News, Dati, Eventi finanziari amico caro, te lo dico da amico, fatti li.... qui e' tutta malvivenza (2 lettori)

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Il capo di al-Qaida in Siria era l’obiettivo dell’aereo russo abbattuto dai turchi

novembre 26, 2015 2 commenti

Usama Absi al-Waahidi, alias Abu Muhammad al-Julani, capo di Jabhat al-Nusra, ramo di al-Qaida, era presso il jabal al-Turqmani quando il Su-24 veniva abbattuto
Zyad al-Fadil, Syrian Perspective Seguiamo la rotta del cacciabombardiere russo Su-24 decollato dalla base aera di al-Humaymim (Aeroporto internazionale Basil al-Assad). Sulla base delle informazioni russe fornite alla stampa mondiale, un Su-24 e un Su-34 erano decollati dalla base aerea, e con la copertura di quest’ultimo, polverizzarono diverse aree sul jabal al-Turqman, focolaio di terroristi filo-Erdoghan e simpatizzanti di al-Qaida. Dopo la prima sortita, gli aerei si diressero ad est, verso la provincia di Idlib, prima di virare di nuovo verso la zona della Siria occupata dai turchi di Hatay, a nord di Bunsiya. Il velivolo fu avvicinato da 2 Lockheed-Martin F-16 armati di missili aria-aria AIM-120 AMRAAM sparati contro il Sukhoj Su-24 colpendolo sulla coda e distruggendolo. Non ci furono segnali radio da parte dei ratti turchi di Erdoghan. Non un solo messaggio. Invece, l’azione degli F-16 era simile a un agguato per compiacere i pedofili sauditi sconcertati dalla concatenazione di fallimenti e catastrofi che li affligge da mesi. Vi rivelerò presto perché i turchi hanno attaccato questo aereo. Gli aerei non hanno mai sorvolato la Turchia, secondo le informazioni da fonti moscovite e siriane. In effetti, Vladimir Putin ha affermato nettamente che l’aereo era a 1 km all’interno del territorio siriano volando a 6000m sul livello del mare quando fu abbattuto. L’aereo colpito iniziò a precipitare in fiamme sulla regione del jabal al-Turqman, dove l’aereo aveva sganciato metà del carico, a 4 km dal confine turco. Il Tenente-Colonnello Oleg Peshkov, pilota, e il capitano Konstantin Murakhitin, navigatore, poterono lanciarsi ma finirono sotto il pesante tiro da terra dei selvaggi turchi che controllavano il terreno, appartenenti al gruppo terrorista chiamato Firqa al-Sahiliya al-Uwla, il cui capo era appena stato vaporizzato da un cacciabombardiere della SAAF, pochi minuti prima. Il pilota fu ucciso mentre scendeva con il paracadute, o fu catturato vivo e poi giustiziato. Ogni atto perpetrato dai selvaggi turcomanni era in violazione della Convenzione di Ginevra, un innegabile crimine di guerra, tipico dei ratti turchi. Il navigatore, però, per fortuna giunse nella zona controllata dall’EAS, sollevando il pilota dell’elicottero Hip mentre si alzava per recuperare l’aviatore russo indubbiamente disorientato. Ma l’elicottero finì sotto il fuoco dei missili anticarro TOW statunitensi. L’elicottero atterrò per sicurezza, mentre era ancora in fiamme, ma un membro dell’equipaggio, un marines russo, era stato ucciso. Il destino del navigatore russo fu più felice del suo comandante. Ora è al sicuro a Lataqia grazie all’Aeronautica siriana.
Sorprendentemente, o per qualche coincidenza strana, 2 troupe televisive turche erano sul posto per filmare l’episodio. Un gruppo era dell’Anadolou News Agency, la fabbrica della propaganda di Erdoghan (lo stesso gruppo che ‘fortunosamente’ catturò la foto del bimbo morto nella spiaggia turca di Budrum, per sostenere l’operazione ’emigrazione di massa’ in Europa, azione in combutta tra Erdoghan e Merkel. NdT), e un altro della rete Haberturk TV, un’altra fabbrica di menzogne del culto Erdoghan. Ma tali note non furono ancora rivelate. Syrian Perspective ha saputo che Abu Muhamad al-Julani, il criminale di guerra a capo di Jabhat al-Nusra/al-Qaida, era sul jabal al-Turqman al momento della prima sortita a sud del campo profughi Yayladaghi, che si affaccia sul bosco Furunluq. Al-Julani fu intercettato dall’Intelligence militare dell’Esercito Arabo Siriano abbaiare ordini e chiedere l’intervento dei turchi per non ritrovarsi mutato in poltiglia sanguinolente. I turchi, che non sono dei noti fini pensatori politici, pensavano che questo fosse il modo per trascinare la NATO nel far rispettare una no-fly zone, soddisfacendo gli scarafaggi sauditi. Ma la NATO non sembra essere caduta nello “stratagemma”. Mentre il segretario della NATO ha dichiarato fedeltà ad Erdoghan, ha anche chiarito che la NATO ha notato il secondo fine turco e s’è spaventata. Una dichiarazione particolarmente risibile fu diffusa su come la Turchia avesse il diritto di difendere il suo spazio aereo; dimenticando che anche la Siria ha dichiarato il proprio spazio aereo inviolabile a fronte delle continue trasgressioni statunitensi ed alleate. Sono stato anche informato che al-Julani era arrabbiato perché un grande convoglio di autocarri che trasportava armi dal campo profughi stava per essere incenerito dai bombardieri russi una volta che gli equipaggi ne furono allertati. Potrebbe essere stato un problema preservare l’arsenale piuttosto che preoccuparsi della vita di un altro miserabile ratto.
Putin è un uomo di poche parole. Quando parla, però, intende dire quello che dice. Ci saranno conseguenze disastrose per tale “pugnalata alle spalle” da nazioni che sponsorizzano il terrorismo. Oggi si possono tranquillamente informare i nostri lettori che i due incidenti che hanno tormentato i russi, vale a dire l’abbattimento dell’aereo di linea russo sul Sinai e l’ultimo attacco alla sovranità russa e siriana, sono studiati con tipica cura slava. Gli inquirenti russi in entrambi gli incidenti cercano accuratamente motivo ed autore reali dietro le quinte. C’è il sospetto che i burattinai siano gli squinternati sauditi che usano i loro forzieri (ora assai impoveriti) per ideare ogni tipo di atrocità immaginabile per la mente umana. Vedasi la risposta arrabbiata del Presidente Putin durante l’incontro con un altro sostenitore del terrorismo, re Abdullah II di Giordania. Si guardi il piede destro di Vlad mentre lo sciacallo giordano pontifica sull’importanza della lotta al terrorismo:
https://aurorasito.files.wordpress.com/2015/11/12304177.jpg
 

