Non si tratta di novità assolute, ma alcuni degli episodi riportati dall’ex ministro del Tesoro USA, Timothy Geithner, nel suo libro “Stress Test: Reflections on Financial Crises” risultano inediti. Ve ne riportiamo qui un paio, davvero sorprendenti. Era il febbraio del 2010. I ministri delle Finanze del G7 si riunivano in Canada, nella città sconosciuta di Iqaluit. Entrando al vertice, Geithner apprendeva dal suo Blackberry del crollo dei titoli bancari francesi. Il clima sui mercati finanziari era terribile, il ministro ammette di essere stato spaventato.

E racconta che i ministri europei, in particolare, quello tedesco, Wolfgang Schaeuble, esprimevano il loro sdegno verso la Grecia, rea di avere truccato i conti pubblici. La rabbia era tale, che tutti i partecipanti del Vecchio Continente espressero la volontà di farla pagare ai greci, definiti “imbroglioni”, “brutta gente”. Geithner reagì a queste invettive, chiedendo agli altri partecipanti di fare in modo, quale che sarebbe stato l’atteggiamento dell’Europa verso Atene, di rassicurare il mondo che la crisi non avrebbe travalicato i confini della Grecia. Mai avrebbe creduto, sottolinea l’ex ministro, che il Vecchio Continente avrebbe inflitto una tale punizione ai greci nei tre anni successivi.   APPROFONDISCI – L’Italia come la Grecia? Caos politico, rischio nuove elezioni e mercati sfiduciati  

L’improvvisazione di Draghi

Altro episodio interessante riguarda niente di meno che il governatore della BCE, Mario Draghi, e il salvataggio dell’euro, avvenuto nell’estate del 2012. Sappiamo come andarono le cose: era il 26 luglio del 2012 e da Londra, dove stava incontrando la comunità finanziaria britannica, Draghi pronunciò quel “whatever it takes” (“tutto il possibile”), intendendo segnalare ai mercati che la BCE avrebbe salvato in ogni modo la moneta unica. Fu un discorso drammatico, perché vi era la convinzione che l’euro sarebbe sparito da un momento all’altro. Ebbene, Geithner ci conferma un dubbio già sorto negli ambienti finanziari di questi anni: quel discorso di Draghi fu del tutto improvvisato.

Dietro alla minaccia di salvare l’euro a ogni costo non vi era alcun piano, ma solo parole. La fonte di questa rivelazione? Lo stesso Draghi, che lo avrebbe detto all’ex ministro USA prima di pronunciare tali frasi.   APPROFONDISCI – La crisi dei mercati è riesplosa, che faranno ora Draghi e l’Europa per salvare l’euro?  

Il complotto contro l’Italia

Infine, sebbene non sia più una rivelazione, Geithner torna sul presunto complotto ordito da Germania e Francia nei confronti del governo Berlusconi. Al vertice del G20 a Cannes, in Francia, nell’ottobre del 2011, i leader europei si avvicinarono al presidente Barack Obama e gli chiesero di non sostenere alcuna eventuale richiesta di aiuto dell’Italia al Fondo Monetario Internazionale o con altri mezzi, se al governo di Roma fosse rimasto Silvio Berlusconi. Geithner precisa di avere consigliato ad Obama di non interferire, di “non avere la mani sporche di sangue” su una vicenda europea. A posteriori, spiega, di comprendere l’atteggiamento dei tedeschi. Ogni qualvolta i mercati si calmavano e lo spread tra i BTp e i  Bund diminuiva, il governo Berlusconi si rimangiava le promesse e tornava sui suoi passi. A Berlino, c’era la certezza che i paesi del Sud Europa non avrebbero meritato gli aiuti e fin quando Berlusconi fosse rimasto a capo dell’esecutivo, l’Europa non avrebbe mai avuto l’avallo della Germania per aiutare i paesi alle prese con la crisi del debito sovrano.   APPROFONDISCI – Caso Geithner e presunto complotto ai danni di Berlusconi: le alte cariche tacciono Ex ministro USA: l’Europa ci chiese di far cadere Berlusconi nel 2011