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Risparmio tradito anche in Portogallo: salta Novo Banco e vanno in fumo due miliardi di bond senior

di Marco FerrandoCronologia articolo31 dicembre 2015
In questo articolo

Argomenti: Espirito Santo | Portogallo | Banca d'Italia | Banco | Obbligazioni


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Questo articolo è stato pubblicato il 31 dicembre 2015 alle ore 09:50.
L'ultima modifica è del 31 dicembre 2015 alle ore 16:07.






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Non è bail in, ma molto si avvicina quello comunicato ieri notte dal Novo Banco, la good bank nata un anno fa dal fallimento di Banco Espirito Santo: per consentire una nuova iniezione di capitale, necessaria in attesa che si trovi un compratore, la Banca del Portogallo - che come Bankitalia veste i panni dell'Autorità di risoluzione - ha deciso di azzerare, nei fatti, due miliardi di bond senior. Che, prospetti alla mano, sono più pregiati dei subordinati (quelli cancellati in Italia dal piano salvabanche) perché maggiormente garantiti e quindi presentano un livello di rischio inferiore.
Formalmente, la Banca Centrale del Portogallo ha ordinato il trasferimento di alcune obbligazioni ordinarie di Novo Banco nella bad bank Banco Espirito Santo, creata - analogamente a quanto avvenuto in Italia - dopo lo smembramento dell'istituto Espirito Santo. «Questa misura si è resa necessaria per fare in modo che le perdite di Banco Espirito Santo vengano innanzitutto sostenute da azionisti e obbligazionisti e non dal sistema finanziario e dai contribuenti», ha spiegato la Banca centrale di Lisbona.

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Tuttavia, la decisione farà discutere. Per due motivi: è la prima volta che gli obbligazionisti senior vengono coinvolti nel salvataggio di una banca, e in più l'Autorità di risoluzione ha deciso di far contribuire al salvataggio non tutti i titoli ma soltanto cinque emissioni che erano destinate a investitori istituzionali; in pratica, la Banca del Portogallo ha scelto di tutelare i piccoli risparmiatori e di far pagare il conto ai fondi, che al momento avrebbero in mano il 99% di quei titoli. Una decisione forte, in cui la politica sicuramente ha avuto un ruolo in un Paese governato da una fragile coalizione di centrosinistra, che ieri ha fatto drizzare i capelli ai trader di centinaia di case d'investimento: in molte si preparano cause legali, dal momento che ritengono sia stato violato il principio del pari passu, in base al quale gli obbligazionisti vanno trattati tutti allo stesso modo. In totale, Novo Banco aveva sul mercato 5,4 miliardi di bond, ma secondo quanto ricostruito sarebbero state scelte quelle specifiche emissioni perché effettuate secondo le norme portoghesi, che renderanno più impegnativa un'azione legale, secondo alcune indiscrezioni raccolte da Bloomberg.
Il trasferimento dei titoli alla bad bank, con conseguente cancellazione del debito per la good bank, consentirà al Novo Banco di colmare il gap di capitale emerso in occasione dello Srep di novembre, pari a 1,4 miliardi. Alleggerita dei bond, la banca ora si dedicherà a un piano che prevede anche la cessione di asset e nuove misure riorganizzative, tappe decisive per un nuovo tentativo di vendita sul mercato dopo un primo lanciato a inizio anno ma naufragato. «Questa decisione consentirà a Novo Banco di concentrarsi sul suo business plan», ha detto la Banca del Portogallo. Da ricordare che il Novo Banco ha già ricevuto, in passato, 4,9 miliardi di fondi pubblici (autorizzati dalla Commissione europea), mentre nella prima metà del 2015 ha registrato una perdita di 251,9 milioni e i suoi crediti a rischio sono saliti al 20% del totale.
Oltre al Novo Banco, il Portogallo è anche alle prese con la crisi di Banif, tra le prime dieci banche del Paese, in attesa di oltre due miliardi di contributi pubblici, anche in questo caso autorizzati dalla Commission
 

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domenica 3 novembre 2024

Centro Studi Monetari: Proposta di legge sui biglietti di Stato



Leggi la Proposta di legge d'iniziativa del Centro Studi Monetari:

BIGLIETTI DI STATO A CORSO LEGALE


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lunedì 28 dicembre 2015

Arezzo: risparmiatori tentano di entrare in Banca Etruria





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Associazione "Svizzera dei banchieri": in italiano, il "signoraggio" scompare...



Associazione "Svizzera dei banchieri": in italiano, il "signoraggio" scompare...

Il 24 dicembre scorso, una nota della Cancelleria Federale svizzera annuncia che le firme raccolte per il referendum sulla moneta sovrana sono valide e che la consultazione popolare si terrà entro 18 mesi.
Nella nota di protesta dell'Associazione svizzera dei banchieri (ASB), la parola "signoraggio", presente nella versione inglese, scompare inspiegabilmente.

Qui un estratto del testo inglese:

The Swiss Sovereign Money Initiative would also affect Swiss citizens, as it:
would punish depositors, and they would earn even lower interests on their savings.
would shrink the economy and the resulting tax deficits would have to be compensated by us all. The promise of increased profit from money creation (seigniorage) to the benefit of the general public is a fairy tale.
would render mortgages more expensive. The dream of owning one’s own home would thus become viable for a reduced number of Swiss citizens.
http://www.swissbanking.org/en/stellungnahme-20151201

Mentre nel testo italiano:

L’Iniziativa Moneta intera implica effetti negativi sulla popolazione svizzera, in quanto:
penalizza i risparmiatori, destinati a percepire interessi ancora più esigui sui loro risparmi.
comporta una contrazione dell’economia, chiamando tutti noi a compensare il minor gettito fiscale che ne deriva. I maggiori utili a favore della collettività generati dalla creazione di denaro sono una promessa vana e fantasiosa.
comporta un rincaro delle ipoteche. Il sogno di un’abitazione di proprietà diviene quindi meno realizzabile per le cittadine e i cittadini svizzeri.
http://www.swissbanking.org/it/stellungnahme-20151201

MISTERO !


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MONETA SOVRANA: La Svizzera pronta al referendum



La Svizzera pronta al referendum contro le banche

di Marcello Bussi, MILANO FINANZA, 28 dicembre 2015
http://www.milanofinanza.it/news/la-svizzera-pronta-al-referendum-contro-le-banche-201512281043503585


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In Svizzera si terrà un referendum per consentire alla sola Banca centrale la creazione di moneta. Il governo federale svizzero ha reso noto che sono state raccolte le 100.000 firme necessarie per consentire il referendum, che dovrà essere indetto entro 18 mesi. L'iniziativa è del Movimento svizzero per la moneta sovrana, che l'ha denominata, in italiano ticinese, "Moneta intera". Come spiega il Movimento, la moneta intera è il denaro messo in circolazione dalla Banca nazionale, che comprende solo le monete e le banconote. Questi mezzi legali di pagamento costituiscono però solo il 10% del denaro in circolazione, mentre il 90% è denaro elettronico che le banche creano quando aprono linee di credito.

Il Movimento svizzero per la moneta sovrana ha proposto il referendum perché ritiene che la creazione di denaro da parte delle banche private sia contro l'articolo 99 della Costituzione federale ("il settore monetario compete alla Confederazione"). "Con l'introduzione della moneta intera", spiega il Movimento, "le banche non possono più creare denaro per conto proprio, ma solo prestare denaro che hanno ricevuto a disposizione dai risparmiatori, da altre banche o, quando necessario, dalla Banca nazionale. Le banche non hanno più un indebito vantaggio nei confronti degli altri attori del mercato, perché non possono più creare denaro loro stesse".

Secondo il Movimento, "a partire dall’introduzione della moneta intera, su tutti i conti che servono al traffico dei pagamenti si trova solo denaro elettronico garantito dalla Banca nazionale. La banca deve gestire questi conti come dei depositi titoli. Il denaro appartiene al titolare del conto e non va perso in caso di fallimento di una banca, ma non vengono pagati interessi. Chi preferisce ricevere interessi anziché avere denaro sicuro può, come finora, affidare il suo denaro alla banca tramite un conto risparmio o altre forme di investimento, contro interessi".


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LaRouche: arrestare i banchieri che preparano il furto del bail-in



LaRouche: arrestare i banchieri che preparano il furto del bail-in

domenica, 27 dicembre 2015 11:53
http://movisol.org/larouche-arrestare-i-banchieri-che-preparano-il-furto-del-bail-in/
lhl_banchieri_bail-in.jpg

https://www.facebook.com/sharer/sha...banchieri-che-preparano-il-furto-del-bail-in/

Il 24 dicembre Lyndon LaRouche ha chiesto che i banchieri di Wall Street e della City di Londra che si accingono dal 1 gennaio a rubare miliardi di dollari di risparmi direttamente dai conti correnti, nell’ambito delle procedure di bail-in per salvare le banche, dovrebbero essere prontamente arrestati e messi in galera prima che commettano il furto.
Oggi si chiama bail-in, una volta di chiamava truffa. Negli anni Venti e Trenta del secolo scorso, la JP Morgan e altre banche truffarono i propri clienti inducendoli ad acquistare titoli della loro banca che stava per dichiarare fallimento. Alcuni banchieri andarono in galera per questo, grazie a Franklin Delano Roosevelt.
Qualche anno fa, le principali banche spagnole, incluso il Banco Santander, hanno tentato la stessa truffa vendendo ai propri clienti obbligazioni cosiddette “preferentes” delle banche in via di fallimento, imponendo enormi perdite ai propri clienti.
All’inizio dell’anno in corso, a Portorico, alcune delle principali banche, incluse UBS e, di nuovo, Banco Santander, sono state colte con le mani nel sacco mentre cercavano di rifilare ai propri clienti obbligazioni municipali tossiche. Se la cavarono con una multa quando furono colte sul fatto.
In Italia quattro banche sono state salvate confiscando i risparmi di 10mila loro clienti.
Questa pratica fraudolenta diventerà legale quando entrerà in vigore la nuova legge dell’Unione Europea l’1 gennaio 2016, e pretende che l’8% del capitale totale di una banca venga venduto sotto forma di “bail-in bond”, ovvero carta straccia equivalente al veleno per topi.
Anche negli Stati Uniti le banche di Wall Street intendono appropriarsi dei risparmi della gente comune. La buona notizia è che la maggior parte degli americani è così povera che non ha neanche dei risparmi da farsi sottrarre. Un articolo di CNBC MarketWatch fa notare che quasi il 62% degli americani ha meno di 1.000 dollari di risparmi per le emergenze. Uno studio di Bankrate.com dimostra anch’esso che il 62% non ha risparmi, aggiungendo che il 57% di coloro che avevano dei risparmi prima del crac del 2008 li ha spesi per far fronte alla crisi economica.



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domenica 27 dicembre 2015

Moneta Complementare e Signoraggio
 

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domenica 3 novembre 2024

Centro Studi Monetari: Proposta di legge sui biglietti di Stato



Leggi la Proposta di legge d'iniziativa del Centro Studi Monetari:

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lunedì 28 dicembre 2015

Arezzo: risparmiatori tentano di entrare in Banca Etruria





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Associazione "Svizzera dei banchieri": in italiano, il "signoraggio" scompare...



Associazione "Svizzera dei banchieri": in italiano, il "signoraggio" scompare...

Il 24 dicembre scorso, una nota della Cancelleria Federale svizzera annuncia che le firme raccolte per il referendum sulla moneta sovrana sono valide e che la consultazione popolare si terrà entro 18 mesi.
Nella nota di protesta dell'Associazione svizzera dei banchieri (ASB), la parola "signoraggio", presente nella versione inglese, scompare inspiegabilmente.

Qui un estratto del testo inglese:

The Swiss Sovereign Money Initiative would also affect Swiss citizens, as it:
would punish depositors, and they would earn even lower interests on their savings.
would shrink the economy and the resulting tax deficits would have to be compensated by us all. The promise of increased profit from money creation (seigniorage) to the benefit of the general public is a fairy tale.
would render mortgages more expensive. The dream of owning one’s own home would thus become viable for a reduced number of Swiss citizens.
http://www.swissbanking.org/en/stellungnahme-20151201

Mentre nel testo italiano:

L’Iniziativa Moneta intera implica effetti negativi sulla popolazione svizzera, in quanto:
penalizza i risparmiatori, destinati a percepire interessi ancora più esigui sui loro risparmi.
comporta una contrazione dell’economia, chiamando tutti noi a compensare il minor gettito fiscale che ne deriva. I maggiori utili a favore della collettività generati dalla creazione di denaro sono una promessa vana e fantasiosa.
comporta un rincaro delle ipoteche. Il sogno di un’abitazione di proprietà diviene quindi meno realizzabile per le cittadine e i cittadini svizzeri.
http://www.swissbanking.org/it/stellungnahme-20151201

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MONETA SOVRANA: La Svizzera pronta al referendum



La Svizzera pronta al referendum contro le banche

di Marcello Bussi, MILANO FINANZA, 28 dicembre 2015
http://www.milanofinanza.it/news/la-svizzera-pronta-al-referendum-contro-le-banche-201512281043503585


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In Svizzera si terrà un referendum per consentire alla sola Banca centrale la creazione di moneta. Il governo federale svizzero ha reso noto che sono state raccolte le 100.000 firme necessarie per consentire il referendum, che dovrà essere indetto entro 18 mesi. L'iniziativa è del Movimento svizzero per la moneta sovrana, che l'ha denominata, in italiano ticinese, "Moneta intera". Come spiega il Movimento, la moneta intera è il denaro messo in circolazione dalla Banca nazionale, che comprende solo le monete e le banconote. Questi mezzi legali di pagamento costituiscono però solo il 10% del denaro in circolazione, mentre il 90% è denaro elettronico che le banche creano quando aprono linee di credito.

