Buoni fruttiferi postali Buoni Fruttiferi Postali indicizzati all'inflazione italiana (1 Viewer)

Pink Panther

Homo mundus minor
Ciao Pink, una domanda... come fai a ottenere questo rendimento reale?
Il 7% si intende annuo o sui 10 anni?
Perchè io ho fatto due conti e ottengo dei rendimenti molto molto molto inferiori...
Grazie

Come ho scritto, il 7% è il rendimento FINALE REALE lordo, ossia al termine dei 10 anni.

Esempio accademico: inflazione al 3% costante per tutti i 10 anni: il montante finale dell'inflazione è il 34,39% (lo puoi vedere anche dalla mia tabella nel primo post, cella K2 della scheda "Rend. reali annui"). A questo 34,39% bisogna comporre (nota: comporre, non sommare) il 7% reale lordo offerto dal BFPi serie I37, e si ottiene un rendimento facciale finale lordo del 43,80%.
Ossia, se per esempio investo 10mila EUR, dopo 10 anni incasso 14380 EUR lordi, pari a 13833 EUR netti.
Annualizzato rappresenta il 3,30% netto annuo. :up:
(nota: tutti questi valori che calcoli con la mia tabella li ritrovi anche in fondo alle tabelle B e C del prospetto informativo I37 delle Poste).

Ripetendo la simulazione con un'inflazione media del 2% (ti ometto i calcoli, ma con la mia tabella fai presto) si ottiene un rendimento globale a scadenza del 26,63% netto, che annualizzato è il 2,39% netto annuo.

Ergo, l'investimento in BFPi difende il denaro dall'inflazione, che è appunto la sua mission. :up:
Ma fino a che livello massimo inflazione lo difende?
Usando la tabella di Beppe Scienza si vede che il limite per la I37 è di circa il 7% medio annuo, un ottimo valore! :up:

Se vuoi, con la mia tabella puoi anche simulare il rendimento finale dell'investimento impostando un valore di inflazione diverso ogni anno, basta compilare a piacimento le 10 celle della riga 2 nella scheda "Dati annui", ed usare il risultato come sopra mostrato. Magari in futuro modifico la tabella per rendere automatici anche questi simpatici calcoli, comunque un'idea grossolana per valori "tondi" di inflazione la vedi sempre in calce agli ottimi (e trasparenti) prospetti informativi delle Poste.

:ciao:
 
Ultima modifica:
Se vuoi, con la mia tabella puoi anche simulare il rendimento finale dell'investimento impostando un valore di inflazione diverso ogni anno, basta compilare a piacimento le 10 celle della riga 2 nella scheda "Dati annui", ed usare il risultato come sopra mostrato. Magari in futuro modifico la tabella per rendere automatici anche questi simpatici calcoli, comunque un'idea grossolana per valori "tondi" di inflazione la vedi sempre in calce agli ottimi (e trasparenti) prospetti informativi delle Poste.
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Ciao Pink , grazie per le risposte sempre precise. Approfitto della tua conoscenza approfondita di questa obbligazione per chiederti altri chiarimenti.
Io mi sono letto il prospetto informativo delle poste e la parte relativa al rendimento reale mi è chiara. Mi è invece oscura la parte relativa alla rivalutazione. In particolare vorrei capire se questa viene capitalizzata annualmente (come gli interessi reali) oppure solo in occasione di vendita/scadenza.
Grazie per la tua disponibilità
 

Pink Panther

Homo mundus minor
Ciao Pink , grazie per le risposte sempre precise. Approfitto della tua conoscenza approfondita di questa obbligazione per chiederti altri chiarimenti.
Io mi sono letto il prospetto informativo delle poste e la parte relativa al rendimento reale mi è chiara. Mi è invece oscura la parte relativa alla rivalutazione. In particolare vorrei capire se questa viene capitalizzata annualmente (come gli interessi reali) oppure solo in occasione di vendita/scadenza.
Grazie per la tua disponibilità

Come da FAQ, i BFPi capitalizzano gli interessi bimestralmente. NON ci sono cedole. L'intero ammontare netto degli interessi viene corrisposto tutto solo in caso di riscatto o scadenza.
 

