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È a Bruxelles la lobby più potente del mondo

Pubblicato su 23 Aprile 2014 da frontediliberazionedaibanchieri in MONETA -BANCHE - VARIE

L’esercito di lobbisti che affolla le istituzioni europee di Bruxelles è composto di 1700 addetti e può vantare un fatturato di 120 miliardi l’anno

1.700 addetti per un fatturato di oltre 120 milioni di euro l’anno. Non parliamo di una multinazionale, ma dell’esercito di lobbisti che affolla le istituzioni europee a Bruxelles e della quantità di denaro fornita ogni anno da banche e altre imprese del settore per sostenerne le attività. Sono alcuni dei dati riassunti nel rapporto pubblicato il 9 aprile da Corporate Europe Observatory – CEO e intitolato “la potenza di fuoco della lobby finanziaria”.
Se è banale, se non ingenuo, pensare di sorprendersi di fronte alla notizia di un mondo finanziario che esercita una fortissima attività di lobby sulle istituzioni europee, ben diverso è vedere nero su bianco i dati e le cifre in gioco. Ogni regola, Direttiva, o ricerca passi da Parlamento, Commissione, BCE o qualsivoglia altra istituzione europea è soggetta a questa “potenza di fuoco”. “Probabilmente la lobby più potente del mondo”; parole non di un qualche gruppo di complottari, ma del Commissario Europeo Algirdas Semeta.
Così come non sono gruppi di complottari ma decine di parlamentari europei di diversi partiti e schieramenti che già a giugno 2010 sottoscrivono un appello nel quale testualmente si segnala che “possiamo vedere ogni giorno la pressione esercitata dall’industria bancaria e finanziaria per influenzare le leggi che li governano. Non c’è nulla di straordinario se queste imprese fanno conoscere il proprio punto di vista e hanno discussioni con i legislatori. Ma ci sembra che l’asimmetria tra il potere di questa attività di lobby e la mancanza di una esperienza opposta ponga un pericolo per la democrazia”.
Questo “pericolo per la democrazia” diventa purtroppo evidente scorrendo il rapporto di CEO. In sede europea il mondo finanziario supera la spesa in attività di lobby di ogni altro gruppo di interesse per un fattore di 50 a 1. Per fare un esempio tra i molti possibili, una recente discussione al Parlamento europeo su una Direttiva riguardante hedge fund e private equity, 900 emendamenti sui 1.700 totali sono stati redatti non da parlamentari ma da lobbisti del mondo finanziario.
Al Parlamento europeo sono attivi gruppi come il European Parliamentary Financial Services Forum (EPFSF) che comprende membri del Parlamento e lobbisti finanziari per “promuovere un dialogo tra il Parlamento europeo e l’industria dei servizi finanziari”. Questo dialogo comprende ad esempio inviti ai parlamentari per “seminari educativi sul trading dei derivati”. Il forum è finanziato principalmente dai suoi 52 membri, tra i quali JP Morgan, Goldman Sachs International, Deutsche Bank, Citigroup e altri. E’ possibile saperlo perché ad oggi è l’unico gruppo di rilievo in ambito finanziario a rivelare il nome dei propri membri. Il “Registro per la Trasparenza” delle attività di lobby, istituito in UE nel 2008 per provare a fare chiarezza, è infatti unicamente volontario, lasciando a imprese e lobbisti la scelta di registrarsi o meno. Sta di fatto che un singolo parlamentare europeo rivela di avere ricevuto qualcosa come 142 inviti in due anni dal mondo finanziario per “eventi”, “seminari” o simili.
Secondo il rapporto, dopo lo scoppio della crisi la lobby finanziaria ha partecipato ad almeno 1.900 incontri e consultazioni con la Commissione e le altre istituzioni europee. Un numero da mettere in relazione con il centinaio di incontri che coinvolgevano reti e organizzazioni della società civile e con gli 84 con il mondo sindacale.
Analogamente, il dato (prudenziale) di 120 milioni di euro l’anno speso per le lobby finanziarie è da mettere a confronto con una disponibilità intorno ai 2 milioni per ONG, società civile e sindacati. Un rapporto di 60 a 1 che fa impallidire i pur evidenti squilibri presenti in altri settori. Ad esempio per quanto riguarda l’agro-alimentare, la stima è di 50 milioni di euro dell’industria a fronte di 12 milioni per associazioni di consumatori, ONG e sindacati.
Lo squilibrio è se possibile ancora più impressionante quando si va a vedere la composizione dei “gruppi di esperti” ovvero gli organi consultivi ufficialmente costituiti da Commissione, BCE o agenzie di supervisione finanziaria per ricevere consigli e pareri su aspetti e normative specifiche. In molti casi la rappresentanza supera abbondantemente il limite della decenza, se non quello del ridicolo. Nel De Larosière Group on financial supervision in the European Union 62 membri dal mondo finanziario, 0 da società civile, sindacati o altri gruppi di interesse; sulla MIFID, direttiva fondamentale sul funzionamento dei mercati finanziari europei, 77 contro 5; nel gruppo di esperti sui Derivati, 86 esperti del mondo finanziario, 0 tra Ong, consumatori o sindacati. Secondo il rapporto, in totale oltre il 70% dei consulenti e degli esperti nei gruppi della Commissione ha legami diretti con il mondo finanziario, a fronte di uno 0,8% delle Ong e del 0,5% dei sindacati.
Se possibile va ancora peggio alla BCE, che ha promosso degli “Stakeholder Groups”. La parola stakeholder viene solitamente tradotta in italiano con “portatore di interesse” e dovrebbe indicare chiunque ha appunto un qualche interesse in una determinata impresa o istituzione. Il gruppo presso la BCE prevedeva 95 membri provenienti dal settore finanziario, e 0 (zero!) tra organizzazioni della società civile, consumatori, sindacati. Veniamo così a scoprire che le politiche della Banca Centrale Europea non hanno evidentemente nessun interesse per cittadini e lavoratori europei.
I risultati? Qualsiasi proposta di regolamentazione va avanti nel migliore dei casi con il freno a mano tirato, e le legislazioni in materia finanziaria vengono diluite fino a renderle spesso totalmente inefficaci. Il mondo finanziario in massima parte responsabile dell’attuale crisi continua a lavorare indisturbato, mentre al culmine del paradosso sono Stati e cittadini che la stessa crisi l’hanno subita a ritrovarsi con il cerino in mano e a dovere accettare sacrifici e austerità.
La burocrazia europea procede a ritmi impressionanti quando si tratta di imporre vincoli e controlli, se non una vera e propria ingerenza, sugli Stati sovrani, i loro conti economici e le loro politiche. Ma dall’altra parte la bozza di Direttiva sulla tassa sulle transazioni finanziarie rimane impantanata tra infinite discussioni e veti incrociati. La separazione tra banche commerciali e banche di investimento, che tutti gli studi riconoscono come un passo essenziale per evitare il ripetersi di disastri come quello degli ultimi anni, è ancora un vago progetto. A settembre 2013 il Commissario europeo Barnier annuncia tranquillamente in un comunicato stampa che “dobbiamo ora affrontare i rischi posti dal sistema bancario ombra”. Mentre gli Stati sono sottoposti a un controllo strettissimo, per il gigantesco sistema bancario ombra che si muove al di là di qualsiasi regola o controllo, a cinque anni dal fallimento della Lehman Brothers e oltre sei dallo scoppio della crisi, la Commissione, bontà sua, dichiara che è tempo di mostrare un qualche interesse.
Se le istituzioni europee avessero dimostrato verso il gigantesco casinò finanziario che ci ha trascinato nella crisi solo una frazione dell’impegno messo per imporre sacrifici e austerità a chi ne ha pagato le conseguenze, probabilmente oggi i cittadini europei starebbero leggermente meglio. In una recente intervista, Luciano Gallino ricorda che “il paradosso è che la crisi, fino all’inizio del 2010, è stata una crisi delle banche. Poi è iniziata una straordinaria operazione di marketing: si è fatta passare l’idea che il problema fossero i debiti pubblici degli stati”. Da oggi riusciamo a capire un po’ meglio con quali mezzi e risorse tale straordinaria operazione di marketing sia stata e continui ad essere realizzata.
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Tratto da:InvestireOggi - La guida agli investimenti finanziari e di Borsa.
 
