2400 tonnellate di ORO italiano fanno gola al FMI (1 Viewer)

tontolina

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Il Venezuela ipoteca l’oro, accordo tra Maduro e Goldman Sachs

Ultimo aggiornamento 22 novembre 2013 , ore 16:39
Il paese sudamericano, al collasso economico e finanziario, ha appena raggiunto un accordo con la banca d'affari americana per "affittare" oro in cambio di dollari

Il Venezuela ipoteca l?oro, accordo tra Maduro e Goldman Sachs - Economia - Investireoggi.it
mi son detta:"ma com'è generosa la Goldman sachs... che le è successo? qual'è il vero motivo... boh... gatta ci cova"


ho trovato la risposta
Il Comex Sta Esaurendo l?Oro Fisico? Seguiamo l?evoluzione dei Contratto Dicembre 2013, ? 8 Giorni | Rischio Calcolato
Il Comex Sta Esaurendo l’Oro Fisico? Seguiamo l’evoluzione dei Contratto Dicembre 2013, – 8 Giorni
 

Madiba

Forumer storico
16:24 - Oro: Goldman Sachs prevede significativo calo in 2014, finora in 2013 -26%






(Il Sole 24 Ore Radiocor) - New York, 22 nov - Goldman
Sachs prevede "un significativo declino" dei prezzi dell'oro
nel 2014, dopo che il metallo prezioso ha gia' perso il 26%
nel corso di quest'anno. Come mostra un rapporto della banca
di cui parla l'emittente televisiva Cnbc, l'oncia dovrebbe
cedere almeno il 15% l'anno prossimo, scivolando a 1.057
dollari, un livello che non si vede dal 2010. L'oro nelle
ultime sedute ha subito un brusco calo, dopo che una serie di
indicatori macroeconomici migliori delle stime hanno dato
nuovo slancio alla possibilita' che la Federal Reserve dia
avvio al "tapering", la riduzione del piano di acquisto di
bond e titoli da 85 miliardi di dollari al mese. Il metallo
prezioso era arrivato al record di 1.920 dollari l'oncia nel
settembre 2011.

A24-Red

(RADIOCOR) 22-11-13 16:24:42 (0365) 5 NNNN
 

tontolina

Forumer storico
ORO FISICO o ETF?

Mentre il prezzo dell'oro rimane nel range tra i $1,290-1,420 sin dalla fine di luglio, restiamo a guardare la prova di quella che abbiamo etichettato come "Ora Zero." Quello sarà il momento in cui un importante scambiatore di merci esaurirà l'oro con cui saldare un contratto e lo salderà invece in contanti — un default. In quel momento, il prezzo dell'oro fisico si emanciperà "dall'oro cartaceo."
Mentre andiamo in stampa, sono già evidenti nel sistema segnali di stress — in particolare nel GLD, il gigante degli ETF che rappresenta un proxy per il prezzo dell'oro. Non abbiamo mai amato il GLD. Presenta troppi "rischi di controparte" — il classico rischio che chiunque stia facendo affari con voi non vuole, o non può, essere all'altezza delle sue promesse.
Tra le tante promesse c'è questa: gli investitori stra-ricchi possono scambiare le loro azioni GLD per metallo vero — l'opzione non è disponibile per voi, piccoli investitori. Ma ora anche i grandi investitori non possono commerciare le loro azioni per il bene reale. "Le persone hanno cercato di portare fuori il loro oro da quell'ETF," dice John Hathaway, responsabile del Tocqueville Gold Fund, "e non sono riuscite a farlo."


Il racconto di Hathaway è confermato da Grant Williams, consulente in un hedge fund con sede a Singapore. Il problema? L'enorme squilibrio tra contratti futures al Comex di New York e l'inventario di metallo reale che il Comex ha a disposizione per la consegna.



Williams calcola che ci sono 55 once di "oro cartaceo" per ogni oncia di bene reale.

