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L'Italia viene attaccata perché in realtà è uno dei pochi Paesi dell'Occidente che meglio ha retto fino ad oggi la crisi finanziaria del 2007, grazie al fatto che i suoi cittadini e la rete delle sue piccole e medie imprese non hanno mai completamente dato ascolto alle lusinghe della globalizzazione finanziaria e industriale. Alcune imprese, le banche e le assicurative rappresentano oggi un obiettivo per chi spera di poterle ricomprare fra qualche mese a prezzi inferiori al reale loro valore.
Un suo tracollo economico-finanziario dell'Italia, rappresenterebbe il colpo definitivo all'euro e quindi al processo di unificazione europea che sulla moneta unica ha puntato tutta la propria credibilità e stabilità, non vi sono dubbi che, questo attacco da parte dei mercati (Americani, Cinesi ) avesse successo una visione sociale dei rapporti economici verrebbe definitivamente seppellita dalle forze del capitalismo finanziario, da un lato, e dei nuovi capitalismi di Stato, come quello cinese, che, dall'altro, stanno avanzando con forza sullo scenario mondiale.
Il nostro Paese ha una posizione determinante rispetto ai futuri assetti del Mediterraneo e del Medio Oriente e la confusa e persistente difficoltà italiana ad allinearsi completamente ad una politica ormai unitaria di molti stati, filo-israeliana e di democracy building all'americana nei Paesi arabo-islamici, rappresenta oggi un ostacolo che deve essere rimosso in breve tempo.
Infine, l'Italia è sotto attacco, perché la sua classe dirigente, di centro destra, centro sinistra, ha dimostrato di non essere capace di governare per l'interesse comune nella difersa dell'euro, essendo solo politicamente e ideologicamente impegnata in basse lotte di potere, nella difesa di interessi personalistici, e delle forti lobbi che hanno solo interessia mantenere i loro privilegi.
Il potere del capitalismo finanziario globlizzato ha acquisito attraverso la capacità di destabilizzare in modo diretto interi Stati in difficoltà, sia del punto di vista politico che economico, come dimostrato ampiamente negli ultimi anni, dall'Argentina alla Grecia, ecc...dipende da una premessa fondamentale che è stata accettata da economisti e politici, che utilizzando gli strumenti della finanza (credito, debito, moneta, con tutti i loro molteplici derivati) per garantire la maggiore efficienza nella raccolta e nell'allocazione dei capitali. Il classico concetto dell'economia capitalista della efficienza dei meccanismi auto-regolatori del mercato, grazie alla domanda ed offerta, è stato allargato dal mercato dei beni a quello dei capitali, questo ha portato a questo scenario che oggi stiamo vivendo.
Quando i prezzi delle azioni crescono, è comune osservare non una riduzione ma una crescita della domanda! Infatti, prezzi crescenti significano un più alto profitto per coloro che possiedono azioni, a motivo dell'incremento di valore del capitale investito. La salita del prezzo attrae in questo modo nuovi acquirenti, cosa che rafforza ulteriormente la tendenza iniziale all'aumento. La promessa di dividendi spinge i trader ad incrementare ulteriormente il movimento. Questo meccanismo funziona fino a quando la crisi, che è non prevedibile ma è inevitabile, si verifica. Questo determina l'inversione delle aspettative e quindi la crisi. Quando il processo diventa di massa, determina un contraccolpo che peggiora gli iniziali squilibri. Una bolla speculativa consiste quindi di un aumento cumulativo dei prezzi. Un processo di questo tipo non produce prezzi più convenienti, ma al contrario prezzi drogati.
La visione del mercato finanziario come potere regolatore, degli assetti economici mondiali, ha conferito alle società finanziarie speculative, la possibilità di esercitare un potere di condizionamento politico, non vi è più alcun Paese al mondo che non dipenda in qualche modo da questa ristrettissima élite di signori del denaro, i quali dispongono di uno strumento ideale di controllo, costituito dalle agenzie di rating che, a livello mondiale, sono soltanto cinque, delle quali tre hanno un monopolio di fatto del settore.