Lvtdiego

Nuovo forumer
Ciao a tutti! Sono un nuovo iscritto...
sto seguendo la discussione sui BFPi perchè sono in possesso di due serie...e sto cercando di capire da quanto dite cosa mi conviene fare...
ho la serie I24 di gennaio 2008 con indice FOI iniziale di 130,80 e quella di Marzo 2008 I26 con indice iniziale FOI di 131,80.
Ora...seguendo i vostri discorsi e anche il sito del Prof. Scienza che aveva iniziato ad analizzare tali serie ma a partire da Giugno....io avrei bisogno di un consiglio da parte di chi ne mastica meglio di proiezioni e calcoli...perchè da solo non mi ci ritrovo...
Domanda: queste serie I24 ed I26 mi conviene portarle a scadenza oppure aspettare di prendere gli interessi dopo i primi 18 mesi e scioglierle per poterle magari reinvestire in serie più redditizie (o al limite parcheggio in un conto deposito)??
Spro di trovare il vostro aiuto...grazie
Ciao
Diego
 

Pink Panther

Homo mundus minor
Ciao a tutti! Sono un nuovo iscritto...
sto seguendo la discussione sui BFPi perchè sono in possesso di due serie...e sto cercando di capire da quanto dite cosa mi conviene fare...
ho la serie I24 di gennaio 2008 con indice FOI iniziale di 130,80 e quella di Marzo 2008 I26 con indice iniziale FOI di 131,80.
Ora...seguendo i vostri discorsi e anche il sito del Prof. Scienza che aveva iniziato ad analizzare tali serie ma a partire da Giugno....io avrei bisogno di un consiglio da parte di chi ne mastica meglio di proiezioni e calcoli...perchè da solo non mi ci ritrovo...
Domanda: queste serie I24 ed I26 mi conviene portarle a scadenza oppure aspettare di prendere gli interessi dopo i primi 18 mesi e scioglierle per poterle magari reinvestire in serie più redditizie (o al limite parcheggio in un conto deposito)??
Spro di trovare il vostro aiuto...grazie
Ciao
Diego

Ciao Diego,
credo che prima di tutto tu debba chiarirti le idee sulle finalità del tuo investimento in BFPi. L'hai fatto per finalità di previdenza? (ad esempio per mettere da parte un gruzzoletto negli anni per lungo tempo).
Se è così non dovresti paragonare i BFPi con le brevi promozioni dei conti correnti o deposito, è come confrontare mele con pere... :)

Comunque, andiamo al sodo.
Anzitutto diciamo che non puoi scegliere la serie su cui fare eventuali switch (vedere le FAQ a inizio thread se non sai cosa intendo per switch), in quanto in ogni momento l'unica serie che potresti sottoscrivere è solo quella del mese corrente, in questo caso (Febbraio 2009) la serie I37.

Quindi la tua domanda è: mi conviene switchare da I24 e/o I26 su I37?
Bè, per la I24 la risposta si vede subito che è NO.
Il rendimento finale reale lordo a scadenza della I24 è il 7,48% (vedi ultima riga della tabella B del prospetto informativo), mentre quello della I37 è il 7,00%!
Quindi la sostituzione non conviene, a maggior ragione visto che perderesti molti mesi infruttiferi.

La I26 invece ha un rendimento reale finale lordo più scarso (4,48%) di quello della I37 (7,00%).
Tuttavia, disinvestendo la I26 prima che diventi fruttifera, perderesti l'inflazione tra Mar 2008 e Feb 2009, che possiamo stimare a occhio in un 1,7%. Se sottrai 1,7% al rendimento finale della I37 ottieni un rendimento reale lordo a scadenza del 5,3%. Ma questo al termine della I37, mentre al termine che avrebbe avuto la I26 avresti solo un 3,29% invece che il 4,48% sopra citato (si vede facendo la simulazione con la mia tabella). E' evidente quindi che anche questo switch NON conviene.