Il Movimento svizzero per la moneta sovrana ha proposto il referendum perché ritiene che la creazione di denaro da parte delle banche private sia contro l'articolo 99 della Costituzione federale ("il settore monetario compete alla Confederazione"). "Con l'introduzione della moneta intera", spiega il Movimento, "le banche non possono più creare denaro per conto proprio, ma solo prestare denaro che hanno ricevuto a disposizione dai risparmiatori, da altre banche o, quando necessario, dalla Banca nazionale. Le banche non hanno più un indebito vantaggio nei confronti degli altri attori del mercato, perché non possono più creare denaro loro stesse".

Secondo il Movimento, "a partire dall’introduzione della moneta intera, su tutti i conti che servono al traffico dei pagamenti si trova solo denaro elettronico garantito dalla Banca nazionale. La banca deve gestire questi conti come dei depositi titoli. Il denaro appartiene al titolare del conto e non va perso in caso di fallimento di una banca, ma non vengono pagati interessi. Chi preferisce ricevere interessi anziché avere denaro sicuro può, come finora, affidare il suo denaro alla banca tramite un conto risparmio o altre forme di investimento, contro interessi".


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LaRouche: arrestare i banchieri che preparano il furto del bail-in



LaRouche: arrestare i banchieri che preparano il furto del bail-in

domenica, 27 dicembre 2015 11:53
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Il 24 dicembre Lyndon LaRouche ha chiesto che i banchieri di Wall Street e della City di Londra che si accingono dal 1 gennaio a rubare miliardi di dollari di risparmi direttamente dai conti correnti, nell’ambito delle procedure di bail-in per salvare le banche, dovrebbero essere prontamente arrestati e messi in galera prima che commettano il furto.
Oggi si chiama bail-in, una volta di chiamava truffa. Negli anni Venti e Trenta del secolo scorso, la JP Morgan e altre banche truffarono i propri clienti inducendoli ad acquistare titoli della loro banca che stava per dichiarare fallimento. Alcuni banchieri andarono in galera per questo, grazie a Franklin Delano Roosevelt.
Qualche anno fa, le principali banche spagnole, incluso il Banco Santander, hanno tentato la stessa truffa vendendo ai propri clienti obbligazioni cosiddette “preferentes” delle banche in via di fallimento, imponendo enormi perdite ai propri clienti.
All’inizio dell’anno in corso, a Portorico, alcune delle principali banche, incluse UBS e, di nuovo, Banco Santander, sono state colte con le mani nel sacco mentre cercavano di rifilare ai propri clienti obbligazioni municipali tossiche. Se la cavarono con una multa quando furono colte sul fatto.
In Italia quattro banche sono state salvate confiscando i risparmi di 10mila loro clienti.
Questa pratica fraudolenta diventerà legale quando entrerà in vigore la nuova legge dell’Unione Europea l’1 gennaio 2016, e pretende che l’8% del capitale totale di una banca venga venduto sotto forma di “bail-in bond”, ovvero carta straccia equivalente al veleno per topi.
Anche negli Stati Uniti le banche di Wall Street intendono appropriarsi dei risparmi della gente comune. La buona notizia è che la maggior parte degli americani è così povera che non ha neanche dei risparmi da farsi sottrarre. Un articolo di CNBC MarketWatch fa notare che quasi il 62% degli americani ha meno di 1.000 dollari di risparmi per le emergenze. Uno studio di Bankrate.com dimostra anch’esso che il 62% non ha risparmi, aggiungendo che il 57% di coloro che avevano dei risparmi prima del crac del 2008 li ha spesi per far fronte alla crisi economica.



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domenica 27 dicembre 2015

Moneta Complementare e Signoraggio
 

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Forumer storico
Già in vendita le banche “salvate” dal governo: perché tanta fretta?

by francesco · 31 dicembre 2015



Bankitalia, in collaborazione e accordo con il governo italiano e le autorità Ue competenti, ha avviato il processo di vendita per le 4 “banche-ponte” nate con il salva-banche dagli istituti in crisi “ripuliti” ai crediti in sofferenza: Nuova Banca Marche, Nuova Banca Etruria, Nuova Cassa di Risparmio di Chieti, Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara. Una nota di Bankitalia specifica che “il processo di vendita verrà attuato in tempi brevi”. La Banca d’Italia ha selezionato con apposita gara Société Générale in qualità di advisor finanziario, Oliver Wyman in qualità di consulente strategico e lo Studio Chiomenti quale advisor legale. Il processo di vendita, specifica Via Nazionale, “verrà attuato in tempi brevi e sarà supervisionato dall’Unità di Risoluzione e gestione delle crisi della Banca d’Italia attraverso il Fondo di Risoluzione, un istituto previsto sia dal diritto europeo che da quello italiano, finanziato da contributi di tutto il sistema bancario italiano nel rispetto delle norme europee in materia di aiuti di Stato”. Il processo, assicura quindi Bankitalia, “sarà trasparente e non discriminatorio, esclusivamente finalizzato a massimizzare il ricavato nell’interesse delle aree economiche in cui le Banche stesse sono radicate”. Le attività delle quattro banche sono state ristrutturate per facilitare il processo di vendita: ogni “banca-ponte” – spiega la banca centrale – è capitalizzata al 9% delle attività di rischio ponderate; gli attivi problematici in sofferenza saranno trasferiti a un nuovo veicolo separato denominato REV Spa, anch’esso capitalizzato dal Fondo di Risoluzione, cui verrà riconosciuto il ricavato della vendita o della gestione di quegli attivi. Le quattro banche, escludendo le attività problematiche in sofferenza, rappresentano nel complesso una quota di mercato di circa l’1 per cento dei depositi totali a livello di sistema, con un patrimonio netto complessivo di partenza di 1,8 miliardi di euro.
Forza Italia: tanta fretta per insabbiare la verità sulle speculazioni?

Una notizia che allarma le opposizioni. “La notizia del via alla vendita da parte di Bankitalia desta sconcerto e scalpore – commenta il senatore di Forza Italia Remigio Ceroni – Non si capisce il perché di tanta fretta. Ho il sospetto che si voglia completare il progetto di cessione dei quattro istituti in mani straniere prima che emerga la verità su quanto è accaduto. Sarebbe opportuno un intervento della magistratura per impedire un disegno che non ci convince affatto e che presenta ancora troppi lati oscuri”.




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Forumer storico
terrorismo di Stato, terroristi, USA, vicino oriente
Giulietto Chiesa si presenta

dicembre 29, 2015 11 commenti

Alessandro Lattanzio, 29/12/2015
Giulietto Chiesa è una False Flag, e il suo circo è una pedina della guerra ‘ibrida’ contro la Russia.

Giulietto Chiesa si presenta così: “… Dal 1 ottobre 1980 al 1 settembre 1990 corrispondente da Mosca per l’Unità. Nel 1989-1990 e’ “fellow” del Wilson Center, Kennan Institute for Advanced Russian Studies (1) di Washington. Conferenze in quindici università e istituti di ricerca americani, Dipartimento di Stato, Rand Corporation etc. Nel 1990 entra alla “Stampa”, ancora come corrispondente da Mosca, e rimane in Russia fino alla fine del 2000. Durante il periodo moscovita ha collaborato intensamente con “Radio Liberty“…”
 
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Forumer storico
"...la moneta è un bene ad utilità ripetuta, incorpora VALORE INDOTTO e non valore creditizio...se con la moneta puoi comprare, allora ha valore ! Come ha valore il coltello perchè puoi tagliare, come ha valore la penna perchè puoi scrivere, quindi è sempre attinente ad un momento futuro: il godimento, il momento edonistico del valore...noi abbiamo avuto la prova storica che la moneta di proprietà dei cittadini esiste, quando la moneta era... d'oro il cittadino ne era il proprietario. La proprietà della moneta è una fattispecie giuridica, non è una fattispecie merceologica, la merce sia carta, sia oro, è la stessa cosa...i pezzi di carta (banconote) hanno un valore merceologico di pochi centesimi, però hanno lo stesso valore dell'oro, perchè sia carta, sia oro il simbolo ha la mera funzione di manifestare il VALORE INDOTTO ed attribuirne la proprietà al portatore del simbolo...ogni simbolo è una fattispecie giuridica...ecco la possibilità di creare una moneta locale...una moneta che all'atto dell'emissione non viene addebitata ma accreditata...molto meglio essere proprietari...
 

mototopo

Forumer storico
economica del diritto.






































































sabato 2 gennaio 2016

IMPRIMATUR SECRETUM VERITAS MYSTERIUM...INIQUITATIS




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Il titolo del post richiama la frase ritraibile dal complesso dei titoli di una serie di libri di Monaldi e Sorti: indica che, per quanto il "segreto" possa essere stato reso noto al pubblico, la verità rimane un mistero. In questo caso, più che mai, il mistero della iniquità e della ingiustizia a cui siamo kafkianamente assoggettati. In nome dell'€uropa.
La seconda parte del motto latino composto dai titoli dei libri ci dice pure che Unica impresa, la dissimulazione.”

1. Si apre l'anno nuovo, si aprano i giochi.
Intanto apprendiamo che il certamente legittimo recupero dell'evasione, che in sostanza è un aumento della pressione fiscale effettiva, e quindi una riduzione del PIL (riducendo certamente consumi e investimenti), agevolerebbe la "ripresa" (cioè l'aumento del PIL)


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Estratto del DEF del 10 aprile 2015
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2. Ci si dice, in pratica, che l'ulteriore drenaggio fiscale di liquidità, in una situazione di redditi decrescenti e di debiti deflazionati (cioè gonfiati) dalla caduta-stagnazione della domanda, non avrebbe conseguenze sulla capacità di pagamento dei debiti bancari, fenomeno alla base delle sofferenze che minano i bilanci della banche, sottoponendo tutti i risparmiatori, cioè anche quelli non insolventi e anzi creditori delle banche stesse, al rischio di bail-in.


Contemporaneamente si grida al miracolo del boom dei mutui e lo si confonde, "stranamente", con una ripresa del mercato immobiliare; e questo pur con qualche distinguo sulle surroghe, fenomeno certamente imponente che conferma che, nel complesso, si tratta solo di costo del denaro più basso, in sostanziale deflazione, che spinge il minimo fisiologico del bisogno di abitazioni: almeno finchè la gente sia capace di sposarsi e di riprodursi.
Boom dei mutui per la casa nel 2015: +86,1% in otto mesi (La Stampa)

Vola il mercato dei mutui: +50% nei primi tre mesi. Il fisso torna di moda (Sole24ore)

La ripresa dei mutui alle famiglie oltre al boom delle surroghe (Prometeia)



3. Naturalmente, la realtà complessiva, non il fenomeno dei mutui scisso dai valori di mercato, la tenuta dei quali è condizione di solidità della garanzia dei crediti corrispondenti a tali mutui, è un'altra.
E già, perché secondo Bankitalia, questo è il quadro del mercato immobiliare (di cui i mutui sono solo l'indice dell'indebitamento funzionale alla domanda mentre, però, esigono una garanzia adeguata e costante nel tempo):
Questo è il 2014 (già riportato):

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E questo è il 2015 (appena sfornato):

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4. Nello stesso studio Bankitalia, ci viene riportato un quadro (fig. a pagina 2) in cui, complessivamente, solo una moderata ripresa dei consumi e della spesa pubblica - concentrata nella seconda parte dell'anno-, danno corpo alla modesta crescita del PIL, compensando, udite,udite!, il segno negativo delle esportazioni di beni e servizi, altrettanto collocato nella seconda parte dell'anno: si registra, infatti, un terzo trimestre di export negativo (-0,8!) e di crescita delle importazioni (+0,5), che segnano una preoccupante inversione di tendenza che non si vedeva dalla fine del 2011 e dall'inizio della "cura Monti".
E, si noti, stiamo scontando la svalutazione dell'euro via QE e i prezzi petroliferi in ribasso "di guerra" (alla Russia).


Gli investimenti fissi lordi, tranne una strana fiammata nel primo trimestre 2015, spiegata come riflesso della famosa ricostituzione delle scorte, rimangono in segno negativo per il resto del 2015, in continuità con la caduta rovinosa registrata nei quattro anni precedenti.
Cioè, sempre dall'inizio della cura Monti.
Vedere per credere: 2011: -1,9; 2012: -9,3 !!!; 2013: -6,6; 2014: - 3,5.


5. Questa, visto che ce la dice la Banca d'Italia, dovrebbe essere la verità: i giornali e le TV, visto che è stata resa pubblica dovrebbero riportarcela.
Notate bene: siccome è resa pubblica essa è accessibile praticamente a tutti quelli che, come abbiamo fatto noi, la vogliano cercare.


Notare che registrare investimenti fissi lordi da quattro anni fortemente negativi, significa distruzione di impianti e, immancabilmente, imprese insolventi o proprio fallite; simultaneamente, il continuo calo dei prezzi delle case, unito alla crescita della disoccupazione nonchè al fenomeno crescente dei working poors (cioè semioccupati in part-time involontario, o in lavori sotto-retribuiti e a singhiozzo, o comunque riassunti a salari deflazionati dopo una disperata disoccupazione da ultracinquantenni), significa difficoltà a pagare le rate dei mutui.
Quale che sia il livello degli interessi corrente.


6. Quindi, ci pare piuttosto difficile praticare ciò che consiglia un noto commentatore che ritiene il dilemma per "giornalisti e opinionisti" sia "calmare la gente a costo di mentire (e di coprire le malefatte passate) o dire la verità, con il rischio di far precipitare la crisi?"
Il punto è che non pare, visti questi costanti ed eclatanti dati macroeconomici, pubblici e molto ufficialmente divulgati, e obiettivamente conseguenti alle politiche economico-fiscali imposte dall'€uropa, che la verità, come ritiene tale commentatore, consista nel denunciare i "misfatti passati".
Almeno intendendo questi ultimi come irregolarità, più o meno gravi e talora conseguenti ad accordi dolosi nell'erogare crediti senza valutare correttamente il merito dell'affidatario (in particolare accordi tra "parti correlate", in danno degli azionisti, nonché dei creditori-correntisti, ma solo per l'irrompere delle regole €uropee sul bail-in, che è dunque causa e non effetto diciò), .
Questo fenomeno appare molto più strutturale, cioè corrispondente a un fisiologico orientamento creditizio che privilegia la grande impresa finanziarizzata (e magari "parte correlata" per via di intrecci nei c.d.a), che legato a veri e propri misfatti di operatori locali.