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IASSEM: Messaggio a Marco Scurria sulla risposta di Draghi



IASSEM: Messaggio a Marco Scurria sulla risposta di Draghi

Salve,

ho letto la risposta di Draghi alla Sua interrogazione: "...il Consiglio direttivo della BCE ha deciso che le passività associate al valore totale dei biglietti in euro emessi sono attribuite alla BCE e alle banche centrali nazionali in base allo schema di distribuzione delle banconote"

Vedi:
http://www.marcoscurria.eu/wp-content/uploads/2013/07/risposta-draghi-a-scurria.pdf

E' importante perché tale decisione contabile viene stabilita NON da organismi contabili internazionali, ma per così dire "in casa".

La postazione al passivo del controvalore facciale delle banconote ha senso solo se la tesoreria del corpo sovrano, dall'altra parte, posta una voce all'attivo del tipo: "Signoraggio sull'emissione monetaria della banca centrale" CHE DEVE CORRISPONDERE alla voce passiva della banca centrale, ma ciò non avviene.

Altrimenti, come evidenziato da Wilelm Buiter (2007) si tratta di false passività a cui evidentemente corrispondono profitti occultati.

Vedi:
Seigniorage, Willem H. Buiter, NBER Working Paper No. 12919, February 2007, JEL No. E4,E5,E6,H6
http://www.nber.org/papers/w12919.pdf

Nella fattispecie, tali profitti occultati da parte di Bankitalia sull'emissione di banconote in euro assommano ad oggi a 170 miliardi di euro (170.306.028.370 al 30 settembre 2015)

Vedi:
http://sdw.ecb.europa.eu/quickview.do?SERIES_KEY=195.BKN.M.U2.NC10.B.ALLD.AS.S.E

Cordialmente,

Marco Saba, Istituto di Alti Studi sulla Sovranità Economica e Monetaria
 

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3d senza senso, ,,,,,, perlomeno paragonabile a don Chisciotte,,,,,cpntro vento. tecnicamente inutile,......................viviamo in una gabbia di matti,ciao angelo
 
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Crisi continua e vanità delle proposte degli economisti.

Posted on 30/09/2015 by admin
Crisi continua e vanità delle proposte
degli economisti.
Per capire come ripartire dopo il collasso
dell’economia globale

