Come era nella previsioni, il cda di Intesa Sanpaolo ha deciso di proporre all’assemblea degli azionisti l’assegnazione di un dividendo relativo all’esercizio 2012 pari a 5 cent per azione ordinaria e a 6,1 cent per le azioni di risparmio. Il dividend Yield è invece pari al 4% per l’azione ordinaria e al 5,8% per le azioni di risparmio con payout al 52%. 

Nello specifico il monte dividendi Intesa Sanpaolo 2013 è pari a 831.957.531,97 euro, risultante da un dividendo unitario di 5 centesimi di euro per ciascuna delle n.

15.501.512.155 azioni ordinarie e da un dividendo unitario di 6,1 centesimi di euro per ciascuna delle n. 932.490.561 azioni di risparmio. La prima banca italiana ha specificato che sarà girata a riserva straordinaria la quota dividendi non distribuita a fronte delle azioni proprie eventualmente detenute alla data di stacco del dividendo stesso.

 

Dividendo Risparmio Intesa Sanpaolo 2013 in aumento

Nel complesso la decisione di Intesa Sanpaolo sull’ammontare della cedola può essere ritenuta una buona notizia per gli azionisti. Lo scorso anno, infatti, l’assemblea della quotata bancaria aveva riconosciuto un dividendo 2012 pari a 0,05 per azione ordinaria e 0,05 per azione di risparmio.

 

Data di stacco dividendo Intesa Sanpaolo 2013: le comunicazioni del cda

Due sono le date che i possessori di azioni Intesa Sanpaolo dovranno segnare sul calendario: il 20 maggio e il 23 maggio. Il 20 maggio è previsto lo stacco della cedola con pagamento a partire dal successivo 23 maggio.

 

Risultati Intesa Sanpaolo 2012: le principali voci

Nonostante un anno decisamente complesso e difficile Intesa Sanpaolo è riuscita a rendere ancora più solida la sua patrimonializzazione mantenendo una liquidità decisamente elevata. Il Core Tier 1 ratio è salito all’ 11,2% dal 10,1% di fine 2011

L’aspetto più importante dei conti 2012 di Intesa Sanpaolo è la crescita a doppia cifra della gestione operativa e dell’utile ante imposte.

Nello specifico, il risultato della gestione operativa ammonta infatti a 8.968 milioni di euro, in crescita del 17,3% rispetto ai 7.648 milioni del 2011, con un cost/income ratio nel 2012 in miglioramento al 49,8% dal 54,4% del 2011.

 L’utile netto, invece,  è salito a 1.605 milioni di euro nel 2012, contro il risultato netto negativo di 8.190 milioni – positivo di 2.043 milioni pre impairment del goodwill – del 2011 (dati non comparabili). L’utile netto normalizzato si è attestatato invece a 1473 milioni (rispetto ai 1.445 milioni del 2011). In crescita anche la raccolta diretta bancaria e i proventi operativi netti con la prima che ha fatto registrare un incremento del 5,6% e i secondi aumentati del 6,5%. 

 

Il risultato netto consolidato è positivo per 1.605 milioni di euro, rispetto a quello negativo per 8.190 milioni del 2011 post rettifiche di valore dell’avviamento per 10.233 milioni (positivo per 2.043 milioni ante rettifiche di valore dell’avviamento, cui avevano concorso da un lato 2.130 milioni di beneficio fiscale, derivante dall’iscrizione di imposte differite attive e dall’addebito dell’imposta sostitutiva connessi all’affrancamento di attività immateriali, e dall’altro 552 milioni di oneri di integrazione e di incentivazione all’esodo al netto d’imposta), dopo la contabilizzazione di:

– imposte per 1.523 milioni di euro (comprendenti circa 200 milioni di beneficio fiscale connesso al rimborso – per i periodi d’imposta dal 2007 al 2011 – della deducibilità dell’IRAP relativa al costo del lavoro dall’imponibile IRES);

– oneri di integrazione e di incentivazione all’esodo (al netto delle imposte) per 134 milioni;

– oneri derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione (al netto delle imposte) per 299 milioni;

– una quota di pertinenza di terzi per 49 milioni.

 

Le prospettive per l’esercizio 2013

Per il Gruppo Intesa Sanpaolo, nell’anno 2013 rimarrà prioritario preservare il carattere di sostenibilità dei risultati da conseguire. Oltre agli obiettivi reddituali, grande attenzione sarà prestata, infatti, alle varie azioni volte al rafforzamento della solidità patrimoniale e al miglioramento del profilo di rischio e liquidità. Verranno ulteriormente potenziati i sistemi di gestione dei rischi e costantemente presidiate l’efficienza e la produttività del Gruppo.

 In particolare, le azioni di repricing – iniziate nel 2011 e proseguite nel 2012 – consentiranno di contenere in parte le ripercussioni dello sfavorevole contesto atteso sui tassi di mercato, lo stretto controllo dei costi permetterà di contrastare gli effetti indotti dall’inflazione e dagli automatismi e il costo del credito rimarrà elevato.