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mototopo

Forumer storico
strategici, Washington
Le banche occidentali in fermento mentre HSBC va verso il collasso

agosto 29, 2015 Lascia un commento

What Does It Mean 28 agosto 2015 Il Ministero delle Finanze riporta che il gigante bancario inglese HSBC si avvicina al collasso totale dopo aver perso quasi 1 trilione di dollari nel corso del Grande Crash del Mercato Globale del 2015, oggi completamente a corto di denaro per pagare obbligazioni e depositanti. Secondo il rapporto, HSBC, multinazionale bancaria e finanziaria di Londra, Regno Unito, è la quarta banca del mondo con un patrimonio dal valore di 2670 miliardi di dollari. Non è noto a molti occidentali, continua la relazione, che HSBC fu istituita nella forma attuale a Londra nel 1991 dalla Hong Kong e Shanghai Banking Corporation Limited per agire da nuova holding le cui origini risiedono ad Hong Kong e, in misura minore, Shanghai, dove le filiali furono aperte nel 1865. Con il crollo sconcertante del Shanghai Composite Index, che perde il 38% del valore dal 12 giugno, la relazione spiega, HSBC ha perso quasi 700 miliardi di dollari in Cina, mentre ulteriori 300 miliardi sono andati persi con il crollo del Dow di oltre 1800 punti dal suo picco annuale, raggiunto il 27 maggio. Conseguenza di tale massiccia perdita da 1000 miliardi della HSBC, afferma la relazione, rapporti apparivano dal Regno Unito secondo cui centinaia di migliaia di persone non ricevevano lo stipendio, cosa che il gigante bancario inglese inizialmente ha cercato di negare, ma di cui poche ore dopo ne incolpava un “errore del computer”. Esperti del MoF in questo rapporto liquidano la spiegazione della HSBC dell'”errore del computer”, notando che tale frase viene comunemente usata da banche e istituzioni finanziarie occidentali come “storia di copertura” per mascherare l’incapacità ad accedere ai contanti… e anche per spiegare ciò che impedisce a centinaia di fondi comuni d’investimento e scambio statunitensi di ripagare gli investitori delle aziende, e motivo per cui uno dei più grandi broker del mondo, Charles Schwab, ha chiuso in anticipo. Essendo HSBC la più grande banca della Gran Bretagna, questa relazione nota, si è lanciato un appello per un prestito di emergenza dalla Banca d’Inghilterra (BoE), che fa quindi appello alla Banca centrale europea (BCE), e la BCE al Federal Reserve System (FRS). Il Congresso degli Stati Uniti, dopo aver verificato che oltre 16000 miliardi di dollari del popolo statunitense sono stati consegnati dalla Federal Reserve degli Stati Uniti a imprese e banche europee, presumibilmente per “assistenza finanziaria” durante e dopo la crisi fiscale 2008, la relazione afferma che è “molto probabile” lo facciano di nuovo prima che HSBC crolli del tutto. Con la Cina che continua a scaricare centinaia di miliardi di debito statunitense per stabilizzare i propri mercati ed economie, emerge dalla relazione, il quasi collasso di HSBC oggi non è che un preludio al prossimo grande crollo finanziario globale che secondo alcuni esperti “cambierà il quadro mondiale“.
Anche se non menzionato nella presente relazione, è interessante notare che almeno il popolo statunitense vede la realtà e, secondo un notiziario, “ritirerà il proprio denaro da quasi tutto“… portando il principale portavoce delle élite, il Financial Times, a pubblicare un articolo anonimo sull’abolizione definitiva del denaro per dare a banche centrali e governi più potere.
Traduzione di Alessandro Lattanzio
 

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La nostra ignoranza è la LORO forza. ha aggiunto 2 nuove foto all'album: NO COMMENT 2.


28 agosto alle ore 12:50 ·



































La nostra ignoranza è la LORO forza.


28 agosto alle ore 10:31 ·





https://www.youtube.com/watch?v=rmA4u4lTPyw
Aiutare le giovani coppie per casa e incentivi per figli??
MACCHE', MEGLIO GLI IMMIGRATI...E NON IMPORTA SE NE MUOIONO A MIGLIAIA IN QUESTA VERGOGNOSA SITUAZIONE.
... Li hanno sulla coscienza gli infami come questo.

Altro...






D'Alema: "abbiamo bisogno di almeno 30 milioni di immigrati"
Questa dichiarazione rivelatrice (tra le tante altre) è un ulteriore prova e conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, che la devastante invasione in corso no...
youtube.com
 

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L’INCUBO FORTETO: UNA PAGINA NERA DELLA STORIA RECENTE ITALIANA FATTA DI ABUSI SESSUALI, VIOLENZE, PUNIZIONI CORPORALI E MINORI SCHIAVIZZATI
Pubblicato su 29 Agosto 2015 da FRONTE DI LIBERAZIONE DAI BANCHIERI - CM
L'incubo Forteto: Una pagina nera della storia recente italiana fatta di abusi sessuali, violenze, punizioni corporali e minori schiavizzati | Lo Sai
LIBRI-SETTA DI STATO: L'incubo Forteto raccontato dai giornalisti Francesco Pini e Duccio Tronci -di Domenico Rosa- Nel libro-inchiesta 'Setta di Stato. Bambini affidati, abusi sessuali, amici ...
http://
 

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Migranti, il traffico vale 10 miliardi all'anno

Pubblicato su 29 Agosto 2015 da FRONTE DI LIBERAZIONE DAI BANCHIERI - CM
L'articolo e del 20 aprile ma estremamente significato.
Altro che buonismo: business is business. C.M.


Migranti, il traffico vale 10 miliardi all'anno
Migranti, il traffico vale 10 miliardi all'anno - La traversata costa 3 mila euro. Il doppio rispetto a quando c'era Mare Nostrum. Dall'Isis alla mafia: gli interessi in gioco. Il piano Ue.
http://www.lettera43.it/capire-notizie/migranti-il-traffico-vale-10-miliardi-all-anno_43675167599.htm




http://frontediliberazionedaibanchi...ffico-vale-10-miliardi-all-anno.html#comments
 

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JORG HAIDER ASSASSINATO PERCHE' CONTRARIO ALL'EURO



SONO GIA’ TRASCORSI 6 ANNI DALL’OMICIDIO DI JORG HAIDER, IL PRIMO POLITICO NETTAMENTE CONTRARIO AI DITTATORI DELL’UNIONE EUROPEA. ECCO PERCHE’ NON FU UN NORMALE INCIDENTE STRADALE

Sei anni fa moriva Haider…anatomia di un delitto imperfetto
di Gianni Candotto –
Sei anni fa moriva Jorg Haider, il padre della nuova destra austriaca che per primo aveva fatto saltare i nervi a tutti gli euroburocrati della Ue.
Il primo grande statista europeo a prendere tanti consensi dicendo che l’Europa era un inutile castello burocratico destinato a franare sotto l’incapacità dei politici europei e portando avanti temi allora dimenticati da tanta destra italiana ed europea come l’Europa delle Nazioni, la sovranità monetaria e nazionale, i rapporti privilegiati con la Russia, la lotta ferma a ogni forma di immigrazione, che oggi sono la base su cui si fondano tutti i partiti di destra europei.
Ma l’11 ottobre del 2008 moriva in uno strano “incidente” automobilistico. “Strano” perché molti in Austria, da subito, avevano avanzato forti dubbi sulla versione ufficiale, chiaramente diffamatoria, che sosteneva che Haider stesse guidando a velocità elevatissima, ubriaco fradicio dopo aver passato la serata in una nota discoteca gay.


