Il Generale Dempsey, ad esempio, ha detto al Senato che il riarmo di Kiev è meglio avvenga «nel contesto NATO, perché l’obiettivo di Putin è fratturare la NATO»: in pratica, gli sembra una bella idea forzare la mano a Berlino e Parigi, e a tutti gli altri europei, a partecipare alla loro follia bellica, consegnando tutte le possibili armi letali a Kiev, con ciò accelerando precisamente la crisi del blocco occidentale che vorrebbe sventare. Il Generale Breedlove, di solito una persona prudente, Supreme Allied Commander Europe
della NATO, ha raccontato ai giornalisti americani che Putin ha inviato in Ucraina «più di mille automezzi da combattimento, forze armate russe, la più sofisticata difesa aerea, battaglioni di artiglieria».
Ciò ha suscitato la stupefazione della Cancelleria di Berlino, la quale, sulla base dei rapporti dell’intelligence tedesco Bundesnachrichtendienst (BND), sa per certo che Breedlove sta mentendo: non esistono migliaia di cari armati russi nel Donbass, né battaglioni di artiglieria, né tutto il resto.
I capi a Berlino sono «stupefatti, non essendo la prima volta» che Breedlove dava i numeri, ha scritto
Spiegel, certo con l’autorizzazione della Cancelleria:
qualche settimana fa Breedlove aveva giurato che nel Donbass sferragliavano «tra 200 e 300 carri armati» di Putin, poi ha aumentato il numero a «500», e adesso dice che sono «più di mille». Frank-Walter Steinmeier il Ministro degli Esteri, ha protestato presso il capo civile della NATO, Jens Stoltenberg,
per quelle cifre in libertà di Breedlove, definite «pericolosa propaganda». Mirante solo a silurare l’approccio di Berlino nel maneggiare la crisi ucraina con la diplomazia. La NATO non ha fatto che annunciare una sempre nuova offensiva russa, proprio nei momenti in cui noi avevamo motivo per un cauto ottimismo», ha detto Niels Annen, SPD.
«Falsificazioni ed esagerazioni pongono la NATO, e per estensione l’Occidente, a rischio di perdere la sua credibilità», ha fatto sapere «un esponente tedesco al massimo livello», così allo Spiegel.
L’accusa non può essere più chiara. Anche il fatto di dirsi «stunned», ossia «stupefatti», dall’atteggiamento americano, è una espressione molto forte sul piano diplomatico.
Spiegel – ed è la prima volta per questo
media ufficioso – si spinge anche a raccontare che
Victoria Nuland, la creatrice della crisi, «non nasconde il suo legame emozionale con la Russia, dato che i suoi nonni sono immigrati in Usa dalla Bessarabia, che allora apparteneva all’impero russo»; ed è per giunta moglie del neocon Robert Kagan, «colui che ha elaborato la teoria che gli americani nascono da Marte, gli europei da Venere». Il giornale tedesco conclude che la Nuland ha tutte le probabilità di diventare il nuovo Segretario di Stato se i repubblicani rivincono la Casa Bianca alle prossime elezioni, e
«ciò allarma Berlino». Si aggiunga che la piccola ma animosa Repubblica Ceca ha rifiutato la gentile offerta americana di stazionare in permanenza truppe USA sul suo territorio.
tratto da Renzi Sotto Minaccia, Per Putin (di Maurizio Blondet) - Rischio Calcolato