7. L'evidenza, almeno stando ai dati di Bankitalia, anche precedenti e legati all'analisi del credit crunch, sulla situazione della massa dei debitori, ci dice dunque che, rispetto al fenomeno delle sofferenze, si tratta di una situazione strutturale, di un'opzione sistemica, e non correlabile complessivamente a singoli episodi di malcostume bancario (che, data la struttura della loro proprietà bancaria, pubblico-politica, si possono ben essere verificati massicciamente pure in Germania).


Insomma, la verità è stata già pubblicata (e se non bastasse Bankitalia, ci sono pure i dati Eurostat o OCSE) e non ci racconta di un rilevante nesso eziologico tra sofferenze sistemiche e crescenti in Italia e i "misfatti".


E non solo: se la verità macroeconomica, cioè di perduranti e incisive politiche fiscali determinanti deflazione, crisi produttiva e occupazionale, distruzione di reddito, risparmi e conseguentemente di valori dei beni patrimoniali (in inevitabile depressione da sovraofferta), non è resa come tale, è perché preferiscono non raccontarla, pur disponendo dei dati ufficiali che consentirebbero RAGIONEVOLMENTE di spiegare e di far capire al pubblico, ai cittadini, ai risparmiatori, ai contribuenti, cosa stia accadendo.
Invece ci raccontano un'altra storia: e cioè che la ripresa non è impedita da queste politiche economico-fiscali, considerate unquestionable per metafisica Legge naturale, ma dall'evasione fiscale!
Del cui "recupero" poco sopra abbiamo visto gli effetti, non certo anticiclici ma anzi, depressivi.


8. Ma la cosa non può stupire: si tratta di un disegno, che nulla ha a che vedere con la verità dei dati ufficiali sulla realtà della non ripresa italiana, che rientra perfettamente nella strategia €uropea di ridisegno determinato dall'euro e dal fiscal compact e dall'Unione bancaria che ne sono i corollari obbligati.
Lo avevamo descritto qui, quasi tre anni fa:
"Che questa sia una costruzione ideale, ma non tanto (nutrendo Hayek espressamente fiducia nel fatto che "un giorno" esisteranno le condizioni politiche per realizzarla:...vi ricorda qualcosa?), e non segna alcuna fondamentale incompatibilità col disegno UE-UEM, che, come già sul piano monetario, ammette un processo strategico che utilizza strumenti di progressiva realizzazione di tale "schema ideale" condivendendone i fini essenziali.

In questa chiave "progressiva" si possono comprendere anche gli elevati livelli di tassazione: si tratta di una condizione transitoria e, naturalmente strumentale, che sconta la modifica del precedente ordine costituzionale dei welfare, mirando a farlo collassare, per rigetto del corpo sociale, mediante la imposizione del vincolo monetario (ad effetti equipollenti "in parte qua" al gold standard) e dei ben noti "vincoli" di deficit e di ammontare del debito, posti rispetto ai bilanci pubblici.

I quali, naturalmente, in una fase iniziale, pazientemente durevole, debbono "rientrare", consolidarsi, aumentando l'imposizione fiscale, prima di poter procedere, verificatesi le condizioni politiche, al taglio strutturale della spesa pubblica.

Alla fine, la gente, avvertendo come insopportabile il costo dei diritti sociali, cioè del welfare, invocherà il loro smantellamento, pur di vedersi sollevata da questa insopportabile tassazione.




Ed è, appunto quanto si sta verificando, segnatamente in Italia, verificandosi così la strumentalità della costruzione europea per la realizzazione del "fine": l'instaurazione del "meraviglioso mondo di von Hayek".
 

mototopo

Forumer storico
attualita' gennaio 2, 2016 posted by Fabio Lugano
L’EURO, IL DENARO CHE USIAMO, E’ PRIVATO! (di Jacopo Cioni)



State buoni, si lo so che molti che leggono hanno ben chiaro ciò che scriverò, spero che il messaggio arrivi a qualcuno che questi concetti non ha ben chiari.
Quando si dialoga con un condizionato sociale, ammaestrato dalla televisione e dai giornali si fa una fatica enorme nel cercare di scalfire la sua granitica convinzione che l’euro e come diretta conseguenza l’UE non siano in realtà dei gioghi che schiavizzano le nazioni sottraendo Sovranità ai popoli e allo stesso tempo sottraggano beni materiali in cambio di foglietti colorati chiamati soldi. Sembra incredibile, ma riuscire a fargli capire che il denaro che ha in tasca è un bene di diritto privato e non pubblico è un’impresa titanica. La cosa incredibile è che se anche riesci ad insinuare un dubbio, prove alla mano, non riescono a capire, o almeno percepire, le conseguenze del problema moneta. Qualcuno arriva a dire: va bhe e allora? Che cambia se la moneta è privata? Che cambia se il potere è in Europa? Tanto eleggiamo il Parlamento Europeo! Non riescono a comprendere la differenza fra una moneta emessa in nome del popolo e una emessa in nome… di chi? Non comprendono che eleggere un Parlamento esautorato del potere di legiferare rispetto ad altri 13 organi non eletti è un assurdo democratico.
Parlamento europeo

Consiglio europeo

Consiglio dell’Unione europea

Commissione europea

Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE)

Banca centrale europea (BCE)

Corte dei conti europea

Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE)

Comitato economico e sociale europeo (CESE)

Comitato delle regioni (CdR)

Banca europea per gli investimenti (BEI)

Mediatore europeo

Garante europeo della protezione dei dati (GEPD)

Organismi interistituzionali

13 organi su cui il popolo non esercita ne controllo elettivo ne ha la possibilità legale di destituirli ed uno solo organo eletto che praticamente non ha nessun potere diretto. Ed ai popoli europei ciò sembra normale!
Non divaghiamo, di dittatura oligarchica parleremo in seguito dedichiamoci al mezzo usato per ottenere una dittatura economica mezzo che determina il potere oligarchico.
Il denaro e questo mezzo.
Un tempo il controllo delle materie prime e dell’energia permetteva alle multinazionali di influenzare la politica, poi la politica se la sono comprata con il controllo del denaro.

Come diceva Thomas Jefferson: ” Io credo che le istituzioni bancarie siano più pericolose per le nostre libertà di quanto non lo siano gli eserciti permanenti. Se il popolo americano permetterà mai alle banche private di controllare l’emissione del denaro, dapprima attraverso l’inflazione e poi con la deflazione, le banche e le compagnie che nasceranno intorno alle banche priveranno il popolo dei suoi beni finché i loro figli si ritroveranno senza neanche una casa sul continente che i loro padri hanno conquistato.
Leggetevi a questo LINK che cosa è l’euro e le varie curiosità che lo caratterizzano, prima emissione (2002), seconda emissione (2013), numeri di serie, ecc, tanto per prendere confidenza.
La differenza fra un bene di diritto pubblico e uno di diritto privato è nella proprietà del bene stesso.
Proviamo a mettere giù alcuni punti; come capiamo che l’euro è privato?
Stabilirne la proprietà giuridica cioè a chi appartiene. Se il risultato è che appartiene a soggetti o aziende private significa evidentemente che non appartiene alla comunità, popolo, cittadini, insomma a tutti noi 500 milioni di europei.

Stabilire se l’euro è un bene di diritto pubblico o privato. Se il risultato è che si tratta di un bene di diritto privato significa che il proprietario non risponde agli stati che ne fanno uso, ma gli concede la possibilità di adoperarlo.

Stabilire che l’uso dell’euro, bene privato è concesso da un proprietario privato ed ha un costo. Se il risultato è che sussiste un costo nell’uso dell’euro significa che paghiamo dei privati per usare una moneta comunemente accettata dagli stati che dovrebbero essere soggetti pubblici.

Stabilito tutto questo domandarci perchè gli stati non producono lo stesso denaro lasciando la proprietà al popolo europeo, secondo un diritto pubblico e a costo zero.

Primo assioma:

Stabilirne la proprietà giuridica cioè a chi appartiene. Se il risultato è che appartiene a soggetti o aziende private significa evidentemente che non appartiene alla comunità, popolo, cittadini, insomma a tutti noi 500 milioni di europei.

E a chi appartiene?
Una piccola digressione. Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea o Trattato di Maastricht SONO LA STESSA COSA; il trattato di Maastricht per l’Italia è stato firmato 7 febbraio 1992dal Presidente del Consiglio GIULIO ANDREOTTI, il Ministro degli Esteri GIANNI DE MICHELIS e il Ministro del Tesoro GUIDO CARLI. Finita la digressione.
L’articolo 128 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europeail cui comma 1 recita: “La Banca centrale europea ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote in euro all’interno dell’Unione. La Banca centrale europea e le banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nell’Unione.”
Al comma 2 recita: “Gli Stati membri possono coniare monete metalliche in euro con l’approvazione della Banca centrale europea per quanto riguarda il volume del conio. Il Consiglio, su proposta della Commissione e previa consultazione del Parlamento europeo e della Banca centrale europea, può adottare misure per armonizzare le denominazioni e le specificazioni tecniche di tutte le monete metalliche destinate alla circolazione, nella misura necessaria per agevolare la loro circolazione nell’Unione.”
Quindi possiamo affermare con certezza che l’euro, potendo essere emesso in forma cartacea solo dalla BCE e solo su autorizzazione della BCE coniato in forma metallica dagli stati, ed essendo le uniche banconote a corso legale nell’Unione, appartiene legalmente alla BCE, La Banca Centrale Europea. L’euro appartiene ad una banca. Sarebbe un problema questo se la banca appartenesse ai 500 milioni di europei? No non credo in quando la BCE sarebbe una banca pubblica di proprietà del popolo e quindi l’euro sarebbe di proprietà del popolo. E’ cosi? E’ di proprietà dei 500 milioni di europei? NO, vediamo allora a chi appartiene la BCE e quindi l’euro.
Per sapere a chi appartiene l’euro si deve sapere a chi appartiene la BCE. Ovvio no?
Per ora possiamo solo affermare con certezza che la sovranità monetaria di ogni singolo stato dell’Unione è stata ceduta alla BCE. I singoli stati non possono più stampare nessun tipo di denaro se non gli euro in moneta e solo su autorizzazione della BCE. Questo dice l’art 128.
Le Banche Centrali Nazionali (nel caso italiano la Banca d’Italia) sono le uniche autorizzate alla sottoscrizione ed alla detenzione del capitale sociale della BCE, questo è scritto nell’art. 28 comma 2 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea.
Quindi possiamo affermare con certezza che le banche centrali dei vari paesi sono le proprietarie della BCE. Questo dice l’art 28.
Per darvi un’idea il capitale sociale della BCE è così ripartito:
Banca Centrale Nazionale
% Capitale sottoscritto
Capitale versato (€)
Belgio Nationale Bank van België
2,4708
142.334.199,56
Germania Deutsche Bundesbank
20,5211
1.182.149.240,19
Grecia ΤρÜπεζα της ΕλλÜδος
1,8168
104.659.532,85
Spagna Banco de España
7,5498
434.917.735,09
Francia Banque de France
14,3875
828.813.864,42
Irlanda Central Bank & Financial Services
0,8885
51.183.396,60
Italia Banca d’Italia
12,5297
721.792.464,09
Cipro Banca centrale di Cipro
0,1249
7.195.054,85
Lussemburgo Banque centrale du Luxembourg
0,1575
9.073.027,53
Malta – Bank Ċentrali ta’ Malta
0,0622
3.583.125,79
Paesi Bassi De Nederlandsche Bank
3,8937
224.302.522,60
Austria Österreichische Nationalbank
2,0159
116.128.991,78
Portogallo Banco de Portugal
1,7137
98.720.300,22
Slovenia Banka Slovenije
0,3194
18.399.523,77
Finlandia Suomen Pankki
1,2448
71.708.601,11
Totale
69,6963
4.014.961.580,45