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DIEGO FUSARO: Kant e la difesa degli Stati contro la monarchia universale

di Diego Fusaro
1 mese fa
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Marzo 2014. DIEGO FUSARO: Kant e la difesa degli Stati contro la monarchia universale. LA FILOSOFIA E I SUOI EROI

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Piace a Nicoletta Forcheri e ad altri 160
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Ecco il piano segreto della Germania per ridurre l'Italia in schiavitù (dopo il 25 maggio)

di Treviso 24
5 giorni fa
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Stefano Cobello, candidato veronese del Movimento Cinquestelle, svela i dettagli del "fondo di redenzione" che consentirà ad altri Stati di imporre
 

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velivoli da guerra, velivoli strategici
Moria di banchieri 2: Liechtenstein e Belgio

aprile 22, 2014 1 commento

Il 4 aprile, nel Principato del Liechtenstein, Juergen Frick, CEO della Bank Frick & Co. AG, è stato ucciso nel garage del banca, nella città di Balzers. Bloomberg riporta: “il 48enne è stato ucciso nel garage sotterraneo dell’istituto finanziario di Balzers alle 7:30 ora locale. Il sospetto, Juergen Hermann, è fuggito su una Smart con targa del Liechtenstein, secondo la polizia”. Il defunto Juergen Frick era il CEO della Bank Frick & Co. AG, affermava Radio 1 della Svizzera. Hermann è un gestore di fondi coinvolto in una disputa con il governo del Liechtenstein e la Banca Frick da molti anni, secondo Radio 1. “Il governo del Liechtenstein e l’autorità di vigilanza del mercato finanziario del Paese avrebbero “illegalmente distrutto la società di investimento Hermann Finance e i suoi fondi, privandomi della mia vita”, secondo il sito della Hermann Finance AG. Aveva intentato cause per recuperare 200 milioni di franchi svizzeri dal governo e 33 dalla Bank Frick, secondo il sito. L’istituto di credito “si arricchisce illegalmente”, accusava Hermann“. L’auto della fuga fu poi ritrovata nel villaggio di Ruggell, 25 km a nord di Balzers. “L’area è perlustrata da 120 poliziotti con cani ed elicotteri”. Il CEO Jurgen Frick era presente in tutte le attività della Bank Frick & Co. AG, fondata nel 1998, in particolare come client advisory nel finanziamento e sviluppo dei prodotti finanziari. Supervisiona anche tutti i progetti di sviluppo immobiliare della Banca. Juergen era anche presidente del consiglio della Crystal Fund Management AG, filiale della Bank Frick & Co., che a sua volta è attiva nella gestione patrimoniale e fornisce una gamma di servizi di consulenza, specializzata anche nello sviluppo e amministrazione dei fondi. La banca intrattiene stretti legami con una rete di fiduciari, assicuratori, esperti fiscali, fondi di investimento e studi legali in tutto il mondo. La Combinvest è la holding di tutte le azioni bancarie di cui la famiglia Frick detiene la quota di maggioranza. Nel 2011, la presenza internazionale della Bank Frick venne ampliata con l’apertura di una filiale a Mayfair, Londra.
Poi il 18 aprile la notizia di un’altra esecuzione, l’omicidio in Belgio, della città di Visé, del direttore della locale BNP Paribas Fortis, insieme alla moglie e al nipote di 9 anni. L’Avenir:
Marcel Neven, sindaco di Visé, non sa spiegare ancora cosa ha causato la sparatoria che ha scosso il quartiere del palazzetto dello sport della sua città, questo 18 aprile a tarda notte. Un uomo di 37 anni, Benoit Philippens, direttore della banca di Ans-Saint-Nicolas, è stato ucciso. Anche un bambino di 9 anni, che viveva a Dolhain, è stato ucciso. La moglie dell’uomo, zia e madrina del bambino, Carol Haid, 37anni, è morta per le ferite il 19 aprile mattino. È stata colpita da tre proiettili alla schiena, ha detto una fonte giudiziaria. Secondo informazioni dalle indagini e di alcuni testimoni, un auto era davanti la loro casa, in via Berneau, nei pressi del palazzetto dello sport. Quando l’automobile delle vittime rientrava, colpi sono stati sparati dall’auto che aspettava pazientemente. L’assassino è attivamente ricercato. Finora non sono stati trovati né il tiratore né un movente per l’esecuzione: “Alcuni suggeriscono la presenza di un solo uomo armato con una pistola automatica, altri si sono sorpresi trovando un foro di proiettile in una delle finestre del palazzetto dello sport”. Ciò significa che l’assassino era già nel vialetto di casa in attesa delle vittime”, dice una fonte vicina al caso. Come nell’omicidio in Liechtenstein, c’è la possibilità che l’omicidio sia opera di un ex-cliente: “L’indagine è in corso, ma sembra che la pista della resa dei conti sia la preferita. Al giornale 7Dimanche, un amico di Benoit ricorda che aveva un grave contenzioso con un cliente, sei mesi fa. Aveva anche minacciato il direttore pubblicamente, che ha poi dovuto mettere alla porta. Sei mesi fa mi ha detto che ebbe una grave discussione con un cliente straniero”.
Inutile dire che gli abitanti della tranquilla cittadina sono storditi dalla notizia: “Secondo i vicini, “la coppia ha vissuto per 5 o 6 anni” nella piccola casa. Erano sposati da poco più di un anno. Il quartiere è scosso anche perché era una famiglia normale. “Di solito le sparatorie nella regione, sono spesso affari di droga degli olandesi, essendo non lontano il confine”. Il sindaco non ha detto altro sulle possibili cause di questa notizia spiacevole. Ha osservato, tuttavia, che l’occupazione della vittima, banchiere, “forse potrebbe” essere correlata al dramma. Marcel Neven aggiunge che questa è la prima volta da quando è sindaco che ha a che fare con un tale crimine violento. “La polizia è arrivata sulla scena il 18 aprile sera, e fu scioccata nel vedere i corpi nel vialetto”.”
Elenco dei morti nel mondo della finanza nel 2014
1 – Deutsche Bank, William Broeksmit
2 – il primo di questo anno della JP Morgan, nel Regno Unito, Gabriel Magee
3 – (ex-Federal Reserve) Russell Investments, Mike Dueker
4 – direttore delle comunicazioni della Swiss Re AG, Tim Dickenson
5 – (ex banchiere) Richard Talley, uno strano caso
6 – secondo della JP Morgan, Henry Ryan Crane
7 – terzo della JP Morgan, a Hong Kong, Li Junjie
8 – National Bank of Commerce, James Stuart Jr
9 – quarto della JP Morgan, Jason Alan Salais
10 – commerciale della Vertical Group, Edmund Reilly
11 – quinto della JP Morgan, poi Capital Levy, Kenneth Bellando
12 – sesto della JP Morgan? Biker, avvocato
13 – ex-CEO di ABN Amro Bank (Olanda), Jan Peter Schmittmann
14 – CEO della Bank Frick & Co. AG, Lichtenstein, Juergen Frick
15 – direttore di una filiale della BNP Paribas Fortis, Belgio, Benoit Philippens
A cura di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
 

