A molti di noi potrebbe capitare di compilare una dichiarazione dei redditi e dover inserire all’interno dei proventi derivanti dall’ impiego di capitale. Ci riferiamo ad esempio al dividendo di titoli azionari, sia italiani che esteri, oppure remunerazione di obbligazioni o prestiti o mutui di diversa natura.

Cosa sono i redditi di capitale

L’ art. 44 del DPR 917/86 elenca i redditi che rientrano nella categoria dei redditi di capitale, anche se la casistica è abbastanza vasta. Sono comunque quei proventi, sia sotto forma di denaro che sotto forma di natura, che prevedono l’ impiego a qualsiasi titolo di denaro, e la percezione deve avvenire al di fuori delle attività imprenditoriali.

Infatti se gli stessi redditi vengono ottenuti attraverso l’ esercizio di attività d’ impresa sono classificati in base all’ art. 48 come redditi di impresa.

Tassazione redditi di capitale 2011

Il diritto dell’ amministrazione a vedere pagate le tasse sorge in base al principio di “cassa”. In gergo significa che quando avviene il pagamento del dividendo, dell’ interesse o quando c’è il movimento di denaro occorre effettuare il pagamento della tassa. La base imponibile ( cioè il valore  su cui calcolare la tassazione attraverso l’ applicazione dell’ aliquota), è dato dall’ammontare degli interessi, degli utili degli scarti di emissione o degli altri proventi percepiti nel periodo di imposta, senza portare deduzioni dal reddito.

Come detto tali redditi occorre indicarli in dichiarazione nel quadro RL. Per le persone fisiche occorre inserire in dichiarazione il 40 per cento del dividendo percepito, se ci riferiamo a partecipazioni che la legge individua come “qualificate”. Qualificate indica quelle partecipazioni che per ammontare sono superiori al 5 per cento del capitale sociale se quotate in borsa. I redditi derivanti dalle partecipazioni non qualificate (che sono i più comuni) sono soggetti invece ad una ritenuta a titolo d’ imposta effettuata alla fonte.

Le rendite finanziarie

Un’altra categoria di redditi di capitale sono le cosiddette rendite finanziarie, cioè quei proventi che derivano dalla concessione di prestiti, possesso di obbligazioni o di pronti contro termine.

In questo caso la tassazione può avvenire scegliendo tra due regimi: il cosiddetto regime ordinario oppure il regime del risparmio gestito; vediamoli in dettaglio.

Tassazione rendite finanziarie 2011

Il regime ordinario prevede l’applicazione di ritenute alla fonte che possono essere a titolo di imposta o a titolo d’ acconto. Ad esempio nel caso di interessi che maturano su conti correnti bancari o postali la ritenuta è fatta alla fonte a titolo di imposta. Significa che non occorre versare più nulla e non bisogna indicare in dichiarazione tali guadagni, in quanto sono pervenuti al beneficiario al netto di tutte le tasse.

Il regime del risparmio gestito invece prevede un’ imposta sostitutiva del 12,5 per cento che va calcolato sul risultato di gestione maturato nel periodo d’ imposta. Quindi in questo caso la tassazione tiene conto di profitti e perdite maturate durante l’ anno. Viene applicata la trattenuta solo sulla differenza, e l’ operazione viene fatta da un intermediario.