E’ di pochi giorni fa la notizia che l’Agenzia delle Entrate provvederà ad effettuare rimborsi iva ai contribuenti per circa 2,2 miliardi di euro, una iniezione di liquidità che farà molto comodo ad imprese e cittadini visto il perdurare della crisi. Tuttavia, al fine dell’ottenimento del credito iva, vi sono diverse strade che è possibile perseguire.

 

I  modi per ottenere il rimborso

Ci sono molti metodi per sfruttare il proprio credito verso l’erario: fare istanza di rimborso, la compensazione, la cessione a terzi, l’attestazione bancaria.


Ricordiamo che il credito iva annuale si forma perché l’iva che viene pagata ai fornitori (che è possibile detrarre ed è potenzialmente rimborsabile dallo Stato) è superiore a quella che viene incassata dallo Stato (che è un debito che bisogna pagare all’erario).

Le motivazioni per le quali si può essere a credito iva sono diverse: nell’anno in questione potrebbe essersi effettuati ingenti acquisti di beni strumentali, il tipo di attività esercitata comporta un’aliquota media delle fatture emesse o dei corrispettivi inferiori agli acquisti, sono preminenti le operazioni attive non soggette ad iva.

In quest’ultimo caso gli esportatori abituali possono anche ridurre l’importo del credito iva durante l’anno,  attraverso l’invio di lettere d’intento ai fornitori, che a loro volta emetteranno delle fatture senza l’applicazione dell’imposta sul valore aggiunto. In questo caso se l’esportazione è senza iva si riduce il credito, e non sarà dovuta l’imposta al fornitore.

 

Compensazione Iva

Un modo per ottenere il proprio credito iva  è quello della compensazione. Se si ha un credito iva può essere utilizzato sia per compensare l’iva a debito dei successivi mesi sia per compensare il pagamento dei debiti tributari o contributivi attraverso il mod F24.

In questo caso tuttavia, per importi superiori ai 15 mila euro, la dichiarazione iva dovrà essere certificata con visto di conformità da parte di un dottore commercialista, esperto contabile o consulente del lavoro.

L’importo massimo compensabile in un anno solare è pari a 516.456,90 euro per anno solare, e quindi per importi superiori occorrerà effettuare istanza di rimborso.
L’istanza di rimborso può essere inoltrata da chi, alternativamente, nell’anno precedente ha acquistato beni ammortizzabili o spese per studi e ricerche, ha avuto in prevalenza operazioni non soggette ad iva rispetto ad altre, ha avuto un’aliquota media delle operazioni attive ( fatture emesse e corrispettivi) inferiore a quella degli acquisti, ha effettuato operazioni non imponibili superiori al 25 per cento del totale delle operazioni effettuate nell’anno solare, o non è residente.

L’importo minimo che è possibile chiedere a rimborso è di 2.582,28 euro e si può sempre chiedere il rimborso se nelle ultime tre dichiarazioni annuali si è risultati a credito  ovvero nei casi di cessazione dell’attività.

L’istanza annuale di rimborso deve essere fatta all’interno della dichiarazione iva, che occorre presentare in via telematica a partire dal 1° febbraio dell’anno successivo a quello a quello dichiarato e sino a fine settembre.  

In teoria l’amministrazione finanziaria dovrebbe procedere al rimborso del credito entro 60 giorni ( nel limite massimo di 516.456,60 euro o 1 milione per i subappaltatori edili) attraverso il concessionario della riscossione.

Per i rimborsi che invece sono chiesti direttamente all’agente della riscossione il rimborso dovrebbe essere effettuato entro 3 mesi dall’effettuazione della richiesta.

 In caso di ritardato pagamento occorrerà pagare un interesse pari al 2 per cento annuo sulla somma oggetto di rimborso.

 

Metodo dell’attestazione 

Terzo modo per ottenere il credito iva è l’attestazione, una certificazione richiesta dal contribuente che ha richiesto il rimborso, che attesta la certezza e la liquidità del credito, nonché la presumibile data di erogazione.

L’ attestazione è rilasciata dall’agenzia delle entrate ai sensi  dell’articolo 10, comma 1, del decreto legge 30 settembre 2003, n.

269 ed oltre l’iva può riguardare anche crediti irpef, ires, ritenute alla fonte,  imposta di registro,  imposte ipotecarie e catastali, l’imposta di assicurazione ed imposta di bollo.

 

Cessione credito iva annuale a terzi

Infine vi è anche la possibilità di cedere il credito iva annuale a terzi.

Il credito deve essere preventivato richiesto a rimborso nel quadro Vr dichiarazione iva e deve risultare da atto pubblico o da scrittura privata autenticata da notaio. L’atto deve contenere l’importo del credito ceduto e l’esatta individuazione delle parti. Il creditore, cedente dell’eccedenza iva, deve poi obbligatoriamente notificare formalmente all’ufficio delle entrate competente l’avvenuta cessione del credito oltre ad inviare copia dell’atto pubblico o della scrittura privata.