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http://www.controinformazione.info/
Follia UE: In programma il “Debt Redemption Found”: 1.000 euro all’anno di tasse per persona per 20 anni



22 mar 2014

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AutoreRedazione
Pubblicato inEconomia


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Follia UE: In programma il “Debt Redemption Found”: 1.000 euro all’anno di tasse per persona per 20 anni

Pubblichiamo una interessante analisi sui nuovi strumenti finanziari predisposti dalla Commissione Europea
di Andrea Succi
Alzi la mano quanti hanno sentito parlare dell’ultima, mostruosa, follia targata Unione Europea: il Debt Redemption Fund. I giornaloni nostrani, tutti protesi a contarci le gesta renziane, si sono “dimenticati” di svelare l’arcano. Potevano non sapere? No, perché persino il quotatissimo Financial Times, nel novembre 2011, descriveva “l’urgenza europea di creare un Debt Redemption Fund”. Ma tutti i nodi vengono al pettine e Marzo 2014 è il termine ultimo che il Gruppo di Esperti, incaricati da Bruxelles, si è dato per presentare il report finale su DRF. Cerchiamo, allora, di capire cos’è e perché (quasi) tutti ce lo tengono nascosto.

La migliore descrizione di quanto folle, stupida e pericolosa sia l’idea del Debt Redemption Fund l’ha data Alessandro Guzzini su Micromega.
“Si è fatta strada negli ultimi tempi l’idea di un Fondo di Redenzione come alternativa agli Eurobond. Ma se davvero fosse attuato, il 10% del PIL italiano dovrebbe, per 20 anni, andare al servizio (e all’estinzione) del debito: una follia per chiunque abbia una minima nozione di Macroeconomia e di Fiscalità.”
Guzzini è amministratore delegato e presidente del comitato investimenti di FinLABO Sim, società d’investimenti. Laureato con lode in ingegneria e diplomato al Master ISTAO in gestione di impresa, ha iniziato la sua carriera come consulente di direzione alla JMAC Europe. E’ socio AIAF (Associazione Italiana Analisti Finanziari) e membro del consiglio di amministrazione di Fimag Spa (Gruppo Guzzini), della IGuzzini Spa e di Finlabo Investments Sicav SA.
Non è, quindi, un anti-europeista alla Grillo o un “complottista” alla Barnard, per capirci.
“L’idea dei tedeschi – continua Guzzini su Micromega – è di creare un fondo che acquisti il debito pubblico di ogni paese che ecceda il 60% del PIL dello stesso. Secondo i piani, il fondo dovrebbe avere una garanzia congiunta di tutti i paesi dell’Eurozona e dovrebbe finanziarsi emettendo titoli di debito sul mercato. (…) Il fondo andrebbe ammortizzato in 20 anni, quindi ogni anno ogni paese si dovrebbe impegnare a versare gli interessi (che rimarrebbero ugualmente elevati, non è previsto infatti una rimodulazione degli stessi essendo i titoli già emessi sul mercato) ed una quota del debito stesso.
Facendo l’esempio dell’Italia quindi, il fondo acquisterebbe un ammontare di debito pubblico pari a circa il 65% del PIL (quindi circa 1000 miliardi): ogni anno l’Italia dovrebbe versare al fondo quindi circa 50 miliardi come rimborso del capitale ed altri 40 circa a titolo di interesse; in pratica al fondo andrebbe versato ogni anno quasi il 6% del PIL. Da notare che all’Italia poi rimarrebbe sempre in carico il 60% del proprio debito (sempre in rapporto al PIL): questo debito diventerebbe di fatto subordinato al primo ed è quindi evidente che i tassi di interesse sui nuovi titoli emessi salirebbero invece di scendere! È probabile quindi che per servire il debito che rimarrebbe in carico direttamente al paese l’Italia dovrebbe, con tutta probabilità, spendere circa un altro 3-4% del proprio PIL. In totale quindi il 10% del PIL italiano dovrebbe, per 20 anni, andare al servizio (e all’estinzione) del debito: chiunque abbia la minima nozione di Macroeconomia e di Fiscalità pubblica può capire come sia del tutto assurdo che ciò possa essere realizzabile!”
50 miliardi all’anno fa, less or more, circa 1.000 euro a testa all’anno, compressi vecchi in punto di morte e neonati.
Gli esperti, o presunti tali, che compongono il gruppo di lavoro sul Debt Redemption Fund sono undici: qui trovate tutti i nomi. Su cui spicca un nome in particolare, perché esaustivo del sistema alla base del DRF: parliamo di Beatrice Weder di Mauro, tecnocrate con un passato lavorativo prima al Fondo Monetario Internazionale poi alla Banca Mondiale. Oggi la signora siede nel board della ThyssenKrupp, l’azienda tedesca condannata al risarcimento danni per il rogo di Torino e la morte di 7 operai, ed nel board di Hoffman-La Roche, l’azienda svizzera accusata, insieme a Novartis, di disastro doloso per aver fatto “cartello” sui farmaci.
Ora, la domanda è questa: possono siffatti “esperti” decidere, senza condizionamenti, del destino di un’Europa intera?
La risposta la avremo a breve. E ci sarà poco da stare allegri.
Fonte: Infiltrato.it
 