Moody's e Standard&Poor's hanno rappresentato nell'attacco all'Italia, come già avvenuto nel caso della Grecia un anno fa e in tanti altri ancora prima, la vera e propria "voce del padrone". Sono stati infatti gli outlook, di queste agenzie di rating, emanati a fine giugno, a dare ai mercati, il segnale che si poteva colpire l'Italia. Personaggi come Alexander Kockerbeck, vice-presidente di Moody's, o come Alex Cataldo, responsabile Italia della stessa agenzia, emettono nelle loro interviste vere e proprie sentenze sul presente e futuro destino economico del nostro Paese. Il loro potere, sta semplicemente nel fatto di essere emanazione di società finanziarie internazionali, che ne possiedono interamente il capitale societario, le stesse società finanziarie di cui dovrebbero valutare obiettivamente prodotti e performance.
Il primo azionista di Moody's, con il 13,4% del capitale, secondo il media finanziario Reuters, Warren Buffett, il guru di Omaha con il suo fondo Berkshire Hathaway. Al secondo posto con il 10,5% Fidelity, uno dei più grandi gestori di fondi del mondo. E altre società di brokeraggio che di mestiere comprano e vendono titoli, State Street, BlackRock, Vanguard, Morgan Stanley Investment ecc..... Insomma i più grandi gestori di fondi a livello mondiale sono azionisti di Moody's. sempre le stesse società compaiono in Standard&Poor's, Blackrock, Fidelity, Vanguard. Il che pone una domanda, che ci fanno gestori di fondi nel capitale di chi dà i voti ai bond e azioni, emessi dalle stesse società che abitualmente comprno e vendono?
Queste agenzie non hanno alcuno status giuridico, nemmeno negli Stati Uniti; il loro ruolo è stato reso possibile semplicemente dal fatto che il governo degli Stati Uniti le ha definite Nationally Recognized Statistical Rating Organizations (NRSRO) e lo stesso ha fatto la Securities and Exchange Commission (SEC), agenzia governativa che vigila sui mercati azionari.
Nonostante le numerose inchieste tenutesi negli Usa, Moody's, Standard&Poor's e Fitch continuano da anni a produrre profitti incredibili, sebbene le loro previsioni in alcuni casi si siano dimostrate semplicemente errate, come mostrano il caso del crollo della Enron e di Lehman Brother's, quando di queste aziende le agenzie in questione hanno continuato a dare valutazioni di affidabilità prima del loro default.
Un suo tracollo economico-finanziario dell'Italia, rappresenterebbe il colpo definitivo all'euro e quindi al processo di unificazione europea che sulla moneta unica ha puntato tutta la propria credibilità e stabilità, non vi sono dubbi che, questo attacco da parte dei mercati (Americani, Cinesi ) avesse successo una visione sociale dei rapporti economici verrebbe definitivamente seppellita dalle forze del capitalismo finanziario, da un lato, e dei nuovi capitalismi di Stato, come quello cinese, che, dall'altro, stanno avanzando con forza sullo scenario mondiale.
Il nostro Paese ha una posizione determinante rispetto ai futuri assetti del Mediterraneo e del Medio Oriente e la confusa e persistente difficoltà italiana ad allinearsi completamente ad una politica ormai unitaria di molti stati, filo-israeliana e di democracy building all'americana nei Paesi arabo-islamici, rappresenta oggi un ostacolo che deve essere rimosso in breve tempo.
Infine, l'Italia è sotto attacco, perché la sua classe dirigente, di centro destra, centro sinistra, ha dimostrato di non essere capace di governare per l'interesse comune nella difersa dell'euro, essendo solo politicamente e ideologicamente impegnata in basse lotte di potere, nella difesa di interessi personalistici, e delle forti lobbi che hanno solo interessia mantenere i loro privilegi.
Il potere del capitalismo finanziario globlizzato ha acquisito attraverso la capacità di destabilizzare in modo diretto interi Stati in difficoltà, sia del punto di vista politico che economico, come dimostrato ampiamente negli ultimi anni, dall'Argentina alla Grecia, ecc...dipende da una premessa fondamentale che è stata accettata da economisti e politici, che utilizzando gli strumenti della finanza (credito, debito, moneta, con tutti i loro molteplici derivati) per garantire la maggiore efficienza nella raccolta e nell'allocazione dei capitali. Il classico concetto dell'economia capitalista della efficienza dei meccanismi auto-regolatori del mercato, grazie alla domanda ed offerta, è stato allargato dal mercato dei beni a quello dei capitali, questo ha portato a questo scenario che oggi stiamo vivendo.