Testo per la Conferenza di Castelfranco di Sopra – Arezzo – 29.09.15

1- Questo convegno o festival si proietta verso quanto resta del terzo millennio. E’ incentrato sul proporre soluzioni e nuovi sistemi. Introducendo i lavori, quindi, voglio parlare in generale del senso del “fare proposte”. Gli economisti, nel corso dei decenni, hanno lanciato molti moniti e molte proposte contro certe riforme, certe scelte, certe omissioni, ma sono rimasti inascoltati. Stranamente inascoltati, parrebbe. Quindi è fondamentale chiedersi che senso abbia formulare moniti e proposte, e perché non funzionino, non vengano recepiti, nemmeno quando la loro fondatezza e opportunità è evidente. Ossia: ci muoviamo in uno scenario di crisi dovuta a errori, in cui le istituzioni cercano soluzioni, oppure in uno scenario di crisi prodotto intenzionalmente? Se consideriamo che questa crisi, ossia le riforme che la hanno indotta e quelle che vengono prese per risolverla, hanno prodotto, su scala mondiale, una redistribuzione accentrante, cioè un enorme spostamento della ricchezza, del reddito, del potere, dei diritti, e anche della forza politica, nel senso di concentrarli nelle mani di una élite togliendone grandi quantità alle classi medie e medio-basse, le quali invece li avevano acquisiti nei decenni keynesiani precedenti (in Europa, dalla fine della II GM), se consideriamo questo, saremo portati a supporre che si tratti di un’operazione strategica intenzionale, e non di una successione di errori. E allora, di nuovo, che senso ha dare consigli e fare proposte a chi possiede il potere decisionale effettivo, e usandolo ha prodotto questi risultati, che per noi sono crisi e recessione, ma non per lui? Che senso ha rivolgersi ai partiti politici o alle istituzioni politiche?
2- Effetti dell’euro: da parte dei governi si prometteva sviluppo, stabilità, convergenza, comunità riduzione dei debiti pubblici. Queste promesse giustificavano la tassa e i sacrifici per entrare nell’euro. Invece l’euro-sistema ha prodotto declino industriale e salariale, crollo degli investimenti, vantaggi per i più efficienti e svantaggi per i meno efficienti nel blocco dell’aggiustamento fisiologico dei cambi, divergenza crescente tra le economie e gli interessi dei paesi partecipanti. E ricordiamo anche che i bassi tassi per indebitarsi in euro favorirono un forte aumento strutturale della spesa pubblica, perlopiù inutile e parassitaria, nei primi anni del secolo – aumento di spesa che poi, quando i tassi salirono e iniziò la recessione, si tradusse in una palla di piombo al collo. Tutti questi effetti erano stati previsti e predetti negli anni ’70, ’80, ’90, poi sono osservati all’opera. Effetti già osservati due volte in Italia, col blocco saltato negli anni ’80 e quello saltato nel ’92. Effetti previsti e spiegati in tutti i libri di economia internazionale. Quindi necessariamente sono stati voluti. Ma l’Eurosistema è solo un punto di arrivo di un processo iniziato negli anni ’70, e passato per il divorzio tra Ministero del Tesoro e Banca d’Italia, per la privatizzazione del collocamento del debito pubblico, la quale, anziché portare a un promesso risparmio e risanamento, in pochi anni, dal 1981, raddoppiò, dal 60 al 120%, il rapporto pil/debito.
3- Il Glass Steagall act, cioè la separazione tra banche di credito e risparmio e banche speculative cioè di azzardo. Fu introdotto in America e in Europa dopo la crisi del 1929, poiché si era visto che proprio la banca universale, quella che usa i soldi dei depositanti per scommettere in borsa, con i suoi azzardi speculativi aveva causato la crisi. Nel 1992 Clinton in America e Amato in Italia hanno ripristinato la banca universale, che automaticamente ha riprodotto le bolle immobiliari e mobiliari, con i loro enormi profitti per i super-managers e i grandi finanzieri, e i grandi danno per le classi lavoratrici e risparmiatrici. I governi sono intervenuti per salvare le banche con i soldi dei contribuenti, ma non hanno ripristinato la suddetta separazione, così i banchieri sono ripartiti dopo la crisi del 2008 a fare le cose di prima, con i soldi delle banche centrali, messi generosamente a disposizione a tassi ridicoli. Si noti che la BCE, nel 2008, affermando falsamente che ci fosse troppa liquidità in circolazione, innalzò i tassi fino alla vigilia del collo, per poi buttarli quasi a zero, riconoscendo che c’era scarsità di liquidi. Evidentemente, prima aveva alzato i tassi non per prevenire una bolla, che aveva già lasciato gonfiare, ma per farla scoppiare.
4- Si sapeva che, in un paese in grave recessione e in declino competitivo ventennale, inasprire le tasse, ridurre gli investimenti avrebbe migliorato il bilancio dell’annata e rapporto il momentaneo deficit/pil, ma nel medio termine avrebbe prodotto effetto opposto, cioè l’avvitamento fiscale; eppure lo sia fatto con i risultati che sappiamo. Tutti capivano che è un controsenso togliere la liquidità necessaria per lavorare e produrre a un paese che ha bisogno di lavorare e far pil per pagare i suoi grandi debiti, eppure lo si è fatto. Grossolano errore, oppure manovra intenzionale?
5- Si sapeva che in Italia le imprese e le famiglie si finanziano per spese e investimenti monetizzando come garanzia per le banche e i loro immobili, e si sapeva che il mercato immobiliare innesca sia le riprese economiche che le recessioni; quindi quando il governo Monti, appoggiato da Napolitano e Berlusconi, colpì duramente con nuove tasse i beni immobili facendone crollare il mercato e privando di conseguenza imprese e famiglie della possibilità di usare gli immobili per finanziarsi, voleva rendere la già esistente recessione più profonda e duratura, a vantaggio dei capitali finanziari soprattutto tedeschi che poi hanno comperato sottocosto il meglio disponibile e in svendita nell’Italia impoverita, e a vantaggio dell’industria tedesca che beneficiava di finanziamenti pubblici attraverso apposite istituzioni bancarie sostenute dallo Stato o dai Laender in sfregio al divieto di sussidii pubblici.
6- Quando si introdusse il blocco dei cambi detto euro, si sapeva che avrebbe scaricato la competizione sul ribasso dei salari. Lo si sapeva, quindi non si è voluto.
7- Insider trading della difesa del cambio della lira del 1992: 30.000 miliardi di profitti per gli amici del Palazzo che cambiavano Lire in Marchi a tasso di vantaggio, con 70.000 miliardi di danno per la nazione bruciati in 15 giorni. Difenderemo la lira, non la lasceremo svalutare, dicevano il governo e la Banca d’Italia.
8- Sotto il governo Amato il settore pubblico stipulò derivati sui tassi del tipo: tassi scendono, banca vince. E sono scesi, con perdita per circa 200 miliardi, perché i governatori delle bcn e poi della BCE li hanno spinti in basso. Scrive il dr Alessandro Govoni, in una sua denuncia penale:
Secondo la BIS di Basilea dei 2360 bilioni di dollari di derivati piazzati nel mondo , il 93% sono derivati sul tasso e ed il 6% sono derivati sulla valuta . I derivati sul tasso piazzati nel territorio dell ‘UE dal 1992 potrebbero essere tutti del tipo banca vince se tasso cala : i vertici finanziari come sopra indicati, poi rivelatisi al soldo delle stesse banche d’affari che hanno piazzato a famiglie ed imprese italiane , ad oltre 900 enti locali italiani ed al Tesoro dello Stato italiano a partire dall’ ottobre del 1992 derivati sul tasso , sono gli stessi che hanno variato il tasso a partire dalla L.82 che ha conferito al Bankitalia spa il potere esclusivo di variare il tasso.