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Redazione / L’Italia è finita. Non c’è più nulla da fare
L’Italia è finita. Non c’è più nulla da fare

25 aprile 2014 1 Commento
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Brunetta aveva fatto l’ultimo tentativo: «Rinnoviamo il nostro appello, per la verità l’ultimo, affinché non si compia un atto che potrebbe avere conseguenze estremamente gravi per il nostro Paese. Le norme devono essere coperte, secondo modalità che non lascino dubbio alcuno, se non si vuole far ripiombare l’Italia nell’incubo di una nuova procedura d’infrazione»
Napolitano gli ha dato ragione.
Beh certo, ha firmato il decreto, non lo avesse fatto sarebbe crollata l’Italia e sarebbe stata la più grande notizia degli ultimi 50 anni, perché si sarebbe posto fine all’agonia del nostro Paese.
Un’agonia che invece continua e porta solo povertà e disperazione nella gente sempre più “sull’orlo di una crisi di nervi”.

Però Napolitano, naturalmente in politichese, cioè nella lingua che conosce meglio visto che la parla da settant’anni, ha voluto prendere le distanze da ciò che si apprestava a fare ed, in maniera del tutto inusuale, ha convocato al Quirinale, prima della firma, il Ministro dell’Economia (Renzi, come si sa, conta come il due di picche), per uno “scambio di opinioni” con il titolare del dicastero di via XX Settembre.
Insomma, sempre in politichese, ha voluto dire in maniera chiara e perentoria “è una porcata! Ma devo firmarla per non far andare a casa tutti”.
Certo il messaggio di Napolitano è stato chiaro, ma ancora una volta “il fatto” sì, insomma … “in concreto” l’Italia continua a dissanguarsi e la fine sarà così ancor più atroce e dolorosa.
Sembra proprio che Napolitano non voglia passare alla storia per esser stato l’ultimo Presidente della Repubblica italiana e pare che alla fine dell’anno voglia lasciare il Quirinale, segno inequivocabile che anche lui abbia capito ormai che non c’è più nulla da fare.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro
 

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Internet è un progetto della Cia”
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25 aprile 2014 |
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Autore Redazione | Stampa articolo

Il presidente russo si rivolge ai suoi connazionali, spiegando come il traffico e le ricerche vengano monitorati da server presenti negli Stati Uniti
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Il presidente russo Vladimir Putin ha definito Internet un “progetto della CIA” e, parlando a un gruppo di giornalisti nel corso di un evento televisivo, li ha messi in guardia spiegando come i dati di ricerca finiscano su server presenti in territorio statunitense.
Secondo Putin Internet sarebbe un “progetto speciale” della Central Intelligence Agency. A una specifica domanda su Google, Putin ha detto che il traffico web della società passa attraverso server statunitensi in cui “tutto è monitorato”.
La guerra di Putin al web, però, non si è limitata alle dichiarazioni. Da tempo il Cremlino sta cercando il modo per esercitare un maggiore controllo su Internet, visto che molti attivisti dell’opposizione, impossibilitati a prendere parte alle trasmissioni televisive, hanno utilizzato la Rete per promuovere le loro idee e organizzare le proteste.
All’inizio di questa settimana il Parlamento russi ha approvato una legge che impone, a tutti i social media che vogliono mantenere i loro server in Russia, di salvare tutte le informazioni degli utenti per sei mesi. Un’altra legge approvata di recente ha permesso al governo di Mosca di bloccare i siti blacklist senza un ordinanza del tribunale e attualmente uomini d’affarui vicini al presidente russo controllano il principale social network del Paese:VKontakte.
Il leader dell’opposizione russa Alexei Navalny si è visto bloccare il suo popolare blog e un altro sito di notizie molto letto che ha sempre offerto informazioni sulle lotte dell’opposizione è stato fortemente osteggiato da Mosca fino alla cacciata del suo direttore. Putin si è spesso espresso in toni caustici contro Internet fino a dire che la Rete è per “metà pornografia”.
Fonte: Putin says Internet is a CIA project - Europe - Al Jazeera English



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domenica 27 aprile 2014

BANCHIERI, ELITE, CABALA MONDIALE E QUEL CHE CONTROLLA



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Il controllo degli Stati Uniti, e della politica globale, da parte delle famiglie più ricche del pianeta, viene esercitato in maniera profonda, assoluta e clandestina. Questo controllo ha avuto inizio in Europa e ha una continuità che può essere fatta risalire al tempo in cui i banchieri hanno scoperto che era più redditizio fare prestiti ai governi che a singoli individui bisognosi.

Queste famiglie di banchieri e i loro beneficiari asserviti sono arrivati a possedere le imprese più importanti, nel corso di due secoli, durante i quali si sono, segretamente e in maniera crescente, organizzati come controllori dei governi di tutto il mondo e come arbitri della guerra e della pace.


Se non capiremo questo non saremo in grado di comprendere le vere ragioni per le due guerre mondiali e l'imminente Terza Guerra Mondiale [articolo del 2011, ndr] , una guerra che quasi certamente inizierà come conseguenza del tentativo americano di conquistare e controllare l'Asia centrale. L'unica via di uscita per gli Stati Uniti è fare marcia indietro - cosa che i popoli degli Stati Uniti e del mondo vogliono, ma l'elite no.