Quando i prezzi delle azioni crescono, è comune osservare non una riduzione ma una crescita della domanda! Infatti, prezzi crescenti significano un più alto profitto per coloro che possiedono azioni, a motivo dell'incremento di valore del capitale investito. La salita del prezzo attrae in questo modo nuovi acquirenti, cosa che rafforza ulteriormente la tendenza iniziale all'aumento. La promessa di dividendi spinge i trader ad incrementare ulteriormente il movimento. Questo meccanismo funziona fino a quando la crisi, che è non prevedibile ma è inevitabile, si verifica. Questo determina l'inversione delle aspettative e quindi la crisi. Quando il processo diventa di massa, determina un contraccolpo che peggiora gli iniziali squilibri. Una bolla speculativa consiste quindi di un aumento cumulativo dei prezzi. Un processo di questo tipo non produce prezzi più convenienti, ma al contrario prezzi drogati.
La visione del mercato finanziario come potere regolatore, degli assetti economici mondiali, ha conferito alle società finanziarie speculative, la possibilità di esercitare un potere di condizionamento politico, non vi è più alcun Paese al mondo che non dipenda in qualche modo da questa ristrettissima élite di signori del denaro, i quali dispongono di uno strumento ideale di controllo, costituito dalle agenzie di rating che, a livello mondiale, sono soltanto cinque, delle quali tre hanno un monopolio di fatto del settore.
Moody's e Standard&Poor's hanno rappresentato nell'attacco all'Italia, come già avvenuto nel caso della Grecia un anno fa e in tanti altri ancora prima, la vera e propria "voce del padrone". Sono stati infatti gli outlook, di queste agenzie di rating, emanati a fine giugno, a dare ai mercati, il segnale che si poteva colpire l'Italia. Personaggi come Alexander Kockerbeck, vice-presidente di Moody's, o come Alex Cataldo, responsabile Italia della stessa agenzia, emettono nelle loro interviste vere e proprie sentenze sul presente e futuro destino economico del nostro Paese. Il loro potere, sta semplicemente nel fatto di essere emanazione di società finanziarie internazionali, che ne possiedono interamente il capitale societario, le stesse società finanziarie di cui dovrebbero valutare obiettivamente prodotti e performance.
Il primo azionista di Moody's, con il 13,4% del capitale, secondo il media finanziario Reuters, Warren Buffett, il guru di Omaha con il suo fondo Berkshire Hathaway. Al secondo posto con il 10,5% Fidelity, uno dei più grandi gestori di fondi del mondo. E altre società di brokeraggio che di mestiere comprano e vendono titoli, State Street, BlackRock, Vanguard, Morgan Stanley Investment ecc..... Insomma i più grandi gestori di fondi a livello mondiale sono azionisti di Moody's. sempre le stesse società compaiono in Standard&Poor's, Blackrock, Fidelity, Vanguard. Il che pone una domanda, che ci fanno gestori di fondi nel capitale di chi dà i voti ai bond e azioni, emessi dalle stesse società che abitualmente comprno e vendono?
Queste agenzie non hanno alcuno status giuridico, nemmeno negli Stati Uniti; il loro ruolo è stato reso possibile semplicemente dal fatto che il governo degli Stati Uniti le ha definite Nationally Recognized Statistical Rating Organizations (NRSRO) e lo stesso ha fatto la Securities and Exchange Commission (SEC), agenzia governativa che vigila sui mercati azionari.
Nonostante le numerose inchieste tenutesi negli Usa, Moody's, Standard&Poor's e Fitch continuano da anni a produrre profitti incredibili, sebbene le loro previsioni in alcuni casi si siano dimostrate semplicemente errate, come mostrano il caso del crollo della Enron e di Lehman Brother's, quando di queste aziende le agenzie in questione hanno continuato a dare valutazioni di affidabilità prima del loro default.
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