Perfetto, quindi stabilito che la BCE appartiene alle banche centrali delle varie nazioni, non rimane che sapere a chi appartengano le banche centrali. Questo diventa più complesso e lungo, ma se vi accontentate della Banca d’Italia sapendo che tutte le altre banche centrali sono alla stessa stregua possiamo non perderci, almeno spero…
La Banca d’Italia trae in inganno con il nome, un tempo era pubblica e dipendeva direttamente dal Ministero del Tesoro, poi è stata trasformata in un istituto di diritto pubblico. Questo trae ancora in inganno in quanto si presuppone che un istituto di diritto pubblico faccia gli interessi pubblici e sia controllato da leggi pubbliche. Invece risponde a delle leggi pubbliche, ma alla fine chi controlla le leggi pubbliche può cambiarne la destinazione d’uso che poi è quello che è successo. Ha quindi un senso affermare che si tratta di un istituto di diritto pubblico se non esercita più interessi pubblici? O peggio se li esercita, ma in realtà non sono interessi (vantaggi) per il pubblico inteso come popolo? Non solo, ma sussiste un consiglio d’amministrazione che è in buona parte è eletto dai “proprietari” della banca. Quindi chi sono questi proprietari? Chi possiede le quote societarie di Banca d’Italia? La ricerca è lunga sul sito ufficiale, ma con un poco di pazienza si trova il file che indica la proprietà, questo è il LINK, vi facilito la ricerca.
Il capitale sociale della Banca d’Italia è così ripartito:
Ente partecipante – Numero quote
Intesa Sanpaolo SpA 93.661
Unicredit SpA 66.342
Generali Italia SpA 19.000
CR in Bologna SpA 18.602
Inps 15.000
Banca Carige SpA 11.869
BNL 8.500
Banca MPS 7.500
Cassa di Risparmio di Biella e Vercelli SpA 6.300
Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza SpA 6.094
UnipolSai Assicurazioni SpA 6.000
Cassa di Risparmio di Firenze SpA 5.656
Allianz SpA 4.000
Banco Popolare S.c. 3.668 Cassa di Risparmio del Veneto SpA 3.610 Cassa di Risparmio di Asti SpA 2.800 Banca delle Marche SpA 2.459 INAIL 2.000 CR del Friuli Venezia Giulia SpA 1.869 CR di Pistoia e della Lucchesia SpA 1.126 CR dell’Umbria SpA 1.106 CR di Ferrara SpA 949 Banca Popolare di Milano Scarl 873 CR di Ravenna SpA 769 Banca Popolare dell’Emilia Romagna S.c. 759 Banca Regionale europea SpA 759 CR di Fossano SpA 750 Banca Popolare di Vicenza Scpa 687 CR di Cesena SpA 675 Banca dell’Adriatico SpA 653 CR di S. Miniato SpA 652 Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna SpA 605 Banca Carime SpA 500 Società Reale Mutua Assicurazioni 500 Veneto Banca Scpa 480 Banca CARIM SpA 393 CR di Bolzano SpA 377 CR di Cento SpA 311 CR della Spezia SpA 266 CR della Provincia di Viterbo SpA 251 CR di Orvieto SpA 237 Banca CR di Savigliano SpA 200 CR di Volterra SpA 194 CR della Provincia di Chieti SpA 151 CR di Fermo SpA 130 Cassa di Risparmio di Savona SpA 123 CR della Provincia di Teramo SpA 115 CR di Civitavecchia SpA 111 Credito Valtellinese S.c. 101 CR di Carrara SpA 101 CR di Loreto SpA 100 CR della Repubblica di S.Marino SpA 36 Banca CARIPE SpA 8 Banca Monte Parma SpA 8 CR di Rieti SpA 8 CR di Saluzzo SpA 4 Banca del Monte di Lucca SpA 2
Totale quote 300.000
Le azioniste evidenziate in blu sono sufficienti, anzi abbondantemente sopra la sufficienza, a gestire il 51% delle quote, sono quindi le padrone di Banca d’Italia, l’unico ente pubblico (INAIL) è evidenziato in rosso nel buglione di tutte le altre aventi quote minori.
Questo evidenzia che non è il popolo italiano ad avere le azioni di Banca d’Italia nel proprio portafoglio titoli e nemmeno società o apparati pubblici hanno queste azioni, ma la proprietà è di S.P.A, cioè società per Azioni. Tutte queste società essendo S.P.A. sono private quindi a loro volta hanno degli azionisti privati che le controllano, un poco come le scatole cinesi; arriveremo mai a sapere chi è la persona o le persone fisiche proprietarie della BCE e quindi dell’euro? Non ci sperate!
Cominciamo dalla prima: Intesa San Paolo, a chi appartiene?
AZIONISTA AZIONI ORDINARIE % DI POSSESSO Compagnia di San Paolo 1.486.372.075 9,374% BlackRock Inc. (1) 775.978.889 4,894% Fondazione Cariplo 767.029.267 4,838% Fondazione C.R. Padova e Rovigo 531.264.450 3,351% Ente C.R. Firenze 414.655.221 2,615% Norges Bank (2) 331.386.184 2,090% People’s Bank of China 317.642.846 2,003%
Osservando la tabella si nota innanzi tutto che circa il 70.8% delle azioni sono sul mercato, proprietà di piccoli, medi o grandi azionisti, ma non fatevi ingannare, il 70% disperso in un mare non è la vera forza di controllo, il controllo è sempre esercitato da chi mette insieme il consiglio di amministrazione e per far questo non servono tanti azioni, ma un numero sufficiente rispetto a quelle disgregate fra tanti piccoli azionisti. Quindi i proprietari di Intesa San paolo sono in quella tabella, cioè altre S.P.A. e fondazioni.
La prima: La Compagnia di San Paolo è una fondazione di diritto privato, occhio, non pubblico ma privato. Saltando tutta la chiosa degli scopi culturali o meno andiamo a vedere a chi appartiene? A nessuno, una fondazione di diritto privato non appartiene a nessuno; ma qualcuno sceglierà il consiglio di amministrazione nel caso in oggetto chiamato Consiglio Generale e il presidente? Chi sceglie gli organi dirigenziali?
Dunque, leggendo lo statuto non possono essere Presidente ne far parte del Consiglio Generale persone che sono in cariche istituzionali varie, dal Parlamento ai Comuni, cioè uomini eletti dal popolo, loro non possono accedere. Per ora sappiamo solo chi non può essere a decidere presso La Compagnia di San Paolo.
Tutti gli organi dal Presidente ai Revisori dei Conti sono eletti dal Consiglio Generale. (da wikipedia) Il Consiglio Generale è formato da 21 membri, 17 membri nominati e 4 membri eletti dagli stessi 17 nominati tramite cooptazione e nomina il presidente. La nomina dei consiglieri spetta a vari enti: 2 al Comune di Torino, 1 alla Regione Piemonte, 1 alla Provincia di Torino, 1 al Comune di Genova, 2 alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Torino, 1 alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Genova, 1 alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Milano, 1 alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Roma, 1 alla Unione Regionale delle Camere di Commercio del Piemonte, 1 al Consiglio Regionale del Volontariato (legge della Regione Piemonte 29 agosto 1994, n. 38), 1 alla Accademia delle Scienze di Torino, 1 alla Accademia Nazionale dei Lincei, 1 ad un Ente europeo indicato dal Consiglio Generale della fondazione, 1 al Presidente pro-tempore della Commissione della Comunità Europea e 1 alla Commissione Nazionale per la Parità e le Pari Opportunità tra Uomo e Donna presieduta dal Ministro per le Pari Opportunità.
Capite il senso di quando scrivo che non appartiene a “nessuno” è solo un gioco di potere politico e privato che gestisce la fondazione, fondazione che però ha il pacchetto azionario più grosso in Intesa San Paolo, prima azionista della Banca d’Italia.
Possiamo comunque dedurre che la fondazione non appartiene al popolo italiano, questo si può affermare; possiamo affermare che è una fondazione di diritto privato ed anche questo è certo; che il Consiglio Generale è quello che la dirige e incarica gli altri organi ivi compreso il Presidente e che questo Consiglio Generale è eletto da altre entità riconducibili a strutture pubbliche sia italiane che europee dove si consuma il gioco politico/economico del potere nella Compagnia di San Paolo. Una scatola cinese.
Veniamo alla seconda: BlackRock Inc . Si tratta di una società finanziaria di investimento per conto terzi. Capire a chi appartiene non è facile e non certo favorito dalla stessa società che per farti accedere a determinate aree ti pone difronte ad una accettazione di responsabilità, questa:
“CONFERMO DI ESSERE UN INTERMEDIARIO O UN INVESTITORE QUALIFICATO, COME DEFINITO DAL REGOLAMENTO CONSOB IN MATERIA DI EMITTENTI, E DESIDERO CONSULTARE LE INFORMAZIONI, OPINIONI E RICERCHE SUI MERCATI PUBBLICATE NELLA PRESENTE SEZIONE DEL SITO. TALI INFORMAZIONI POTRANNO ESSERE RESE DISPONIBILI ANCHE SOLTANTO IN LINGUA INGLESE.
Le informazioni contenute nella presente sezione del sito non sono destinate al pubblico, ma sono riservate a Intermediari e a Investitori Professionali, che le utilizzeranno unicamente come propria informazione e non le potranno divulgare a terzi.
Se un soggetto diverso da un Intermediario o un Investitore Qualificato ottiene accesso a questa pagina, a seguito di dichiarazione erronea o falsa, dovrà astenersi dall’utilizzo delle informazioni, opinioni e ricerche presenti nelle pagine che seguono, né potrà richiedere a BlackRock ulteriori le predette informazioni, opinioni e ricerche.
E’ responsabilità del soggetto che accede alla presente sezione del Sito verificare la propria qualità di intermediario o di investitore qualificato. BlackRock non potrà essere ritenuta responsabile per accessi alla presente sezione del Sito da parte di soggetti diversi da Intermediari e Investitori Professionali.
La richiesta di accesso alla presente sezione del Sito sarà considerata da BlackRock come una richiesta spontanea e autonoma, che non integra attività pubblicitaria, sollecitazione all’investimento, offerta di acquisto di strumenti e/o servizi finanziari, prestazione del servizio di consulenza in materia di investimenti o formulazione di raccomandazioni.
Prima dell’adesione leggere il Prospetto e il KIID, disponibili sul sito www.blackrock.com/it”
Alla faccia della trasparenza, un povero cristo qualsiasi non deve sapere a chi appartiene la BlackRock ed infatti io mi son guardato bene da approfondire, questi signori usano le leggi da loro stessi volute per non farti sapere, per spaventarti. Andiamo a vedere su yahooperchè sul sito della BlackRock la gente normale non può guardare!
Ecco qua a chi appartiene la BlackRock:
Titolare
Azioni
% Out
Valore *
Segnalato
Gestione Norges Bank Investment
11.788.018
7.16
4214923692
31 dic 2014
Wellington Management Company, LLP
10.404.483
6.32
3806376019
Mar 31, 2015
FMR, LLC
7.237.592
4.40
2647800628
Mar 31, 2015
Vanguard Group, Inc. (The)
6.633.023
4.03
2426625107
Mar 31, 2015
State Street Corporation
5.450.518
3.31
1994017483
Mar 31, 2015
PNC Financial Services Group, Inc.
34.609.564
21.02
11974217333
30 giugno 2015
BlackRock Institutional Trust Company, NA
3.204.645
1.95
1108743112
30 giugno 2015
JP Morgan Chase & Company
3.096.708
1.88
1132899642
Mar 31, 2015
Massachusetts Financial Services Co.
3.083.959
1.87
1128235548
Mar 31, 2015
Mizuho Financial Group, Inc.
3.067.485
1.86
1061288494
30 giugno 2015
Da perdersi no…. non ci si arriva in fondo, però si può affermare che il secondo azionista di Intesa San Paolo la BlackRock non è certo una società pubblica, ma di proprietà di altre società private di investimento ed S.P.A; chi non ha subito notato la JP Morgan Chase & Company?
Altre scatole cinesi.
Vi invito a leggervi questi articoli, molto interessanti sulle proprietà ed azioni della Blackrock.
https://it.wikipedia.org/wiki/BlackRock
Maria Grazia Bruzzone: Fu davvero BlackRock a ispirare il "cambio di scena" del 2011 in Italia?
Fu davvero BlackRock a ispirare il "cambio di scena" del 2011 in Italia?
Blackrock, la società di investimento che in Italia conta più di Mattarella - Senza Soste
Fa crollare l?Italia, poi se la compra. Ma chi è BlackRock? | LIBRE
Proviamoci con la Fondazione Cariplo, a chi appartiene?
Guardando lo statuto all’art. 2 si legge: – Natura e disciplina 1. La Fondazione, persona giuridica privata senza fine di lucro, dotata di piena capacità e di piena autonomia statutaria e gestionale, è disciplinata, conformemente alle vigenti disposizioni di legge, dalle norme del presente Statuto in armonia con la Carta delle Fondazioni adottata dall’Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio spa.
Stessa cosa della Fondazione San paolo, non appartiene a nessuno, ma è certamente un soggetto giuridico privato e non pubblico, quindi non appartiene di certo al popolo italiano. Appartiene ai soliti giochi di potere finanziario e politico, cioè coloro che hanno la forza di stabilire presidente e consiglio d’amministrazione.
Andiamo oltre. Fondazione C.R. Padova e Rovigosolita storia, solita fondazione, solito discorso. Non siete convinti a voi lo statuto.
Signori con Intesa Sanpaolo SpA ci abbiamo provato e ci perdiamo in soggetti sicuramente privati ma che rimangono sconosciuti nella proprietà, ci vorrebbe un cane da tartufi e non a caso. Vogliamo provarci con Unicredit SpA?
Maggiori azionisti
Azioni ordinarie
% di possesso (1)
1. Aabar Luxembourg S.A.R.L.
296.417.767
5,041% (2)
2. BlackRock Inc.
273.722.470
4,655% (2)
3. Fondazione Cassa di Risparmio Verona, Vicenza, Belluno e Ancona
206.864.640
3,467%
4. Central Bank of Libya
174.765.354
2,929%
5. Fondazione Cassa di Risparmio di Torino
150467668
2,522%
6. People’s Bank of China
119.657.792
2,005%

La BlackRock Inc è la stessa di Intesa San Paolo, ma tu guarda, poi ci ritroviamo banche Libiche e Cinesi, ma tu guarda, Libia (a cui or ora è stata esportata la democrazia da Stati Uniti e Francesi, popoli altamente democratici) e Cina, il grande pericolo asiatico. Le solite fondazioni di nessuno, insomma ancora scatole cinesi, nel vero senso della parola, ma sicuramente nessun soggetto pubblico, solo soggetti privati, e nemmeno privati italiani, ma stranieri, extracomunitari!
Privato, sempre tutto privato, lo possiamo dedurre che banca d’Italia è un soggetto di proprietà privata o no? Qualcuno può ancora sostenere il contrario?
Se volete potete continuare all’infinito; la proprietà di Banca d’Italia è in mano a chi comanda alla fine delle scatole cinesi e queste società non sono dei popoli, ma di investitori privati. Fra l’altro società private anche straniere, non italiane, il che fa pensare e molto, a quanto in realtà è assurdo il nome Banca d’Italia.
I Detentori del potere finanziario, loro posseggono Banca d’Italia e quindi attraverso essa il 12,5297% della BCE, Banca Centrale Europea e quindi la proprietà dell’euro, della moneta che comunemente utilizziamo.
Non vi sbagliate, le altre banche centrali dei paesi europei sono nella stessa situazione anzi anche peggio, per esempio la FED, Deutsche Bundesbank, per legge prevede che i nomi degli azionisti siano segreti e fra l’altro la sede operativa e amministrativa è a Washington DC e la sede legale è in Porto Rico.
In realtà qualche anno fa i nomi degli azionisti sono emersi:
Banca Kuhln Loeb di New York
Banca Rothschild di Berlino
Banca Warburg di Amburgo
Lazard Brothers di Parigi
Banca Rothschild di Londra
Banca Warburg di Amsterdam
Banche Israel Moses Seif in Italia
Chase Manhattam Bank di New York
Goldman Sachs di New York
fonte 2013
Insomma anche qua tutti azionisti privati anche se i dati nel frattempo sembrano cambiati come si legge da Repubblica 2014.
Quindi il primo assioma:
Stabilirne la proprietà giuridica, cioè a chi appartiene. Se il risultato è che appartiene a soggetti o aziende private significa evidentemente che non appartiene alla comunità, popolo, cittadini, insomma a tutti noi 500 milioni di europei.