Gli Stati Uniti sono un paese controllato attraverso la proprietà privata della Federal Reserve, che a sua volta è controllata da un manipolo di famiglie di banchieri che si sono affermate soprattutto con l'inganno.


Nel suo interessante libro The Secret Team (La Squadra Segreta), il colonnello Fletcher Prouty, l'ufficiale addetto alle istruzioni del Presidente degli Stati Uniti dal 1955 al 1963, narra un importante episodio, in cui Winston Churchill pronunciò delle parole rivelatrici durante la seconda guerra mondiale: "In questa notte particolare c'è stato un pesante raid su Rotterdam. Rimase lì seduto, meditando, e poi, come parlando a se stesso, disse 'guerra sottomarina indiscriminata, senza restrizioni nei bombardamenti aerei - questa è guerra totale' Continuò a stare seduto lì, a guardare una grande mappa, e poi disse, 'Il Tempo e l'Oceano e qualche stella polare e la Grande Cabala (High Cabal) ci hanno reso quello che siamo'. "
Prouty afferma inoltre: "Fu una scena memorabile e un'insolita rivelazione della realtà, nella migliore delle ipotesi. Se per il grande Winston Churchill, vi è una 'Grande Cabala' che ci ha reso ciò che siamo, la nostra definizione è completa. Chi poteva sapere meglio dello stesso Churchill, durante i giorni più bui della seconda guerra mondiale, che esiste, senza dubbio, la Grande Cabala Internazionale? Questo era vero allora. E' vero oggi, specialmente in questi tempi di Ordine Globale. Questo onnipotente gruppo ha affermato la sua superiorità perché aveva imparato il valore dell'anonimato". Questa "Grande Cabala" è la "Cabala Globale" di oggi, chiamata anche l'elite da diversi scrittori.[ David Icke in particolare]

La Grande Cabala e Quello che Loro controllano

L'elite detiene i mezzi di comunicazione, le banche, la difesa e l'industria petrolifera. Nel suo libro Chi è chi dell'Elite, Robert Gaylon Ross Sr. afferma: "È mia opinione che loro detengono i militari americani, la NATO, il Servizio Segreto, la CIA, la Corte Suprema, e molte delle corti inferiori. Essi sembrano controllare, direttamente o indirettamente, la maggior parte delle agenzie dello stato, delle contee, e le forze di polizia locali."


L'elite è intenta a conquistare il mondo sfruttando le capacità del popolo degli Stati Uniti. E' stato nel lontano 1774 che Amschel Mayer Rothschild ha dichiarato in una riunione dei dodici uomini più ricchi di Prussia a Francoforte: "Le guerre devono essere condotte in modo che i popoli di entrambe le parti siano ulteriormente in debito con noi." Egli ha inoltre dichiarato nello stesso incontro: "panico e depressioni finanziarie alla fine avranno come risultato un Governo Mondiale, un Nuovo Ordine Mondiale."


L'elite possiede numerosi "think tanks" che operano per espandere, consolidare e perpetuare la loro influenza sul mondo. Il Royal Institute of International Affairs (RIIA), il Council on Foreign Relations (CFR), il Gruppo Bilderberg, la Commissione Trilaterale, e molte altre organizzazioni simili sono tutte finanziate dall'elite e lavorano per essa. Questi gruppi di riflessione pubblicano giornali, come ilForeign Affairs, in cui queste idee imperialiste e contro la specie umana vengono pubblicate, e poi, se necessario, allargate in forma di libri ai quali danno ampia pubblicità.


