L’allarme arriva da PoolPharma Research, l’Osservatorio delle case farmaceutiche, preoccupato per l’incremento di vendite di integratori alimentari in Italia online. Detta così, suona come un controsenso, ma in realtà il maggior consumo di vitamine, erbe, sali minerali e fermenti lattici sta scatenando un vero e proprio mercato di prodotti contraffati e quindi dannose per la salute. L’Italia è portabandiera di questa tendenza, che in altri paesi non vede alcun tipo di crescita; in Inghilterra, Francia e Spagna, infatti, il giro commerciale degli integratori alimentari è decisamente più limitato, mentre da noi imperversa, spesso senza controllo, la vendita online, con tutti i rischi del caso.

Spesso ci si lascia convincere da sedicenti pubblicità e prezzi irrisori, senza chiedere il parere di uno specialista oppure informarsi sulla provenienza e sulla composizione degli integratori alimentari che si acquistano.   Ci fa però compagnia la Germania, dove quasi l’80% degli integratori vengono comprati in rete; e il problema deriva soprattutto dall’acquisto online in negozi di e-commerce stranieri, che propongono prodotti non certificati e dalla dubbia provenienza. Spesso questi rivenditori vengono chiusi, ma i consumatori riescono a fare incetta di integratori contraffatti e crearsi degli stock duraturi nel tempo. La battaglia, quindi, passa anche attraverso l’informazione delle persone, convinte che gli integratori non possano essere nocivi, in quanto “sostanze naturali”. D’altro canto, non è sempre detto che acquistare online significhi finanziare il traffico di farmaci contraffatti; anzi, esistono anche valide alternative in rete, ma è necessario assicurarsi che l’azienda produttrice di integratori sia certificata dal Ministero della Salute e che quindi non siano presenti principi attivi non consentiti.