E’ boom di casi di sfratto per morosità: colpa degli affitti troppo alti e del binomio crisi economica e pressione fiscale che rende difficile pagarli. L’emergenza casa costringe i Comuni ad intervenire con soluzioni.

Emergenza sfratti: dove paga il Comune

Le Iene hanno portato alla luce le contraddizioni del caso di Parma, dove gli inquilini morosi sfrattati sono ospitati in residence e hotel, con costi non indifferenti per le casse del Comune.   A Milano invece è sorta l’Agenzia sociale per la locazione gestita dalla Fondazione welfare ambrosiano per mediare tra inquilini e proprietari proponendo canoni sostenibili per le famiglie e favorire l’incontro tra domanda e offerta nel settore immobiliare per rimettere in circolo alloggi privati rimasti sfitti che secondo le stime sono quasi 80 mila.

Cristina Tajani, assessore alle Politiche per il Lavoro e Sviluppo economico, ha messo in risalto i numeri dell’emergenza abitativa confermando che “molte delle richieste di microcredito ricevute in questi anni si riferiscono proprio alla necessità di coprire le spese per i canoni d’affitto”. Una soluzione che lascia perplesso il Sicet (Cisl) il cui segretario generale Leo Spinelli ha denunciato: “L’avviso pubblico del Comune, che si chiude al 30 aprile per la richiesta di contributo da parte delle famiglie sfrattate con morosità incolpevole, ha raccolto da gennaio a oggi una decina di domande, perché gli uffici dell’assessorato sono riusciti a dare un’interpretazione alla norma ancora più restrittiva di quella regionale e nazionale”. A Cologno il Comune si è impegnato a saldare le mensilità arretrate fino ad un massimo di 6 mesi e ad anticipare i soldi per un nuovo contratto di affitto. Le famiglie beneficiarie potranno restituire i soldi al fondo della Regione Lombardia anche mediante lo svolgimento di lavori socialmente utili.