2400 tonnellate di ORO italiano fanno gola al FMI (1 Viewer)

tontolina

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L’Incredibile caso del sequestro dell’Oro dagli ETF (e dal Comex)​
L’oro fisico presente al Comex, e in tutti gli ETF pubblici del mondo è stato in parte portato via. E’ andato da qualche altra parte. Si tratta di un fenomeno partito con forza all’inizio di quest’anno, cioè ben prima del crollo del prezzo dell’oro. Questo processo sta continuando a prescindere dall’andamento del prezzo dell’oro.


Dove diavolo sono andati questi lingotti di oro?
Perchè l’oro da investimento sparisce dagli ETF e dalle borse merci (occidentali…..) e il GOFO è negativo?




Gold Club: Fondamentale, Oro in Estrema Backwardation e l?Incredibile Sequestro del Metallo dagli ETF (Il caso del GOFO negativo) | Rischio Calcolato
 

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La confisca dell'oro è imminente

La confisca dell'oro è imminente






Piano diabolico dell'India per salvare rupia e ripianare deficit. Carta straccia ai cittadini in cambio del metallo.



Il piano diabolico dell'India: acquistare oro dai cittadini per risolvere il problema del deficit e del crollo della rupia indiana.




ROMA (WSI) - Il fine è quello di frenare la caduta della rupia indiana, tra le principali vittime della fuga di capitali che colpisce da mesi i mercati emergenti, ripulendo i conti, in particolare ponendo un freno al deficit delle partite correnti, che è il terzo più grande al mondo.

I mezzi sono alquanto discutibili, visto che, per raggiungere questo target, il governo indiano sarebbe pronto a un piano che può riassumersi in una parola: confisca; precisamente, confisca dell'oro in possesso dei propri cittadini.

Il piano, descritto in esclusiva da un articolo di Reuters, funzionerebbe in questo modo: le banche commerciali acquisterebbero oro dai cittadini indiani, per poi dirottarlo nelle raffinerie che lavorano il metallo prezioso; l'effetto sarebbe il calo delle importazioni di oro, che - secondo i piani - ridurrebbe in qualche modo il deficit, o contribuirebbe a farlo.

Il deficit indiano ammonta infatti a quasi $90 miliardi e in grande parte è stato accumulato per l'enorme appetito di oro che ha fatto balzare le importazioni del metallo prezioso. L'India è il consumatore di oro numero uno al mondo.

Nel paese è presente una quantità commerciale di oro di 31.000 tonnellate, che han un valore complessivo, ai prezzi correnti, di $1.400 miliardi. Se anche solo una parte dell'ammontare venisse data alle raffinerie, queste potrebbero forse saziare la domanda interna del metallo. "Inizieremo un progetto pilota coinvolgendo alcune banche, e permetteremo loro di acquistare l'oro dalle famiglie - ha anticipato la fonte a Reuters - Il piano inizierà subito, ne abbiamo già discusso con gli istituti".

A perderci sarà, come avviene in tutto il mondo, il cittadino; gli indiani hanno infatti accumulato oro in questi anni non per rivenderlo alle banche, al governo, o a chiunque sia interessato, ma perchè desiderano preservare il loro potere di acquisto. E cosa riceverebbero in cambio, nel vendere le quantità in loro possesso? Semplice: carta straccia, ovvero rupie indiane svalutate dai recenti smobilizzi che valgono ben poco.

La rupia indiana viene scambiata oggi di nuovo in calo, a 67,36 nei confronti del dollaro - rispetto alla chiusura di 66,55 di ieri. La valuta è precipitata -10,4% nel mese di agosto soffrendo, secondo i dati di Reuters, la peggiore performance mensile di sempre. Dal mese di maggio, è calata -20%.




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Il piano diabolico dell'India: acquistare oro dai cittadini per risolvere il problema del deficit e del crollo della rupia indiana.


ROMA (WSI) - Il fine è quello di frenare la caduta della rupia indiana, tra le principali vittime della fuga di capitali che colpisce da mesi i mercati emergenti, ripulendo i conti, in particolare ponendo un freno al deficit delle partite correnti, che è il terzo più grande al mondo.

I mezzi sono alquanto discutibili, visto che, per raggiungere questo target, il governo indiano sarebbe pronto a un piano che può riassumersi in una parola: confisca; precisamente, confisca dell'oro in possesso dei propri cittadini.

Il piano, descritto in esclusiva da un articolo di Reuters, funzionerebbe in questo modo: le banche commerciali acquisterebbero oro dai cittadini indiani, per poi dirottarlo nelle raffinerie che lavorano il metallo prezioso; l'effetto sarebbe il calo delle importazioni di oro, che - secondo i piani - ridurrebbe in qualche modo il deficit, o contribuirebbe a farlo.

Il deficit indiano ammonta infatti a quasi $90 miliardi e in grande parte è stato accumulato per l'enorme appetito di oro che ha fatto balzare le importazioni del metallo prezioso. L'India è il consumatore di oro numero uno al mondo.

Nel paese è presente una quantità commerciale di oro di 31.000 tonnellate, che han un valore complessivo, ai prezzi correnti, di $1.400 miliardi. Se anche solo una parte dell'ammontare venisse data alle raffinerie, queste potrebbero forse saziare la domanda interna del metallo. "Inizieremo un progetto pilota coinvolgendo alcune banche, e permetteremo loro di acquistare l'oro dalle famiglie - ha anticipato la fonte a Reuters - Il piano inizierà subito, ne abbiamo già discusso con gli istituti".