Zbigniew Brzezinski e Henry Kissinger ed altri, nonché i "pensatori" neo-con, devono la loro posizione e il buon tenore di vita alla generosità dell'élite. Questo è un punto importante che deve essere tenuto in bella vista in ogni momento. Questi pensatori e scrittori sono sul libro paga dell'élite e lavorano per loro. Nel caso qualcuno avesse dubbi su una simile affermazione, potrebbe essere di auto leggere le seguenti citazioni dal libro di indagini scientifiche approfondite del Professor Peter Dale Scott La strada verso l'11/9 - Ricchezza, Impero, e il futuro dell'America (University of California Press, 2007 ):
... Bundy Harvard pupillo di Kissinger è stato chiamato ad essere consigliere della sicurezza nazionale, dopo aver presieduto un importante "gruppo di studio" presso il Council on Foreign Relations. Come ex assistente di Nelson Rockefeller, Kissinger era stato pagato da Rockefeller per scrivere un libro sulla guerra limitata, per il CFR. Aveva anche lavorato duramente durante la perdente campagna elettorale per la nomination presidenziale di Rockefeller nel 1968. Così Rockefeller e il CFR potrebbero essere stati esclusi dal controllo del Partito Repubblicano, ma non dalla Casa Bianca Repubblicana. (Pag. 22)
La seguente citazione da pagina 38 del libro è molto rivelatrice:
La relazione Rockefeller-Kissinger era complessa e certamente intensa. Come ha scritto il giornalista investigativo Jim Hougan: "Kissinger, sposato con un'ex assistente di Rockefeller, proprietaria di una villa a Georgetown, il cui acquisto fu possibile solo grazie a donazioni e prestiti di Rockefeller, è sempre stato un protetto del suo patrono Nelson Rockefeller, anche quando non era direttamente alle sue dipendenze".
Il Professor Scott aggiunge:
L'arrivo di Nixon e Kissinger alla Casa Bianca nel 1969 coincise con la nomina di David Rockefeller a presidente della Chase Manhattan Bank. La politica estera di distensione di Nixon e Kissinger era altamente congruente con la spinta di Rockefeller ad internazionalizzare le operazioni bancarie della Chase Manhattan. Così nel 1973 la Chase Manhattan è diventata la prima banca americana ad aprire un ufficio a Mosca. Pochi mesi dopo, grazie ad un invito di Kissinger, Rockefeller divenne il primo banchiere americano a parlare con i leaders comunisti cinesi a Pechino.
Come manipolare l'opinione pubblica
In aggiunta a questi strategici "think tanks", l'élite ha creato una catena di istituti di ricerca dediti a manipolare l'opinione pubblica secondo i desideri dell'elite. Come sottolineato da John Coleman nell'apertura del suo libro rivelatore l'Istituto Tavistock sulle relazioni umane - Un progetto per il declino morale, spirituale, culturale, politico ed economico degli Stati Uniti d'America, l'istituto fu fondato nel 1913 alla Wellington House di Londra per manipolare l'opinione pubblica. Secondo Coleman:
La moderna scienza della manipolazione di massa è nata alla Wellington House, Londra, il robusto infante tenuto a battesimo da Lord Northcliffe e Lord Rothmere. La monarchia britannica, Lord Rothschild, i Rockefeller sono responsabili del finanziamento all'impresa ... lo scopo di quelli della Wellington House era quello di effettuare un cambiamento nelle opinioni dei cittadini britannici che erano fermamente contrari alla guerra con la Germania, un compito formidabile che è stato realizzato con l'"opinion making", attraverso sondaggi. Lo staff era composto da Arnold Toynbee, un futuro direttore di studi presso il Royal Institute of International Affairs (RIIA), Lord Northcliffe, e gli americani Walter Lippmann e Edward Bernays. Lord Northcliffe era collegato ai Rothschilds tramite il matrimonio.
Bernays era nipote di Sigmund Freud, un fatto mai menzionato, e sviluppò la tecnica della "costruzione del consenso" Quando Sigmund Freud si trasferì in Gran Bretagna, anche lui, di nascosto, divenne associato a questo istituto attraverso l'Istituto Tavistock. Secondo Coleman, Bernays ha "aperto la strada all'uso della psicologia e altre scienze sociali per manipolare e formare l'opinione pubblica in modo che il pubblico pensasse che tali opinioni fossero spontanee."
IlTavistock Institute ha 6 miliardi di dollari di fondi e 400 organizzazioni ausiliarie che sono sotto il suo controllo insieme a 3.000 think thanks, per lo più negli Stati Uniti. Lo Stanford Research Institute, l'Istituto Hoover, l'Aspen Institute del Colorado, e molti altri, dediti alla manipolazione degli Stati Uniti così come dell'opinione pubblica mondiale, sono emanazione del Tavistock. Questo aiuta a spiegare perché il pubblico americano, in generale, è così ipnotizzato da essere incapace di vedere le cose chiaramente e reagire.
Il ricercatore del Bildelberg Daniel Estulin cita, dal libro di Mary Scobey Coltivare Umanità, una dichiarazione attribuita al professor Raymond Houghton, secondo cui il CFR è stato chiaro per lungo tempo nel dire che "il controllo totale del comportamento è imminente ... senza l'auto Realizzazione dell'umanità una crisi è a portata di mano. "
Si tenga anche presente che attualmente l'80% dei mezzi di comunicazione e di stampa degli Stati Uniti è di proprietà di solo sei grandi aziende. Questo sviluppo ha avuto luogo negli ultimi due decenni. Queste società sono di proprietà dell'elite. E' quasi impossibile per chi è a conoscenza di ciò che sta accadendo a livello globale, guardare, anche per pochi minuti, le bugie, le distorsioni e falsificazioni, riversate incessantemente da questi media, organi di propaganda e lavaggio del cervello dell'élite.
Una volta che il quadro è chiaro, è anche facile notare il silenzio criminale dei media sui crimini perpetrati contro l'umanità per volere delle élites. Quante persone sanno che i tassi di cancro a Falluja, in Iraq, sono superiori a quelli di Hiroshima e Nagasaki a causa dell'uso di uranio impoverito, e forse di altri dispositivi nucleari segreti, da parte delle forze degli Stati Uniti? Falluja è stata punita per la sua eroica resistenza contro le forze americane.
L'importanza di Eurasia
Perché gli Stati Uniti sono in Asia Centrale? Per capire questo, si devono guardare gli scritti dei tirapiedi dell'élite - Brzezinski, Kissinger, Samuel P. Huntington, e loro simili. E' importante notare che i membri di questi think thanks pagati dall'elite pubblicano libri come parte di una strategia finalizzata a dare rispettabilità a successive, immorali e predatorie azioni illegali che devono essere intraprese per volere delle élites. Le opinioni non sono necessariamente loro - sono le opinioni dei think thanks. Questi tirapiedi formulano e annunciano politiche e piani per volontà dei loro padroni, attraverso organismi come il Council on Foreign Relations, il Bilderberg Group, ecc
Nel suo libro infinitamente arrogante La Grande Scacchiera, pubblicato nel 1997, Brzezinski ha spiegato la filosofia dietro l'esplosione militare statunitense in corso. Comincia citando i ben noti punti di vista del geografo britannico Sir Halford J Mackinder (1861-1947), un altro lavoratore per l'elite. Mackinder era un membro del 'Coefficients Dining Club' istituito dai membri della Fabian Society nel 1902. La continuità delle politiche dell'élite è indicata dal fatto che Brzezinski parte dalla tesi di Mackinder proposta per la prima volta nel 1904: "Chi governa l'Est Europa comanda l'Heartland: chi governa l'Heartland comanda il Supercontinente(Eufrasia): chi comanda il Supercontinente comanda il mondo".
Brzezinski sostiene che, per la prima volta nella storia umana, una potenza non-eurasiatica è diventata preminente e deve dominare sul continente eurasiatico, se vuole rimanere la potenza globale preminente: "Per l'America il premio geopolitico principale è l'Eurasia ... Circa il 75 per cento della popolazione mondiale vive in Eurasia ... l'Eurasia rappresenta circa il 60 per cento del PIL mondiale e circa i tre quarti delle risorse energetiche mondiali conosciute".
Non è solo la posizione geostrategica della regione - è anche la sua ricchezza, "sia delle sue imprese che sotto il suo suolo", ad esercitare questa attrazione per l'élite la cui avidità di denaro e sete di potere, restano insaziabili, come se fossero afflitti da una malattia.
Brzezinski scrive: "Ma è sul campo da gioco più importante del globo - l'Eurasia - che a un certo punto potrebbe sorgere un potenziale rivale dell'America. Questa focalizzazione sui giocatori chiave e valutazione attenta del terreno deve essere un punto di partenza per la formulazione di una geostrategia americana per la gestione a lungo termine degli interessi geopolitici dell'America in Eurasia".
Queste linee sono state pubblicate nel 1997. Milioni di persone sono morte negli ultimi due decenni, e milioni hanno perso la casa in questa regione, ma per Brzezinski essa rimane un "campo" da gioco e il suo trastullo! Nel suo libro, Brzezinski ha tracciato due mappe molto interessanti - una di queste porta il titolo La zona globale di penetrante violenza (pagina 53) e l'altra (pag. 124) è intitolata I Balcani euroasiatici. La prima di queste racchiude una regione che comprende i seguenti paesi: Sudan, Egitto, Arabia Saudita, Turchia, Siria, Iraq, Iran, tutti gli Stati dell'Asia Centrale, Afghanistan, Pakistan e parti della Russia e dell'India. La seconda ha due cerchi, un cerchio interno e un cerchio più ampio - il cerchio esterno racchiude gli stessi paesi della prima mappa, ma il cerchio interno comprende Iran, Afghanistan, Turchia orientale e le repubbliche ex sovietiche in Asia centrale.
