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IL MARATONETA

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Juncker elogia ripresa dell'isola dopo memorandum

NICOSIA, 16 LUG - Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha elogiato oggi la Repubblica di Cipro per la sua nascente ripresa economica dopo essersi adeguata alle dure misure per il salvataggio imposte dalla troika per evitare la bancarotta. "Cipro nel 2013 si è trovata in una situazione economica difficile, ma il Paese che sto visitando oggi è molto diverso", ha detto Junker dopo l'incontro avuto in mattinata con il capo dello Stato Nicos Anastasiades nella sua prima visita ufficiale sull'isola dalla sua nomina.

"L'economia sta ricominciando a crescere, il settore finanziario si è stabilizzato e si è di nuovo pronti a sfruttare le opportunità del futuro", ha aggiunto Junker. Il governo di Cipro - arrivata due anni fa sull'orlo della bancarotta in seguito ad una grave crisi del sistema bancario - il 25 marzo 2013 concordò con la troika (Ue, Bce e Fmi) un memorandum per ottenere un prestito di 10 miliardi di euro rimborsabile in 12 anni a un tasso d'interesse di circa il 2,5%. In cambio, Nicosia fu costretta ad adottare misure di austerità che includevano aumenti delle tasse e riduzioni di spesa. Fu anche ristrutturato il sistema bancario e applicato un prelievo forzoso del 47,5% su tutti i depositi bancari superiori ai 100mila euro.

In un apparente riferimento alla Grecia e alle sue attuali vicende, Juncker ha detto che Cipro è un esempio da seguire. "Le dure decisioni e l'impegno a Cipro sono stati ripagati come è accaduto in Irlanda, Portogallo e Spagna. Mi auguro che altri lo tengano a mente", ha concluso il presidente della Commissione Ue. (ANSAmed).
 

IL MARATONETA

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CIPRO un investimento azzeccato

Sono molto soddisfatto dell'investimento effettuato da qualche mese sulle obbligazioni cipriote. Acquistate al prezzo di 98-99, da tempo stazionano, senza particolari oscillazioni, sopra 100.
La XS0554655505 che va a scadere a novembre, cedola 3,750
La XS1081101807 scadenza 2019, cedola 4,750 prezzo 104,65
La XS0483954144 scdenza 2020, cedola 4,625 prezzo 104,55
Spiace solo di non aver acquistato la XS1227247191 scadenza 2022, cedola 3,875, per la mia ostinazione di averla attesa sotto 100, ma lei non mi ha aspettato!
 

C.Bonacieux

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:up:
 

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Cipro nord: ultimata conduttura acqua sottomarina da Turchia

NICOSIA, 10 AGO - E' stata completata l'ultima sezione di una conduttura sottomarina che consentirà di trasportare decine di milioni di metri cubi d'acqua dalla Turchia alla parte nord di Cipro occupata dalle truppe di Ankara dal 1974. L'opera, già definita "il progetto da sogno" dalla stampa turca, è la prima del suo genere al mondo.

L'annuncio, come ha riferito l'emittente turco-cipriota Brt, è stato dato venerdì dal ministro turco per le foreste e le opere idriche Veysel Eroglu il quale ha detto che l'acqua comincerà ad arrivare sull'isola ad ottobre. La conduttura, costituita da sezioni di speciale materiale plastico saldate fra loro e sospese a circa 200 metri sotto la superficie del mare grazie a tiranti d'acciaio ancorati sul fondo, è lunga 107 chilometri e porterà a Cipro nord l'acqua della diga di Alakopru, sul fiume Anamur, che si trova nella regione di Mersin, sulla costa mediterranea della Turchia. L'acqua sarà quindi pompata e raccolta in una diga appositamente realizzata negli ultimi due anni presso il villaggio di Gecitkoy, a ovest della località turistica di Kyrenia, sulla costa settentrionale di Cipro.

L'ambizioso progetto, denominato 'Baris Su' (Acqua della pace), è costato in tutto 1,5 miliardi di lire turche (492 milioni di euro), è stato realizzato dal Dipartimento per le opere idrauliche turco (Dsi) e porterà sull'isola circa 75 milioni di metri cubi d'acqua ogni anno, soddisfacendo così tutte le esigenze idriche della parte nord di Cipro per i prossimi 50 anni. Circa 60 milioni di metri cubi di acqua saranno destinati all'irrigazione dei campi e delle colture mentre i restanti 15 distribuiti nella rete idrica come acqua potabile. Eroglu ha detto inoltre che sono in fase di elaborazione anche progetti per la fornitura di energia elettrica a Cipro nord tramite cavo. Il ministro turco ha aggiunto che, se i colloqui in corso per la riunificazione dell'isola avranno successo, l'acqua sarà condivisa con i greco-ciprioti residenti nella Repubblica di Cipro a sud, l'unica riconosciuta a livello internazionale. Da tempo, però, diversi esponenti politici greco-ciprioti hanno criticato la realizzazione della conduttura ritenendola un tentativo di Ankara di rafforzare ulteriormente la propria influenza sulla cosiddetta Repubblica turca di Cipro nord (Rtcn), riconosciuta solo dalla Turchia.

