Comunicato stampa Federcontribuenti

 Prima della notizia sul banco Desio, una comunicazione di servizio per le redazioni e\o giornalisti.
” Con regolare atto di costituzione  notarile e relativa registrazione del marchio Federcontribuenti, si avvisano le redazioni che comunicati inviati da altro indirizzo email non sono da ritenersi autorizzati. 
( Il Presidente Marco Paccagnella )

Quell’ex vice direttore del Banco Desio promosso a Direttore Generale: ” che fine ha fatto il procedimento penale? 

  “Siamo coscienti di quello che affermiamo: ‘ndrangheta e riciclaggio di denaro proiettano la loro ombra sul Banco Desio”.

A dirlo il presidente di Federcontribuenti Italia Marco Paccagnella che chiede a Banca d’Italia e ABI di fare luce sul caso della banca brianzola, finita a più riprese al centro di una vicenda di operazioni in odore di riciclaggio di denaro. “Anche in queste ore una importante operazione contro la ‘ndrangheta richiama il meccanismo finanziario di denaro che si inabissa in conti correnti del Lazio, riemerge in filiali della Brianza e poi sparisce in Svizzera. Tutte vicende già ricostruite anni fa da un ex dipendente della banca, ora costretto a vivere in semi clandestinità dopo aver ricevuto numerose minacce. E’ ora che chi è preposto alla vigilanza bancaria ed al controllo del rispetto della legge sui crimini finanziari intervenga”. L’associazione Federcontribuenti Italia, che conta oltre 90mila associati tra cittadini e imprese, si appella al governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. ”Crediamo che il caso di Banco Desio sia la punta di un iceberg di irregolarità che rischiano di prolungare questa crisi che, è bene ricordarlo, è nata proprio a causa delle pratiche irregolari della finanza senza scrupoli” – spiega il presidente di Federcontribuenti Italia Marco Paccagnella . Nel procedimento penale 22698/08 del Nucleo Criminalità Organizzata della GdF di Roma viene riportata un’intercettazione del Broggi. Il Gico di Roma ha dato grande risalto a questo passaggio negli atti.
 Questa registrazione dimostra che tutto il vertice bancario era perfettamente a conoscenza di tutte le pratiche illecite. Il caso di Banco Desio era scoppiato grazie al coraggioso esposto di Enrico Ceci, fino a quattro anni fa dipendente della banca, che aveva scoperto un giro di pratiche che di fatto facevano “sparire” il denaro, rendendolo anonimo. Una pratica di finanza carsica che secondo Federcontribuenti deve essere portata alla luce e sradicata. “Si legge nel procedimento penale – ricorda Paccagnella – dopo la trascrizione dell’intercettazione a carico dell’attuale Direttore Generale Broggi: ” .da tale conversazione si evince che le attività di raccolta, distribuzione e gestione dei capitali illeciti da parte dei vari dipendenti, con l’appoggio delle varie filiali sparse nell’ambito del territorio nazionale non sia volontà di un singolo direttore che per ragioni economiche e di carriera abbia posto in essere un sistema illecito, ma ciò è dovuto alla precisa volontà proveniente dal vertice dell’istituto di credito. Anche il creare una banca a pochissimi chilometri dal confino italiano con dipendenti quasi tutti transfrontalieri e di origine italiana, (ex dipendenti del Banco Desio) è sintomatico di una precisa volontà delinquenziale posta in essere dai vertici dell’Istituto ”. Chiediamo quindi le dimissioni dell’attuale Direttore Generale Broggi, chiediamo alla Banca d’Italia di commissariare con urgenza Banco Desio e inoltre chiediamo una revisione dell’indagine romana anche a fronte dalla denuncia di Enrico Ceci presentata a Monza”. Titolare delle indagini sul Banco Desio era il pm Giuseppe Cascini il quale, pur con un lavoro investigativo perfetto svolto dal Gico di Roma, ha “congelato” le indagini preliminari per oltre due anni e, solamente dopo una richiesta di avocazione per inerzia presentata dal Ceci, ha proceduto alla loro chiusura . Con risultati poco significativi. Si chiede anche di far luce su di un passaggio inquietante riportato nelle oltre 6.500 pagine del procedimento penale di Roma, dove si legge, che quando è stata perquisita la casa di Caprile Renato, ex Amministratore Delegato di Banco Desio Lazio, qualcuno si è presentato di buon mattino in sua “difesa” con tanto di tesserino di riconoscimento del Consiglio di Stato.
 
Giancarlo Coraggio è stato presidente aggiunto del Consiglio di Stato dall’8 ottobre 2010. Ha svolto vari incarichi ministeriali, ed è stato fra l’altro vice segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri. All’epoca dei fatti era anche Presidente della Corte di Giustizia Federale. Monti lo ha da poco eletto Presidente del Consiglio di Stato. La triangolazione Coraggio-Cascini-Banco Desio è presto detta. All’epoca dei fatti Cascini era il Segretario nazionale dell’ANM. Coraggio era il Presidente dell’ANM nel Consiglio di Stato. Coraggio Giancarlo è il marito della sorella della moglie di Caprile Renato. Ci aspettiamo anche risposte politiche. Il caso scandaloso del Banco Desio non riguarda solo una parte di Italia o solo Enrico Ceci, ma tutti i contribuenti italiani stanchi di tanti misteri e ingiustizie sociali.