Possiamo dire che è stato soddisfatto? O qualcuno ha ancora dubbi?
La BCE e L’euro sono di proprietà privata.
A questo punto, di solito, l’interlocutore tira fuori lo Statuto di Banca d’Italia e cita l’art. “1 comma 1: “La Banca d’Italia è istituto di diritto pubblico.” deducendone che fa l’interesse pubblico e non quello privato. Anche Pinocchio ha creduto al gatto e la volpe cedendogli le monete d’oro, ma una persona assennata sa che non esistono i campi dei miracoli. Nel comma 2 infatti c’è scritto: “Nell’esercizio delle proprie funzioni e nella gestione delle proprie finanze, la Banca d’Italia e i componenti dei suoi organi operano con autonomia e indipendenza nel rispetto del principio di trasparenza, e non possono sollecitare o accettare istruzioni da altri soggetti pubblici e privati.” Come a dire che nessuno, nemmeno lo Stato può intervenire sulle decisioni prese all’interno di Banca d’Italia escludendo di fatto il “diritto pubblico”. Non è chiaro? Se anche lo Stato, cioè noi, non possiamo mettere bocca che istituto di diritto pubblico è? Se poi leggiamo il comma 3 dell’art. 1 c’è da sganasciarsi: “Quale banca centrale della Repubblica italiana, è parte integrante del Sistema europeo di banche centrali (SEBC). Svolge i compiti e le funzioni che in tale qualità le competono, nel rispetto dello statuto del SEBC. Persegue gli obiettivi assegnati al SEBC ai sensi dell’art. 127.1 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Trattato).“. In pratica, chi controlla chi? e soprattutto chi decide il proprietario o la proprietà? Ricordo che il trattato sul funzionamento dell’Unione europea è sempre il trattato di Maastricht.
Veniamo al secondo assioma:

Stabilire se l’euro è un bene di diritto pubblico o privato. Se il risultato è che si tratta di un bene di diritto privato significa che il proprietario non risponde agli stati che ne fanno uso, ma gli concede la possibilità di adoperarlo.

Per definizione una moneta (le nostre vecchie lire) è un istituto di diritto pubblico, che significa?
Il termine istituto giuridico indica, nel diritto, il complesso di norme che regolano una medesima fattispecie, se ci aggiungiamo pubblico significa che la fattispecie in oggetto è pubblica, non privata, cioè appartiene ad un organismo (Stato) che è di proprietà di tutti.
La moneta è un istituto di diritto pubblico?
Dipende da chi è emessa, se è emessa da uno Stato, come le nostre vecchie lire (antecedenti 1981), direi di si, ma se è emessa da un ente privato come la BCE non è più un istituto di diritto pubblico, ma privato.
Come è possibile provare che l’euro è una moneta riconducibile ad un istituto di diritto privato? Semplicemente osservandola. Se ricordate le vecchie lire (antecedenti al 1981) riportavano: REPUBBLICA ITALIANA, oppure BANCA D’ITALIA quando ancora la banca d’Italia era un istituto di diritto pubblico legata al Ministero del Tesoro, poi dopo il 1981 e a seguire è divenuta un istituto di diritto pubblico ma di proprietà privata e modificando questa posizione si predisponeva l’avvento dell’euro. Riportavano inoltre ” BIGLIETTO DI STATO A CORSO LEGALE”, a significare che era emesso dallo Stato e lo Stato stesso ne garantiva la legalità.



Osserviamo adesso l’euro entrato in sostituzione di quasi tutte le monete europee nel 2002, dico quasi tutte perchè alcuni paesi come l’Inghilterra sono nell’Europa Unita ma hanno mantenuto la propria moneta, da notare che questi paesi subiscono molto meno i problemi economici che invece affliggono soprattutto i paesi mediterranei.



Prima di tutto non si nota nessuna scri tta tipo “pagabili a vista al portatore” dato che la BCE non ha una riserva aurea e quindi non è in grado di convertire a richiesta la moneta in un altro bene durevole e non esiste nemmeno la scritta “la legge punisce gli spacciatori e fabbricanti di moneta falsa” o ancora “Unione Europea”. Ci sono gli acronimi della BCE in varie lingue, la bandierina europea ma nessun riferimento ad un’unione di stati.
Poi piccolo piccolo davanti agli acronimi della BCE c’è un simboletto, questo: ©. Sapete certamente che cosa è, il simbolo del copyright.
Questo simbolo secondo il dizionario ha questo significato: “Diritto d’autore su un’opera letteraria, scientifica, artistica ecc, implicante il divieto di ogni riproduzione e vendita abusiva per un determinato numero di anni stabilito dalla legge. Estens. La menzione di questo diritto rappresentata dal simbolo © seguito dal nome del titolare e dall’indicazione dell’anno di decorrenza di tale diritto.
Come vediamo sull’euro è correttamente indicato, il simbolo seguito dal nome del titolare (la BCE) e l’anno di decorrenza di tale diritto. © BCE ECB EZB EKT EKP 2002.
Il copyright o diritto d’autore è l’istituto di Diritto Privato, cioè ha lo scopo di tutelare i proventi dell’attività intellettuale attraverso il riconoscimento di una serie di diritti all’autore dell’opera. L’autore esercita in forma esclusiva i diritti cioè permette a lui stesso di remunerarsi per un periodo limitato nel tempo attraverso lo sfruttamento commerciale dell’opera. Chi viola il diritto d’autore deve pagare una sanzione. In particolare, il diritto d’autore è una figura propria degli ordinamenti di civil law (tra i quali la Francia e l’Italia), mentre in quelli di common law (come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna), esiste un istituto parzialmente diverso del copyright.
Ovvio che una banca privata non può tutelare la riproduzione indiscriminata di una moneta privata come farebbe uno Stato e si deve affidare al diritto privato; appunto il copyright.
Uno Stato non userebbe mai il copyright su una moneta di sua emissione, ne vieterebbe la riproduzione semplicemente per legge. Infatti avete mai visto il simbolo del copyright su un francobollo o una marca da bollo?
Da notare infatti che ogni foglio di carta-finta-moneta euro stampata dal 2002 ad oggi è sempre uguale a quello stampato per la prima volta nel 2002. Tutte riportano la stessa data 2002 che non è l’anno di stampa ma l’anno di deposito del copyright. Nei nuovi fogli dei 5 euro l’anno cambia, 2013 anno di deposito del nuovo copyright. Per il nuovo taglio dei nuovi 10 euro, 2014 anno di deposito del nuovo copyright.
Qualcuno potrebbe obbiettare stupidamente che sono stati tutti stampati nel 2002, che già di per se è un assurdo dato che se fossero tutti stati stampati nel 2002 non si spiegherebbero i bilanci della BCE dove ogni anno c’è scritto quanti euro sono stati emessi e quanti ritirati, ma soprattutto non si spiegherebbe come su tante banconote c’è la firma di Draghi che non era certo in carica nel 2002.
A questo proposito guardatevi questo video del Prof. Giannuli che è dirimente.
Come dice il Prof. Giannuti la moneta vera, come le vecchie lire, è un istituto di diritto pubblico a corso forzoso che non puoi rifiutare di accettare in pagamento; l’euro non è a corso forzoso in quanto moneta privata emessa da una banca privata che come specifica il Prof. Giannuti è sbagliato anche chiamare banca in quanto è un accordo internazionale fra istituti privati.
Quindi il secondo assioma:
Stabilire se l’euro è un bene di diritto pubblico o privato. Se il risultato è che si tratta di un bene di diritto privato significa che il proprietario non risponde agli stati che ne fanno uso, ma gli concede la possibilità di adoperarlo.

Possiamo dire che è stato soddisfatto!
L’euro non è un istituto di diritto pubblico che che ne dicano i trattati, ma è un istituto di diritto privato in quanto protetto da leggi sul diritto privato.
Veniamo al terzo assioma:


Stabilire che l’uso dell’euro, bene privato è concesso da un proprietario privato e ha un costo. Se il risultato è che sussiste un costo nell’uso dell’euro significa che paghiamo dei privati per usare una moneta comunemente accettata dagli stati che sono o dovrebbero essere soggetti pubblici.
Ha importanza se poi questo plus-valore, questo guadagno, è ridistribuito fra i paesi che usano l’euro? Tralasciamo il fatto che questo “guadagno” è distribuito anche a nazioni che l’euro non lo usano ma fanno parte dell’unione europea, come il Regno Unito, ma è nel modo in cui questa moneta viene fatta arrivare agli stati che si presenta il trucco.
Il trucco si divide in più parti:

1° L’euro stampato, o anche digitalizzato, non arriva direttamente dalla BCE agli stati, bensì viene inserito nel circuito bancario, cioè un circuito privato. Le banche a cui viene dato sono ovviamente banche private i cui proprietari, sempre occulti dato le scatole cinesi di cui abbiamo parlato, ne traggano un beneficio. Il beneficio sta nel fatto che queste banche private per far arrivare l’euro agli stati acquistano titoli di stato del paese corrispondente. L’acquisto di titoli di stato produce a loro un reddito dato dagli interessi che questi titoli di stato onorano. Un esempio per capire:
La BCE inserisce nel circuito bancario 1000 euro e chiede alle banche 1% di interesse. Le Banche acquistano titoli di stato che hanno un rendimento del 4%, si ritrovano quindi in cassa un surplus del 3%. I Cittadini pagano il 4% di interesse per usare l’euro.
Appare chiaro che il sistema studiato è costruito appositamente per dare un profitto a dei privati e quindi ci si dovrebbe domandare perchè questi privati sono privilegiati rispetto a tutti gli altri cittadini privati.
2° La BCE stampa o digitalizza una moneta che ha costo vicino allo zero, nel senso che la crea dal nulla, esattamente come farebbe uno Stato Sovrano, però la immette sul mercato al valore nominale della moneta stessa. Quindi gli interessi chiesti sia dalla BCE, sia dal circuito bancario dopo, sono ovviamente sul valore nominale. Lo Stato che quindi emette i titoli di stato che sono acquistati paga interessi profumatissimi su una moneta che non è tale, ma diventa un bene prodotto e venduto. Perchè dei privati hanno il grande vantaggio di produrre e utilizzare un bene che è stato reso unico e irrinunciabile per 500 milioni di europei?
3° Appare ovvio a questo punto che qualsiasi Stato europeo che vende i propri titoli di stato si indebita verso le banche che li acquistano e quindi il costo pagato per un denaro che è creato dal nulla va a gravare sul proprio debito pubblico. Più titoli di stato riesce a vendere più crescono gli interessi che deve pagare.
4° Il circuito bancario non è sottoposto a nessun vincolo di quali titoli di stato acquistare, quindi acquista i titoli di stato che danno un rendimento migliore in quel momento, a quell’asta. Se un paese emette dei titoli di stato a basso interesse perchè è in difficoltà economica, magari per un alto debito pubblico, è probabile che gli invertitori privati del circuito bancario non acquistino i titoli di stato di quel paese, ma di altri che invece danno interessi maggiori. Questo determina che uno Stato già in difficoltà si ritrovi con minor liquidità circolante. Inoltre diventa un parametro fondamentale lo spread, parametro che prima dell’avvento dell’euro nessuno sapeva neanche che esistesse. Se non ricordo male un governo nel 2011 è caduto a causa dello spread, ne sono derivati libri e inchieste, ma tutto sembra come un sogno… un nebuloso fatto che non indigna nessuno, anche alla luce del fatto che a quel colpo di stato su base spread si sono susseguiti tre governi senza nessuna elezione popolare. Scusate la digressione.
Veniamo alla conclusione:
Stabilito tutto questo domandarci perchè gli stati non producono lo stesso denaro lasciando la proprietà al popolo europeo, secondo un diritto pubblico e a costo zero.
Lascio a voi capire che l’intero sistema è un corto circuito tale che nessun Stato europeo ne trae realmente vantaggio, ma solo svantaggi, e i vantaggi sono riservati a privati che non fanno altro scegliere dove investire del denaro che non è loro, ma della BCE che però è controllata da loro.
Vi rendete conto dell’enormità e assurdità di come è stato costruito il sistema?
Se poi fate un passo oltre e unite a questo sistema economico criminale altre imposizioni come il pareggio di bilancio richiesto dall’Europa agli stati membri, vi accorgerete che gli unici sistemi che rimane ad uno Stato per far quadrare i conti sono tre:
Ridurre il più possibile le spese pubbliche

Aumentare le tasse per far fronte alle spese pubbliche

Vendere il patrimonio dello Stato

Tutto questo infatti è quello che è in atto da tutti questi anni. Si riducono le spese pubbliche chiamandole sprechi, ma che in realtà sono soldi che entrano nel circuito economico della nazione, cioè denaro con cui si paga i dipendenti, si costruiscono ospedali, si paga le scuole, si onorano le pensioni, si rifanno le strade ecc. ecc, cioè denaro che finisce nelle tasche dei Cittadini stessi. Oltre che ridurre le spese si aumentano le tasse, dirette o indirette che siano, sempre per far fronte a spese che lo Stato non può tagliare se non a fronte di un’implosione del sistema stesso. Lo Stato vende aziende e beni di proprietà di tutti i Cittadini che fanno parte dello Stato stesso e quindi sottraggono beni reali ai Cittadini in cambio di denaro creato dal nulla.
Per concludere a chi conviene questo sistema economico architettato fin dall’inizio della costruzione dell’Europa Unita? Non sembra che sia un sistema gran che vantaggioso per i Cittadini europei, ne per i loro stati. Perchè allora, ci si dovrebbe domandare, i politici di tutti questi stati hanno firmato dei trattati dove il sistema è evidentemente cosi vantaggioso solo per dei privati che progressivamente acquistano la proprietà di beni reali a fronte di moneta da loro stessi prodotta e controllata?
Perchè i media e gli economisti si genuflettano in massa a questo sistema e non ne denunciano la mendacità in essere?
Insomma se le persone, i Cittadini, non comprendono questa assurdità economica che è stata inventata scientemente e che ha come unico sopo la schiavizzazione dei popoli sottraendoli progressivamente i loro beni sono destinati all’oblio e nessun Cittadino può contare ne sulle istituzioni ne sull’informazione per cercare di capire.
 