E la cosa non sorprende. In generale, switch di pochi mesi prematuri rispetto ai frutti della serie iniziale sono raramente convenienti, bisogna proprio che la serie nuova sia straordinariamente conveniente rispetto a quella vecchia.

Ti suggerisco quindi di attendere ancora qualche mese che la I24 e I26 diventino fruttifere, e di valutare allora l'eventuale convenienza degli switch sulle nuove serie che nel frattempo saranno uscite (per la I24 a partire quindi dalla I42 di Luglio corrente anno).
 
Ultima modifica:

Lvtdiego

Nuovo forumer
Grazie Panther!
Una spiegazione molto esaustiva...:up:
Aspetterò i 18 mesi e poi valuteremo anche in base a quello che si proporrà in quel periodo...

ciao
Diego

:ciao:
 

Alobar

So di non sapere...
Articolo su Aduc

Articolo del 29 Gennaio 2009
http://investire.aduc.it/php/mostra.php?id=248293

I Buoni postali indicizzati all’inflazione
di Nicola Zanella

I BTPei sono le obbligazioni indicizzate all’inflazione emesse dallo Stato italiano. I Buoni fruttiferi indicizzati all’inflazione sono invece i prodotti finanziari che proteggono dall’inflazione emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. e collocati da Poste Italiane S.p.A.
E’ davvero un peccato che non si senta spesso parlare di questa particolare tipologia di buoni, dato che si tratta di uno strumento finanziario tra i migliori in assoluto a disposizione dei risparmiatori italiani.
Infatti, proprio come i bond reali emessi dallo Stato italiano, i buoni postali indicizzati all’inflazione hanno l’invidiabile caratteristica di proteggere chi li detiene sia dall’inflazione attesa, ma soprattutto da quella inattesa.
Il rating dell’emittente e’ pari ad A+ secondo la classificazione di Standard & Poors e cio’ che e’ ancora piu’ importante e’ che il garante dei buoni postali e’ lo Stato Italiano (rating A+ per S&P), per cui l’investimento in buoni postali ha lo stesso grado di sicurezza di quello in titoli di Stato italiani.
I buoni postali indicizzati all’inflazione sono dematerializzati e sono emessi alla pari, cioe’ al 100% del valore nominale sottoscritto. Questi buoni postali sono sempre rimborsabili almeno alla pari: nello specifico sono rimborsabili per importi di 250 euro e multipli del capitale sottoscritto.
Non essendo quotati, i buoni postali indicizzati all’inflazione non soffrono del rischio di prezzo, per cui in ogni momento si puo’ decidere di ritirare il capitale nominale originariamente sottoscritto rivalutato piu’ gli interessi maturati.
La loro durata massima e’ di 10 anni ma possono essere rimborsati in qualunque momento prima della scadenza: e’ utile ricordare pero’ che se non sono trascorsi 18 mesi, non viene riconosciuta la rivalutazione del capitale e non sono corrisposti gli interessi stabiliti al momento dell’emissione.
Questa particolare tipologia di buoni postali e’ stata emessa per la prima volta il 16 Febbraio 2006 con la serie I1. Da allora ogni mese le Poste hanno collocato una particolare emissione di buoni postali indicizzati all’inflazione e a gennaio 2009 sono stati emessi i buoni della serie I36.
I buoni postali indicizzati all’inflazione hanno un tasso di interesse che cresce nel corso degli anni; gli interessi inoltre sono calcolati su base bimestrale in regime di capitalizzazione semplice e capitalizzati annualmente in regime composto.
E’ bene ricordare che gli interessi e la rivalutazione del capitale sono tassati al 12,5%, come accade per i bond reali emessi dallo Stato Italiano.
Un altro punto a favore dei buoni postali indicizzati all’inflazione rispetto alle obbligazioni indicizzate all’inflazione emesse da molti Stati, oltre alla mancanza del rischio di prezzo, e’ che questi buoni sono indicizzati non all’inflazione europea, ma a quella italiana.
Infatti il capitale sottoscritto si rivaluta in base all’indice FOI, ossia all’indice nazionale dei prezzi al consumo per famiglie di operai ed impiegati esclusa la componente del tabacco.
Questa chiaramente e’ una caratteristica molto importante per i risparmiatori italiani, soprattutto se vi e’ una differenza tra l’inflazione europea e quella italiana: a dicembre 2008, la differenza tra l’indice armonizzato dei prezzi al consumo escluso il tabacco per l’area dell’euro a 12 mesi e l’indice armonizzato dei prezzi al consumo escluso il tabacco per l’Italia e’ stata pari a -0,8% (valore non definitivo).
Altro pregio di questi prodotti finanziari e’ rappresentato dal fatto che per la sottoscrizione e il loro rimborso non si e’ soggetti a spese e/o commissioni varie. Essendo pero’ dematerializzati, per poterli sottoscrivere e’ necessario disporre di un conto corrente postale o di un libretto di risparmio.
Dato che in finanza si e’ soliti sostenere che non esistono pasti gratis (no free lunch), e’ facile immaginare come tutti questi fattori positivi precedentemente elencati abbiano un costo: questo e’ rappresentato dal minore rendimento offerto dai buoni postali indicizzati all’inflazione rispetto alle obbligazioni indicizzate all’inflazione emesse dagli Stati, quali i BTPei.
Infatti rilevando ogni mese il rendimento lordo con ipotesi di inflazione nulla di tutte le obbligazioni indicizzate all’inflazione statali dell’area dell’euro, risulta che da febbraio 2006 a gennaio 2009 il rendimento dei buoni postali indicizzati e’ stato inferiore per un valore di circa 1,4%.
La tabella seguente elenca i rendimenti lordi a scadenza in caso di inflazione nulla di tutti i buoni indicizzati all’inflazione emessi da febbraio 2006.
 