I governatori della neo privatizzata banca centrale nazionale hanno variato i tassi al ribasso dal 15% di settembre 1992 ad oggi in cui il tasso è lo 0,05% , per poi piazzare da ottobre del 1992 derivati sul tasso al Tesoro dello Stato italiano si presume tutti dl tipo banca vince se tasso cala. La vittoria di queste banche d’affari straniere dal 1992 sui derivati sul tasso piazzati al Tesoro italiano se questi fossero tutti del tipo banca vince se tasso cala è stata pertanto automatica, ed è stata consentita dai Governatori di BANKITALIA Spa che dal 1992 hanno variato al ribasso il tasso ufficiale di sconto (TUS) a cui è legato il PRIME RATE ABI .
Ed è stata consentita dai Governatori della Banca Centrale Europea che dal 1998 hanno variato al ribasso il tasso ufficiale di rifinanziamento (TUR) a cui è legato il tasso EURIBOR .
Il Tesoro italiano si stima che abbia pagato a queste banche d’affari straniere una perdita tra i 10 ed i 15 miliardi di euro per anno dal 1992 quale differenziale tra fisso e variabile sui derivati sul tasso del tipo banca vince se tasso cala . Lo scenario di tassi preordinato al ribasso lo hanno creato proprio loro i governatori centrali, prima dal 1992 al 1998 dai Governatori di Bankitalia Spa, poi dal 1998 dai Governatori della Banca Centrale Europea :
Il fatto strano è che mentre la Procura di New York cita le esemplari Sentenze dei Tribunali italiani sui derivati sul tasso e sulla valuta (Cassazione n. 43347/2009,….) per comminare 21 multe alle banche d’affari che hanno mal agito sul territorio USA, indebitando gli enti locali statunitensi sempre pare con derivati sul tasso del tipo banca vince se tasso cala dal 1992 , la banca d’affari straniera (Dexia-Crediop ) che ha piazzato il maggior numero di derivati ai comuni italiani sia difesa dall’ex Ministro di grazia e giustizia e dal figlio dell’ex presidente della repubblica, tant’è che alcuni comuni italiani , visto il calibro dei difensori schierati da codeste banche d’affari straniere , hanno preferito rinunciare a far valere i propri diritti .
9- Altri esempi di “errori intenzionali” sono: effetti contrari alle promesse di globalizzazione e integrazione, frottola del multiculturalismo, frottola delle armi di sterminio di massa e legami con Al Qaeda, inventati per giustificare la conquista del petrolio iracheno e per impedire che venisse venduto contro valuta diversa dal dollaro. O il falso incidente del Golfo del Tonkino per giustificare l’intervento diretto di terra degli USA in Vietnam. I popoli si governano così, con l’inganno, in democrazia (e non solo in democrazia).
Risultato globale: I giochi sono fatti in favore di chi crea moneta dal nulla e con essa raccoglie il prodotto del lavoro degli altri, facendo loro per giunta la morale sulla virtuosità. Quanto sopra ha prodotto un mondo bipolare: strutturale concentrazione del reddito, della conoscenza, della ricerca, del potere politico e militare in favore del capitale finanziario; una società dell’economia reale produttrice di tutta la ricchezza ma strutturalmente indebitata ed Elite che produce i simboli della ricchezza che non produce, appropriandosi di essa attraverso il monopolio della produzione dei simboli e del loro rating. Strutturalmente, essa è creditrice e percettrice di interessi nonché maestra di virtuosità politico economica verso tutti i governi e i popoli. Questa élite realizza la sua architettura socio-economica e costituzionale attraverso una strategia di lungo termine, aggiustabile, fatta di molte mosse successive, eseguite nel corso dei decenni e su scala globale. Le persone comuni e anche gli operatori economici e politici, concentrati come sono sui problemi particolari e immediati, non vedono gli effetti generali e di lungo termine delle singole mosse, né colgono il loro effetto di insieme. Nell’immediato, invero, ciascuna mossa non produce effetti riconoscibili, oppure produce, nell’immediato, effetti favorevoli. Gli effetti reali si concretizzano in seguito, quando oramai ci si è legati e non si può più tornare indietro. Pensate all’introduzione dell’euro, o della indipendenza delle banche centrali.
Per avere una visione realistica del mondo, insomma, occorre adottare una prospettiva socio ingegneristica, che include e trascende quella delle scienze economiche. E’ ingenuo, è sciocco fare analisi di modelli economici senza considerare che essi non sono modelli totali, bensì sono inglobati in un più ampio modello-cornice, di dimensione globale. Cioè occorre riconoscere l’inclusione dell’economia in un disegno di ingegneria sociale: che non progetta solo di adattare l’uomo e la società e il diritto all’interesse del capitale finanziario, ma anche e ancor più progetta di ottimizzare la gestibilità del corpo sociale: potere unilaterale, stati come contenitori e agenzie, popoli superflui perché tra loro intercambiabili. In quanto all’Europa, il disegno chiaramente era realizzare un potere centrale di governo in mano al capitalismo tedesco, sotto la facciata di una progressiva e formale devoluzione dei poteri dagli stati nazionali a un’entità centrale, icona di una supposta identità o solidarietà paneuropea. Questa è l’unificazione indica europea: Il potere politico è assunto dalla potenza creditrice, la Germania, che assume l’esclusiva delle iniziative e condiziona le scelte di finanza e moneta comunitarie. Appunto, l’Unione si rivela una maschera. Però probabilmente a unificare l’Europa non sarà la Germania, ma l’Islam, per ragioni matematico-demografiche.
Finale, prima parte. Quelli sopra indicati non sono errori o sviste, sono mosse intenzionali e pianificate per trasformare la società ed aumentare i diritti e i poteri dei capitali finanziari rispetto ai popoli, ai lavoratori, ai risparmiatori, agli elettori. Ma se siamo in presenza di atti e piani intenzionali, che senso ha proporre soluzioni per evitare effetti che sono voluti? E come se le pecore chiedessero l’abolizione della Pasqua perché la Pasqua è un’occasione in cui muoiono molti agnelli.
Finale, seconda parte. Possiamo sperare non tanto di sconfiggere questa strategia, perché gli strateghi sono troppo potenti, quanto che essa fallisca e crolli da sé, per sue carenze e mancanze nella comprensione e gestione della realtà, per le sue contraddizioni interne. In effetti, tutti i sistemi di potere primo poi sono crollati. La super complessità del mondo, il grande numero di variabili, la scarsa predicibilità del divenire, il fallimento di tutti i potenti nel dirigere la storia almeno nel lungo termine, la accelerante e tumultuosa evoluzione scientifica tecnologica, sono tutti fattori impersonali e involontari ma potentissimi, capaci di destabilizzare in breve tempo qualsiasi sistema di potere e di frustrare qualsiasi pianificazione.
Finale, terza parte: nel frattempo, ciascuno può pensare, singolarmente o in gruppo, a quali iniziative adottare Per l’ottimizzazione della sua esistenza in questo scenario. Le opzioni sono molte e soggettive, legate a variabili come l’età, le capacità, i legami familiari, il patrimonio, Le scale dei valori. Sono tutte razionali anche opzioni molto diverse tra loro, indipendenza da queste variabili: c’è chi preferisce far finta di nulla vivere alla giornata, c’è chi preferisce darsi ai piaceri e cavarsi le voglie finché è possibile, c’è chi preferisce lottare, fare l’eroe e il Don Chisciotte, c’è chi preferisce cercare di adattarsi al sistema senza scrupoli morali, c’è chi preferisce seguire la via del distacco dal mondo.
29.09.15 Marco Della Luna
 