"Questa vasta regione, lacerata da odi esplosivi e circondata da potenti vicini concorrenti, è probabile che sia un campo di battaglia importante ..." scrive Brzezinski. Egli scrive ancora: "Una possibile sfida al primato americano dal fondamentalismo islamico potrebbero essere parte del problema di questa regione instabile." Queste righe sono state scritte in un momento in cui questo tipo di fondamentalismo non era un problema - Successivamente gli Stati Uniti hanno manipolato le cose e hanno scelto di crearne uno con tattiche provocatorie e ingannevoli. Secondo i suoi pensatori strategici, gli Stati Uniti potrebbero affrontare una sfida seria da una coalizione di Cina, Russia e Iran e devono fare tutto il possibile per evitare la formazione di una simile coalizione.
Per Brzezinski, il "terrorismo" - un concetto in stile Tavistock - è solo una strategia ben pianificata e ben congegnata, una menzogna e un inganno, per fornire una copertura per una presenza militare nella regione eurasiatica Centrale e altrove. Esso viene utilizzato per tenere il pubblico americano in uno stato di paura, per mantenere la Russia in uno stato di insicurezza riguardo ad ulteriori rotture (gli Stati Uniti hanno addestrato e sostenuto i combattenti ceceni, completamente "terroristi") per giustificare la presenza delle truppe statunitensi all'interno e nei dintorni dell'Asia centrale.
Preparazione della Guerra al Terrorismo
Il terrorismo giustifica la trasformazione degli Stati Uniti in uno stato di polizia. Secondo il Washington Post del 20 e 21 dicembre 2010,gli Stati Uniti hanno 4.058 organizzazioni anti-terrorismo! Queste non sono certamente destinate ai cosiddetti terroristi, che operano in Asia centrale - il numero supera di gran lunga il numero dei cosiddetti terroristi in tutto il mondo. Lo sfrenato spionaggio interno da parte delle agenzie degli Stati Uniti è ormai un dato di fatto e il pubblico americano, come sempre, ha accettato questo a causa della collusione dei media e di Istituti come il Tavistock di proprietà dell'elite.
Lo storico statunitense Howard Zinn si esprime molto bene: "La cosiddetta guerra al terrorismo non è solo una guerra contro persone innocenti in altri paesi, ma anche una guerra contro il popolo degli Stati Uniti: una guerra alla nostra libertà, una guerra al nostro tenore di vita. La ricchezza del paese viene rubata al popolo e consegnata ai super ricchi. Le vite dei nostri giovani vengono rubate. E i ladri sono alla Casa Bianca." In realtà i ladri controllano la Casa Bianca e lo fanno da lungo tempo.
Nel suo libro eccezionale Crossing the Rubicon, Michael Ruppert sottolinea che gran parte della violenza nella regione asiatica centrale così come in Pakistan, che è stato incluso in due mappe nel libro di Brzezinski, è stata "avviata da delegati degli Stati Uniti". "Dato che queste mappe sono state pubblicate ben quattro anni prima che il primo aereo colpisse il World Trade Centre, rientrano in una categoria di prove che ho imparato al Dipartimento di Polizia di Los Angeles [Los Angeles Police Department]. Si chiamano 'indizi'. "Ciò significa che l'esplosione del militarismo degli Stati Uniti dopo l'11/9, e l'evento stesso, erano parte di una strategia pre-pianificata e coerente di dominio globale in cui il popolo degli Stati Uniti è stato "conquistato" attraverso la legislazione totalitaria attuata sulla scia dell'11/9.
Come Brzezinski afferma:
L'America è troppo democratica a casa per essere autocratica all'estero. Questo limita l'uso del Potere dell'America, specialmente della sua capacità di intimidazione militare. Mai prima una democrazia popolare ha raggiunto la supremazia internazionale. Ma la ricerca del potere non è un obiettivo che suscita la passione popolare, eccetto in condizioni di improvvisa minaccia o sfida al senso di benessere nazionale del pubblico... L'abnegazione economica (cioè, spese per la difesa) e il sacrificio umano (vittime anche tra i militari di carriera) richiesti nello sforzo non sono congeniali agli istinti democratici. La democrazia è nemica della mobilitazione imperiale.
Certamente la legislazione post 11/9, la straordinaria espansione delle agenzie di sorveglianza sul pubblico americano è motivo di grande soddisfazione per l'elite - gli Stati Uniti difficilmente possono essere definiti una democrazia, ora. Come riportato dal Washington Post, la National Security Agency intercetta più di 1,7 miliardi di emails, telefonate e altre comunicazioni ogni giorno e le memorizza. Nessuna meraviglia che Bush ha chiamato l'11/9 "una grande opportunità" e Rumsfeld l'ha visto come analogo alla seconda guerra mondiale per "rimodellare il mondo".
Al fine di raggiungere gli obiettivi dell'elite, gli Stati Uniti hanno distrutto la Jugoslavia, mentre la Russia restava ipnotizzata e impotente, da cambi di regime effettuati in Asia centrale, basi militari costruite in Europa orientale e Asia centrale, ed esercitazioni militari altamente provocatorie per sfidare la volontà della Russia e della Cina. Hanno costruito una base militare in Kirghizistan che ha più o meno 500 miglia di confine con la Cina. Quando i cinesi hanno protestato per le recenti esercitazioni navali con la Corea del Sud troppo vicine al territorio cinese, un portavoce USA ha risposto: "Le decisioni in questione sono prese da noi e solo da noi ... Dove ci esercitiamo, quando ci esercitiamo, con chi e come, con quali risorse e così via, sono decisioni prese dalla Marina degli Stati Uniti, dal Dipartimento della Difesa, dal governo degli Stati Uniti". "Come nota il giornalista Rick Rozoff: Non c'è modo che un tale polemico, arrogante e volgare linguaggio non sia stato compreso nel suo giusto valore a Pechino. "
Gli Stati Uniti hanno acquisito basi in Romania, Bulgaria, Polonia e Repubblica ceca - e hanno creato la più grande base militare mai costruita nella regione, Camp Bondsteel, in Kosovo. Secondo un rapporto del giornale russo Kommersant, il 3 marzo 2011, un piano in quattro fasi per lo spiegamento di un sistema missilistico americano in Europa sarà pienamente completato entro la fine del 2020. Gli Stati Uniti sono anche impegnati a creare legami militari bilaterali nel cortile di casa della Russia, con l'Azerbaigian, Kazakistan, Uzbekistan, Turkmenistan e perseguono l'obiettivo di una "Grande Asia Centrale", dall'Afghanistan fino al Medio Oriente, un grande corridoio da cui il petrolio, il gas, e le ricchezze minerarie di questa regione affluiranno nelle casse dell'elite degli Stati Uniti, a prezzo sanguinoso per la popolazione locale.
Come rilevato dal diplomatico di carriera indiano M.K. Bhadrakumar: "Non passerà molto tempo prima che comincino a capire che 'la guerra al terrore' sta fornendo una conveniente agenda in base alla quale gli Stati Uniti garantiscono in modo incrementale, a se stessi, una dimora permanente negli altipiani di Hindu Kush, Pamir, nelle steppe dell'Asia centrale e del Caucaso che formano il nodo strategico che domina la Russia, la Cina, l'India e l'Iran. - "La scena di una grande guerra che coinvolge le grandi potenze del momento - Stati Uniti, Russia e Cina - è stata impostata, su progetto dell'élite. E 'solo una questione di tempo.
Di volta in volta l'élite degli Stati Uniti ha portato la sua brava gente in grandi guerre attraverso inganni documentati da prove - l'affondamento del Lusitania durante la prima guerra mondiale, Pearl Harbour nella seconda guerra mondiale, e così via. L'élite ci considera "spazzatura umana" - un termine usato per la prima volta dai francesi in Indocina. Sta inoltre creando una buona dose di "rifiuti umani" negli Stati Uniti. Un rapporto della Banca Mondiale afferma che, nel 2005, 28 milioni di americani erano "precari" - nel 2007 il numero era salito a 46 milioni! Un americano su cinque si trova di fronte la possibilità di diventare "indigente" - 38 milioni di persone ricevono buoni pasto!
Michael Ruppert lamenta:
Il mio paese è morto. La sua gente ha ceduto alla tirannia e, così facendo, è diventata il principale gruppo di supporto alla tirannia, la sua base, il suo difensore. Ogni giorno appoggiano la tirannia facendo operazioni nelle sue banche e spendendo il loro denaro preso in prestito nelle corporazioni che lo gestiscono. La grande strategia dei Neocons di George HW Bush ha trionfato. Convincere le persone che l'America non può vivere senza le 'cose buone', poi sedersi e guardare mentre esse avallano crimini sempre più oltraggiosi mentre voi gettate loro ossa con sempre men carne. Per tutto il tempo li tenete bloccati nel debito. Distruggete la classe media, la sola base politica che deve essere temuta. Fate loro accettare, a causa della loro colpa comune, misure sempre più repressive da stato di polizia. Fate quello che volete.
Un sistema economico globale eretto su valori inumani e predatori, dove pochi posseggono più ricchezza dei miliardi di affamati messi insieme, si concluderà, ma la fine sarà dolorosa e sanguinosa. Si tratta di un sistema in cui l'elite vive di guerra e miseria umana diffusa, sulla progettazione della morte e della distruzione. Come disse Einstein, "Io non so come sarà combattuta la terza guerra mondiale, ma posso dirvi cosa useranno nella Quarta - clave e pietre!"


