Il mercato dell’oro vale 5.000 miliardi di dollari all’anno e il prezzo del metallo viene fissato a Londra, dove due volte al giorno, alle ore 10.00 e 15.00 locali, si tengono due aste in modalità elettronica sin dallo scorso anno, mentre in precedenza era in vigore il metodo della teleconferenza con le banche negoziatrici, soppiantato a causa dello scandalo sulla manipolazione dei prezzi, che ha coinvolto alcuni istituti. Adesso, si apprende che il London Bullion Market Association, insieme al Singapore Bullion Market Association e l’ICE Benchmark Association stanno conducendo uno studio, che entro la fine dell’anno dovrà far capire se vi sia la possibilità di tenere una terza asta nel corso della giornata, al fine di rispondere meglio alle esigenze degli investitori.

L’ipotesi sarebbe di consentire a Singapore di fissare il prezzo alle ore 14.00 locali, trattandosi di una piazza finanziaria molto prossima a Cina e India, i due principali importatori del metallo al mondo. L’intento è di ridurre la volatilità dei prezzi, che generalmente si registra tra l’orario di chiusura dei mercati in Occidente e le prime ore di apertura in Asia, quando la domanda asiatica di oro non trova riscontro immediato nelle quotazioni fissate, essendo queste ancora legate alle aste londinesi.

Sarebbe una piccola rivoluzione nel mondo dell’oro, anche se qualche tentativo posto in essere proprio in Asia è andato abortito in questi anni. La stessa Singapore aveva cercato, un paio di anni fa, di allettare gli investitori con la vendita di contratti in oro per 25 kg, ma l’interesse è stato quasi nullo per diversi mesi da allora, mentre la Cina ha lanciato nella primavera di quest’anno un contratto in oro denominato in yuan, non riscontrando appetito sul mercato. Che questa sia la volta buona? (Leggi anche: Prezzo oro ai minimi da Brexit, perché?)