Seguendo le direttive tracciate nel dibattito comunitario in tema di green economy pubblicato dalla Commissione Europea in data 12 gennaio 2011 anche l’Italia probabilmente inserirà un pacchetto di interventi in materia di fiscalità ambientale. Pertanto i decreti delegati presumibilmente entreranno in vigore al recepimento della direttiva Comunitaria 169, la quale traccia e linee direttive in tema di tassazione ambientale.

In sostanza a livello europeo si prevede di introdurre nuove forme di prelievo tese a regolare il prelievo in funzione della preservazione ambientale e volte a regolare le accise sui prodotti energetici in funzione del contenuto di carbonio (alla stregua della carbon tax).

La nuova normativa quindi sarà volta a incrementare la tassazione ambientale in modo tale da dare impulso alla crescita sostenibile, correggere le esternalità negative e creare una sorta di dividendo fiscale in modo tale da utilizzare per finanziare le energie rinnovabili, con l’ipotesi anche di ridurre anche il costo dei vari fattori produttivi qualora i fosse un surplus del fondo.

 

Incentivi fotovoltaico: copertura insufficiente?

Facendo alcuni conti si scopre però che il gettito derivante dalla carbon tax presumibilmente non sarà sufficiente a coprire in toto gli investimenti in materia di rinnovabili. Infatti l’introito derivante dalla carbon tax sarà pari ad un valore compreso tra 2 e 10 miliardi di euro (il valore esatto dipenderà dall’esatta tassazione applicata visto che vi è al possibilità di inserire una tassa tra un range di 4 e 24 centesimi al litro sul carburante) mentre il costo degli incentivi da destinare al solo settore fotovoltaico sarà pari a circa 5,6 miliardi di euro all’anno. Inoltre l’incremento delle accise sui carburanti ingenererà un effetto inflattivo che potrebbe portare ulteriori ripercussioni negative sul costo degli stessi.