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attualita' gennaio 2, 2016 posted by Fabio Lugano
L’EURO, IL DENARO CHE USIAMO, E’ PRIVATO! (di Jacopo Cioni)



State buoni, si lo so che molti che leggono hanno ben chiaro ciò che scriverò, spero che il messaggio arrivi a qualcuno che questi concetti non ha ben chiari.
Quando si dialoga con un condizionato sociale, ammaestrato dalla televisione e dai giornali si fa una fatica enorme nel cercare di scalfire la sua granitica convinzione che l’euro e come diretta conseguenza l’UE non siano in realtà dei gioghi che schiavizzano le nazioni sottraendo Sovranità ai popoli e allo stesso tempo sottraggano beni materiali in cambio di foglietti colorati chiamati soldi. Sembra incredibile, ma riuscire a fargli capire che il denaro che ha in tasca è un bene di diritto privato e non pubblico è un’impresa titanica. La cosa incredibile è che se anche riesci ad insinuare un dubbio, prove alla mano, non riescono a capire, o almeno percepire, le conseguenze del problema moneta. Qualcuno arriva a dire: va bhe e allora? Che cambia se la moneta è privata? Che cambia se il potere è in Europa? Tanto eleggiamo il Parlamento Europeo! Non riescono a comprendere la differenza fra una moneta emessa in nome del popolo e una emessa in nome… di chi? Non comprendono che eleggere un Parlamento esautorato del potere di legiferare rispetto ad altri 13 organi non eletti è un assurdo democratico.
Parlamento europeo

Consiglio europeo

Consiglio dell’Unione europea

Commissione europea

Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE)

Banca centrale europea (BCE)

Corte dei conti europea

Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE)

Comitato economico e sociale europeo (CESE)

Comitato delle regioni (CdR)

Banca europea per gli investimenti (BEI)

Mediatore europeo

Garante europeo della protezione dei dati (GEPD)

Organismi interistituzionali

13 organi su cui il popolo non esercita ne controllo elettivo ne ha la possibilità legale di destituirli ed uno solo organo eletto che praticamente non ha nessun potere diretto. Ed ai popoli europei ciò sembra normale!
Non divaghiamo, di dittatura oligarchica parleremo in seguito dedichiamoci al mezzo usato per ottenere una dittatura economica mezzo che determina il potere oligarchico.
Il denaro e questo mezzo.
Un tempo il controllo delle materie prime e dell’energia permetteva alle multinazionali di influenzare la politica, poi la politica se la sono comprata con il controllo del denaro.

Come diceva Thomas Jefferson: ” Io credo che le istituzioni bancarie siano più pericolose per le nostre libertà di quanto non lo siano gli eserciti permanenti. Se il popolo americano permetterà mai alle banche private di controllare l’emissione del denaro, dapprima attraverso l’inflazione e poi con la deflazione, le banche e le compagnie che nasceranno intorno alle banche priveranno il popolo dei suoi beni finché i loro figli si ritroveranno senza neanche una casa sul continente che i loro padri hanno conquistato.
Leggetevi a questo LINK che cosa è l’euro e le varie curiosità che lo caratterizzano, prima emissione (2002), seconda emissione (2013), numeri di serie, ecc, tanto per prendere confidenza.
La differenza fra un bene di diritto pubblico e uno di diritto privato è nella proprietà del bene stesso.
Proviamo a mettere giù alcuni punti; come capiamo che l’euro è privato?
Stabilirne la proprietà giuridica cioè a chi appartiene. Se il risultato è che appartiene a soggetti o aziende private significa evidentemente che non appartiene alla comunità, popolo, cittadini, insomma a tutti noi 500 milioni di europei.

Stabilire se l’euro è un bene di diritto pubblico o privato. Se il risultato è che si tratta di un bene di diritto privato significa che il proprietario non risponde agli stati che ne fanno uso, ma gli concede la possibilità di adoperarlo.

Stabilire che l’uso dell’euro, bene privato è concesso da un proprietario privato ed ha un costo. Se il risultato è che sussiste un costo nell’uso dell’euro significa che paghiamo dei privati per usare una moneta comunemente accettata dagli stati che dovrebbero essere soggetti pubblici.

Stabilito tutto questo domandarci perchè gli stati non producono lo stesso denaro lasciando la proprietà al popolo europeo, secondo un diritto pubblico e a costo zero.

Primo assioma:

Stabilirne la proprietà giuridica cioè a chi appartiene. Se il risultato è che appartiene a soggetti o aziende private significa evidentemente che non appartiene alla comunità, popolo, cittadini, insomma a tutti noi 500 milioni di europei.

E a chi appartiene?
Una piccola digressione. Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea o Trattato di Maastricht SONO LA STESSA COSA; il trattato di Maastricht per l’Italia è stato firmato 7 febbraio 1992dal Presidente del Consiglio GIULIO ANDREOTTI, il Ministro degli Esteri GIANNI DE MICHELIS e il Ministro del Tesoro GUIDO CARLI. Finita la digressione.
L’articolo 128 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europeail cui comma 1 recita: “La Banca centrale europea ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote in euro all’interno dell’Unione. La Banca centrale europea e le banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nell’Unione.”
Al comma 2 recita: “Gli Stati membri possono coniare monete metalliche in euro con l’approvazione della Banca centrale europea per quanto riguarda il volume del conio. Il Consiglio, su proposta della Commissione e previa consultazione del Parlamento europeo e della Banca centrale europea, può adottare misure per armonizzare le denominazioni e le specificazioni tecniche di tutte le monete metalliche destinate alla circolazione, nella misura necessaria per agevolare la loro circolazione nell’Unione.”
Quindi possiamo affermare con certezza che l’euro, potendo essere emesso in forma cartacea solo dalla BCE e solo su autorizzazione della BCE coniato in forma metallica dagli stati, ed essendo le uniche banconote a corso legale nell’Unione, appartiene legalmente alla BCE, La Banca Centrale Europea. L’euro appartiene ad una banca. Sarebbe un problema questo se la banca appartenesse ai 500 milioni di europei? No non credo in quando la BCE sarebbe una banca pubblica di proprietà del popolo e quindi l’euro sarebbe di proprietà del popolo. E’ cosi? E’ di proprietà dei 500 milioni di europei? NO, vediamo allora a chi appartiene la BCE e quindi l’euro.
Per sapere a chi appartiene l’euro si deve sapere a chi appartiene la BCE. Ovvio no?
Per ora possiamo solo affermare con certezza che la sovranità monetaria di ogni singolo stato dell’Unione è stata ceduta alla BCE. I singoli stati non possono più stampare nessun tipo di denaro se non gli euro in moneta e solo su autorizzazione della BCE. Questo dice l’art 128.
Le Banche Centrali Nazionali (nel caso italiano la Banca d’Italia) sono le uniche autorizzate alla sottoscrizione ed alla detenzione del capitale sociale della BCE, questo è scritto nell’art. 28 comma 2 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea.
Quindi possiamo affermare con certezza che le banche centrali dei vari paesi sono le proprietarie della BCE. Questo dice l’art 28.
Per darvi un’idea il capitale sociale della BCE è così ripartito:
Banca Centrale Nazionale
% Capitale sottoscritto
Capitale versato (€)
Belgio Nationale Bank van België
2,4708
142.334.199,56
Germania Deutsche Bundesbank
20,5211
1.182.149.240,19
Grecia ΤρÜπεζα της ΕλλÜδος
1,8168
104.659.532,85
Spagna Banco de España
7,5498
434.917.735,09
Francia Banque de France
14,3875
828.813.864,42
Irlanda Central Bank & Financial Services
0,8885
51.183.396,60
Italia Banca d’Italia
12,5297
721.792.464,09
Cipro Banca centrale di Cipro
0,1249
7.195.054,85
Lussemburgo Banque centrale du Luxembourg
0,1575
9.073.027,53
Malta – Bank Ċentrali ta’ Malta
0,0622
3.583.125,79
Paesi Bassi De Nederlandsche Bank
3,8937
224.302.522,60
Austria Österreichische Nationalbank
2,0159
116.128.991,78
Portogallo Banco de Portugal
1,7137
98.720.300,22
Slovenia Banka Slovenije
0,3194
18.399.523,77
Finlandia Suomen Pankki
1,2448
71.708.601,11
Totale
69,6963
4.014.961.580,45