Il Prof. Mujahid Kamran è Vice Rettore, Università del Punjab, Lahore, Pakistan, e il suo libro The Grand Deception – Corporate America and Perpetual War è appena stato pubblicato (aprile 2011) da Sang e pubblicazioni Meel, Lahore, Pakistan.

Fonte: Global Research
 

mototopo

Forumer storico
Inviato da Redazione il 27/4/2014 10:00:00 (66 letture) fonte luogo comune
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Sembra che anche all'interno della Chiesa Cattolica esistano i debunker.

L'esempio che segue nasce dalla nota polemica sul conclave del 1959, che vide l'elezione di Angelo Roncalli al pontificato.

Secondo la nota "Tesi Siri" , inizialmente il conclave scelse come pontefice il cardinale Siri, erede naturale di Pio XII. Ma gli "infiltrati" della massoneria ebraica (B'nai B'rith) lo obbligarono, tramite il cardinale Tisserant, a rifiutare il posto, che venne poi assegnato a Roncalli come forma di "compromesso" fra Siri e Montini (candidato ufficiale della massoneria ebraica). Peccato che Roncalli fosse, a sua volta, un massone sotto mentite spoglie.

Scondo la Chiesa più conservatrice, questa fu la fine del "vero" papato tradizionale, e fu l'inizio di una serie di anti-papi di stampo massonico, di cui appunto Roncalli sarebbe stato il primo rappresentante.

Il documento che segue cerca di smentire questa tesi, ammorbidendone i contorni nel classico stile di un debunking ante-litteram. Però, come noi sappiamo, "excusatio non petita..."

NOTA: pubblico il documento integrale, da me salvato diversi anni fa, perchè ho visto che in rete non esiste più (M.M.).


GIOVANNI XXIII E LA MASSONERIA

Rosario F. Esposito SSP - Già prof. negli Atenei Pontifici di Roma e Napoli

1. - Un cammino laborioso

L’argomento non riveste un’importanza primaria in questo pontificato, ma ha un certo rilievo; me ne sono occupato in diverse circostanze, qui sosterò su alcuni momenti particolarmente significativi ringraziando fin d’ora Mons. Loris F. Capovilla, il quale, come ha fatto in passato per altre questioni giovannèe, anche in questo caso mi è stato largo di consigli ed ha messo a mia disposizione la documentazione in suo possesso. L’apertura di Papa Giovanni agli altri, estesa a tutto campo, è un dato di fatto "antico e accettato". Lo fu anche nei confronti della Massoneria? Sostanzialmente la risposta è positiva, ma l’accoglimento di tale istanza non è stato privo di problematiche.

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