"Abbiamo visto che l'oro è stato drenato fuori dal Comex quasi ininterrottamente quest'anno," ha detto di recente Williams al conduttore radiofonico Eric King, "di certo sin dalla richiesta di rimpatrio della Bundesbank. E non ha ancora avuto alcun effetto evidente, ma in realtà è una molla che viene compressa continuamente, e ad un certo punto scatterà. E quando lo farà, con tutte queste pretese disparate su ogni oncia d'oro, ne vedremo delle belle."
D
all'inizio del 2013 fino a metà settembre, gli inventari del Comex sono diminuiti del 36% — da 11.059 milioni di once a 7.034 milioni.
Questo è il flusso d'oro da Occidente ad Oriente che abbiamo documentato per tutto l'anno in 5 Min. Forecast.
L'oro viene drenato dai caveau di New York e finisce in Cina, dove la banca centrale e la gente comune lo stanno accumulando a prezzi visti l'ultima volta nel 2010.Il calo nell'inventario del Comex "oggi vale la bellezza di $9.66 miliardi," scrive Mark O'Byrne di GoldCore, "nel senso che una manciata di miliardari o solo una potente nazione creditrice con grandi riserve di valuta estera, come ad esempio la Russia, potrebbero mettere all'angolo il mercato dell'oro del Comex e causare un default."
L'Ora Zero s'avvicina.
Ecco un altro vaso di vermi scoperto sempre da Grant Williams. Di seguito viene presentato un grafico del prezzo dell'oro fino a tre anni fa — e vengono evidenziate due date precise.


La prima: quando Hugo Chavez ha chiesto il rimpatrio di 160 tonnellate di oro detenute all'estero, prevalentemente presso la Banca d'Inghilterra.

La seconda: quando la banca centrale tedesca ha chiesto la restituzione di 674 tonnellate di oro detenute presso la FED di New York e la Banque de France — per le quali è stato detto ai tedeschi di aspettare sette anni.


In entrambi i casi, "una movimento iniziale verso l'alto si è rapidamente trasformato in un movimento verso il basso" per quanto riguarda il prezzo dell'oro, scrive Williams. E dato che la Germania ha chiesto indietro più di quattro volte i lingotti richiesti dal Venezuela, il movimento verso il basso è risultato molto più consistente.
Williams è daccordo con Eric Sprott, il fund manager canadese che lo scorso febbraio ci ha aiutato a sviluppare lo scenario dell'Ora Zero. Le banche centrali occidentali hanno dato in affitto il loro oro alle grandi banche commerciali a tassi di interesse inferiori all'1%, e

le banche commerciali hanno venduto quell'oro (soprattutto in Cina) seminando poi i proventi in attività fruttifere superiori all'1%.
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tontolina

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Come dice un commentatore su ZH: “Chissà quanti soldi del contribuente è costato ques

Come dice un commentatore su ZH: “Chissà quanti soldi del contribuente è costato questo scherzetto di oggi alla FED”

Oro: 4.000 contratti short … in 1 secondo?!

6 gennaio 2014
da Argento Fisico


hoho! ma sono veramente… come diceva una volta Cuore: “Hanno la faccia come il cul o!” .. ma come si fa a giustificare mosse come quella di oggi? Normale trading?
Ecco la chart da Zero Hedge:




All’incirca da 1245 a 1212 dollari l’oncia in 1 (un) secondo !?!? Un MENO 2,6% IN UN SECONDO??
Persino il solitamente morigerato, riflessivo e pacato Dan Norcini scrive:


Apparently a $30 plunge among them. Nanex is reporting that in just one second, 4,000 contracts traded hands! Yes, you read that correctly – FOUR THOUSAND!

Eric Hunsander, according to a report by Dow Jones, stated that in the past, 1,000contracts/second has halted trading in gold. He went on to say that 2,000 contracts/second is very rare.

I will leave the implications to the reader. (giusto per non essere lui a dire che è l’ennesimo smaccato, spudorato tentativo – oggi andato a vuoto – di manipolazione dei mercati)

It is quite remarkable to say the least.


.. e siamo solo al 6 di gennajo! Innaugarono subito l’anno con una delle loro mosse così plateali da portare all’alt del trading sul metallo giallo. Evvai! tanto chi controlla? la CFTC dice che va tutto bene, tutto regolare.. sarà così. Fra l’altro la stessa mossa s’è vista anche nell’argento, anche se in misura molto minore.