Perfetto, quindi stabilito che la BCE appartiene alle banche centrali delle varie nazioni, non rimane che sapere a chi appartengano le banche centrali. Questo diventa più complesso e lungo, ma se vi accontentate della Banca d’Italia sapendo che tutte le altre banche centrali sono alla stessa stregua possiamo non perderci, almeno spero…
La Banca d’Italia trae in inganno con il nome, un tempo era pubblica e dipendeva direttamente dal Ministero del Tesoro, poi è stata trasformata in un istituto di diritto pubblico. Questo trae ancora in inganno in quanto si presuppone che un istituto di diritto pubblico faccia gli interessi pubblici e sia controllato da leggi pubbliche. Invece risponde a delle leggi pubbliche, ma alla fine chi controlla le leggi pubbliche può cambiarne la destinazione d’uso che poi è quello che è successo. Ha quindi un senso affermare che si tratta di un istituto di diritto pubblico se non esercita più interessi pubblici? O peggio se li esercita, ma in realtà non sono interessi (vantaggi) per il pubblico inteso come popolo? Non solo, ma sussiste un consiglio d’amministrazione che è in buona parte è eletto dai “proprietari” della banca. Quindi chi sono questi proprietari? Chi possiede le quote societarie di Banca d’Italia? La ricerca è lunga sul sito ufficiale, ma con un poco di pazienza si trova il file che indica la proprietà, questo è il LINK, vi facilito la ricerca.
Il capitale sociale della Banca d’Italia è così ripartito:
Ente partecipante – Numero quote
Intesa Sanpaolo SpA 93.661
Unicredit SpA 66.342
Generali Italia SpA 19.000
CR in Bologna SpA 18.602
Inps 15.000
Banca Carige SpA 11.869
BNL 8.500
Banca MPS 7.500
Cassa di Risparmio di Biella e Vercelli SpA 6.300
Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza SpA 6.094
UnipolSai Assicurazioni SpA 6.000
Cassa di Risparmio di Firenze SpA 5.656
Allianz SpA 4.000
Banco Popolare S.c. 3.668 Cassa di Risparmio del Veneto SpA 3.610 Cassa di Risparmio di Asti SpA 2.800 Banca delle Marche SpA 2.459 INAIL 2.000 CR del Friuli Venezia Giulia SpA 1.869 CR di Pistoia e della Lucchesia SpA 1.126 CR dell’Umbria SpA 1.106 CR di Ferrara SpA 949 Banca Popolare di Milano Scarl 873 CR di Ravenna SpA 769 Banca Popolare dell’Emilia Romagna S.c. 759 Banca Regionale europea SpA 759 CR di Fossano SpA 750 Banca Popolare di Vicenza Scpa 687 CR di Cesena SpA 675 Banca dell’Adriatico SpA 653 CR di S. Miniato SpA 652 Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna SpA 605 Banca Carime SpA 500 Società Reale Mutua Assicurazioni 500 Veneto Banca Scpa 480 Banca CARIM SpA 393 CR di Bolzano SpA 377 CR di Cento SpA 311 CR della Spezia SpA 266 CR della Provincia di Viterbo SpA 251 CR di Orvieto SpA 237 Banca CR di Savigliano SpA 200 CR di Volterra SpA 194 CR della Provincia di Chieti SpA 151 CR di Fermo SpA 130 Cassa di Risparmio di Savona SpA 123 CR della Provincia di Teramo SpA 115 CR di Civitavecchia SpA 111 Credito Valtellinese S.c. 101 CR di Carrara SpA 101 CR di Loreto SpA 100 CR della Repubblica di S.Marino SpA 36 Banca CARIPE SpA 8 Banca Monte Parma SpA 8 CR di Rieti SpA 8 CR di Saluzzo SpA 4 Banca del Monte di Lucca SpA 2
Totale quote 300.000
Le azioniste evidenziate in blu sono sufficienti, anzi abbondantemente sopra la sufficienza, a gestire il 51% delle quote, sono quindi le padrone di Banca d’Italia, l’unico ente pubblico (INAIL) è evidenziato in rosso nel buglione di tutte le altre aventi quote minori.
Questo evidenzia che non è il popolo italiano ad avere le azioni di Banca d’Italia nel proprio portafoglio titoli e nemmeno società o apparati pubblici hanno queste azioni, ma la proprietà è di S.P.A, cioè società per Azioni. Tutte queste società essendo S.P.A. sono private quindi a loro volta hanno degli azionisti privati che le controllano, un poco come le scatole cinesi; arriveremo mai a sapere chi è la persona o le persone fisiche proprietarie della BCE e quindi dell’euro? Non ci sperate!
Cominciamo dalla prima: Intesa San Paolo, a chi appartiene?
AZIONISTA AZIONI ORDINARIE % DI POSSESSO Compagnia di San Paolo 1.486.372.075 9,374% BlackRock Inc. (1) 775.978.889 4,894% Fondazione Cariplo 767.029.267 4,838% Fondazione C.R. Padova e Rovigo 531.264.450 3,351% Ente C.R. Firenze 414.655.221 2,615% Norges Bank (2) 331.386.184 2,090% People’s Bank of China 317.642.846 2,003%
Osservando la tabella si nota innanzi tutto che circa il 70.8% delle azioni sono sul mercato, proprietà di piccoli, medi o grandi azionisti, ma non fatevi ingannare, il 70% disperso in un mare non è la vera forza di controllo, il controllo è sempre esercitato da chi mette insieme il consiglio di amministrazione e per far questo non servono tanti azioni, ma un numero sufficiente rispetto a quelle disgregate fra tanti piccoli azionisti. Quindi i proprietari di Intesa San paolo sono in quella tabella, cioè altre S.P.A. e fondazioni.
La prima: La Compagnia di San Paolo è una fondazione di diritto privato, occhio, non pubblico ma privato. Saltando tutta la chiosa degli scopi culturali o meno andiamo a vedere a chi appartiene? A nessuno, una fondazione di diritto privato non appartiene a nessuno; ma qualcuno sceglierà il consiglio di amministrazione nel caso in oggetto chiamato Consiglio Generale e il presidente? Chi sceglie gli organi dirigenziali?
Dunque, leggendo lo statuto non possono essere Presidente ne far parte del Consiglio Generale persone che sono in cariche istituzionali varie, dal Parlamento ai Comuni, cioè uomini eletti dal popolo, loro non possono accedere. Per ora sappiamo solo chi non può essere a decidere presso La Compagnia di San Paolo.
Tutti gli organi dal Presidente ai Revisori dei Conti sono eletti dal Consiglio Generale. (da wikipedia) Il Consiglio Generale è formato da 21 membri, 17 membri nominati e 4 membri eletti dagli stessi 17 nominati tramite cooptazione e nomina il presidente. La nomina dei consiglieri spetta a vari enti: 2 al Comune di Torino, 1 alla Regione Piemonte, 1 alla Provincia di Torino, 1 al Comune di Genova, 2 alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Torino, 1 alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Genova, 1 alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Milano, 1 alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Roma, 1 alla Unione Regionale delle Camere di Commercio del Piemonte, 1 al Consiglio Regionale del Volontariato (legge della Regione Piemonte 29 agosto 1994, n. 38), 1 alla Accademia delle Scienze di Torino, 1 alla Accademia Nazionale dei Lincei, 1 ad un Ente europeo indicato dal Consiglio Generale della fondazione, 1 al Presidente pro-tempore della Commissione della Comunità Europea e 1 alla Commissione Nazionale per la Parità e le Pari Opportunità tra Uomo e Donna presieduta dal Ministro per le Pari Opportunità.
Capite il senso di quando scrivo che non appartiene a “nessuno” è solo un gioco di potere politico e privato che gestisce la fondazione, fondazione che però ha il pacchetto azionario più grosso in Intesa San Paolo, prima azionista della Banca d’Italia.
Possiamo comunque dedurre che la fondazione non appartiene al popolo italiano, questo si può affermare; possiamo affermare che è una fondazione di diritto privato ed anche questo è certo; che il Consiglio Generale è quello che la dirige e incarica gli altri organi ivi compreso il Presidente e che questo Consiglio Generale è eletto da altre entità riconducibili a strutture pubbliche sia italiane che europee dove si consuma il gioco politico/economico del potere nella Compagnia di San Paolo. Una scatola cinese.
Veniamo alla seconda: BlackRock Inc . Si tratta di una società finanziaria di investimento per conto terzi. Capire a chi appartiene non è facile e non certo favorito dalla stessa società che per farti accedere a determinate aree ti pone difronte ad una accettazione di responsabilità, questa:
“CONFERMO DI ESSERE UN INTERMEDIARIO O UN INVESTITORE QUALIFICATO, COME DEFINITO DAL REGOLAMENTO CONSOB IN MATERIA DI EMITTENTI, E DESIDERO CONSULTARE LE INFORMAZIONI, OPINIONI E RICERCHE SUI MERCATI PUBBLICATE NELLA PRESENTE SEZIONE DEL SITO. TALI INFORMAZIONI POTRANNO ESSERE RESE DISPONIBILI ANCHE SOLTANTO IN LINGUA INGLESE.
Le informazioni contenute nella presente sezione del sito non sono destinate al pubblico, ma sono riservate a Intermediari e a Investitori Professionali, che le utilizzeranno unicamente come propria informazione e non le potranno divulgare a terzi.
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La richiesta di accesso alla presente sezione del Sito sarà considerata da BlackRock come una richiesta spontanea e autonoma, che non integra attività pubblicitaria, sollecitazione all’investimento, offerta di acquisto di strumenti e/o servizi finanziari, prestazione del servizio di consulenza in materia di investimenti o formulazione di raccomandazioni.
Prima dell’adesione leggere il Prospetto e il KIID, disponibili sul sito www.blackrock.com/it”
Alla faccia della trasparenza, un povero cristo qualsiasi non deve sapere a chi appartiene la BlackRock ed infatti io mi son guardato bene da approfondire, questi signori usano le leggi da loro stessi volute per non farti sapere, per spaventarti. Andiamo a vedere su yahooperchè sul sito della BlackRock la gente normale non può guardare!
Ecco qua a chi appartiene la BlackRock:
Titolare
Azioni
% Out
Valore *
Segnalato
Gestione Norges Bank Investment
11.788.018
7.16
4214923692
31 dic 2014
Wellington Management Company, LLP
10.404.483
6.32
3806376019
Mar 31, 2015
FMR, LLC
7.237.592
4.40
2647800628
Mar 31, 2015
Vanguard Group, Inc. (The)
6.633.023
4.03
2426625107
Mar 31, 2015
State Street Corporation
5.450.518
3.31
1994017483
Mar 31, 2015
PNC Financial Services Group, Inc.
34.609.564
21.02
11974217333
30 giugno 2015
BlackRock Institutional Trust Company, NA
3.204.645
1.95
1108743112
30 giugno 2015
JP Morgan Chase & Company
3.096.708
1.88
1132899642
Mar 31, 2015
Massachusetts Financial Services Co.
3.083.959
1.87
1128235548
Mar 31, 2015
Mizuho Financial Group, Inc.
3.067.485
1.86
1061288494
30 giugno 2015
Da perdersi no…. non ci si arriva in fondo, però si può affermare che il secondo azionista di Intesa San Paolo la BlackRock non è certo una società pubblica, ma di proprietà di altre società private di investimento ed S.P.A; chi non ha subito notato la JP Morgan Chase & Company?
Altre scatole cinesi.
Vi invito a leggervi questi articoli, molto interessanti sulle proprietà ed azioni della Blackrock.
https://it.wikipedia.org/wiki/BlackRock
Maria Grazia Bruzzone: Fu davvero BlackRock a ispirare il "cambio di scena" del 2011 in Italia?
Fu davvero BlackRock a ispirare il "cambio di scena" del 2011 in Italia?
Blackrock, la società di investimento che in Italia conta più di Mattarella - Senza Soste
Fa crollare l?Italia, poi se la compra. Ma chi è BlackRock? | LIBRE
Proviamoci con la Fondazione Cariplo, a chi appartiene?
Guardando lo statuto all’art. 2 si legge: – Natura e disciplina 1. La Fondazione, persona giuridica privata senza fine di lucro, dotata di piena capacità e di piena autonomia statutaria e gestionale, è disciplinata, conformemente alle vigenti disposizioni di legge, dalle norme del presente Statuto in armonia con la Carta delle Fondazioni adottata dall’Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio spa.
Stessa cosa della Fondazione San paolo, non appartiene a nessuno, ma è certamente un soggetto giuridico privato e non pubblico, quindi non appartiene di certo al popolo italiano. Appartiene ai soliti giochi di potere finanziario e politico, cioè coloro che hanno la forza di stabilire presidente e consiglio d’amministrazione.
Andiamo oltre. Fondazione C.R. Padova e Rovigosolita storia, solita fondazione, solito discorso. Non siete convinti a voi lo statuto.
Signori con Intesa Sanpaolo SpA ci abbiamo provato e ci perdiamo in soggetti sicuramente privati ma che rimangono sconosciuti nella proprietà, ci vorrebbe un cane da tartufi e non a caso. Vogliamo provarci con Unicredit SpA?
Maggiori azionisti
Azioni ordinarie
% di possesso (1)
1. Aabar Luxembourg S.A.R.L.
296.417.767
5,041% (2)
2. BlackRock Inc.
273.722.470
4,655% (2)
3. Fondazione Cassa di Risparmio Verona, Vicenza, Belluno e Ancona
206.864.640
3,467%
4. Central Bank of Libya
174.765.354
2,929%
5. Fondazione Cassa di Risparmio di Torino
150467668
2,522%
6. People’s Bank of China
119.657.792
2,005%

La BlackRock Inc è la stessa di Intesa San Paolo, ma tu guarda, poi ci ritroviamo banche Libiche e Cinesi, ma tu guarda, Libia (a cui or ora è stata esportata la democrazia da Stati Uniti e Francesi, popoli altamente democratici) e Cina, il grande pericolo asiatico. Le solite fondazioni di nessuno, insomma ancora scatole cinesi, nel vero senso della parola, ma sicuramente nessun soggetto pubblico, solo soggetti privati, e nemmeno privati italiani, ma stranieri, extracomunitari!
Privato, sempre tutto privato, lo possiamo dedurre che banca d’Italia è un soggetto di proprietà privata o no? Qualcuno può ancora sostenere il contrario?
Se volete potete continuare all’infinito; la proprietà di Banca d’Italia è in mano a chi comanda alla fine delle scatole cinesi e queste società non sono dei popoli, ma di investitori privati. Fra l’altro società private anche straniere, non italiane, il che fa pensare e molto, a quanto in realtà è assurdo il nome Banca d’Italia.
I Detentori del potere finanziario, loro posseggono Banca d’Italia e quindi attraverso essa il 12,5297% della BCE, Banca Centrale Europea e quindi la proprietà dell’euro, della moneta che comunemente utilizziamo.
Non vi sbagliate, le altre banche centrali dei paesi europei sono nella stessa situazione anzi anche peggio, per esempio la FED, Deutsche Bundesbank, per legge prevede che i nomi degli azionisti siano segreti e fra l’altro la sede operativa e amministrativa è a Washington DC e la sede legale è in Porto Rico.
In realtà qualche anno fa i nomi degli azionisti sono emersi:
Banca Kuhln Loeb di New York
Banca Rothschild di Berlino
Banca Warburg di Amburgo
Lazard Brothers di Parigi
Banca Rothschild di Londra
Banca Warburg di Amsterdam
Banche Israel Moses Seif in Italia
Chase Manhattam Bank di New York
Goldman Sachs di New York
fonte 2013
Insomma anche qua tutti azionisti privati anche se i dati nel frattempo sembrano cambiati come si legge da Repubblica 2014.
Quindi il primo assioma:
Stabilirne la proprietà giuridica, cioè a chi appartiene. Se il risultato è che appartiene a soggetti o aziende private significa evidentemente che non appartiene alla comunità, popolo, cittadini, insomma a tutti noi 500 milioni di europei.

Possiamo dire che è stato soddisfatto? O qualcuno ha ancora dubbi?
La BCE e L’euro sono di proprietà privata.
A questo punto, di solito, l’interlocutore tira fuori lo Statuto di Banca d’Italia e cita l’art. “1 comma 1: “La Banca d’Italia è istituto di diritto pubblico.” deducendone che fa l’interesse pubblico e non quello privato. Anche Pinocchio ha creduto al gatto e la volpe cedendogli le monete d’oro, ma una persona assennata sa che non esistono i campi dei miracoli. Nel comma 2 infatti c’è scritto: “Nell’esercizio delle proprie funzioni e nella gestione delle proprie finanze, la Banca d’Italia e i componenti dei suoi organi operano con autonomia e indipendenza nel rispetto del principio di trasparenza, e non possono sollecitare o accettare istruzioni da altri soggetti pubblici e privati.” Come a dire che nessuno, nemmeno lo Stato può intervenire sulle decisioni prese all’interno di Banca d’Italia escludendo di fatto il “diritto pubblico”. Non è chiaro? Se anche lo Stato, cioè noi, non possiamo mettere bocca che istituto di diritto pubblico è? Se poi leggiamo il comma 3 dell’art. 1 c’è da sganasciarsi: “Quale banca centrale della Repubblica italiana, è parte integrante del Sistema europeo di banche centrali (SEBC). Svolge i compiti e le funzioni che in tale qualità le competono, nel rispetto dello statuto del SEBC. Persegue gli obiettivi assegnati al SEBC ai sensi dell’art. 127.1 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Trattato).“. In pratica, chi controlla chi? e soprattutto chi decide il proprietario o la proprietà? Ricordo che il trattato sul funzionamento dell’Unione europea è sempre il trattato di Maastricht.
Veniamo al secondo assioma:

Stabilire se l’euro è un bene di diritto pubblico o privato. Se il risultato è che si tratta di un bene di diritto privato significa che il proprietario non risponde agli stati che ne fanno uso, ma gli concede la possibilità di adoperarlo.

