto di che trattasi.


ovviamente se ne parla il 2014.

ma sul sito di alerion il silenzio continua..
 

ninjaxx

amico del maestro...
A Pordenone apre il primo Locale, il PAPILLON, dove gli italiani non possono entrare.
Gestori albanesi e rumeni.
Vietato l'accesso agli italiani.

Vietato l?ingresso agli Italiani | VoxNews

Accade a Pordenone, dove un losco individuo di nazionalità albanese, definito “imprenditore”, acquista la discoteca Papillon e proibisce l’ingresso agli Italiani, se “non accompagnati”. L’ingresso è invece libero per i suoi simili, e per i Romeni.
Ovviamente nessuna associazione antirazzista aprirà bocca: la discriminazione è tale, solo se le vittime sono le “vittime” per antonomasia. E quindi devono essere: immigrati, omosessuali e in piccola parte donne, meglio se lesbiche. Altrimenti la discriminazione non esiste.
Gli Italiani faranno a meno di un locale gestito da un Albanese, probabilmente sarebbe divenuta, motu proprio e senza bisogno di “divieti”, l’ennesima discoteca per immigrati nullafacenti e rissosi evitata dagli Italiani. Ma quando un immigrato si permette una cosa del genere, questo non può passare sotto silenzio.
Ci stanno espropriando della nostra terra. Piano piano. E ora lo fanno con sempre maggiore arroganza.
 

ninjaxx

amico del maestro...
A Brescia, i ragazzi (15-19 anni) indiani, marocchini, tendenzialmente di religione mussulmana, a volte in piazza, fuori dalle chiese, dicono urlando e non alle donne anziane:
..vattene sporca cristiana...

Il sogno Italiano sta prendendo vita.....è questo il paese che la sinistra ha sempre sognato....

finalmente è realtà...
 

Jedd

GORDON GEKKO
Bersani convocato! Se non la fa figura di merd.a colossale sua e del napuletan e tempo nel cesso! Avanti cosi' italia!
 

big_boom

Forumer storico
A Pordenone apre il primo Locale, il PAPILLON, dove gli italiani non possono entrare.
Gestori albanesi e rumeni.
Vietato l'accesso agli italiani.

Vietato l?ingresso agli Italiani | VoxNews

Accade a Pordenone, dove un losco individuo di nazionalità albanese, definito “imprenditore”, acquista la discoteca Papillon e proibisce l’ingresso agli Italiani, se “non accompagnati”. L’ingresso è invece libero per i suoi simili, e per i Romeni.
Ovviamente nessuna associazione antirazzista aprirà bocca: la discriminazione è tale, solo se le vittime sono le “vittime” per antonomasia. E quindi devono essere: immigrati, omosessuali e in piccola parte donne, meglio se lesbiche. Altrimenti la discriminazione non esiste.
Gli Italiani faranno a meno di un locale gestito da un Albanese, probabilmente sarebbe divenuta, motu proprio e senza bisogno di “divieti”, l’ennesima discoteca per immigrati nullafacenti e rissosi evitata dagli Italiani. Ma quando un immigrato si permette una cosa del genere, questo non può passare sotto silenzio.
Ci stanno espropriando della nostra terra. Piano piano. E ora lo fanno con sempre maggiore arroganza.

in Giappone e' vietato l'ingresso agli stranieri nei locali per prostitute di alta classe

comunque e' successo anche a me in italia che in una edicola gestita da africani la commessa (africana) si e' rifiutata di farmi le fotocopie (all'africano dopo di me le hanno fatte)
 
Ultima modifica:

ninjaxx

amico del maestro...
in Giappone e' vietato l'ingresso agli stranieri nei locali per prostitute di alta classe

comunque e' successo anche a me in italia che in una edicola gestita da africani la commessa (africana) si e' rifiutata di farmi le fotocopie (all'africano dopo di me le hanno fatte)

L'Occidente porge sempre l'altra guancia, così ne approfittano
 

ninjaxx

amico del maestro...
“CRISTIANI DI *****”
(Piccola meditazione sulla tolleranza)


Le ho sentite conficcarsi aspramente nel cuore, senza preamboli, queste parole, esattamente la sera dell’11 dicembre scorso, erano forse le ore 18, mentre aspettavo l’autobus numero 30, che dalla via Cristoforo Colombo, altezza “Habitat”, porta verso il Largo di Torre Argentina, dov’ero diretto. Qui, in Roma.
Forse eravamo in dieci, o dodici, ad aspettare l’autobus, due o tre seduti nella panchina, gli altri a muovere piccoli passi, su e giù, dieci metri prima del cartello di fermata e dieci metri dopo, cercando di smorzare il freddo pungente del pomeriggio avanzato.