Versione ufficiale che faceva a pugni innanzitutto con i testimoni oculari che dicevano di averlo visto uscire da un locale di Velden alle 23:45 dopo aver passato la serata alla festa del suo editore assolutamente sobrio (il barman aveva sostenuto di avergli servito una coppa di Champagne in tutta la sera), dopodiché “sarebbe andato a Klagenfurt in un noto locale gay e ivi si sarebbe ubriacato pesantemente”. Però lo Stadtkraemer di Klagenfurt dista circa 30 chilometri da dov’era ed essendosene andato attorno all’una di notte Haider avrebbe avuto la bellezza di 30-40 minuti per ordinare da bere e ubriacarsi. Un record.
Un record anche tenuto conto che tutti i suoi conoscenti hanno affermato che nessuno l’aveva mai visto sbronzo in vita sua e che anzi era noto per la sua vita estremamente morigerata. Un record tenuto conto anche del fatto che il barista dello Stadtkraemer (locale frequentato da gay e anche da etero) ha affermato di averlo visto bere appena un bicchiere.
Inoltre l’autopsia non ha trovato alcool nel suo stomaco ma solo nel sangue in concentrazioni elevatissime. Come poteva essere? Molti hanno dedotto che gli fosse stata iniettata una sostanza in grado di alterare le concentrazioni di alcool nel sangue.
Anche la dinamica dell’incidente appariva poco chiara. La vettura sarebbe andata a una velocità molto elevata, ma esperti hanno stabilito che una Phaeton blindata, come quella di Haider, non sarebbe mai riuscita nel breve rettilineo in cui ha avuto l’incidente a raggiungere i 140 chilometri orari dichiarati, e anche i tecnici della Volkswagen hanno affermato che anche se fosse stato così l’auto non sarebbe mai uscita di strada perché i dispositivi di sicurezza (telecamere, stabilizzatori automatici di direzione ecc.) non lo avrebbero permesso. Lo stesso Thul (portavoce della Volkswagen) ebbe a dichiarare a The Sun che la Phaeton avrebbe sicuramente protetto Haider da quell’incidente sopportandolo.
E ancora, come mai se secondo la versione ufficiale Haider avrebbe urtato un bordo di pietra alto 25 centimetri a distruggersi è stato il cerchione sinistro anziché il destro?
Tanti gli interrogativi che non hanno avuto mai risposta. Troppi interrogativi che ancora oggi fanno dubitare della veridicità dell’ipotesi dell’incidente….


FONTE:
http://informare.over-blog.it/2014/10/sei-anni-fa-moriva-haider-anatomia-di-un-delitto-imperfetto.html
 

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Gettati in guerra ( con molte altre profezie )

Maurizio Blondet 27 agosto 2015 0
Quasi mi sfuggiva:
“Il generale di Corpo d’Armata Fabio Mini, ex capo di stato maggiore del Southern Command della NATO ed ex comandante delle truppe KFOR in Kossovo, ha ammonito del pericolo di un’escalation di quella che definisce una “Guerra mondiale” già in corso, che può sfociare in un conflitto nucleare. Mini traccia anche un collegamento con la dinamica del potere dei mercati finanziari sugli stati nazionali”…… Sabato 8 agosto 2015 – http://movisol.org/ex-comandante-nato-si-sta-preparando-lo-scontro-nucleare/

Ora, il generale Fabio Mini è un uomo con la testa sul collo. Nel 2003, quando è stato fatto comandante delle forze NATO in Kossovo (KFOR) , ha raccolto la stima un po’ stupefatta di tutti i comandi alleati per la sua pragmatica flessibilità, con cui aveva riportato l’ordine nella provincia “liberata” (e in mano alla delinquenza ‘patriottica’ dei gangster tipo Hashim Thaci) riducendo nello stesso tempo il numero delle truppe NATO sul terreno, con gran risparmio (e sospiri di sollievo) degli americani ed europei. I suoi interventi, studi, articoli e libri come analista strategico lo segnalano come una figura rara: forse il più intelligente militare che l’Italia abbia avuto da molti decenni (per questo l’Italia l’ha lasciato andare in pensione…). Insomma non è uno che parla a vanvera. Se dice cose così gravi, magari i grandi media dovrebbero ascoltarlo. Macché. Lo hanno intervistato solo gli amici di Movisol.
La guerra mondiale già in corso? E dove?
Qui. Dovunque attorno a voi, come dice la pubblicità.
Ci hanno gettato in guerra e non ce lo dicono

