Il rischio di una nuova crisi è già presente. È la ragione per cui Mario Draghi, il Presidente della Banca Centrale Europea,
ha dovuto agire il 5 giugno. Ma i limiti della sua azione dimostrano anche la sua impotenza di fondo. Le uniche cose che è stato in grado di fare sono state di introdurre un tasso negativo sui depositi ed un nuovo LTRO a favore delle banche per un ammontare di 400 miliardi di euro. Non è assolutamente l’equivalente del “quantitative easing” della riserva federale. Si sa che i tassi negativi hanno un’efficacia molto limitata.
Quanto al LTRO, ce n’era già stato uno nel 2012. È interessante guardare come ha reagito il tasso di cambio tra l’Euro e il Dollaro. La mattina del 5 giugno era sceso a 1,35 USD per 1 Euro. È risalito al 1,36 la sera stessa. È la prova che Draghi non ha più quella capacità che aveva due anni fa di incantare i mercati. Questi vogliono qualcosa di tangibile. Ma il presidente della BCE non può farlo senza aprire un conflitto maggiore con la Germania. Inoltre, i mercati guarderanno ora da molto vicino l’evoluzione della situazione in paesi come la Grecia, ma anche l’Italia e la Francia.
Sono dunque già presenti tutte le condizioni per una nuova fase di crisi nella zona euro già dalla prossima estate o da settembre.
Intervista di AD a Sapir: "Nuova fase di eurocrisi già da settembre"Scenarieconomici.it