Per definizione una moneta (le nostre vecchie lire) è un istituto di diritto pubblico, che significa?
Il termine istituto giuridico indica, nel diritto, il complesso di norme che regolano una medesima fattispecie, se ci aggiungiamo pubblico significa che la fattispecie in oggetto è pubblica, non privata, cioè appartiene ad un organismo (Stato) che è di proprietà di tutti.
La moneta è un istituto di diritto pubblico?
Dipende da chi è emessa, se è emessa da uno Stato, come le nostre vecchie lire (antecedenti 1981), direi di si, ma se è emessa da un ente privato come la BCE non è più un istituto di diritto pubblico, ma privato.
Come è possibile provare che l’euro è una moneta riconducibile ad un istituto di diritto privato? Semplicemente osservandola. Se ricordate le vecchie lire (antecedenti al 1981) riportavano: REPUBBLICA ITALIANA, oppure BANCA D’ITALIA quando ancora la banca d’Italia era un istituto di diritto pubblico legata al Ministero del Tesoro, poi dopo il 1981 e a seguire è divenuta un istituto di diritto pubblico ma di proprietà privata e modificando questa posizione si predisponeva l’avvento dell’euro. Riportavano inoltre ” BIGLIETTO DI STATO A CORSO LEGALE”, a significare che era emesso dallo Stato e lo Stato stesso ne garantiva la legalità.



Osserviamo adesso l’euro entrato in sostituzione di quasi tutte le monete europee nel 2002, dico quasi tutte perchè alcuni paesi come l’Inghilterra sono nell’Europa Unita ma hanno mantenuto la propria moneta, da notare che questi paesi subiscono molto meno i problemi economici che invece affliggono soprattutto i paesi mediterranei.



Prima di tutto non si nota nessuna scri tta tipo “pagabili a vista al portatore” dato che la BCE non ha una riserva aurea e quindi non è in grado di convertire a richiesta la moneta in un altro bene durevole e non esiste nemmeno la scritta “la legge punisce gli spacciatori e fabbricanti di moneta falsa” o ancora “Unione Europea”. Ci sono gli acronimi della BCE in varie lingue, la bandierina europea ma nessun riferimento ad un’unione di stati.
Poi piccolo piccolo davanti agli acronimi della BCE c’è un simboletto, questo: ©. Sapete certamente che cosa è, il simbolo del copyright.
Questo simbolo secondo il dizionario ha questo significato: “Diritto d’autore su un’opera letteraria, scientifica, artistica ecc, implicante il divieto di ogni riproduzione e vendita abusiva per un determinato numero di anni stabilito dalla legge. Estens. La menzione di questo diritto rappresentata dal simbolo © seguito dal nome del titolare e dall’indicazione dell’anno di decorrenza di tale diritto.
Come vediamo sull’euro è correttamente indicato, il simbolo seguito dal nome del titolare (la BCE) e l’anno di decorrenza di tale diritto. © BCE ECB EZB EKT EKP 2002.
Il copyright o diritto d’autore è l’istituto di Diritto Privato, cioè ha lo scopo di tutelare i proventi dell’attività intellettuale attraverso il riconoscimento di una serie di diritti all’autore dell’opera. L’autore esercita in forma esclusiva i diritti cioè permette a lui stesso di remunerarsi per un periodo limitato nel tempo attraverso lo sfruttamento commerciale dell’opera. Chi viola il diritto d’autore deve pagare una sanzione. In particolare, il diritto d’autore è una figura propria degli ordinamenti di civil law (tra i quali la Francia e l’Italia), mentre in quelli di common law (come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna), esiste un istituto parzialmente diverso del copyright.
Ovvio che una banca privata non può tutelare la riproduzione indiscriminata di una moneta privata come farebbe uno Stato e si deve affidare al diritto privato; appunto il copyright.
Uno Stato non userebbe mai il copyright su una moneta di sua emissione, ne vieterebbe la riproduzione semplicemente per legge. Infatti avete mai visto il simbolo del copyright su un francobollo o una marca da bollo?
Da notare infatti che ogni foglio di carta-finta-moneta euro stampata dal 2002 ad oggi è sempre uguale a quello stampato per la prima volta nel 2002. Tutte riportano la stessa data 2002 che non è l’anno di stampa ma l’anno di deposito del copyright. Nei nuovi fogli dei 5 euro l’anno cambia, 2013 anno di deposito del nuovo copyright. Per il nuovo taglio dei nuovi 10 euro, 2014 anno di deposito del nuovo copyright.
Qualcuno potrebbe obbiettare stupidamente che sono stati tutti stampati nel 2002, che già di per se è un assurdo dato che se fossero tutti stati stampati nel 2002 non si spiegherebbero i bilanci della BCE dove ogni anno c’è scritto quanti euro sono stati emessi e quanti ritirati, ma soprattutto non si spiegherebbe come su tante banconote c’è la firma di Draghi che non era certo in carica nel 2002.
A questo proposito guardatevi questo video del Prof. Giannuli che è dirimente.
Come dice il Prof. Giannuti la moneta vera, come le vecchie lire, è un istituto di diritto pubblico a corso forzoso che non puoi rifiutare di accettare in pagamento; l’euro non è a corso forzoso in quanto moneta privata emessa da una banca privata che come specifica il Prof. Giannuti è sbagliato anche chiamare banca in quanto è un accordo internazionale fra istituti privati.
Quindi il secondo assioma:
Stabilire se l’euro è un bene di diritto pubblico o privato. Se il risultato è che si tratta di un bene di diritto privato significa che il proprietario non risponde agli stati che ne fanno uso, ma gli concede la possibilità di adoperarlo.

Possiamo dire che è stato soddisfatto!
L’euro non è un istituto di diritto pubblico che che ne dicano i trattati, ma è un istituto di diritto privato in quanto protetto da leggi sul diritto privato.
Veniamo al terzo assioma:


Stabilire che l’uso dell’euro, bene privato è concesso da un proprietario privato e ha un costo. Se il risultato è che sussiste un costo nell’uso dell’euro significa che paghiamo dei privati per usare una moneta comunemente accettata dagli stati che sono o dovrebbero essere soggetti pubblici.
Ha importanza se poi questo plus-valore, questo guadagno, è ridistribuito fra i paesi che usano l’euro? Tralasciamo il fatto che questo “guadagno” è distribuito anche a nazioni che l’euro non lo usano ma fanno parte dell’unione europea, come il Regno Unito, ma è nel modo in cui questa moneta viene fatta arrivare agli stati che si presenta il trucco.
Il trucco si divide in più parti:

1° L’euro stampato, o anche digitalizzato, non arriva direttamente dalla BCE agli stati, bensì viene inserito nel circuito bancario, cioè un circuito privato. Le banche a cui viene dato sono ovviamente banche private i cui proprietari, sempre occulti dato le scatole cinesi di cui abbiamo parlato, ne traggano un beneficio. Il beneficio sta nel fatto che queste banche private per far arrivare l’euro agli stati acquistano titoli di stato del paese corrispondente. L’acquisto di titoli di stato produce a loro un reddito dato dagli interessi che questi titoli di stato onorano. Un esempio per capire:
La BCE inserisce nel circuito bancario 1000 euro e chiede alle banche 1% di interesse. Le Banche acquistano titoli di stato che hanno un rendimento del 4%, si ritrovano quindi in cassa un surplus del 3%. I Cittadini pagano il 4% di interesse per usare l’euro.
Appare chiaro che il sistema studiato è costruito appositamente per dare un profitto a dei privati e quindi ci si dovrebbe domandare perchè questi privati sono privilegiati rispetto a tutti gli altri cittadini privati.
2° La BCE stampa o digitalizza una moneta che ha costo vicino allo zero, nel senso che la crea dal nulla, esattamente come farebbe uno Stato Sovrano, però la immette sul mercato al valore nominale della moneta stessa. Quindi gli interessi chiesti sia dalla BCE, sia dal circuito bancario dopo, sono ovviamente sul valore nominale. Lo Stato che quindi emette i titoli di stato che sono acquistati paga interessi profumatissimi su una moneta che non è tale, ma diventa un bene prodotto e venduto. Perchè dei privati hanno il grande vantaggio di produrre e utilizzare un bene che è stato reso unico e irrinunciabile per 500 milioni di europei?
3° Appare ovvio a questo punto che qualsiasi Stato europeo che vende i propri titoli di stato si indebita verso le banche che li acquistano e quindi il costo pagato per un denaro che è creato dal nulla va a gravare sul proprio debito pubblico. Più titoli di stato riesce a vendere più crescono gli interessi che deve pagare.
4° Il circuito bancario non è sottoposto a nessun vincolo di quali titoli di stato acquistare, quindi acquista i titoli di stato che danno un rendimento migliore in quel momento, a quell’asta. Se un paese emette dei titoli di stato a basso interesse perchè è in difficoltà economica, magari per un alto debito pubblico, è probabile che gli invertitori privati del circuito bancario non acquistino i titoli di stato di quel paese, ma di altri che invece danno interessi maggiori. Questo determina che uno Stato già in difficoltà si ritrovi con minor liquidità circolante. Inoltre diventa un parametro fondamentale lo spread, parametro che prima dell’avvento dell’euro nessuno sapeva neanche che esistesse. Se non ricordo male un governo nel 2011 è caduto a causa dello spread, ne sono derivati libri e inchieste, ma tutto sembra come un sogno… un nebuloso fatto che non indigna nessuno, anche alla luce del fatto che a quel colpo di stato su base spread si sono susseguiti tre governi senza nessuna elezione popolare. Scusate la digressione.
Veniamo alla conclusione:
Stabilito tutto questo domandarci perchè gli stati non producono lo stesso denaro lasciando la proprietà al popolo europeo, secondo un diritto pubblico e a costo zero.
Lascio a voi capire che l’intero sistema è un corto circuito tale che nessun Stato europeo ne trae realmente vantaggio, ma solo svantaggi, e i vantaggi sono riservati a privati che non fanno altro scegliere dove investire del denaro che non è loro, ma della BCE che però è controllata da loro.
Vi rendete conto dell’enormità e assurdità di come è stato costruito il sistema?
Se poi fate un passo oltre e unite a questo sistema economico criminale altre imposizioni come il pareggio di bilancio richiesto dall’Europa agli stati membri, vi accorgerete che gli unici sistemi che rimane ad uno Stato per far quadrare i conti sono tre:
Ridurre il più possibile le spese pubbliche

Aumentare le tasse per far fronte alle spese pubbliche

Vendere il patrimonio dello Stato

Tutto questo infatti è quello che è in atto da tutti questi anni. Si riducono le spese pubbliche chiamandole sprechi, ma che in realtà sono soldi che entrano nel circuito economico della nazione, cioè denaro con cui si paga i dipendenti, si costruiscono ospedali, si paga le scuole, si onorano le pensioni, si rifanno le strade ecc. ecc, cioè denaro che finisce nelle tasche dei Cittadini stessi. Oltre che ridurre le spese si aumentano le tasse, dirette o indirette che siano, sempre per far fronte a spese che lo Stato non può tagliare se non a fronte di un’implosione del sistema stesso. Lo Stato vende aziende e beni di proprietà di tutti i Cittadini che fanno parte dello Stato stesso e quindi sottraggono beni reali ai Cittadini in cambio di denaro creato dal nulla.
Per concludere a chi conviene questo sistema economico architettato fin dall’inizio della costruzione dell’Europa Unita? Non sembra che sia un sistema gran che vantaggioso per i Cittadini europei, ne per i loro stati. Perchè allora, ci si dovrebbe domandare, i politici di tutti questi stati hanno firmato dei trattati dove il sistema è evidentemente cosi vantaggioso solo per dei privati che progressivamente acquistano la proprietà di beni reali a fronte di moneta da loro stessi prodotta e controllata?
Perchè i media e gli economisti si genuflettano in massa a questo sistema e non ne denunciano la mendacità in essere?
Insomma se le persone, i Cittadini, non comprendono questa assurdità economica che è stata inventata scientemente e che ha come unico sopo la schiavizzazione dei popoli sottraendoli progressivamente i loro beni sono destinati all’oblio e nessun Cittadino può contare ne sulle istituzioni ne sull’informazione per cercare di capire.
 

mototopo

Forumer storico
Il Carbone di Renzi ai lavoratori italiani. Addio 80 euro . LEGGETE!


I pasticci o l’imbroglio degli 80 Euro e la “sorpresa di Gennaio ”: il carbone della Befana
Molti lavoratori dipendenti non lo sanno ancora, ma nella prossima busta paga invece di ricevere 1300- 1400 Euro ne prenderanno 500… Regolo della Befana cioè di Renzi.
Partiamo dall’inizio, cioè dalla storia degli 80 Euro di due anni fa. Gli 80 Euro per sorreggere l’economia e per far fare la spesa per 2 settimane alle famiglie, secondo l’autorevole economista governativa Pina Piperno, sarebbero spettati a chi aveva un reddito dipendente con un ‘imponibile di 23.000 Euro. Su di esso però si applicava anche la normativa e la imposta di sostituzione per i premi e il rendimento che di fatto sterilizzava ai fini del calcolo dell’imponibile altri 3000 Euro.
E proprio qui nasce il disastro: tale normativa non è stata rifinanziata per cui i 3000 Euro rientrano nell’imponibile e tutti quelli che han preso gli 80 Euro avendo un imponibile tra i 24000 e i 26000 Euro l’hanno percepito illegittimamente. Devono quindi restituire in sede di conguaglio di fine ciò che non gli spettava più cioè 880 Euro ( gli ultimi 80 ovviamente non gli vengono dati). Per cui oltre ad una riduzione permanente dell’entrata di 80 Euro ne caveranno una nel mese iniziale (questa di 960 Euro.) Naturalmente governo, giornaloni, RAI di questo non parlano ..parleranno i fatti.
Avevo uno zio salumiere ed alla fine della salsiccia con una corda la impiccava cioè la chiudeva con un pezzo di corda… Tanti Tanti Auguri Salsicciaio!
NB la dove il reddito avvicinandosi al limite di imponibile previsto prevedeva un minor beneficio il danno sarà minore .Il che è una soddisfazione.


#80eurorenzi80 eurocrescente pressione fiscaleeconomiafisconorma 80 europressione fiscalerenzi
http://scenarieconomici.it/il-carbone-di-renzi-ai-lavoratori-italiani-addio-80-euro-leggete/#


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