Swift Response

SWIFT RESPONSE , Si chiama così le mega-esercitazione in corso in tutta Europa. Trionfalmente ed ufficialmente dichiarata “la più grande esercitazione avio-trasportata NATO dalla fine della guerra fredda”, è anche forse la più lunga: iniziata il 17 agosto, finirà solo il 13 settembre. Ha luogo contemporaneamente in Germania, Bulgaria, Romania ed Italia – sì anche da noi – con la partecipazione anche di truppe francesi, greche, olandesi, britanniche, polacche, spagnole e portoghesi,- senza contare le americane – perché il tutto è sotto il comando della US Army, naturalmente. Nugoli di paracadutisti vengono lanciati, armati di tutto punto, a ridosso dei confini della Russia: perché si tratta evidentemente della più virulenta manovra di provocazione bellica diretta contro Mosca.
In questa gigantesca intimidazione, ha spiegato Manlio Dinucci sul Manifesto, “lo U.S. Army impiega, per la prima volta in Europa dopo la guerra contro la Jugoslavia nel 1999, la 82a Divisione aviotrasportata, compresa la 173a Brigata di stanza a Vicenza. Quella che adde­stra da aprile, in Ucraina, i battaglioni della Guardia nazionale di chiara composi­zione neonazista, dipen­denti dal Ministero degli interni, e che ora, dopo una esercitazione a fuoco effettuata in Ucraina il 6 ago­sto, ini­zia ad adde­strare anche le forze armate «rego­lari» di Kiev.”.
E lì la guerra non è una simulazione: è in corso, a suon di bombe e missili sui civili del Donbass.
Non basta. Prima della Swift Response, c’è stata in agosto la grande manovra bilaterale Usa-Lituania Uhlan Fury, in contemporanea o quasi con una simile in Polonia, una Allied Spirit condotta in Germania, dove hanno partecipato (dice Dinucci) “truppe italiane, georgiane e perfino serbe”.
Adesso ci ritroviamo alleati dei georgiani e dei serbi: lo sapevate? No, naturalmente no. Il vostro governo non vi ha informato. I nostri valorosi partiti d’opposizione, nemmeno. Men che meno i vostri media che respirano a pieni polmoni la libertà occidentale d’informazione.
E mica basta ancora. Appena finita Swift Response, comincia – dal 3 ottobre “Trident Juncture 2015”, trionfalmente chiamata “una delle più grandi esercitazioni NATO” cui parteciperanno “forze armate di 30 paesi, con 36 mila uomini, 60 navi e 140 aerei”…e dove? “In Italia Spagna e Portogallo”.
Come mai siete in guerra? L’ha spiegato il generale americano Mark Milley, nuovo capo di stato maggiore, al suo Senato (non al nostro) Perchè “la Russia è una minaccia esistenziale in quanto è l’unico paese con una capacità nucleare in grado di distruggere gli Usa” . Dunque ritenendo la Russia la minaccia esistenziale per gli Stati Uniti, i detti Stato Uniti ci stanno trascinando a combattere la Russia – noi europei, che non consideriamo la Russia una minaccia esistenziale. E dove combattiamo la Russia? Anche quello l’ha prescritto il generale Milley:
«La guerra, l’atto di politica con cui una parte tenta di imporre la sua volontà all’altra, si decide sul terreno dove vive la gente. Ed è sul terreno che l’esercito degli Stati uniti, il meglio armato e addestrato del mondo, non deve mai fallire».
Dunque ricapitolando: gli Usa stanno provocando quella che credono la loro più grave minaccia esistenziale “per loro”, sul terreno “dove vive la gente”: in Europa. Dove viviamo noi, che non riteniamo la Russia una minaccia esistenziale, ma anzi un partner e un mercato per i nostri prodotti, nonché principale fornitore del petrolio e gas per la nostra economia.
Che ne dite? Vi è stata ben spiegata questa interessante piega strategica che ci coinvolge così direttamente? E’ stata mai discussa in una qualunque sede politica? Pare di no. Ci troviamo legati alla NATO – trasformatasi in un mostro aggressivo deciso a far la guerra alla Russia sul nostro territorio – allo stesso titolo in cui ci troviamo al collo la pietra dell’euro, che ci sta portando a fondo economicamente, e di un’Europa diventata una grande Prussia dell’obbedienza e del comando e del rigore austeritario, senza nemmeno eccepire. Siamo trascinati come sonnambuli. In un conflitto che può diventare da un istante all’altro “nucleare”, come grida inascoltato il generale Franco Mini.
Dopo aver letto le previsioni di Irlmaier, non si può sfuggire alla suggestione che tutto avvicini lo scenario che egli “vide”. Una Russia in difficoltà economiche gravi dato il crollo del greggio, impegnata in troppo più fronti di quanto non le consentano attualmente i suoi mezzi, cosciente che non potrà reggere a lungo “alla pari” nella difesa dello spazio vitale contro la Superpotenza che usa tutte le armi della G4G, viene spinta con le spalle al muro; sicché una classe dirigente meno psichicamente salda di quella attuale può ritenere ultima via di salvezza tentare un attacco preventivo a sorpresa, con occupazione di quanto più territorio europeo possibile nel tempo più rapido, onde rendere controproducente il contrattacco americano con armi atomiche “tattiche”, che colpirebbero i cosiddetti alleati. Nel ’39, il Giappone fu spinto ugualmente spalle al muro dalle sanzioni Usa, che lo lasciarono con riserve di greggio per soli sei mesi, e fu l’attacco preventivo e disperato di Pearl Harbour.
USA e DAESH si scoprono gemelli. Di sangue

In Irak, “i combattenti negli avamposti di combattimento contro l’ISIS continuano a vedere degli elicotteri americani che sorvolano le zone controllate dall’ISIS per paracadutarvi armi e generi di pronto soccorso”, ha detto una fonte dei servizi iracheni all’Agenzia persiana Fars. Aggiungendo che gli elicotteri USA “trasferiscono leader e combattenti feriti dell’ISIS ad ospedali in Siria, o in altri paesi. Ciò avviene nella provincia di Anbar, dove l’aiuto americano ai jihadisti prolunga i combattimenti e dissangua gli iracheni che resistono.
E’ un’accusa che si ripete. A febbraio, una parlamentare di Baghdad, Al Zameli, ha dichiarato: “Il Comitato di Difesa e Sicurezza del Parlamento iracheno è in possesso di foto di due aerei britannici che precipitati mentre portavano armamento per l’ISIS”. A marzo, durante un’avanzata significativa di un gruppo di combattenti popolari anti-jihadisti noti sotto il nome di Al Hashab Al-Shabi (anche di questi musulmani che muoiono contro i tagliagole nessuno parla mai), hanno abbattuto un elicottero della US Army che portava armi all’ISIS nell’area della zona occidentale .
http://english.farsnews.com/newstext.aspx?nn=13940602000366
La complicità occulta dell’Impero del Caos con la più orrenda e satanica parodia dell’Islamismo mai vista da secoli, non è solo ripugnante. E’ qualcosa di peggio: una orrenda affinità fondamentale.
Esagero? “I guerriglieri ISIS discutono sui social media di “ parti di ricambio”, ossia di come commerciare organi estratti da gente che hanno catturato, schiave sessuali o bambini. Così Russia Today
http://www.rt.com/news/313002-isis-sex-organs-slaves/
Come forse si ricorderà, il luglio scorso è stato rivelato che Planned Parenthood, la storica centrale (fondata dai Rockefeller) di promozione dell’aborto in Usa, vende parti di organi di feti umani, ottenuti nelle sue cliniche degli aborti, secondo un listino-prezzi. Si legga qui:
http://www.tempi.it/video-undercover-accuse-aborto-usa-vendono-organi-bambini#.Vd8o3X3LBxU
La distruzione deliberata del sito archeologico di Palmyra – e lo strazio del suo vecchio custode, l’archeologo siriano Khaled Assad di 82 anni, da parte del Califfo rivela una specifica volontà di “costituire un mondo senza alcuna traccia antica”, tipica non solo dell’uomo massa, ma specificamente dell’Homo Americanus – il grande distruttore di ogni società tradizionale, dai pellerossa ai giapponesi, e dei loro segni artistici e del loro passato e prestigio, da Nagasahi a Cassino, sotto le bombe. L’autore Bill Van Auken rileva come l’ISIS stesso, e le ondate immigratorie che inondano l’Europa, sono il risultato delle “guerre sociocide” sferrate dell’imperialismo Usa: guerre che sterminano società intere,
devastandone dalle fondamenta l’ordine sociale, e i cui residui impazziti o umanamente devastati diventano virulenti attori di distruzione – della civiltà in quanto tale.
Americanismo apocalittico