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novembre 28, 2015 posted by Fabio Lugano
IL DIABOLICO GENIO DELLE ELITE EUROPEISTE (Di Marco Santero)



DIABOLICO GENIO.
LA GRANDE, GENIALE E DIABOLICA MOSSA DEL “NEOLIBERISMO” (LEGGI RIVINCITA DELLE ELITES) E’ STATA CREARE UN PROGETTO EGEMONE DI RIVINCITA SULLE MASSE, ORCHESTRATO COSI’ BENE CHE LE MASSE STESSE HANNO ACCOLTO CON TALE CONSENSO CERTE MISURE DA FARLE APPARIRE TECNICHE, QUINDI BYPASSANDO QUALUNQUE DIBATTITO POLITICO!!!!!
IL PROGETTO NEOLIBERISTA IN EUROPA HA COINCISO CON UN PROGETTO DI INTEGRAZIONE MONETARIA (PRIMO TENTATIVO SME, FALLITO, ALLORA SI CREA UNA GABBIA DA CUI I PAESI DEBOLI NON POSSANO FUGGIRE, DELLA SERIE SI METTE UN LEONE IN GABBIA INSIEME AD UN GRUPPO DI TENERE GAZZELLE E POI LA NATURA FA IL SUO CORSO!!! E ALLA FINE MUORE DI FAME ANCHE IL LEONE) SOSTANZIALMENTE CRIMINALE PER 4 RAGIONI STRUTTURALI:
1) TOTALMENTE SUCCUBE CULTURALMENTE E ECONOMICAMENTE DEL PROGETTO NEOLIBERISTA AMERICANO/ANGLOSASSONE.
2) HA RICREATO RELAZIONI BASATE SUL DOMINIO/SOTTOMISSIONE FRA I VARI PAESI.
3) PROGETTO CHE SI LIMITA (VOLUTAMENTE E FRAUDOLENTEMENTE) ALLA FINANZA/ECONOMIA ED E’ TOTALMENTE PRIVI DI OBIETTIVI SOCIALI E DI EQUITA’.
4) PROGETTO PRIVO DI QUALUNQUE MECCANISMO REDISTRIBUTIVO SERIO E DI SOLIDARIETA’ FRA STATI E ADDIRITTURA, IN ITALIA, NELLO STESSO STATO, COSICCHE’ SI DIFENDE UNA PARTE SEMPRE PIU’ ESIGUA DI LAVORATORI “GARANTITI”, ANCHE SE SEMPRE PIU’ IMPOVERITI, UNA PARTE DEI PENSIONATI (QUELLI ABBIENTI, CON PIU’ DI 5000 EURO MENSILI, PER I QUALI I DIRITTI ACQUISITI SONO SACRI!!) E SI SCARICANO GLI ONERI SULLA MAGGIORANZA DEI LAVORATORI ORMAI PRECARIZZATI AD UN LIVELLO INDECENTE!


