Ho voglia di raccontarvi le cose belle che ho fatto al mare, quindi lo farò e a chi non interessa chiedo scusa. Invito a non leggere, tanto qui non c'è nessuno
Siccome la vita da spiaggia mi annoia da morire e poiché anche andarmene a zonzo sempre sola con i miei bambini, non è il massimo dei miei sogni, ho organizzato un paio di gite. Due lunghi fine settimana che abbracciavano anche il venerdì, in modo che potesse venire anche mio marito, altrimenti ancora in ufficio (le ferie le ha dal 10 al 31).
La prima gita aveva come meta Cortona e dintorni.
Cortona è un paese bellissimo, ma un po' me lo aspettavo visto che si trova in una delle regioni più ricche di arte e di storia in Italia.
Nel museo dell'Accademia Etrusca c'era un'ala dedicata a Severini (
Gino Severini - Wikipedia), nato a Cortona. Tra gli oggetti esposti c'erano delle lettere e dei biglietti originali, scritti, tra gli altri, da Apollinaire e Ungaretti. Faccio un grande torto all'antichità, se dico che mi sono rimaste maggiormente impresse le parole scritte da Braque, Apollinaire e Ungaretti rispetto ai meravigliosi reperti etruschi e romani esposti?
Numerosissime, in tutte le chiese del paese, le opere d'arte, ma quella che mi ha colpito di più si trova nell'ex Chiesa del Gesù.
Io ero una Claire qualsiasi che studiava storia dell'arte senza alcuna passione, al liceo classico. Avevo una prof suonata che avrebbe reso noioso anche il più grande capolavoro al mondo e mi sentivo continuamente sottolineare, tra le caratteristiche dalla pittura del Beato Angelico, la tenerezza che pervade l'atmosfera dei suoi lavori.
Tutto questo l'avevo bellamente dimenticato, o almeno credevo di averlo fatto.
Perché poi, dopo 20 anni, sono entrata nell'ex Chiesa del Gesù e mi sono trovata davanti l'"Annunciazione" del Beato Angelico e la tenerezza l'ho percepita davvero e sono rimasta lì come un'allocca inchiodata davanti all'opera e proprio non mi riusciva di andarmene. Mi sono allontanata, restando finché ho potuto con la testa girata verso il quadro, solo perché un paio di figli mi hanno trascinata via.
Ma Cortona è da vedere per capire quanto siano belle le sue case, il suo panorama, i suoi palazzi e i suoi monumenti.
Come in quasi tutti i borghi medievali del centro Italia, ogni singola pietra racconta una storia e ogni piccola chiesa nasconde un gioiello.
Anche perché, non solo Severini nacque a Cortona, ma anche Luca Signorelli!
Ed infatti, numerosissime sono le sue opere in tutto il paese.
Cortona Caput Mundi
Nel Museo dell'Accademia Etrusca erano affisse tutte le citazioni dell'antichità nelle quali appariva Cortona (in latino).
Una mattina siamo saliti al Santuario di Santa Margherita, in alto in alto (Ma lo sapevate che persino Simone de Beauvoir conosceva Santa Margherita di Cortona?
), in alto, in alto, in cima alla collina su cui sorge il paese, seguendo una strada assolata e verde.
Lungo questa strada, ci sono le stazioni della Via Crucis, dipinte da Severini. I miei figli rompevano perché la strada era davvero erta, ma sono bravi e siamo arrivati in cima in breve tempo.
Poi ci siamo allontanati dal paese in macchina e siamo andati all'Eremo delle Celle, uno dei conventi fondati da San Francesco nel XIII dove è ancora visibile la sua cella.
Non so se sia per la grandezza e la fama di questo Santo, o per il luogo, ma l'Eremo delle Celle è davvero un posto nel quale si avverte un'atmosfera speciale.
Prima di tutto: la natura. Quel rivo che scorre tra le pietre. Quel bosco freschissimo tutto attorno.
E poi il Convento, tutto in pietra ricavato da alcune piccole grotte già presenti nella montagna. Il minuscolo orticello ben curato e circondato dai fiori. La cella di San Francesco e la piccola chiesa. Il ponte in pietra immerso nel verde che passa sul ruscello.
Non c'era anima viva a parte noi. E' un posto meraviglioso, ricco di spiritualità.
Secondo me le pietre dicevano ai fiori che lo ripetevano agli alberi e alle loro fronde che a loro volta lo bisbigliavano all'acqua: "Trasudate santità! Sembrate mistici più che potete! Dondolate al vento se potete, nel modo più soave che conoscete e scorrete, stormite, profumate e rinfrescate in maniera da apparire il più paradisiaci possibile!"
O forse, occorre ammettere che San Francesco fu davvero una somma figura santa per piegare perché a me, atea e anticlericale, l'Eremo abbia emozionato tanto.
Continua....