Come dice un commentatore su ZH: “Chissà quanti soldi del contribuente è costato questo scherzetto di oggi alla FED”


Che dire? al solito: speriamo che qualche metallaro abbia festeggiato, in questo che è l’anniversario dell’arrivo dei re Magi con ORO, incenso e mirra, comprando oro proprio in quel secondo.. improbabile, vero? ;D
 

tontolina

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Oro: le tessere del mosaico si compongono

Posted by Maurizio - 9 marzo 2014 - Blog
La scorsa settimana è iniziata sotto l’influenza dei venti di guerra, che hanno spinto le quotazioni dell’oro sino a 1.350 dollari l’oncia; il resto della settimana, invece, i prezzi si sono mossi lateralmente, consentendo così di ritornare all’interno di quel canale rialzista tracciato a inizio anno.
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Il seppur debole supporto di 1.325 dollari l’oncia sembrerebbe tenere, sebbene siano ampiamente possibili ritorni verso 1.300-1.310 per un appoggio sulla parte inferiore del canale: un obiettivo necessario alla crescita armonica che si fa attendere dall’inizio di febbraio.


Cliccare per ingrandire



Al rialzo la resistenza di 1.350 dollari ferma le quotazioni, tuttavia il suo superamento troverebbe subito un successivo ostacolo a 1.360, dove si arrestò il movimento crescente di ottobre dello scorso anno.
Oltrepassati i 1.360 dollari, con un piccolo intoppo a 1.375, le quotazioni arriverebbero presto a insidiare 1.425, il cui superamento fornirebbe la conferma del doppio minimo tra fine giugno e dicembre a 1.180 e proietterebbe i prezzi verso l’ambizioso traguardo di 1.670 dollari l’oncia.




Nel frattempo si intensificano i sospetti su una possibile manipolazione del prezzo dell’oro da parte delle cinque banche che determinano il fixing al London Bullion Market Association (LBMA), il mercato principale per i metalli preziosi, dove siedono Bank of Nova Scotia–ScotiaMocatta, Barclays Bank, Deutsche Bank, HSBC Bank USA e Société Générale.
Secondo Bloomberg, uno studio non ancora pubblicato di Rosa Abrantes-Metz, della Stern School of Business, e di Albert Metz, managing director di Moody’s Investor Service, esaminerebbe i movimenti anomali del prezzo dell’oro nel periodo 2001-2013, giungendo alla conclusione di una possibile cooperazione tra i partecipanti al tavolo del fixing.
Rosa Abrantes-Metz, tra l’altro, non è nuova a questo genere di indagini in quanto ha pubblicato nel 2008 lo studio “Libor Manipulation” in cui si portavano alla luce le influenze attuate dalle banche sul tasso interbancario londinese.
Forse sarà proprio per questo che Deutsche Bank è determinata a uscire dalla cinquina del tavolo del fixing dell’LBMA; pronta a rilevare il suo posto sarebbe Standard Bank: importante gruppo bancario sudafricano che, guarda caso, ha già ceduto il controllo della Trading Unit londinese a ICBC (Industrial and Commercial Bank of China). Il valzer di poltrone avrebbe quindi l’effetto di portare al tavolo del fixing i cinesi, che più volte abbiamo descritto in queste pagine essere estremamente attivi sul metallo giallo.


Piano, piano le tessere del mosaico tendono a comporsi in un disegno più ampio. Non casuale, a nostro avviso, anche la dichiarazione settimana scorsa del consigliere presidenziale russo, Sergei Glazyev, che ha affermato di poter abbandonare, qualora costretti, il dollaro americano come valuta di riserva e di scambio, oltre a procedere alla vendita dei titoli del Tesoro americano posseduti.
Una ritorsione che, come più volte ipotizzato, potrebbe adottare la Cina, visto che vi sono forti sospetti di continui acquisti di oro per rafforzarne le riserve; l’esempio di Pechino verrebbe poi seguito anche da Mosca che, guarda caso, ha acquistato nel 2013 ben 77 tonnellate di oro.
E così mentre l’occidente manipola i prezzi dell’oro, comprimendoli, per evitare che i popoli si intimoriscano per le precarie condizioni economiche, l’oriente acquista oro a man bassa per rafforzare i propri mezzi di persuasione verso l’occidente.
Siediti lungo la riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico (proverbio cinese).
 

tontolina

Forumer storico
la Commissione Europea su proposta di un Tedesco

Il nuovo “mostro” degli Oligarchi Europei che si prende le riserve auree dell’Italia, il “Debt Redemption Fund”





Un gruppo di esperti della #CommissioneEuropea, nominati dal Presidente della Commissione #Barroso in accordo col suo vice Olli #Rehn, sta lavorando, su proposta del tedesco German Council of Economic Experts, alla messa a punto di un meccanismo di consolidamento fiscale (il DebtRedemptionFund) per tutti i Paesi dell’Eurozona con un rapporto debito pubblico/Pil superiore al 60%. Tra questi paesi c’è, ovviamente, anche l’Italia, in quanto il suo rapporto debito/Pil è superiore al 133%.