TUTTI QUESTI MECCANISMI STANNO FACENDO RIEMERGERE E MATERIALIZZARE SEMPRE PIU’ I TERRIFICANTI FANTASMI DELLA STORIA EUROPEA!!
L’ERRORE CHE LA SINISTRA PIU’ ILLUMINATA FA NEL PENSARE DI POTER RIFORMARE IL DISASTRO DELL’EUROZONA SENZA ELIMINARE L’EURO E’ DUPLICE:
1) SI TEME IL DEFAULT IN CASO DI USCITA PERCHE’ SI RITIENE CHE I DEBITI DOVREBBERO ESSERE RIPAGATI IN EURO CON LIRE SVALUTATE, MENTRE PER LA LEX MONETAE NON E’ COSI, INFATTI GLI USURAI INTERNAZIONALI STANNO CERCANDO DI FAR RIDENOMINARE IL DEBITO ITALIANO IN DIRITTO ESTERO CON GLI ERF= EUROPEAN REDENPION FUND PROPRIO PER INCATENARCI A QUESTA SOLUZIONE
2) SI PENSA CHE REDISTRIBUENDO E RIBILANCIANDO LE ASIMMETRIE FRA STATI SI RISOLVEREBBE LA SUDDITANZA DELL’AREA MEDITERRANEA AL CENTRO “DELL’IMPERO TEUTONICO” (D), MENTRE E’ PROPRIO QUELLO CHE LA D VUOLE A MEDIO / LUNGO TERMINE PER RENDERE STRUTTURALE LA SUDDITANZA STESSA CREANDO LA MERIDIONALIZZAZIONE DELL’ INTERO SUD EUROPA.
GRAZIE AL GIGANTESCO VANTAGGIO COMPETITIVO E STRUTTURALE CHE HA ACCUMULATO GRAZIE AI MECCANISMI DELL’EUROZONA E DALLA SUA EVOLUZIONE CON LA CRISI ATTUALE!!!
QUESTE MOSTRUOSE ASIMMETRIE NON GENERANO VERE RIVOLTE SOLO PERCHE’ NOI VIVIAMO DA DECENNI NELLA CULTURA DELL’APPARENZA, DELL’IMMAGINE, DEL PRESENTE, DELL’ATTIMO FUGGENTE E ABBIAMO PERSO, COME SINGOLI E ANCOR PIU’ COME MASSE, LA PROSPETTIVA STORICA.
PERCHE’ FINO ALL’ INIZIO DEGLI ANNI 80 LA SITUAZIONE PER IL CITTADINO ITALIANO, CHE INIZIAVA A LAVORARE DOPO AVER STUDIATO, ERA MOLTO, MOLTO, MOLTO DIVERSA!!!
IN MEDIA LAVORAVA SOLO UNO PER FAMIGLIA EPPURE VIVEVANO, COMPRAVANO CASA, FACEVANO 2/3 FIGLI, FACEVANO UN MESE DI VACANZE, AVEVANO ANCHE UN GRUZZOLETTO IN BANCA E AVEVANO UN BUON TENORE DI VITA (MEDIO).
IN SOSTANZA SI STAVA REALIZZANDO L’ART.1 E 36 DELLA COSTITUZIONE!!! IL TUTTO BASATO SUL CONCETTO FORDISTA DEL LAVORO MANIFATTURIERO: IL LAVORATORE DEVE GUADAGNARE ABBASTANZA DA MANTENERE LA PROPRIA FAMIGLIA E COMPRARE I PRODOTTI CHE PRODUCE!!!
CON L’INIZIO DELLA GLOBALIZZAZIONE , LA TERZIARIZZAZIONE DELL’IMPIEGO, L’INGRESSO MASSICCIO PRIMA DELLE DONNE (ANCHE SE MENO CHE IN ALTRI PAESI EUROPEI) E POI DEGLI IMMIGRATI SI E’ MASSICCIAMENTE SVALUTATO IL POTERE DI ACQUISTO DEL LAVORO, LA PERDITA DI INFLUENZA DELLA FAMIGLIA TRADIZIONALE (SMANTELLAMENTO), IL CONSEGUENTE CROLLO DELLE NASCITE (VIA VIA SEMPRE PIU’ ACCENTUATO) E IL CONSEGUENTE E DRASTICO INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE C’E’ STATO UN IMPATTO DEVASTANTE SUL MONDO DEL LAVORO.
DALLA PROSPETTIVA DI ESSERE ASSORBITI DAL MANIFATTURIERO O PUBBLICO SI E’ PASSATI, COME PROSPETTIVA, ALLA PRECARIETA’ SEMPRE PIU’ SPINTA E ALLA DISOCCUPAZIONE DI LUNGO PERIODO.
L’IMPATTO SUL WELFARE CHE “PRIMA” DOVEVA “SOLO” GARANTIRE LE PENSIONI DI VECCHIAIA E INVALIDITA’, UNA LEGGERA CASSA INTEGRAZIONE PER CHI PERDEVA IL LAVORO, IN ATTESA DI TROVARNE UN ALTRO E LA PROTEZIONE DELLE VEDOVE, EBBENE L’IMPATTO E’ STATO DEVASTANTE, RENDENDOLO VIA VIA SEMPRE PIU’ INSOSTENIBILE!!
TUTTO PROGETTATO AD ARTE PER POTERSI IMPADRONIRE PRIMA DEI GIOIELLI DI FAMIGLIA (MEGA PRIVATIZZAZIONI), POI DEI SERVIZI ESSENZIALI (ACQUA, RIFIUTI, PENSIONI, PIAN PIANO SANITA’ E SCUOLA, ECC.) E COME CILIEGINA SULLA TORTA SI INDEBITANO LE BANCHE CON I DERIVATI CORROMPENDO GLI AMMINISTRATORI, COSI CON IL BAIL IN DAL 2016 SI SPOLPA IL RISPARMIO PRIVATO (PICCOLI AZIONISTI E SOPRATTUTTO OBBLIGAZIONISTI) IN PARTICOLARE DEI PENSIONATI CHE ANCORA DI RISPARMIO NE HANNO!!
ATTILA AL CONFRONTO ERA UN EDUCANDA!! ALLA FINE DI QUESTA DEPREDAZIONE SELVAGGIA BASATA SU VICERE’ PIDDINI DELL’ITALIA 5 POTENZA ECONOMICA MONDIALE RIMARRA’ SOLO UNA CARCASSA SPOLPATA E PUTREFATTA COME LA GRECIA.



bancheclasse mediaCOSTITUZIONEeconomiaeuropalavoroMarco Santeropensionireddito
http://scenarieconomici.it/il-diabolico-genio-dell-europeista/#2


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Putin a Teheran rafforza l’alleanza russo-iraniana →
Rockefeller di Raqqa: Come il petrolio dello Stato islamico fluisce in Israele