Un altro pensatore importante (dovrò riparlarne), Tomislav Sunic, lungamente vissuto in Usa perché fuggito dal titoismo, ha colto più profondamente nel segno additando l’affinità maligna fra USA e la sua creatura ISIS, nel fondamentalismo pervertito radicale : come l’ideologia jihadista del Califfo che sogna di imporre un unico Islam in guerra mondiale con tutti gli altri essere umani detti miscredenti (e dunque da sterminare), “l’americanismo è un sistema ideologico fondato su una verità unica; un sistema descritto nell’Antico Testamento e in cui il nemico deve essere assimilato al Male (1) …L’America è, per definizione, la forma allargata di un Israele mondializzato e non riservato a una tribù specifica….” (T. Sunic, : Homo americanus. Child of the Postmodern age, BookSurge Publishing, 2007).
Una profonda parentela si rivela in questa maligna complicità che destabilizza il mondo, all’insegna della comune inciviltà. Piacerebbe sapere il nome del ghost writer che scrisse per George Bush Jr. la frase che pronunciò in Texas nel 2000, quando era sull’orlo di scatenare guerre che soffriamo da 15 anni: “Un angelo cavalca il vortice e dirige questa tempesta”. Una profezia a modo suo, che sconcertò per il tono riecheggiante (si disse) “le profezie apocalittiche”. Ma abbiamo una idea più precisa di quale natura sia il nero “angelo” che cavalca il vortice e dirige la tempesta scatenata.
E poiché non sono il solo ad evocar suggestioni, l’amico saggista Gianluca Marletta mi segnala un “kabhar” (un detto) attribuito ad Alì -il nipote del Profeta- che pare evocare questi nostri tempi, come tempi ultimi: ..“Quando vedrete le ‘Bandiere Nere’, non muovetevi! [non seguitele! non accorrete in loro aiuto! perché sono mendaci! non conducono al Vero!]. Poi comparirà una ‘gente debole ed irrilevante’, con i ‘cuori duri’ [crudeli] come pezzi di ferro, essi sono i ‘Compagni dello Stato’, non rispettano nessuna alleanza, né patto alcuno, invitano al Vero senza però appartenere ad esso, si fanno chiamare con i soprannomi e vengono riferiti alle città, ed hanno i capelli lunghi, come i capelli delle donne. [Dureranno] finché non entreranno in contrasto fra di loro, poi Allah, il Vero, manifesterà chi Egli vorrà…”
(Testo arabo: إذا رأيتم الرايات السود فالزموا الأرض، فلا تحركوا أيديكم و لا أرجل كم، ثم يظهر قوم ضعفاء لا يؤبه لهم، قلوبهم كزبر الحديد، هم أصحاب الدولة، لا يفون بعهد و لا ميثاق، يدعون إلى الحق، و ليسوا من أهله، أسماؤهم الكنى، و نسبتهم القرى، و شعورهم مرخاة كشعور النساء حتى يختلفوا فيما بينهم، ثم يؤتي اللّه الحق من يشاء) .


Ma – visto che mi son preso la responsabilità di portarvi nel dubbio campo delle previsioni apocalittiche, faccio ammenda fornendone una che pare non confermare le visioni di Irlmaier. E mentre il contadino bavarese era un normale buon cattolico, questa fu una tedesca stigmatizzata, che ogni venerdì riviveva la Passione di Cristo coprendosi di sangue, e che per quarant’anni – fino alla morte nel 1962 – si nutrì di nient’altro che dell’Ostia eucaristica. Parlo di Teresa Neumann. Secondo una sua biografia, nel 1946 – appariva enorme la minaccia dell’URSS – un GI americano avvicinò la mistica e le domandò se gli Stati Uniti sarebbero stati mai invasi in una guerra. La Neumann avrebbe risposto: “Non ci sarà guerra tra Russia e Stati Uniti. Ma alla fine di questo secolo l’America sarà distrutta economicamente da una serie di cambiamenti brutali della natura”.
Ella intravide “questa età di Caino dove trionferà l’ignoranza, lo spregio della cultura, l’arroganza, l’orgoglio, la violenza, il materialismo”. Disse: “Ho visto bestie orribili, dei grandi del mondo con teste d’asino e corpo di un serpente”. “Ed ho visto l’asino dare ordini al leone. In quel momento, troppi leoni avranno un cuore d’asino e si faranno ingannare”…Mi sembra una buona descrizione di noi europei d’oggi. E politici teste d’asino, ne siamo sovraffollati.
 

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Forumer storico
hen, The World God Only Knows
La guerra finanziaria di Washington alla Cina: l’eclissi del dollaro

