Accantonati i Maya a riaprire la paura della fine del mondo è la notizia delle dimissioni a sorpresa (forse) di Benedetto XVI. L’evento infatti rispolvera la profezia di Malachia: il pontefice uscente sarebbe il penultimo seguito da ‘Petrus Romanus’ il cui pontificato, stando alla premonizione attribuita a San Malachia di Armagh, si concluderà con la distruzione della città di Roma e, conseguentemente, con la fine del mondo. Malachia era un abate irlandese vissuto tra il 1094 e il 1148 e canonizzato nel 1190 da Papa Clemente III: mentre era ancora in vita gli furono riconosciuti alcuni miracoli che ne accrebbero la popolarità.

La lista dei Papi secondo la Profezia di Malachia

L’elenco di pontefici, che gli esperti di storia esoterica della Chiesa ricollegano alla profezia di Malachia, contiene  111 (o 112, a seconda delle versioni) nomi collegati ad altrettante frasi in latino che descrivono in poche parole i tratti salienti della personalità di ognuno. Secondo alcune interpretazioni Benedetto XVI sarebbe il penultimo della lista: a lui seguirebbe un pontefice identificato con il nome di ‘Petrus Romanus’ , il papa della fine del mondo. Secondo la tradizione la lista sarebbe stata redatta dal santo Malachia nel 1139, in occasione di una sua visita nella capitale. L’elenco si inaugura con Celestino II, eletto nel 1143 descritto nella profezia con il motto “ex castro Tiberis” ovvero “da un castello sul Tevere”: Celestino II era in effetti nato nella cittadina umbra Città di Castello, il cui nome antico è proprio Castrum Tiberis. Ma le “coincidenze” non finiscono qui: ad esempio Pio III, al secolo Francesco Todeschini Piccolomini, era indicato nella lista come “de parvo homine”, ovvero “il piccolo uomo” mentre Pio IX, pontefice durante l’occupazione dei Savoia, aveva abbinata la scritta criptica “crux de cruce” che significa “croce della croce” (un riferimento allo stemma di casa Savoia?).

La profezia di San Malachia: cosa dice su Benedetto XVI e il suo successore

La frase abbinata al papa uscente è “de gloria olivae”, che letteralmente è stato tradotto “la gloria dell’olivo”.

Il significato di questa espressione, nel contesto in cui viene usata, è ancora oggetto di interpretazione. Ma l’attenzione è rivolta soprattutto alla profezia sul successore di Benedetto XVI, la più lunga di tutte: In persecutione extrema Sanctae Romanae Ecclesiae sedebit Petrus Romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibus transactis, civitas septicollis diruetur, et Judex tremendus iudicabit populum suum. Finis.”   La traduzione letterale è:Durante l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa siederà Pietro il Romano, che pascerà il gregge fra molte tribolazioni; passate queste, la città dei sette colli crollerà ed il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo. Amen.” Dopo di lui quindi la fine di Roma e il Giudizio Universale. La profezia si fa ancora più inquietante secondo l’interpretazione che legge in “Petrus Romanus” non il prossimo e ultimo pontefice ma il camerlengo, ovvero il sacerdote che presiede le attività nel periodo vacante tra un papa e l’altro. Il camerlengo attuale si chiama Tarcisio Pietro Evaristo Bertone ed  è nato a Romano Canavese.

 La profezia di Nostradamus

Renucio Boscolo, uno dei  più esperti studiosi delle profezie di Nostradamus, ha precisato peraltro che le dimissioni del papa erano state previste anche dal veggente cinquecentesco. Il riferimento è alla quartina numero 57 della II centuria di Nostradamus in cui: “si parla del crollo di un muro, che non è da interpretarsi come la caduta del Muro di Berlino ma è da mettere in relazione con la crisi economica, dove il muro è il ‘Wall’ di Wall Street, in concomitanza con un evento che provocherà scompiglio“.

La Profezia di Malachia è un falso?

La profezia di San Malachia è tenuta in grande considerazione da alcuni importanti esponenti della Chiesa cattolica, tra cui anche Papa Giovanni Paolo II.

Molti studiosi però sostengono che la lista non sia originale e che la profezia sia stata in realtà scritta dal falsario umbro Alfonso Ceccarelli per fare pressioni sui cardinali che presenziavano al conclave del 1590. Questa teoria è sostenuta anche dall’ ultima edizione dell’Enciclopedia Cattolica. In realtà va detto che la profezia fu resa pubblica solo nel 1595 anche se il testo era chiaramente noto all’interno della Chiesa anche cinque anni prima.