Cipro è divisa dal 1974 dopo un intervento militare turco a difesa della minoranza turco-cipriota in reazione ad un fallito colpo di Stato di nazionalisti greco-ciprioti che intendevano annettere l'isola alla Grecia. (ANSAmed).
 

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Calano gli occupati a giugno, i senza lavoro salgono al 12,7%

I dati sul lavoro sono arrivati anche da Eurostat: a giugno nella zona euro il tasso di disoccupazione è rimasto stabile all'11,1% rispetto a maggio mentre è calato rispetto a un anno prima quando si era attestato all'11,6%. Nella Ue il tasso di disoccupazione a giugno era al 9,6%, lo stesso livello di maggio e in calo rispetto al 10,2% di un anno prima. L'Italia è il quinto Paese Ue in cui la disoccupazione è più elevate, preceduta da Grecia (25,6%), Spagna (22,5%), Cipro (16,2%) e Croazia (15,3%).
 

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Riunificazione pùi vicina?

Più che un segno, è stato un formaggio a unire
I due governi rivali dell’isola hanno presentato domanda congiunta all’Unione europea per far ottenere all’halloumi/hellim lo statuto di “denominazione di origine protetta”, come per lo champagne francese o la feta greca, in modo che nessun altro produttore possa usare il nome. È stato un piccolo miracolo.

Cipro è divisa fin dal 1974 quando, a un sanguinoso colpo di stato sostenuto dal regime militare di Atene per riunire l’isola con la “madre patria”, seguì l’invasione della Turchia per proteggere la minoranza turcocipriota. Alla fine la Turchia ha preso possesso del terzo settentrionale dell’isola. I grecociprioti che vivevano in quella parte di Cipro sono fuggiti a sud mentre i turcociprioti della parte sud si sono spostati a nord.
Quando le acque si sono calmate, esistevano due Cipro: la Repubblica di Cipro, riconosciuta dalla comunità internazionale e oggi quasi esclusivamente di lingua greca, e la Repubblica turca di Cipro nord (Trnc), riconosciuta unicamente dalla Turchia. Quarantun anni dopo, Cipro è ancora divisa, ma forse non per molto.

I grecociprioti se la sono passata molto meglio dopo la divisione. Con uno stato riconosciuto che è oggi membro dell’Unione europea, possono viaggiare e commerciare liberamente e il reddito pro capite della parte greca è il doppio di quella turca. Ma non sono state tutte rose e fiori: le banche grecocipriote hanno fatto follie durante gli anni del boom e il paese sta da poco uscendo da un dolorosissimo piano di salvataggio sostenuto dall’Ue.

Per i turcociprioti, il tempo sta per finire. Sono rimasti in centoventimila, ormai una minoranza rispetto agli immigrati turchi, molti dei quali scarsamente istruiti e non qualificati, che si sono riversati nell’isola dal 1974. Negli ultimi dieci anni, con la presenza di un governo islamico conservatore in Turchia, hanno anche dovuto affrontare l’islamizzazione strisciante della loro società, tradizionalmente laica.

Per questo i turcociprioti hanno buoni motivi di cercare un accordo che garantisca un loro stato all’interno di una Cipro riunificata e federale. Per i grecociprioti l’accordo è meno urgente ma con trentamila soldati turchi ancora sull’isola, e dei vicini la cui identità sta diventando sempre più turca e meno cipriota, il loro futuro è incerto. Il problema è che i presidenti vanno e vengono ed è raro che ci siano presidenti da entrambe le parti che desiderano raggiungere un accordo nello stesso momento.
Adesso ci sono. Mustafa Akıncı è stato eletto presidente del Trnc ad aprile e ha subito chiesto di avviare delle trattative per la riunificazione con il suo collega, il presidente Nicos Anastasiades, che ha subito accettato.
“Il passare del tempo non aiuta a trovare una soluzione. Più il tempo passa, più la divisione diventa un fatto assodato”, ha dichiarato Akıncı.
Dopo tre mesi di discussioni, inclusi sette incontri personali tra i due presidenti, le trattative sembrano ben avviate. Talmente bene, in realtà, che entrambi si sono fatti vedere un martedì sera, insieme a settecento ospiti di entrambe le parti, per una serata di musica cipriota eseguita dal complesso greco-turco Kyprogenia alla torre di Otello a Famagosta.