agosto 30, 2015 1 commento

Mahdi Darius Nazemroaya Strategic Culture Foundation 30/08/2015 I cinesi sono in procinto di eliminare il monopolio del dollaro USA, cedendo le obbligazioni del Tesoro USA, stoccando riserve auree e aprendo banche regionali per distribuire la propria valuta nazionale. Questo darà più facile accesso ai mercati dei capitali, isolando la manipolazione finanziaria di Washington e Wall Street. Temendo l’eclissi di dollaro e sistema di Bretton Woods con l’architettura finanziaria rivale, la risposta degli Stati Uniti è un tentativo di danneggiare i mercati cinesi e rivalutare la valuta cinese. La Cina ha risposto attraverso le regole del mercato e quindi con i quantitative easing della propria moneta mantenendo bassi i prezzi dei prodotti industriali cinesi e delle esportazioni. Il quantitative easing di Pechino è una reazione alla manipolazione finanziaria di Washington e Wall Street. Inoltre, Washington non ha mai pensato che i cinesi rispondessero con il dumping dei buoni del tesoro statunitensi. Al posto dell’isteria sull’economia cinese, “il crollo imminente del dollaro dovrebbe avere sempre l’attenzione degli investitori”, avvertiva l’economista Peter Schiff. La voce di Schiff è una dei molti analisti che dicono che i discorsi su una vacillante economia cinese sono esagerati e pessimi.
La guerra finanziaria contro Cina e Russia: la guerra degli USA alla “comunità del destino”
Mentre l’architettura finanziaria mondiale è alterata da Cina e Russia, il dollaro USA viene gradualmente neutralizzato come arma preferita di Washington. Anche il monopolio del sistema di Bretton Woods di Washington, formato da Fondo monetario internazionale (FMI) e Banca Mondiale, è messo in discussione direttamente. Anche se non costituiscono un’alternativa all’economia neoliberista, la New Development Bank (NDB) dei BRICS e l’Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB) di Pechino sfidano il sistema di Bretton Woods attraverso una struttura finanziaria rivale. L’impero degli Stati Uniti è consapevole delle mosse per creare un ordine finanziario rivale. I politici di Washington, Pentagono e Wall Street guardavano con preoccupazione al duplice vertice di BRICS e Shanghai Cooperation Organization nella città russa di Ufa. Fino a quel momento perseguivano guerre di propaganda, sui mercati energetici, finanziari, valutari ed economici in generale contro la Federazione russa. Dopo Ufa hanno esteso la guerra finanziaria ed economica alla Cina. Banche e governi dell’Unione europea esaminano l’uso della moneta nazionale cinese, renminbi/yuan, come valuta di riserva. Ciò per l’attrattiva stabilità del renminbi come valuta. Ciò preoccupa Washington e Wall Street, ed è uno dei fattori che hanno determinato l’espansione della guerra monetarie e finanziaria dalla Russia alla Cina. Utilizzando speculazione e manipolazione del mercato come arma psicologica, gli Stati Uniti lanciavano un attacco finanziario contro i cinesi. Ciò attraverso il tentativo di affondare o mandare in crash il mercato azionario cinese e colpire la fiducia degli investitori nell’economia cinese e le sue riserve. Pechino, tuttavia, ha reagito rapidamente imponendo controlli sui prelievi d’investimento. Ciò ha impedito la valanga di vendite azionarie e disinnescato la bomba finanziaria degli Stati Uniti. Mentre il prezzo del renminbi ha cominciato a salire, Pechino ha iniziato il quantitative esaing svalutando la moneta nazionale, per continuare le esportazioni. Il Congresso degli Stati Uniti e della Casa Bianca vi si oppongono nettamente, accusando i cinesi di manipolazione finanziaria e chiedendo che Pechino non regoli il valore del renminbi. Ciò che la gente della periferia di Washington vuole é che i cinesi lasciano valutare il renminbi per distruggere economia e mercato cinesi.
Il Drago cinese colpisce ancora: Pechino liquida i BOT degli USA
Spingendo la Cina, essa respinge. Il dollaro (o, più propriamente, renminbi/yuan) non si ferma con l’introduzione di norme da parte di Pechino. La Cina ha adottato misure che scuotono Wall Street e Washington è avvertita. Mentre le istituzioni finanziarie statunitensi cercano di danneggiare la fiducia degli investitori in Cina attraverso tattiche psicologiche, sostenendo che l’economia cinese rallenta e che il mercato cinese è in caduta libera, Pechino annuncia di aver acquistato 600 tonnellate di oro nel giro di un mese e la Banca Popolare Cinese si sbarazza di oltre 17 miliardi di dollari dalle riserve di valuta estera. Le riserve in valuta estera cinese, escluse le riserve in valuta estera delle Regioni amministrative speciali di Hong Kong e Macao, erano 371o miliardi di dollari nel maggio 2015. Sono scese a 3690 miliardi nel giugno 2015. Il sito sul mercato finanziario ZeroHedge, che segue questa evoluzione, ha spiegato ciò che accade: “Abbiamo poi messo il cambio della Cina sulle riserve valutarie assieme al totale delle partecipazioni del Tesoro USA della Cina e relativo ‘anonimo’ rivenditore off-shore di Euroclear (‘Belgio’), rilasciato dal TIC, scoprendo che il rapporto drammatico che avevamo rilevato a maggio persiste, cioè praticamente il delta delle riserve valutarie cinesi trascina via tutti i buoni del Tesoro USA detenuti dalla Cina”. Il punto principale qui è che i i buoni del Tesoro USA detenuti dalla Cina “sono venduti in modo aggressivo, per la somma di 107 miliardi di dollari, finora nel 2015”. Seguendo le transazioni finanziarie della Cina in Belgio, ZeroHedge ha effettivamente calcolato che Pechino ha mollato 143 miliardi di dollari in tre mesi. Pochi mesi dopo, ad agosto, altri 100 miliardi di dollari in titoli del Tesoro USA sono defluiti nel giro di due settimane. Il giorno dopo, il 27 agosto, Bloomberg confermava ciò che ZeroHedge aveva notato, spiegando in un rapporto: “La Banca Popolare della Cina scarica dollari e acquista yuan per sostenerne il tasso di cambio, una politica che ha ridotto di 315 miliardi di dollari le riserve valutarie negli ultimi 12 mesi. Le scorte di 3650 miliardi diminuiranno di circa 40 miliardi al mese per il resto del 2015, secondo le stime di un’indagine di Bloomberg”. Mentre Bloomberg sottolinea che i cinesi usano i dollari per acquistare la propria valuta nazionale, casualmente dice, “Strategicamente e probabilmente è intenzione della Cina trovare il momento giusto per alleggerire l’eccessivo cumulo di titoli del Tesoro USA”, citando un economista della Reorient Financial Markets Limited di Hong Kong.
L’eclisse del dollaro da parte del Renminbi cinese
Wall Street dovrebbe preoccuparsi dei problemi economici degli Stati Uniti invece di cercare di minare la Cina. Il discorso sul rallentamento dell’economia cinese è in parte distrazione. Si distoglie l’attenzione dal declino degli Stati Uniti e si rafforzano gli sforzi di Washington e Wall Street per frenare Pechino. I cinesi, tuttavia, continuano ad andare avanti imperterriti. Pechino ha scelto il Qatar come prima piazza di cambio del renminbi per i mercati dei cambi regionali in Medio Oriente e Nord Africa, nell’aprile 2015. Il nome di questo centro di cambio è Renminbi Qatar Center, ed aggirerà le strutture finanziarie USA e darà maggiore accesso a petrolio e gas naturale di Medio Oriente e Nord Africa alla Repubblica Popolare Cinese. Nonostante i desideri di Wall Street e Washington, l’Ordine Mondiale di Seta va avanti. La ripubblicazione è gradita in riferimento alla rivista on-line Strategic Culture Foundation.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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mototopo

Forumer storico
30 agosto 2015
LA SINDROME CINESE: KEYNESIANI "EMPIRICI" IN CINA, ORDOLIBERISTI "PROFETICI" IN €UROPA





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operaia birmana

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Immigrati nella "via balcanica"

1. Sulla Cina:
"Il problema è che il passaggio da un'economia basata su export e investimenti ad una alimentata dai consumi interni si sta rivelando più complicato del previsto. Anche perchè il contesto non aiuta. Sono in affanno i paesi in cui la Cina esportava ed, all'interno, sono aumentati i costi: un saldatore che qualche anno fa a Shangai costava 150 dollari al mese oggi ne costa 800.
Poi c'è lo yuan che nel corso dell'anno si era rivalutato di oltre il 15% rispetto alla media delle valute con cui la Cina commercia.
In questa situazione già varie imprese stavano muovendosi per delocalizzare in Paesi dove il costo della manodopera è più basso: Myanmar, Viet-nam, Bangladesh, Pakistan.
Insomma la crisi dell'export è arrivata troppo presto, in un momento in cui non è ancora possibile rimpiazzare questa componente con la domanda interna, sia per la fase di bolla immobIliare sia per la mancata costruzione di sistemi sanitari e pensionistici, senza i quali è difficile convincere la gente a spendere".