L’idea dei tedeschi è di creare un fondo che acquisti il debito pubblico di ogni paese che ecceda il 60% del PIL dello stesso. Secondo i piani, il fondo dovrebbe avere una garanzia congiunta di tutti i paesi dell’Eurozona e dovrebbe finanziarsi emettendo titoli di debito sul mercato, che prevedibilmente avrebbero tassi molto bassi.
I diversi stati rimarrebbero comunque responsabili nel pagamento di capitale ed interessi dei titoli acquistati dal fondo, che anzi avrebbero un trattamento privilegiato, nel senso che alcune tasse andrebbero versate direttamente al fondo.



Il fondo andrebbe ammortizzato in 20 anni, quindi ogni anno ogni paese si dovrebbe impegnare a versare gli interessi (che rimarrebbero ugualmente elevati, non è previsto infatti una rimodulazione degli stessi essendo i titoli già emessi sul mercato) ed una quota del debito stesso.


Facendo l’esempio dell’Italia quindi, il fondo acquisterebbe un ammontare di debito pubblico pari a circa il 65% del PIL (quindi circa 1000 miliardi): ogni anno l’Italia dovrebbe versare al fondo quindi circa 50 miliardi come rimborso del capitale ed altri 40 circa a titolo di interesse; in pratica al fondo andrebbe versato ogni anno quasi il 6% del PIL.
Da notare che all’Italia poi rimarrebbe sempre in carico il 60% del proprio debito (sempre in rapporto al PIL): questo debito diventerebbe di fatto subordinato al primo ed è quindi evidente che i tassi di interesse sui nuovi titoli emessi salirebbero invece di scendere!
È probabile quindi che per servire il debito che rimarrebbe in carico direttamente al paese l’Italia dovrebbe, con tutta probabilità, spendere circa un altro 3-4% del proprio PIL.

In totale quindi il 10% del PIL italiano dovrebbe, per 20 anni, andare al servizio (e all’estinzione) del debito: chiunque abbia la minima nozione di Macroeconomia e di Fiscalità pubblica può capire come sia del tutto assurdo che ciò possa essere realizzabile!
A garanzia del mantenimento degli impegni, verrebbe chiesto all’Italia, come ha evidenziato Sebastiano Fadda, una sorta dipignoramento di una quota del gettito fiscale e delle riserve auree della Banca D’Italia, che verrebbero acquisite assieme all’espulsione dal Fondo in caso di inadempienza o di ritardo.
In poche parole: un “Fondo di Redenzione” che “acquisterebbe” il 70% del nostro debito per poi farcelo ripagare “a rate” con tassi di interesse altissimi, e come “garanzia di pagamento” ci sarà un “pignoramento” di parte del gettito fiscale e soprattutto delle riserve auree dell’Italia! In caso di inadempienze e/o ritardi ci sarà l’espulsione del paese inadempiente, e ovviamente le riserve aurifere non verrebbero restituite!
Chi ci guadagnerebbe quindi da questo piano e chi ci perderebbe ?
Appare evidente che gli unici che si avvantaggerebbero del piano sono i creditori esteri (in particolare quindi le banche tedesche, che sono ancora piene di BTP): con ogni probabilità infatti cederebbero sul mercato i titoli al fondo ripulendo quindi i propri bilanci a bassissimo costo.
Nel breve forse si potrebbe avere anche un’illusoria riduzione nei tassi di interesse: quando però il povero tesoro italiano andrebbe a vendere i nuovi titoli (che ricordiamo sarebbero a questo punto subordinati ai primi!) è facile immaginare che troverebbe ben pochi compratori, al di fuori delle italiche banche che verrebbero certamente “incoraggiate” dalle nostre istituzioni.

Fonte: www.pressnewsweb.it
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