Gente qualunque, facce nostrane mescolate a qualcuna più scura, riecheggiante le lontane regioni dell’India, forse una badante, e vicino un venditore ambulante, forse; qualche faccia più scura, una nera d’Africa, sicuramente. E un signore, chissà chi, forse un operaio, a giudicare dall’abbigliamento, o anche uno studente, dato che sembrava abbastanza giovane. Più sull’olivastro, più “mediterraneo del sud”, si sarebbe detto: marocchino, si dice spesso in questi casi; o algerino, o turco… Ma che ne sappiamo noi? Anche noi sardi, in fondo, spesso siamo scuri come la pece… Un gruppetto che è sintesi del mondo che si globalizza, insomma. Si globalizza anche demograficamente. E probabilmente non è un male, questo, ma un bene.
Ma quelle parole mi sono rimaste confitte nel cervello e nel cuore come un chiodo rovente, e tuttora, se devo essere sincero con me stesso, non riesco a levarmi di dosso il loro fastidio.
Era proprio l’uomo dalla pelle più olivastra, forse turco, forse egiziano, forse… ma che ne so io? Biascicava qualche parola a mezza voce, ogni tanto, come se parlasse con se stesso. Improvvisamente però è sbottato, ad alta voce, con un aggressivo, quasi urlato “Cristiani di *****!...” e un gesto di sfida e disprezzo negli occhi.
In me, due reazioni, immediate: una istintiva, non controllata, di offesa e risentimento, violenta, accompagnata da mezzo passo verso di lui, con l’intenzione di dirgli: “Scusa, straniero: non so chi sei ma certo sei ospite qui da noi: e chi ti dà il diritto di offendere quelli che hai intorno e presso i quali sei venuto a cercare lavoro e una vita migliore?”.
L’altra reazione è subentrata un attimo dopo e mi ha fatto chiedere: “Chissà: forse è un poveruomo ubriaco, che parla come parlano gli ubriachi, lasciando che il suo inconscio tiri fuori i luoghi comuni ai quali è stato abituato negli ambienti nei quali sarà cresciuto, squallidi, degradati, forse violenti, dai quali ha assorbito antipatia od odio verso i cristiani senza mai neanche chiedersi se i cristiani siano tutti uguali, se li conosce davvero… In fondo, forse, è una vittima anche lui. Ma che schifo di vittima…”.
Mi sono trattenuto, continuando a ribollire. Non potrei mai comportarmi in quel modo, in un paese straniero, verso la religione dei suoi abitanti, condivisa o non condivisa che sia da parte mia. Non potrei. E’ un fatto di civiltà.
Ma cosa è la tolleranza? Cosa è In questo caso? E se quest’uomo non fosse ubriaco ma consapevolmente aggressivo, consapevolmente colmo di odio? Consapevolmente capace di violenza? Sarebbe stato mio dovere civile non limitarmi a subire ma fargli rilevare la stupidità assoluta della sua offesa a quanti erano lì vicini, credenti o non credenti che fossero, cristiani o non cristiani.
“Cristiano di *****”? A me? E con quale diritto, per giunta in casa mia?
Francamente, dal rovello non esco: se sono cristiano non ho tesi da dimostrare, almeno di primo acchito; se davvero sono cristiano, ho da “praticare” quella strana cosa che è il primo comandamento del vecchio e del nuovo testamento: “amare; anche i nemici… (“altrimenti, che merito ne avete?”), diceva quello stranissimo personaggio che era Gesù. Davvero, non è facile…
Se poi non sono cristiano… No, un pugno in faccia non farebbe né giustizia nè vendetta. Sarebbe solo sfogatoio. A prescindere da possibili conseguenze a catena. Eppure, a volte, anche lo sfogatoio, che fascino… Tanto più che, a nostra scusante, non abbiamo uno Stato amministrativo affidabile, per il quale sia facile che in questi casi si presenti un poliziotto che prenda per un braccio l’uomo e gli dica con sicurezza:”Lei viene con me, in cella si farà passare la sbornia, domattina pagherà una multa pari al guadagno di una giornata di lavoro per imparare che non è lecito offendere il prossimo neanche se si è ubriachi; e se si farà pescare a ripetere questa porcata di comportamento pagherà una multa pari al doppio della Sua giornata di lavoro, e poi al triplo…”.
Chi avrebbe fatto così? Giosuè Carducci, forse, l’ateo dell’Inno a Satana che però esigeva che nelle chiese si entrasse rispettosi e per pregare?... In fondo, uno Stato laico ma serio…
Mi guardo allo specchio. Non posso neanche sentirmi impotente, di fronte a questa situazione. Non me la sento di far finta di niente. Ecco, forse la realtà è che se noi, la nostra società, organizzata e ricca, non riesce a riempire se stessa di luoghi ed occasioni formative, di inculturazione e di una accoglienza che coniughi le regole severe ed obbligatorie con la solidarietà, noi non potremo risolvere il problema di tutti gli insulti e di tutte le stupide cecità fra le quali viviamo. Un pericolo sempre micidiale. E insieme a questo poveraccio ci perderemo tutti, invece che salvare lui.
La scuola, la scuola… Ma non solo la scuola. Davvero, tutti i luoghi educativi, anzi tutti i luoghi sociali. E il loro primato fra le cure della politica sociale. E il primato della formazione del cuore molto di più che il primato delle equazioni di secondo grado e della data esatta del trattato di Westfalia.
 

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