A perderci sarà, come avviene in tutto il mondo, il cittadino; gli indiani hanno infatti accumulato oro in questi anni non per rivenderlo alle banche, al governo, o a chiunque sia interessato, ma perchè desiderano preservare il loro potere di acquisto. E cosa riceverebbero in cambio, nel vendere le quantità in loro possesso? Semplice: carta straccia, ovvero rupie indiane svalutate dai recenti smobilizzi che valgono ben poco.

La rupia indiana viene scambiata oggi di nuovo in calo, a 67,36 nei confronti del dollaro - rispetto alla chiusura di 66,55 di ieri. La valuta è precipitata -10,4% nel mese di agosto soffrendo, secondo i dati di Reuters, la peggiore performance mensile di sempre. Dal mese di maggio, è calata -20%.
 

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Oro o dollari: cosa preferire?

Posted by Maurizio - 7 ottobre 2013 - Blog
Se guardiamo il grafico dell’oro nell’ultimo mese possiamo notare come le quotazioni non siano notevolmente cambiate, ma come sia mutato il panorama di fondo:
Violazione del supporto di lungo termine a 1.335 dollari l’oncia.
Abbandono del canale rialzista di medio termine iniziato alla fine di giugno.
Formazione di un canale ribassista di medio termine.
Ciò nonostante vi sono altri due aspetti da considerare:
Il livello di 1.300 dollari l’oncia sembra giocare un forte ruolo di supporto (ancora per quanto?) e le spinte al di sotto di tale livello vengono recuperate nel giro di qualche seduta.
L’oscillatore stocastico (14, 3, 3) staziona in una zona neutra senza fornire utili indicazioni, anzi palesando una forte indecisione di fondo.
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Se allarghiamo il nostro orizzonte di analisi possiamo osservare come l’oro si trovi tra il gruppo delle peggiori materie prime da inizio anno con una perdita del 21,3% (senza considerare la perdita da rollover); peggio ancora ha fatto l’argento che presenta un arretramento del 28,5% da gennaio ad oggi.
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È evidente che questi dati sono un “pugno allo stomaco” diretto agli investitori che hanno eletto l’oro (e l’argento) a componente essenziale del proprio portafoglio; i dubbi iniziano ad affiorare e lo si riscontra anche attraverso l’andamento del Gold Investor Index di Bullion Vault.
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Le forti discese dell’oro ad aprile avevano determinato una corsa agli acquisti di metallo fisico, spingendo l’indice al livello di 58,6 (un dato oltre 50 indica un maggior numero di acquirenti netti, viceversa un dato inferiore a 50 indica una maggiore consistenza di venditori); a settembre questo indice segnava un più modesto 53, presentando ancora una prevalenza di acquisti ma ridimensionata.
È un chiaro segnale che l’atteggiamento degli investitori è diventato più cauto, peggio ancora sembra che anche i fan dell’oro più convinti inizino ad essere disorientati, quasi come un pugile colpito al volto per aver mantenuto una guardia troppo bassa.
Ed ora? Ci siamo sbagliati? Abbiamo davvero pensato che si rovesciasse il mondo, mentre ora si va verso un riemergere dalla lunghissima crisi iniziata nel 2008?
La risposta non è semplice e soprattutto non è definitiva, inoltre affermare di averla sarebbe segno di arroganza; alla Mazziero Research preferiamo indagare ai dettagli che stridono con ciò che sembra evidente.
Mentre l’occidente ha venduto senza pietà sul mercato future, vi sono alcuni paesi che hanno acquistato a piene mani:
La Cina continua importare mensilmente da Hong Kong oltre 100 tonnellate d’oro; le importazioni dei primi 7 mesi del 2013 ammontano a 867 tonnellate e hanno superato le 835 tonnellate dell’intero 2012.
La Russia nel 2013 ha aumentato le riserve auree della banca centrale di 58 tonnellate, acquistando ogni mese da gennaio ad agosto.
La Turchia nel 2013 ha aumentato le riserve auree della banca centrale di 104 tonnellate.
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Il fatto che queste nazioni continuino ad acquistare oro non è casuale; essi stanno costruendo la loro posizione futura come player degli scambi internazionali e lo fanno anche a suon di lingotti.
Avranno ragione loro? O ci conviene mantenere la fiducia verso chi continua a “stampare” a colpi di 85 miliardi di dollari al mese e presto dovrà alzare il limite del debito pubblico oltre i 16.700 miliardi per evitare il default?
 

tontolina

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Oro, "Quo vadis?"


(10/10/2013) Il metallo giallo è saldamente inserito all'interno di un trend di lungo periodo impostato al ribasso, che ha portato le quotazioni nuovamente in area 1.300-1.310.

Il primo supporto appare a questo punto identificabile proprio in area 1.275-1.280, sui minimi delle ultime settimane. La rottura di tali valori aprirebbe spazio per una discesa dei prezzi verso l'area 1.220 prima ed eventualmente verso i minimi a 1.180 di inizio estate, che non appaiono tuttavia facilmente raggiungibili nel brevissimo.

Avremo invece un primo segnale positivo con il superamento dell'area 1.330 e la rottura della trendline ribassista che ha ingabbiato le quotazioni in queste ultime settimane (necessario pero' almeno il superamento dell'area 1.335).

Non paiono al momento attendibili analisi e stime che prevedono nuovi catastrofici crolli dell'oro verso o al di sotto di quota 1.000 dollari oncia per una serie di ragioni piuttosto convincenti.

Da un lato la Cina sta continuando a comprare oro, dall'altro i costi di produzione del metallo giallo sono in crescita e molto lotani da quelli di inizio millennio.


Carlo Alberto De Casa (Forex Analyst di ActivTrades - Londra)
 

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Oro - Venerdi alle 14.30 in pochi minuti, quasi 2 milioni di once sono state improvvisamente vendute sul mercato futures, schiacciando le quotazioni sul Comex a 1.260, minimo a tre mesi.
 

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