novembre 28, 2015 Lascia un commento

Araby al-Jadid, 26 novembre 2015 Il petrolio prodotto dallo Stato islamico finanzia la sua sete di sangue. Ma come viene estratto, trasportato e venduto? Chi lo compra e come raggiunge Israele? Il petrolio estratto dai campi controllati dallo Stato islamico è al centro di una nuova inchiesta di Araby al-Jadid. L’oro nero è estratto, trasportato e venduto fornendo al gruppo armato un’ancora di salvezza finanziaria vitale. Ma chi l’acquista? Chi finanzia la brutalità omicida che occupa zone di Iraq e Siria? Come arriva ai serbatoi della benzina, e chi ne trae profitto? Il gruppo Stato islamico utilizza milioni di dollari di proventi del petrolio per espandere e gestire vaste aree sotto il suo controllo, patria di circa cinque milioni di civili. Lo SI vende petrolio iracheno e siriano a un prezzo molto basso a reti di contrabbando e mafie curde e turche che l’etichettano e lo vendono come barili del governo regionale del Kurdistan. Viene quindi assai frequentemente inviato dalla Turchia a Israele, tramite intermediari, secondo l’indagine di al-Araby. Il gruppo Stato Islamico ha detto ad al-Araby di non aver intenzionalmente venduto petrolio ad Israele, accusando gli agenti nei mercati internazionali.
Campi petroliferi
I campi petroliferi nel nord dell’Iraq e nella Siria orientale hanno cartelli con la scritta: “Fotografare è severamente vietato – chi viola rischia la propria sicurezza“, firmati a nome del gruppo SI. Questi giacimenti sono attivi sette-nove ore al giorno, dal tramonto all’alba, mentre la produzione è in gran parte sotto la supervisione di operai ed ingegneri iracheni che precedentemente li gestivano, mantenendo i posti di lavoro dopo la cattura del territorio. Lo SI è fortemente dipendente dalle entrate petrolifere. I suoi altri redditi, ad esempio donazioni e riscatti dei rapimenti sono lentamente diminuiti. I lavoratori nei campi petroliferi dello SI e famiglie sono ben curati, perché sono molto importanti per la sopravvivenza finanziaria del gruppo. La capacità di estrazione di petrolio è stata ulteriormente sviluppata nel 2015 quando lo SI ricevette macchine idrauliche e pompe elettriche dopo aver preso il controllo dei giacimenti petroliferi Alas e Ajil vicino la città irachena di Tiqrit. Il gruppo ha anche sequestrato le attrezzature di una piccola compagnia petrolifera asiatica che sviluppava un campo petrolifero vicino nella città irachena di Mosul, prima che lo SI l’invadesse nel giugno 2014. La produzione di petrolio in Siria si concentra sui giacimenti di petrolio Conoco e al-Taim, ad ovest e nord-ovest di Dair al-Zur, mentre in Iraq il gruppo utilizza i campi di al-Najma e al-Qayara nei pressi di Mosul. Numerosi campi più piccoli in Iraq e Siria sono utilizzati dal gruppo per le esigenze energetiche locali. Secondo stime basate sul numero di autocisterne che lasciano l’Iraq, oltre a fonti di al-Araby nella città turca di Sirnak, al confine con l’Iraq, attraverso cui passa il petrolio contrabbandato, lo SI produce in media 30000 barili al giorno dai campi petroliferi iracheni e siriani che controlla.
La via dell’esportazione
Al-Araby ha informazioni su come il petrolio viene contrabbandato da un colonnello dei servizi segreti iracheni che mantene l’anonimato per sicurezza. L’informazione è stata verificata da funzionari della sicurezza curdi, dipendenti della frontiera di Ibrahim Qalil tra Turchia e Kurdistan iracheno, e da un funzionario di una delle tre compagnie petrolifere che si occupa del petrolio contrabbandato dallo SI. Il colonnello iracheno, che insieme ad investigatori statunitensi lavora al modo per fermare i flussi di finanziamento del terrorismo, ha detto ad al-Araby che le tappe del contrabbando di petrolio dai campi petroliferi iracheni alla destinazione vedono in particolare il porto di Ashdod, in Israele. “Dopo che il petrolio viene estratto e caricato, le autocisterne lasciano la provincia di Niniwa dirigendosi a nord verso la città di Zakho, 88 km a nord di Mosul“, ha detto il colonnello. Zakho è una città nel Kurdistan iracheno, al confine con la Turchia. “Dopo che le autocisterne dello SI arrivano a Zakho, normalmente 70-100 al giorno, si pagano le mafie del contrabbando di petrolio, un mix di curdi siriani e iracheni, oltre a turchi e iraniani“, ha continuato il colonnello. “Il responsabile dell’invio di petrolio lo vende al miglior offerente“, aggiungeva il colonnello. La concorrenza tra bande organizzate ha raggiunto il culmine, e l’assassinio dei capi mafiosi è prassi. Il miglior offerente paga tra il 10 e il 25 per cento del valore del petrolio in contanti, dollari, e il resto viene pagato dopo, secondo il colonnello. I camionisti consegnano i loro autoveicoli ad altri camionisti che hanno permessi e carte per attraversare il confine con la Turchia con il carico, dice l’ufficiale dell’intelligence irachena. Ai primi vengono date le autocisterne vuote per tornare nelle aree controllate dallo SI. Secondo il colonnello, tali operazioni si svolgono in vari luoghi alla periferia di Zakho, che vengono concordati per telefono. Prima di attraversare le frontiere, le mafie trasferiscono il greggio in raffinerie rudimentali private, in cui il petrolio viene riscaldato e di nuovo caricato sulle autocisterne per attraversare il valico di frontiera di Ibrahim Qalil in Turchia. La raffinazione rudimentale, secondo il colonnello, viene eseguita perché le autorità turche non consentono al greggio di attraversare la frontiera senza una licenza del governo iracheno. La fase iniziale di raffinazione avviene per avere i documenti per far passare il petrolio come derivato petrolifero, autorizzato ad attraversare il confine. Secondo l’ufficiale dei servizi segreti, funzionari di frontiera ricevono grosse tangenti dai contrabbandieri iracheni e dalle raffinerie private. Una volta in Turchia, le autocisterne continuano per la città di Silopi, dove il petrolio viene consegnato a una persona chiamata dottor Farid, Haji Farid o zio Farid. Zio Farid è un israelo-greco dalla doppia cittadinanza sulla cinquantina, di solito accompagnato da due tizi robusti su una Jeep Cherokee nera. Una volta in Turchia, il petrolio è indistinguibile da quello venduto dal Governo regionale del Kurdistan, in quanto entrambi sono venduti come “fonte sconosciuta” o petrolio “illegale” e “senza licenza”. Le aziende che acquistano petrolio del KRG acquistano anche il petrolio contrabbandato dallo SI, secondo il colonnello.
La strada per Israele
Dopo aver pagato camionisti, intermediari e tangenti, il profitto dello SI è di 15-18 dollari al barile. Il gruppo attualmente riceve 19 milioni di dollari in media ogni mese, secondo l’ufficiale dei servizi segreti. Lo zio Farid possiede un business di import-export con licenza che usa per stipulare accordi con le mafie del contrabbando che comprano il petrolio e le tre compagnie petrolifere che esportano il petrolio in Israele. Al-Araby ha i nomi di queste società e i dettagli dei loro traffici illeciti. Una di queste aziende è anche supportata da un alto funzionario occidentale. Le aziende competono per comprare petrolio di contrabbando e trasferirlo in Israele attraverso i porti turchi di Mersin, Dortyol e Ceyhan, secondo il colonnello. Al-Araby ha scoperto diversi broker che lavorano nello stesso settore di zio Farid, ma lui rimane il broker più influente ed efficace nel marketing del contrabbando di petrolio. Un documento scritto dagli ingegneri navali George Kioukstsolou e Dr Alec D. Coutroubis presso l’Università di Greenwich, rintraccia il commercio petrolifero dal porto di Ceyhan e trova una correlazione tra i successi militari dello SI e picchi nel traffico di petrolio nel porto. Ad agosto, il Financial Times riferiva che Israele riceveva il 75 per cento delle forniture di petrolio dal Kurdistan iracheno. Più di un terzo di tali esportazioni passa dal porto di Ceyhan. Kioukstsolou ha detto ad Araby al-Jadid che ciò suggerisce corruzione degli intermediari e ai livelli più bassi della gerarchia commerciale, piuttosto che abuso istituzionale da parte di imprese multinazionali o governi. Secondo un funzionario europeo di una compagnia petrolifera internazionale, che al-Araby ha incontrato in una capitale del Golfo, Israele raffina il petrolio “una o due volte”, perché non ha raffinerie avanzate, e l’esporta nei Paesi mediterranei dove “ottiene uno status semi-legale” a 30-35 dollari al barile. “Il petrolio viene venduto in uno o due giorni a un certo numero di società private, mentre la maggioranza va in una raffineria italiana di proprietà di uno dei maggiori azionisti di una società calcistica italiana (nome rimosso). (Ah! Ah! Chi sarà mai questo petroliere italiano proprietario (o ex- proprietario) di una squadra di calcio in Italia? NdT) dove il petrolio viene raffinato ed utilizzato localmente“, ha aggiunto il funzionario petrolifero europeo. “Israele in un modo o nell’altro gestisce il marketing principale del petrolio. Senza, il petrolio sarebbe rimasto tra Iraq, Siria e Turchia. Anche le tre società non avrebbero ricevuto il petrolio senza un acquirente in Israele“, ha detto il funzionario. Secondo lui, la maggior parte dei Paesi evita di trattare tale petrolio contrabbandato, nonostante il prezzo allettante, a causa delle implicazioni legali e della guerra al gruppo Stato islamico.
Consegna e pagamento
Al-Araby ha scoperto che lo SI utilizza vari modi per ricevere i pagamenti del suo petrolio di contrabbando, come altre reti criminali internazionali. In primo luogo, lo SI riceve un pagamento in contanti pari a 10-25 per cento del valore del petrolio dopo la cessione a bande criminali che operano al confine con la Turchia. In secondo luogo, i pagamenti da società commerciali petrolifere sono depositati in un conto bancario turco privato, appartenente ad un iracheno anonimo, attraverso qualcuno come zio Farid, e poi viene trasferito a Mosul e Raqqa, riciclato da una serie di società di cambiavalute. In terzo luogo, i pagamenti del petrolio sono usati per comprare auto esportate in Iraq, dove vengono vendute da operatori dello SI a Baghdad e nelle città del sud, e i fondi trasferiti al tesoro dello SI.
Lo SI risponde
Poco prima della conclusione dell’indagine, al-Araby poté parlare via Skype con qualcuno presso la capitale dell’auto-acclamato “Califfato”, Raqqa, in Siria. “Per essere onesti, l’organizzazione (SI) vende petrolio dai territori del califfato, ma non allo scopo di venderlo a Israele o qualunque altro Paese“, ha detto. “Produce e vende tramite mediatori, poi le aziende decidono a chi venderlo”.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
 

