Un articolo di Vito Totire, Presidente dell’Associazione Esposti Amianto Rischi per la Salute, pubblicato sul blog di Beppe Grillo mette in guardia sui pericoli dell’ inquinamento da amianto proveniente dalle tubazioni dell’acqua potabile.   Secondo una stima dell’Arpa Lazio in Italia il problema dovrebbe interessare circa 100mila km di tubazioni in cemento-amianto.   Molto spesso si è dibattuto sull’entità del problema riguardo il nesso tra rischio dispersione e rischio tumori apparato gastroenterico. Il quadro peggiore in Italia sembra rappresentato dall’Emilia Romagna, dove circa 1650 chilometri di tubazioni per l’acqua potabile sono realizzate in cemento-amianto, presenza che comporta sia il rischio di ingestione che quello di inalazione della sostanza cancerogena.

Il rischio è legato principalmente al fenomeno di usura delle tubazioni ma anche a escursioni termiche e a fenomeni sismici, non rari nella regione. La situazione peggiore dell’Emilia Romagna, fa notare Totire, può essere trovata a Carpi dove sono state monitorate 160mila fibre di amianto per litro d’acqua.   Il monitoraggio, cosa ancora più grave, è stato effettuato con un metodo di analisi che sottostima di molto la presenza dell’amianto, senza utilizzare un microscopio elettronico a trasmissione. In Emilia Romagna questo tipo di microscopio fu utilizzato nel 1995 e misurò fino a 2,5 milioni di fibre di amianto per litro di acqua.   Tutti gli altri monitoraggi effettuati sia nella regione che nel resto d’Italia, sono stati realizzati con un microscopio elettrico a scansione. L’impatto sulla popolazione dell’esposizione al rischio amianto nelle tubazioni dell’acqua potabile si focalizza maggiormente sulle donne poiché trascorrono più tempo in casa e sono più esposte sia all’inquinamento da ingestione che a quello indoor. Vito Totire sottolinea quanto sia importante rendersi conto che l’inquinamento da amianto da considerare non è soltanto quello da ingestione ma anche quello per via inalatoria e sollecita una bonifica radicale urgente.