2. Dunque, ora lo sappiamo, anzi, ce lo dicono proprio: se non prevedo, - o riduco, continuamente e sensibilmente-, i sistemi sanitario e pensionistico, non posso aspettarmi che la domanda interna, e in particolare i consumi di quanto produco (all'interno, visto che ho costruito un sistema manifatturiero tra i maggiori del mondo e piuttosto differenziato, se non "universale"), possano incrementarsi e sostenere la crescita.
E chissà perchè, ciò vale per i cinesi, ma non vale in €uropa: non vale in Grecia, non vale in Italia, non vale in Germania e via dicendo.


3. Su Cina e...corruzione:
"Certamente ci sono anche nodi politici. La necessaria lotta alla corruzione ha creato tensioni anche perchè questa è molto diffusa: per molti funzionari che hanno una bassa retribuzione, le tangenti di fatto erano un modo per integrare il reddito..."
In proposito, vale la pena di rammentare un parallelismo inquietante, di quelli che i media si guardano bene dal porre in connessione:
Il parallelismo riguarda il problemino dell'immigrazione in €uropa:
"Ci vorrebbe anche un coordinamento fra polizie che non c’è mai stato: finora, che importava ai serbi di chi sbarcava a Lampedusa? O agli spagnoli di chi entrava in Macedonia?». La corruzione: nel prezzo del passaggio è spesso compresa la mazzetta a doganieri bulgari o serbi che guadagnano 500 euro al mese e «più è grande il gruppo, più sale il prezzo: 500 euro per dieci persone»."


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Poichè neanche Hayek arrivava a pensare che certe funzioni potessero essere totalmente e incondizionatamente privatizzate, mettiamo la funzione pubblica (doganale-fiscale e di ordine pubblico) di controllo dei confini (quelli, i confini, che peraltro, sono "brutti" perchè perpetuano e testimoniano l'esistenza degli Stati-sovrani che tanto male provocano al governo dei mercati, no-limits), si scopre che Statobrutto= spesa pubblica improduttiva= impiegati fannulloni e parassiti=deflazione salariale, contro i "privilegi" di questi parassiti (per stimolare la crescita!), alla fine fa andare in tilt il sistema stesso di pacifica e ordinata convivenza sul territorio (dice il capo della polizia serba, ma potrebbe essere, a maggior ragione, quello di un qualsiasi paese UEM da riformare: "...Per colpire questa gente, ci serve più personale: noi abbiamo solo trenta poliziotti in tutta la Serbia, e solo cinque che conoscono l’arabo, per controllare 100 mila migranti.").
Ma non solo, questo allegro atteggiamento della "austerity espansiva", - proprio messo a contatto col mercato globalizzato che, a dispetto delle teorie ordo-iper-liberista, fa emergere e misura l'utilità-produttività di quelle funzioni pubbliche che viene radicalmente negata-, diviene generatore di corruzione.


4. Lo abbiamo già visto, nel debunking dell'emerita stupidaggine di voler misurare la "produttività" del sistema pubblico col metro di un output che gli austeroespansivi non sono capaci di determinare (ad essere benevoli, cioè a tacciarli di mera scarsa conoscenza e competenza):
"Misurare la costosità relativa dei consumi collettivi rispetto ai consumi privati è ambizione di tutti i sistemi statistici, anche se si tratta di una ambizione non facile da realizzare perché dei servizi collettivi si conoscono le spese sostenute dalle amministrazioni pubbliche, ma si hanno solo informazioni limitate sul volume fisico dei beni prodotti con quelle spese: nell’istruzione si conosce il numero degli studenti, ma non quanto è aumentato il valore del capitale umano; nella sanità si conosce il numero degli assistiti, ma non il valore della vita salvata; nella giustizia e nella sicurezza si conosce il numero dei giudicati o dei tutelati, ma poco di più.
Difficoltà di computo a parte, l’ISTAT annualmente rileva l’importo dei consumi collettivi a prezzi correnti e stima i loro valori a prezzi costanti; il rapporto tra le due serie definisce il deflatore, ovvero l’indice di prezzo dei beni di consumo collettivo, che trasforma i valori di spesa monetaria in valori di produzione. Tale indice di prezzo può essere messo a confronto, nella sua dinamica, con l’indice dei prezzi dei beni di consumo privati. Il rapporto tra le due grandezze definisce l’indice di costosità relativa."


4. Comunque la si voglia mettere, l'Istat misura l'output pubblico solo in termini di spesa (pubblica: effettuata per produrre più ampie e NON misurate utilità collettive e individuali), facendo coincidere la spesa pubblica (cioè i costi di produzione) con il "prodotto" dell'esercizio delle funzioni pubbliche; ma non può, e comunque non dice, di misurare altro che queste "informazioni limitate sul volume fisico dei beni prodotti con quelle spese". Il "valore della vita salvata", dal sistema sanitario pubblico, e "il valore del capitale umano" creato dalla pubblica istruzione, ovviamente a certi livelli di costo (e di investimento) pubblici, non entrano in questi conteggi, che tanta schiuma fanno venire alla bocca dei livorosi austero-espansivi.
Sottoposti alla più destabilizzante delle pressioni, quella della grande migrazione (cioè, l'occupazione, comunque la si metta, del territorio abitato da una precedente popolazione), il valore "esterno" delle utilità indivisibili create dall'esercizio delle funzioni pubbliche (teoricamente) essenziali, si prende la sua rivincita: tenere sani e in vita i cittadini, renderli in grado di avere un livello elevato di istruzione e, quindi, di partecipazione politica prima ancora che al lavoro, difendere le condizioni minime di pacifica coesistenza demografica sul territorio, non paiono, forse, tutte queste orrende forme di collettivismo e di spreco intollerabile che ci raccontano i liberisti di lotta e di governo...

5. Ma torniamo alle ammissioni più salienti che abbiamo visto sulle iniziali dichiarazioni virgolettate:
a) "la mancata costruzione di sistemi sanitari e pensionistici, senza i quali è difficile convincere la gente a spendere" e
b) "per molti funzionari che hanno una bassa retribuzione, le tangenti di fatto erano un modo per integrare il reddito".
Come si fa a considerare questi ragionamenti, che individuano le cause di una stagnazione economica che trascende in ambiente generatore di corruzione, validi per la Cina e assolutamente trascurabili per l'Europa?