mototopo

Forumer storico
posted by Roberto Nardella
Bomba ad orologeria


Il decadimento dell’Italia -come abbiamo purtroppo scoperto solo da pochissimo tempo- parte da molto lontano, precisamente dal 1979, anno dell’ingresso nello SME a guida tedesca (il Marco era la moneta di riferimento dell’intero Sistema Monetario Europeo).
Tale scelta portò necessariamente al famoso “divorzio” tra Banca d’Italia e Ministero del Tesoro avvenuto nel 1981 che avrebbe fortemente limitato l’indipendenza dell’emissione monetaria a tassi controllati e di ASSOLUTO FAVORE per le imprese nazionali e il Popolo italiano in generale.
Da lì si proseguì a tappe forzate verso l’€uro, firmando tutti i trattati U€ che andarono pesantemente ad incidere sulla struttura produttiva italiana -fatta essenzialmente di PMI (piccole e medie imprese)- ad unico vantaggio delle grande industria multinazionale e della finanza.
L’ultimo sprazzo di sole lo vedemmo nel lontano 1992, quando a seguito delle speculazioni di Soros & compagni (loro stavano molto attenti ai Paesi come Italia e Inghilterra che producevano più inflazione degli altri e che essendo in regime di cambio semi-rigido non potevano svalutare) e dopo aver svenato tutte le riserve di valuta pregiata per difendere inutilmente il cambio fisso della Lira, fummo costretti ad abbandonare lo SME e -FINALMENTE- a svalutare, ridando fiato alla bilancia commerciale (quando la tua moneta vale meno le importazioni costano di più) e di conseguenza ci fu un BOOM di export e turismo estero.
Dallo sgambetto ricevuto da Germania e Francia (le loro banche centrali non difesero Sterlina e Lira) i britannici non vollero MAI più sentir parlare di moneta comune. Noi, invece, fummo cooptati da loschi figuri, faccendieri, banchieri e scaltri politici che spinsero per l’ingresso definitivo dell’Italia nell’€uro.
Il dicembre del 1995 si prese tale decisione e si tumulò “nero su bianco” il futuro dell’Italia e degli italiani.
Da quel lontano 1979 ad oggi ci fu di mezzo l’omicidio Moro, mani pulite, la svendita di stato delle aziende pubbliche e tante altre nefandezze ascritte alle varie false-flag di comodo e create all’uopo per eliminare personaggi scomodi che si sarebbero messi di traverso.
L’ultimo “scoglietto” da superare fu Berlusconi e non servì neanche farlo fuori: bastarono ed avanzarono lo spread e le minacce economiche.
L’€uro era una bomba ad orologeria ottimamente congegnata ed il tempo è arrivato.
STIAMO DEFLAGRANDO.
Amen.
Roberto Nardella

 

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