Diciamoci la verità, non ci siamo rassegnati ad essere stati esclusi dalla partecipazione ai Mondiali di Calcio in Russia 2018. L’eliminazione ad opera della Svezia brucia e l’italica fantasia ha acceso le speranze dei tifosi più incalliti già dopo qualche minuto dallo shock di lunedì 13 novembre, quando l’arbitro fischiava al novantesimo minuto la fine dell’incontro e il tabellone di San Siro segnava per noi il tragico risultato di 0-0. In tempi social, su Facebook si notava che a partecipare alla manifestazione sportiva più importante per il calcio mondiale vi saranno nazionali di stati a rischio guerre o tensioni geopolitiche non indifferenti, come Nigeria, Egitto, Iran, Arabia Saudita, Corea del Sud, persino lo stesso Giappone, con quel poco rassicurante Kim Jong-Un della Corea del Nord a lanciare missili un giorno sì e l’altro pure.

E allora, quasi a volere portare jella a qualche stato, abbiamo sin da subito accarezzato il sogno proibito di qualificarci lo stesso ai mondiali, grazie all’ipotesi fanta-calcistica del ripescaggio. (Leggi anche: Italia fuori dal Mondiale di Russia 2018, ecco le pesanti ripercussioni economiche)

Da alcune ore, la fantasia si è materializzata sugli schermi Sisal Matchpoint, dopo che sulla stampa di tutto il mondo è rimbalzata la notizia che la nazionale del Perù di Ricardo Gareca rischierebbe l’esclusione. Niente guerre in vista, per fortuna, bensì un possibile scontro tra governo di Lima e Federazione internazionale (FIFA), dopo che una deputata, Paloma Noceda, presidente della Commissione Istruzione, Gioventù e Sport ha presentato una proposta di legge, che se approvata porrebbe la federazione calcistica peruviana sotto il controllo dell’istituto nazionale per lo sport.

L’iniziativa entrerebbe in contrasto con lo statuto della FIFA, che non consente che alcuna delle sue federazioni nazionali venga assoggettata al potere di un governo. Nel caso in cui la proposta fosse approvata, il Perù sarebbe squalificato dai Mondiali di Calcio.

E così, la Sisal ha iniziato ad aprire le scommesse sul ripescaggio dell’Italia, ipotesi alquanto clamorosa, quanto poco probabile, come segnalano le stesse quote, pari a 50:1. In sostanza, le probabilità che a giugno saremo tra le 32 nazionali che si recheranno a Mosca sono così basse, che per un euro puntato, l’agenzia ce ne darebbe ben 50, se vincessimo la scommessa. Per contro, l’esclusione definitiva è data così per certa, che le quote vengono pagate 1,01, ovvero vinceremmo un solo centesimo per ogni euro puntato.

Ripescaggio Italia probabile?

Per nostra sfortuna, la stessa deputata ha smentito via Twitter che il Perù rischi l’esclusione, sgonfiando il caso e sostenendo che non vi sarebbe alcun progetto di legge in vista che impedisca tutti ciò. In realtà, logica vorrebbe che, quand’anche Lima s’intestardisse a portare avanti tale disegno, certamente lo farebbe dopo i mondiali e non prima, altrimenti rischierebbe davvero un rovinoso scontro con la FIFA. E se anche il Perù si spingesse a tanto (perché mai?), non è detto che saremmo noi a essere ripescati. La FIFA, in quel caso, godrebbe della massima discrezionalità di scelta.

Certo, l’Italia avrebbe ottime ragioni per crederci, essendo il nostro un mercato appetibile di 60 milioni di tifosi, con incassi milionari relativi ai diritti TV e non solo. Si pensi all’appeal che guadagnerebbe il mondiale con l’Italia dentro. Tuttavia, sulla base del ranking, figuriamo in 14-esima posizione, superati dal Cile alla decima, altra nazionale che è rimasta esclusa. In teoria, la FIFA sostituirebbe il Perù con un’altra squadra sudamericana e più in alto di noi in classifica, oppure sceglierebbe di ripescare la Nuova Zelanda, che è rimasta fuori proprio ai playoff contro la “Blanquirroja”. Insomma, nemmeno nel caso assai remoto di una squalifica dei sudamericani, l’Italia potrebbe cantare vittoria.

Le stesse scommesse segnalano quanto basse sarebbero le nostre speranze. Al contrario, Brasile, Francia e Germania verrebbero percepite quali potenziali vincenti con quote di 6,50, davanti alla Spagna (7,50) e Argentina (9,00). Insomma, puntare sull’Italia sarebbe più un atto di fede (cieca) che non la scommessa su uno scenario realistico. Eppure, quel 50:1 tenta molto. (Leggi anche: Calcio italiano in crisi da anni, le dimissioni di Tavecchio e Ventura bastano?)