6. Anche perchè, a livelli salariali, più o meno ormai ci siamo: il saldatore cinese a 800 dollari al mese, mi pare "fare scopa", - incontrandosi da due direzioni opposte-, con la situazione di un operaio dell'Elecrolux ("Per salvare la produzione in Italia gli svedesi di Electrolux vogliono che gli stipendi calino da 1.400 a 800 euro al mese"), ricontrattualizzato e transitato nella deflazione salariale previo adeguato periodo di "contratto di salidarietà", per farlo abituare alla "nuova realtà competitiva".
Sempre di una equalizzazione irresistibile - sul versante €uropeo-, in funzione della competizione esportativa si tratta. Pare proprio che l'equalizzazione sia stata raggiunta: ma non è un problema per una crescita equilibratamente sorretta dalla domanda interna. Lo è solo in Cina (e lo è perché provoca la "delocalizzazione": brutti saldatori cinesi divenuti esosi e, probabilmente, fannulloni, se paragonati agli schiavi del Myanmar e del Pakistan...).


7. Insomma, sulla Cina, l'autore delle dichiarazioni può ben dirsi, come fa in altra occasione della sua recente (e significativa) campagna di esternazioni, “Brutalmente empirico e keynesiano.
Invece, su quanto accade in €uropa, in perfetta coerenza con le politiche che per decenni ha auspicato e realizzato, siamo invece all'ordoliberismo più classico.
Lo schema è ormai noto, e della sua coerenza logico-economica, non bisogna curarsi troppo.
Bisogna essere competitivi (questo non è contestabile), c'è la Cina (e si va "in automatico"), ci vuole la solidarietà €uropea, ma nei limiti dei parametri fiscali voluti dall'€uropa; o forse non basta (cioè bisogna rivedere i trattati? magari perchè "un giorno verrà una crisi?" Ma allora c'era o non c'era sotto la "magagna"?), perchè il "patto di stabilità è stupido". Perchè non consente la solidarietà, in €uropa: cioè quella solidarietà (fiscale e interstatale!) che i trattati, ben prima che si formulassero i "patti di stabilità", vietano espressamente, coi più forti dei loro divieti: anzi, in linea con l'autodefinizione data prima, "brutalmente".


8. Ma, invece, i trattati, (l'idea, il "sogno", è questo che conta), non sono da mettere in discussione in sè, dopo averli accettati e averne predicato la natura cooperativa e portatrice di pace: i trattati (Maastricht e Lisbona) sono belli e solidali, anche se non li si è letti o compresi bene....
Tant'è che, come soluzione "keynesiana" (o forse "empirica?"), si richiama, anzi si evoca, l'avvento di "qualche politico profetico, come i De Gasperi e gli Adenauer". Ordoliberisti appunto.


L'autore delle dichiarazioni inizialmente riportate e dell'autodefinizione empirico-keynesiana, per chi non lo avesse capito ancora, è Romano Prodi...
He's back: isn't he?




Pubblicato da Quarantotto a 11:41 5 commenti: Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su Pinterest
 

mototopo

Forumer storico
30 agosto 2015
LA SINDROME CINESE: KEYNESIANI "EMPIRICI" IN CINA, ORDOLIBERISTI "PROFETICI" IN €UROPA





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operaia birmana

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Immigrati nella "via balcanica"

1. Sulla Cina:
"Il problema è che il passaggio da un'economia basata su export e investimenti ad una alimentata dai consumi interni si sta rivelando più complicato del previsto. Anche perchè il contesto non aiuta. Sono in affanno i paesi in cui la Cina esportava ed, all'interno, sono aumentati i costi: un saldatore che qualche anno fa a Shangai costava 150 dollari al mese oggi ne costa 800.
Poi c'è lo yuan che nel corso dell'anno si era rivalutato di oltre il 15% rispetto alla media delle valute con cui la Cina commercia.
In questa situazione già varie imprese stavano muovendosi per delocalizzare in Paesi dove il costo della manodopera è più basso: Myanmar, Viet-nam, Bangladesh, Pakistan.
Insomma la crisi dell'export è arrivata troppo presto, in un momento in cui non è ancora possibile rimpiazzare questa componente con la domanda interna, sia per la fase di bolla immobIliare sia per la mancata costruzione di sistemi sanitari e pensionistici, senza i quali è difficile convincere la gente a spendere".


2. Dunque, ora lo sappiamo, anzi, ce lo dicono proprio: se non prevedo, - o riduco, continuamente e sensibilmente-, i sistemi sanitario e pensionistico, non posso aspettarmi che la domanda interna, e in particolare i consumi di quanto produco (all'interno, visto che ho costruito un sistema manifatturiero tra i maggiori del mondo e piuttosto differenziato, se non "universale"), possano incrementarsi e sostenere la crescita.
E chissà perchè, ciò vale per i cinesi, ma non vale in €uropa: non vale in Grecia, non vale in Italia, non vale in Germania e via dicendo.


3. Su Cina e...corruzione:
"Certamente ci sono anche nodi politici. La necessaria lotta alla corruzione ha creato tensioni anche perchè questa è molto diffusa: per molti funzionari che hanno una bassa retribuzione, le tangenti di fatto erano un modo per integrare il reddito..."
In proposito, vale la pena di rammentare un parallelismo inquietante, di quelli che i media si guardano bene dal porre in connessione:
Il parallelismo riguarda il problemino dell'immigrazione in €uropa:
"Ci vorrebbe anche un coordinamento fra polizie che non c’è mai stato: finora, che importava ai serbi di chi sbarcava a Lampedusa? O agli spagnoli di chi entrava in Macedonia?». La corruzione: nel prezzo del passaggio è spesso compresa la mazzetta a doganieri bulgari o serbi che guadagnano 500 euro al mese e «più è grande il gruppo, più sale il prezzo: 500 euro per dieci persone»."


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Poichè neanche Hayek arrivava a pensare che certe funzioni potessero essere totalmente e incondizionatamente privatizzate, mettiamo la funzione pubblica (doganale-fiscale e di ordine pubblico) di controllo dei confini (quelli, i confini, che peraltro, sono "brutti" perchè perpetuano e testimoniano l'esistenza degli Stati-sovrani che tanto male provocano al governo dei mercati, no-limits), si scopre che Statobrutto= spesa pubblica improduttiva= impiegati fannulloni e parassiti=deflazione salariale, contro i "privilegi" di questi parassiti (per stimolare la crescita!), alla fine fa andare in tilt il sistema stesso di pacifica e ordinata convivenza sul territorio (dice il capo della polizia serba, ma potrebbe essere, a maggior ragione, quello di un qualsiasi paese UEM da riformare: "...Per colpire questa gente, ci serve più personale: noi abbiamo solo trenta poliziotti in tutta la Serbia, e solo cinque che conoscono l’arabo, per controllare 100 mila migranti.").
Ma non solo, questo allegro atteggiamento della "austerity espansiva", - proprio messo a contatto col mercato globalizzato che, a dispetto delle teorie ordo-iper-liberista, fa emergere e misura l'utilità-produttività di quelle funzioni pubbliche che viene radicalmente negata-, diviene generatore di corruzione.


