Accesso alla pensione per i docenti e medici universitari a 68 anni. Nel dl della PA sono previste novità importanti in tema di pensionamento d’ufficio dei professori universitari e dei medici primari: potrà scattare dopo i 68 anni. La modifica si deve alle polemiche insorte dopo la previsione del limite, nella versione precedente del testo,a 65 anni (soglia che resta invariata per i medici ospedalieri e che scende a 62 per i ricercatori universitari). Ma questo non basta a placare il tono dello scontro tra rettori universitari da un lato e governo dall’altro.

Decreto PA: le riforme universitarie sono incostituzionali?

La vexata quaestio infatti non riguarda solo il pensionamento d’ufficio ma anche altre note dolenti, come le nuove regole per le scuole di specializzazione per Medicina, l’abilitazione scientifica e le norme sull’Invalsi. Stefano Paleari, presidente della Crui, si è schierato in prima fila per tutelare gli interessi della categoria scrivendo al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini: alcune proposte di legge in fase di approvazione sfiorano, a suo dire, anche l’incostituzionalità come appunto “la prevista equiparazione del trattamento di quiescenza dei professori e dei ricercatori universitari a quello della dipendenza pubblica”. Dal canto suo il ministro Madia ha insistito sulla necessità di assicurare un equo turn over. Sul tema delicato del pensionamento ha specificato che quello anticipato resterebbe una facoltà peraltro prevista solo entro certi specifici paletti di tutela. Deve ad esempio essere motivato esplicitamente. In questo modo, ha assicurato, si esclude ogni rischio di “lesa maestà”. La proposta di legge non va quindi letta come una deroga alla legge Fornero ma piuttosto come un tentativo si svecchiamento dell’organico delle amministrazioni pubbliche.   Potrebbe interessarti anche: Prepensionamento statali a 62 anni, ecco le novità con la riforma PA