Si è trattato di un evento altamente simbolico, poiché Famagosta era una città grecocipriota, celebre per le sue spiagge, che ha finito per trovarsi svuotata e dalla parte sbagliata dei confini tracciati dopo il cessate il fuoco del 1974. Da allora la città si è progressivamente deteriorata ma la torre di Otello, una fortezza del quattordicesimo secolo, è appena stata restaurata da un gruppo di ciprioti greci e turchi che hanno lavorato insieme per ripristinare il patrimonio condiviso dell’isola

C’è molto ottimismo intorno a questi negoziati, perché entrambi i leader capiscono che è impensabile tornare indietro ai “bei tempi andati” precedenti al 1974 (bei tempi per i grecociprioti, forse, visto che molti turcociprioti vivevano sotto assedio, barricati dentro dei ghetti). La maggior parte dei rifugiati del 1974 (o i loro discendenti) non tornerà più a “casa”. Sono successe troppe cose e anche oggi i turcociprioti non si sentirebbero sicuri in uno stato unitario.

Però, una repubblica federale con due stati, ciascuno ampiamente ma non esclusivamente comunitario, è possibile. Porrebbe fine al lungo isolamento dei turcociprioti e amplierebbe le opportunità economiche per gli abitanti delle due comunità.
L’esercito turco se ne tornerebbe a casa, il filo spinato e le trincee della “linea verde” scomparirebbero e Nicosia, l’ultima capitale divisa del mondo, tornerebbe a essere un’unica città.
È solo una questione di buon senso e i presidenti Akıncı e Anastasiades raggiungeranno probabilmente un accordo.
Akinci ritiene che ciò avverrà prima della fine dell’anno.
C’è solo un problema. Una riunificazione molto simile a questa era già stata negoziata tra il 2003 e il 2004, con l’aiuto dell’Unione europea e la benedizione sia delle Nazioni Unite sia degli Stati Uniti.
Nel referendum del 2004 i turcociprioti votarono a favore della riunificazione con una maggioranza di due terzi ma una schiacciante maggioranza dei grecociprioti, i tre quarti, lo rifiutò (il sì turco fu del 65 per cento ; il no greco del 76 per cento). Dopo tutto, questi ultimi sono molto più numerosi e molto più ricchi dei turcociprioti. È tutto tranquillo ora, quindi perché dovrebbero scendere a compromessi?
La risposta è che Cipro vive in una regione molto pericolosa e continuare con le vecchie ostilità interne è davvero una pessima idea.
 

IL MARATONETA

Forumer storico
Investire in Cipro

Mi rendo conto che l'investimento sui titoli di Cipro è stato ottimo per il prezzo pagato e per le cedole che ne derivano.
Sono titoli buoni per cassettisti, non c'è un mercato che permetta di uscire e rientrare. Il solco tra BID ed ASK è esagerato ed i prezzi, giorno dopo giorno, si mantengono quasi sugli stessi livelli.
Alla fine della giornata ti manca quasi la curiosità di andare a vedere, i prezzi, perché non ti sorprendono mai, né in positivo, né in negativo(e questo va bene!).
 

IL MARATONETA

Forumer storico
Da Cipro la dura accusa a Mario Draghi

Nella conferenza stampa della Banca Centrale Europea del 3 settembre scorso, Mario Draghi ha sostenuto:
La Banca Centrale Europea ha insistito per escludere qualunque salvataggio delle banche greche a spese dei correntisti. La Banca Centrale Europea ha valutato che questo genere di misure fossero controproducenti per la ripresa economica e dannose per l’economia greca. Avrebbe colpito non solo diverse migliaia di risparmiatori, ma anche e specialmente le piccole medie imprese, le società per azioni e i loro depositi, e il punto di vista della Banca Centrale Europea è stato recepito dell’Eurogruppo. Considerazioni analoghe sono state ritenute non essere applicabili ai creditori privilegiati. Per quanto riguarda il salvataggio a carico dei correntisti, questa misura è stata esclusa e resterà esclusa“.

Il salvataggio delle banche cipriote, ottenuto attraverso il taglio dei depositi bancari sopra i 100.000€, ha fatto male a qualche milionario russo, ma ha danneggiato in maniera sproporzionata le aziende, i pensionati e gli imprenditori che a Cipro lavoravano sodo.
 

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