4. Lo abbiamo già visto, nel debunking dell'emerita stupidaggine di voler misurare la "produttività" del sistema pubblico col metro di un output che gli austeroespansivi non sono capaci di determinare (ad essere benevoli, cioè a tacciarli di mera scarsa conoscenza e competenza):
"Misurare la costosità relativa dei consumi collettivi rispetto ai consumi privati è ambizione di tutti i sistemi statistici, anche se si tratta di una ambizione non facile da realizzare perché dei servizi collettivi si conoscono le spese sostenute dalle amministrazioni pubbliche, ma si hanno solo informazioni limitate sul volume fisico dei beni prodotti con quelle spese: nell’istruzione si conosce il numero degli studenti, ma non quanto è aumentato il valore del capitale umano; nella sanità si conosce il numero degli assistiti, ma non il valore della vita salvata; nella giustizia e nella sicurezza si conosce il numero dei giudicati o dei tutelati, ma poco di più.
Difficoltà di computo a parte, l’ISTAT annualmente rileva l’importo dei consumi collettivi a prezzi correnti e stima i loro valori a prezzi costanti; il rapporto tra le due serie definisce il deflatore, ovvero l’indice di prezzo dei beni di consumo collettivo, che trasforma i valori di spesa monetaria in valori di produzione. Tale indice di prezzo può essere messo a confronto, nella sua dinamica, con l’indice dei prezzi dei beni di consumo privati. Il rapporto tra le due grandezze definisce l’indice di costosità relativa."


4. Comunque la si voglia mettere, l'Istat misura l'output pubblico solo in termini di spesa (pubblica: effettuata per produrre più ampie e NON misurate utilità collettive e individuali), facendo coincidere la spesa pubblica (cioè i costi di produzione) con il "prodotto" dell'esercizio delle funzioni pubbliche; ma non può, e comunque non dice, di misurare altro che queste "informazioni limitate sul volume fisico dei beni prodotti con quelle spese". Il "valore della vita salvata", dal sistema sanitario pubblico, e "il valore del capitale umano" creato dalla pubblica istruzione, ovviamente a certi livelli di costo (e di investimento) pubblici, non entrano in questi conteggi, che tanta schiuma fanno venire alla bocca dei livorosi austero-espansivi.
Sottoposti alla più destabilizzante delle pressioni, quella della grande migrazione (cioè, l'occupazione, comunque la si metta, del territorio abitato da una precedente popolazione), il valore "esterno" delle utilità indivisibili create dall'esercizio delle funzioni pubbliche (teoricamente) essenziali, si prende la sua rivincita: tenere sani e in vita i cittadini, renderli in grado di avere un livello elevato di istruzione e, quindi, di partecipazione politica prima ancora che al lavoro, difendere le condizioni minime di pacifica coesistenza demografica sul territorio, non paiono, forse, tutte queste orrende forme di collettivismo e di spreco intollerabile che ci raccontano i liberisti di lotta e di governo...

5. Ma torniamo alle ammissioni più salienti che abbiamo visto sulle iniziali dichiarazioni virgolettate:
a) "la mancata costruzione di sistemi sanitari e pensionistici, senza i quali è difficile convincere la gente a spendere" e
b) "per molti funzionari che hanno una bassa retribuzione, le tangenti di fatto erano un modo per integrare il reddito".
Come si fa a considerare questi ragionamenti, che individuano le cause di una stagnazione economica che trascende in ambiente generatore di corruzione, validi per la Cina e assolutamente trascurabili per l'Europa?


6. Anche perchè, a livelli salariali, più o meno ormai ci siamo: il saldatore cinese a 800 dollari al mese, mi pare "fare scopa", - incontrandosi da due direzioni opposte-, con la situazione di un operaio dell'Elecrolux ("Per salvare la produzione in Italia gli svedesi di Electrolux vogliono che gli stipendi calino da 1.400 a 800 euro al mese"), ricontrattualizzato e transitato nella deflazione salariale previo adeguato periodo di "contratto di salidarietà", per farlo abituare alla "nuova realtà competitiva".
Sempre di una equalizzazione irresistibile - sul versante €uropeo-, in funzione della competizione esportativa si tratta. Pare proprio che l'equalizzazione sia stata raggiunta: ma non è un problema per una crescita equilibratamente sorretta dalla domanda interna. Lo è solo in Cina (e lo è perché provoca la "delocalizzazione": brutti saldatori cinesi divenuti esosi e, probabilmente, fannulloni, se paragonati agli schiavi del Myanmar e del Pakistan...).


7. Insomma, sulla Cina, l'autore delle dichiarazioni può ben dirsi, come fa in altra occasione della sua recente (e significativa) campagna di esternazioni, “Brutalmente empirico e keynesiano.
Invece, su quanto accade in €uropa, in perfetta coerenza con le politiche che per decenni ha auspicato e realizzato, siamo invece all'ordoliberismo più classico.
Lo schema è ormai noto, e della sua coerenza logico-economica, non bisogna curarsi troppo.
Bisogna essere competitivi (questo non è contestabile), c'è la Cina (e si va "in automatico"), ci vuole la solidarietà €uropea, ma nei limiti dei parametri fiscali voluti dall'€uropa; o forse non basta (cioè bisogna rivedere i trattati? magari perchè "un giorno verrà una crisi?" Ma allora c'era o non c'era sotto la "magagna"?), perchè il "patto di stabilità è stupido". Perchè non consente la solidarietà, in €uropa: cioè quella solidarietà (fiscale e interstatale!) che i trattati, ben prima che si formulassero i "patti di stabilità", vietano espressamente, coi più forti dei loro divieti: anzi, in linea con l'autodefinizione data prima, "brutalmente".


8. Ma, invece, i trattati, (l'idea, il "sogno", è questo che conta), non sono da mettere in discussione in sè, dopo averli accettati e averne predicato la natura cooperativa e portatrice di pace: i trattati (Maastricht e Lisbona) sono belli e solidali, anche se non li si è letti o compresi bene....
Tant'è che, come soluzione "keynesiana" (o forse "empirica?"), si richiama, anzi si evoca, l'avvento di "qualche politico profetico, come i De Gasperi e gli Adenauer". Ordoliberisti appunto.


L'autore delle dichiarazioni inizialmente riportate e dell'autodefinizione empirico-keynesiana, per chi non lo avesse capito ancora, è Romano Prodi...
He's back: isn't he?




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