Alobar

So di non sapere...
Tabella 1

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Alobar

So di non sapere...
Come si puo’ osservare, il rendimento reale lordo a scadenza con inflazione nulla in media negli ultimi 36 mesi, ossia tre anni, e’ stato pari a 0,7%. Il rendimento minimo e’ stato toccato con l’emissione di aprile 2008, mentre il rendimento massimo e’ stato quello dell’emissione di luglio 2007.
Riprendendo quanto detto in precedenza sul minore rendimento di questi buoni rispetto alle obbligazioni indicizzate all’inflazione statali, si puo’ fare l’esempio della differenza di montante utilizzando due tassi diversi: un tasso composto di 0,7% per 10 anni porta ad un valore finale per un investimento di 1000 euro a circa 1072 euro; un tasso composto pari a (0,7%+1,4%), ossia di 2,1%, crea un montante di circa 1231 euro. Investire quindi in buoni postali porterebbe secondo questo esempio alla rinuncia di159 euro, circa il 16% della cifra investita.
D’altronde investire in obbligazioni indicizzate all’inflazione di media o lunga scadenza espone chi le possiede al rischio di vedere il valore della quota investita oscillare nel tempo e il fatto di ritenersi dei cassettisti, ossia in grado di portare l’obbligazione a scadenza, non deve comunque far pensare che non si venga toccati dalle oscillazioni negative del prezzo, dato che in caso di rendimenti di mercato superiori a quelli del titolo in possesso, si paga eccome la scelta di aver investito in un titolo a lunga scadenza.
Dalla tabella precedente si nota inoltre come in termini percentuali, da un mese all’altro il rendimento e’ aumentato al massimo del 95,24% (dall’emissione di ottobre 2008 all’emissione di novembre 2008) ed e’ diminuito al massimo del -29,03% (dall’emissione di febbraio 2008 all’emissione di marzo 2008).
Nella tabella seguente si riportano i valori aggiornati al 24 gennaio 2009 dei buoni emessi negli ultimi tre anni accanto al valore rivalutato per l’indice dei prezzi al consumo FOI di 1000 euro investiti al momento dell’emissione.
 

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